Questa seconda stagione di URC ha visto le due squadre italiane performare in modo quasi diametralmente opposto. Le Zebre hanno chiuso la stagione a zero vittorie mentre il Benetton Rugby ha raggiunto le semifinali di Challenge Cup e ha avuto serie possibilità di accedere ai playoff di URC. Eppure anche nelle Zebre si è visto qualcosa di buono, soprattutto a livello di singoli. Ho voluto quindi andare a vedere chi sono i migliori atleti italiani nella fase offensiva. I dati che ho usato sono aggiornati alla fine della stagione regolare (round 18), escludendo i playoff in quanto le squadre italiane non li hanno disputati. Questo per livellare la concorrenza con gli altri giocatori del torneo.
Chi ha fatto più mete?
Partiamo con la cosa più ovvia: se non segni non vinci, dunque chi segna molto contribuisce molto alla vittoria. Chiaro, le mete sono azioni corali e non individuali (spesso) ma se un giocatore ne segna tante e con cadenza regolare significa che è sempre al posto giusto al momento giusto e che sa come sfruttare le debolezze di chi lo difende per finalizzare. Il leader in URC di questa classifica è Tom Stewart, tallonatore di Ulster, che ha segnato 16 mete in 14 partite. Tutti diranno eh va beh da touche si segna spesso ma in realtà molte di queste sono azioni da vero e proprio finalizzatore. Si tratta di un grandissimo prospetto per l’Irlanda che si aggiunge a nomi come Dan Sheehan (8 mete in 8 partite) nonché i soliti noti Rob Herring e Ronan Kelleher. Dietro Stewart troviamo Darcy Graham (Edimburgo, 12 mete in 9 partite) e Caolin Blade (Connacht, 11 mete in 15 partite). Al quarto posto, però, ecco il nostro Simone Gesi (Zebre, 10 mete in 11 partite). Andando a vedere il numero di mete per partita, invece, il primo posto è di Darcy Graham con 1.33 mete/partita. Tom Stewart è appena sotto (1.14), seguito da Dan Sheehan (Leinster, 1.00) e Canan Moodie (Bulls, 1.00). Al quinto posto sempre lui, Simone Gesi (0.91). Per trovare un altro italiano bisogna scendere al 32esimo posto (Jacopo Trulla, Zebre, 5 mete in 11 partite), e successivamente al 44esimo posto (Edoardo Padovani, Benetton, 4 mete in 9 partite). Per il 22enne Gesi si tratta di una grande stagione da finalizzatore, soprattutto in una squadra che non ha vinto nessuna partita. Data la grande carenza di ali ed estremi incisivi a livello internazionale nella filiera italiana, si tratta di un dato estremamente incoraggiante per il futuro.
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Chi ha fatto più assist?
Una statistica molto interessante è quella degli assist-meta (try assists) perché evidenzia chi ha propiziato una meta invece che chi l’ha segnata. Spesso questo ruolo è di altrettanta importanza. Il leader qui è il sudafricano Manie Libbok, apertura degli Stormers, con 11 assist in 16 partite di stagione regolare. Dietro di lui Embrose Papier (Bulls, 10 assist in 18 partite) e Paul De Wet (Stormers, 9 assist in 17 partite). Il primo italiano è Nacho Brex del Benetton Rugby che si classifica all’ottavo posto con 7 assist in 9 partite: dato interessantissimo, considerato che si tratta del giocatore difensivo per eccellenza del Benetton. Questo dato lo rende anche il primo giocatore del torneo per media assist/partita (0.78 assist/partita). Dietro di lui ben quattro aperture (Goosen, Carty, Chamberlain, Libbok), indicazione di quanto lavoro sia stato fatto da Bortolami e Masi sui centri per generare azioni pericolose, basandosi sulle qualità di Brex, Menoncello e Riera in primis. Il secondo italiano per assist totali escludendo i giocatori che non contribuiscono alla Nazionale è Alessandro Fusco con 5 assist su 10 partite (0.5 assist/partita), che si classifica al 23esimo posto nel torneo. Al terzo posto, considerando chi ha fatto almeno 3 assist, troviamo Enrico Lucchin (4 assist in 13 partite, 0.31 a/p). Fra i giocatori non-azzurrabili, invece, il migliore per assist totali è stato Tomás Albornoz con 6 assist in 11 partite (0.55 a/p) seguito da Dewaldt Duvenage (6 assist in 14 gare, 0.43 a/p) e Rhyno Smith (5 assist in 11 gare, 0.45 a/p). Considerando i dati sulle mete e quelli sugli assist, emerge che le Zebre hanno costruito molto del loro gioco offensivo attorno a un numero ristretto di giocatori mentre il Benetton Rugby ha preferito un gioco corale con molte opzioni offensive, che riduce per forza di cose il numero di mete o di assist per ciascun giocatore, privilegiando il collettivo.
Offloads: chi scarica meglio?
Un bell’offload può avere lo stesso impatto di un assist se smarca un trequarti che si invola oltre la linea della difesa e guadagna 30 metri in un unico carry. Il leader per offloads totali è l’ala/estremo Johnny McNicholl degli Scarlets con 24 offloads in 15 partite disputate (1.6 offloads/partita). Dietro di lui Kurt-Lee Arendse con 23, rifilati però in 11 partite (2.09 o/p). Al terzo posto invece Hamish Watson, mister placcaggio, con 22 offloads in 8 partite (2.75 o/p). Andando a vedere la classifica per partita, il ranking cambia: Hamish Watson è il leader con i suoi 2.75 o/p seguito da Damian Willemse (Stormers, 17 offloads in 8 partite, 2.12 o/p). Al terzo posto Mack Hansen (Connacht, 19 offloads in 9 partite, 2.11 o/p). Il primo italiano è Pierre Bruno al sesto posto per offloads/partita (1.75, basato su 14 offloads in 8 partite). Il maggior numero in una squadra italiana è stato raggiunto da Geronimo Prisciantelli (18 offloads in 12 partite, 1.50 o/p), mentre dopo Pierre Bruno il secondo italiano “azzurrato” per media-offload è Mattia Bellini con 9 offloads in 8 partite (1.12 o/p). Il terzo, infine, è Lorenzo Pani con 9 offloads in 11 partite (0.82 o/p).
I migliori ball carriers
L’arte di portare il pallone in avanti è la base del nostro gioco, sfidando i difensori, rompendo placcaggi come le terze linee più grosse o evitandoli come le ali più elusive. Un carry si misura quando qualcuno prende il pallone e inizia a correre, e non ha senso misurarlo in numeri assoluti. Ha senso invece guardare il dato sui carry/partita, che non vede nessun italiano fra i primi 10 classificati.
Player | Club | Role | Age | Games played | Carries | Carries per game | Rank |
---|---|---|---|---|---|---|---|
gavin-coombes | munster | back-row | 25 | 13.0 | 188.0 | 14.461538 | 1 |
viliame-mata | edinburgh | back-row | 31 | 16.0 | 208.0 | 13.000000 | 2 |
sione-kalamafoni | scarlets | back-row | 34 | 15.0 | 194.0 | 12.933333 | 3 |
elrigh-louw | vodacom-bulls | back-row | 23 | 16.0 | 206.0 | 12.875000 | 4 |
mack-hansen | connacht | triangle | 25 | 9.0 | 101.0 | 11.222222 | 5 |
kurtlee-arendse | vodacom-bulls | triangle | 26 | 11.0 | 122.0 | 11.090909 | 6 |
mike-lowry | ulster | triangle | 24 | 13.0 | 144.0 | 11.076923 | 7 |
jack-dempsey | glasgow-warriors | back-row | 29 | 10.0 | 110.0 | 11.000000 | 8 |
sione-vailanu | glasgow-warriors | back-row | 28 | 14.0 | 152.0 | 10.857143 | 9 |
max-deegan | leinster | back-row | 26 | 11.0 | 119.0 | 10.818182 | 10 |
Ad ogni modo, il migliore degli italiani è poco distante. Lorenzo Cannone ha collezionato ben 9 carries/partita posizionandosi al 30esimo posto di tutta la URC. Il secondo italiano dopo di lui è Michele Lamaro con 7.89 carries/partita (43esimo) e il terzo è Enrico Lucchin con 7.54 (66esimo).
Player | Club | Role | Age | Games played | Carries | Carries per game | Rank |
---|---|---|---|---|---|---|---|
lorenzo-cannone | benetton | back-row | 22 | 10.0 | 90.0 | 9.000000 | 30 |
tomas-albornoz | benetton | fly-half | 25 | 11.0 | 93.0 | 8.454545 | 43 |
michele-lamaro | benetton | back-row | 24 | 9.0 | 71.0 | 7.888889 | 54 |
henry-timestowers | benetton | back-row | 28 | 9.0 | 71.0 | 7.888889 | 55 |
geronimo-prisciantelli | zebre-parma | fly-half | 23 | 12.0 | 93.0 | 7.750000 | 59 |
enrico-lucchin | zebre-parma | center | 28 | 13.0 | 98.0 | 7.538462 | 66 |
pierre-bruno | zebre-parma | triangle | 26 | 8.0 | 59.0 | 7.375000 | 75 |
matt-kvesic | zebre-parma | back-row | 31 | 8.0 | 59.0 | 7.375000 | 76 |
ignacio-mendy | benetton | triangle | 22 | 9.0 | 66.0 | 7.333333 | 78 |
rhyno-smith | benetton | triangle | 30 | 11.0 | 80.0 | 7.272727 | 80 |
Il valore più interessante però è forse quello dei metri per carry, ovvero quanti metri fa ogni giocatore ogni volta che riceve il pallone. Questo dato è molto interessante perché rende l’idea dell’efficacia di un giocatore palla in mano. Andando a vedere fra gli atleti delle franchigie salta fuori un dato molto interessante.
Player | Club | Role | Age | Games_played | Carries | Metres_per_carry | Rank |
---|---|---|---|---|---|---|---|
marcus-watson | benetton | triangle | 31 | 10.0 | 45.0 | 8.777778 | 10 |
franco-smith | zebre-parma | center | 22 | 8.0 | 17.0 | 7.352941 | 27 |
lorenzo-pani | zebre-parma | triangle | 20 | 11.0 | 73.0 | 7.109589 | 32 |
jacopo-trulla | zebre-parma | triangle | 22 | 15.0 | 80.0 | 7.000000 | 36 |
ignacio-mendy | benetton | triangle | 22 | 9.0 | 66.0 | 6.727273 | 46 |
rhyno-smith | benetton | triangle | 30 | 11.0 | 80.0 | 6.550000 | 49 |
pierre-bruno | zebre-parma | triangle | 26 | 8.0 | 59.0 | 6.457627 | 50 |
tommaso-menoncello | benetton | center | 20 | 10.0 | 53.0 | 6.245283 | 56 |
onisi-ratave | benetton | triangle | 30 | 6.0 | 31.0 | 6.161290 | 58 |
tomas-albornoz | benetton | fly-half | 25 | 11.0 | 93.0 | 5.989247 | 65 |
Marcus Watson del Benetton Rugby è il decimo nello URC per metres/carry, il che significa che ogni volta che riceve il pallone è molto incisivo (8.78 m/c, su 45 carry effettuati in 10 partite). Ancora più interessante, però, è il dato su Franco Smith Jr (figlio di Franco Smith l’allenatore) in forza alle Zebre. Ha giocato appena 8 partite e spesso non da titolare, totalizzando solo 17 carry. In media, però, ha fatto 7.35 metri per carry. Questo significa che le poche volte che ha visto il pallone è stato abbastanza incisivo in avanzamento. Il dato è probabilmente un po’ inflazionato da qualche sgroppata sul campo visto il numero ridotto di carry totali, ma è comunque interessante. Il prrimo degli italiani è Lorenzo Pani, con 7.11 metri/carry effettuati fra 73 carry e 11 partite. Questo valore è decisamente più robusto e testimonia le capacità offensive del ragazzo. Appena sotto c’è Jacopo Trulla con 7 metri/carry, mentre Pierre Bruno si attesta a 6.46 metri/carry. Il primo italiano del Benetton Rugby, invece, è Tommaso Menoncello con 6.24 metri/carry.
Rompere la linea difensiva
Quest’abilità spetta solitamente ai trequarti più rapidi, e infatti non vi stupirà che il giovane Simone Gesi in forza alle Zebre si trovi al quinto posto generale in URC con 15 clean breaks in 11 partite (1.36 breaks/game). Questo significa che in ogni partita Simone Gesi rompe la linea della difesa almeno una volta (in media), dato che sommato al numero di mete segnate (10 in 11 partite) e metri percorsi ci dice che spesso quando rompe la linea è imprendibile. L’Italia ha quindi trovato un grande talento all’ala. La classifica è dominata da Darcy Graham (Edimburgo, 18 breaks in 9 partite, 2 di media) ma anche Josh Adams (1.83) e Canan Moodie (1.75) non scherzano. Numeri simili a quelli di Gesi sono quelli di Pierre Bruno (9 breaks in 8 partite, 1.12 b/p), ed Edoardo Padovani (10 breaks in 9 partite, 1.11 b/p). Infine, un dato interessante relativo alle rotture della linea difensiva è quello che ci dice ogni quanto spesso avviene (e cioè ogni quante palle portate, i “Carries”).
Player | Club | Role | Age | Games_played | Clean_breaks | Carries | Breaks_per_carry | Rank |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
simone-gesi | zebre-parma | triangle | 21 | 11.0 | 15.0 | 73.0 | 0.205479 | 19 |
edoardo-padovani | benetton | triangle | 29 | 9.0 | 10.0 | 50.0 | 0.200000 | 24 |
marcus-watson | benetton | triangle | 31 | 10.0 | 9.0 | 45.0 | 0.200000 | 25 |
franco-smith | zebre-parma | center | 22 | 8.0 | 3.0 | 17.0 | 0.176471 | 35 |
joaquin-riera | benetton | center | 29 | 11.0 | 10.0 | 62.0 | 0.161290 | 44 |
jacob-umaga | benetton | fly-half | 24 | 10.0 | 8.0 | 51.0 | 0.156863 | 48 |
filippo-drago | benetton | center | 21 | 6.0 | 5.0 | 32.0 | 0.156250 | 50 |
pierre-bruno | zebre-parma | triangle | 26 | 8.0 | 9.0 | 59.0 | 0.152542 | 52 |
ignacio-mendy | benetton | triangle | 22 | 9.0 | 10.0 | 66.0 | 0.151515 | 54 |
tommaso-menoncello | benetton | center | 20 | 10.0 | 7.0 | 53.0 | 0.132075 | 65 |
Simone Gesi domina anche questa classifica fra gli italiani, essendo al 19-esimo posto complessivo dello URC con 0.21 breaks/carry. Cosa vuol dire questo dato? Simone Gesi ha portato palla 73 volte in questo torneo di URC, rompendo la linea 15 volte, e cioè il 20% circa della volte in cui porta palla rompe la linea difensiva. Si tratta di un numero impressionante per un ragazzo così giovane e tutto sommato inesperto ad alto livello. Per fare un confronto voglio usare Tommaso Menoncello. Fra gli italiani si trova al decimo posto (0.13 breaks/carry), molto meno di Simone Gesi. Tuttavia, Menoncello è anche nella top10 dei ball carrier italiani per metri medi percorsi ogni palla portata (6.24 metri/carry). Questo significa che mentre Gesi è esplosivo (come si confà ad un ala) e fa lunghe sgroppate sulla fascia quando riesce ad evadere il placcaggio, Menoncello è più incisivo in avanzamento con le sue linee di corsa tipiche di un centro, ruolo in cui eccelle. Di nuovo, menzione d’onore per Franco Smith Jr che nonostante le poche occasioni (solo 17 carry) ha bucato la linea 3 volte (~18%). Un giocatore certamente da tenere d’occhio per il futuro alle Zebre. Infine, come non menzionare Edoardo Padovani. Per lui 24-esimo posto complessivo in URC con 50 carries, 10 clean breaks, e dunque 0.2 breaks/carry (20%). Numeri “da Gesi”, nonostante spesso si parli di lui come di un giocatore poco incisivo in attacco, forse per l’apparente minore rapidità.
Nel complesso ci sono alcuni giocatori nel panorama italiano di cui dovremmo essere enormemente felici. Uno su questi è Simone Gesi, giovanissimo ma già così incisivo in campo nonostante le sole sconfitte della sua squadra. Idem per Lorenzo Pani, giovane talento dotato anche di un piede molto educato e potente. Infine, e forse a sorpresa, siamo contenti di aver scoperto che le statistiche di Franco Smith Jr evidenziano un talento ancora molto inespresso ma presente che non può che far ben sperare per il futuro ai tifosi e le tifose delle Zebre.
Analisi molto interessante che forse farà capire a qualcuno perchè Padovani è cosi considerato dagli allenatori veri nonostante le perplessità degli “allenatori da tastiera”
Esattamente. Spesso diciamo infatti che Padovani è uno di quei giocatori la cui utilità risalta di più quando non c’è che quando c’è, perché ti accorgi di come gli altri fanno le stesse cose peggio.