In questo periodo di pausa e di raduni con la nazionale, abbiamo deciso di intervistare uno dei prospetti più interessanti delle Zebre Parma, l’ala livornese Simone Gesi. 10 mete in URC, 1 meta in Challenge Cup la scorsa stagione, protagonista con l’Italia u20 e l’Italia “A” e infine l’esordio a Murrayfield nell’ultimo 6 Nazioni. Andiamo a scoprire il percorso che lo ha portato da Livorno al rugby internazionale.

Intervista del 29.06

Come ti sei avvicinato al rugby?

“Non ho subito cominciato a giocare a rugby, ho provato altri sport come Tennis e Basket. A 7/8 anni mio padre mi ha accompagnato al campo da rugby e poi non ho più smesso. Ho fatto tutte le giovanili con il Livorno, poi l’anno dopo il Covid sono andato prima a Colorno e poi a Parma.”

Com’è stata la tua esperienza in Top10 con il Colorno?

“Nelle giovanili giocavo apertura o centro e all’inizio giocare ala non mi piaceva molto, passi da toccare sempre il pallone a toccarlo 2 o 3 volte, se va bene, a partita. Poi piano piano mi sono adattato e ho cercato di capire come dovevo giocare in quel ruolo, ho cominciato a divertirmi e prendere esperienza. Sono arrivato alla fine del primo anno dove abbiamo fatto il 6 Nazioni con la u20 e mi sono divertito un sacco, poi il secondo anno dove tra nazionale A e campionato siamo riusciti a stare vicino ai playoff con Colorno, anche quello è stato un bell’anno dove mi sono divertito molto e ho imparato tanto dai miei compagni più esperti.”

Simone Gesi MVP del Top10 nella stagione 21 -22, fonte @OnRugby

Ti piacerebbe tornare a fare quei ruoli o giocare estremo?

“Certo mi piacerebbe molto, solo che essendo un po’ più tattico come ruolo devo andare dagli allenatori e chiedere a loro, provare con gli allenamenti e prendere fiducia in quello che devo fare.”

Il passaggio tra Top10 e URC com’è stato?

“Più graduale del previsto, perché alla fine del secondo anno di Colorno ho fatto 7 partite con le Zebre quindi mi ero già ambientato avendo fatto esperienza in URC. La differenza è grande dal punto di vista dell’intensità fisica e di gioco che propongono le squadre in URC, il gioco qui è più dinamico e gli impatti sono diversi. Quest’anno è stato più semplice ambientarsi con la squadra perché avevo già esperienza del tipo di gioco che si va a fare.”

Ci hanno fatto questa domanda per te, se puoi spiegare la differenza tra giocare 11 e 14

“La differenza è solo per come si leggono i numeri nella formazione, di solito l’11 è a sinistra e il 14 a destra. Io ho sempre giocato 11 e ho sempre usato quella maglia perché è quella del mio esordio e con cui ho fatto meta, quindi ormai quella era la mia maglia, poi sta a sinistra quindi mi piace. Se devo indossare la 14 pur di giocare la indosso, senza problemi anche a giocare a destra, ma se la 11 è libera la prendo volentieri.”

Gesi in azione con la nazionale u20 – fonte @Labrosport

A Parma come ti trovi? Ho parlato con Alessandro Fusco e mi diceva che la città non è molto attiva

“Io non sono uno di quelli che va a fare tanta festa, faccio casa – campo, poi in inverno è il clima che non ti permette di fare cose eccezionali fuori da casa. La città è carina, non è brutta, però non è molto vivace da quel punto di vista, ma soprattutto per il clima: tra freddo siderale e caldo afoso non c’è una via di mezzo.”

Quando sei arrivato alle Zebre c’è stato qualcuno che ti ha preso sotto la sua ala all’inizio?

“Si tanti dei giovani che erano ai primi anni alle Zebre li avevo già conosciuti in u20 e alcuni in Top10. Di quelli esperti devo dire un po’ tutti, poi il primo anno Tommaso Boni in particolare, ho vissuto un po’ da lui per via della casa che non era ancora pronta. Lui mi ha aiutato molto dal punto di vista organizzativo e mi ha spiegato quello che lui ha fatto in questi anni alle Zebre, poi è stato anche in Nazionale quindi mi ha spiegato come fare le cose in maniera precisa aiutando anche i compagni.”

10 mete in URC, 1 meta in Challenge Cup per 14 presenze. Sono numeri importanti, sei soddisfatto della tua stagione?

“Si a livello personale sono abbastanza soddisfatto non posso lamentarmi, ho segnato tanto, poi mi dispiace perché per il modo in cui abbiamo giocato, abbiamo fatto delle partite in cui meritavamo di vincere anche solo per farci continuare a credere in quello che stavamo facendo. Non sono arrivate di poco le vittorie anche in casa con squadre abbastanza forti, però a livello personale sono molto contento, a livello di gruppo ci meritavamo di più.”

Infatti mi ricordo le prime partite in casa contro Sharks e Leinster che ci siete arrivati vicinissimi

“Le vittorie mancate di così poco sono forse peggio di quelle perse di 10 punti, perché sei li a pensare che si poteva fare.”

Un’altra domanda che ci hanno fatto per te è questa, hai ricevuto offerte dall’estero? Dove ti piacerebbe andare?

“Concretamente i miei procuratori non mi hanno parlato di offerte, forse perché io ho un altro anno alle Zebre quindi non so se le squadre chiamino già per contratti dell’anno prossimo. Forse appunto per l’anno prossimo ci sarà qualche offerta, spero. In questo momento meglio di tutti sarebbe andare in Top14 rispetto alla Premiership con tutti i problemi che sono venuti fuori. Il Top14 ora sta diventando il campionato penso più bello e dove puoi imparare a giocare da campioni che arrivano da tutte le nazioni, quindi è i massimo livello di rugby. Non ho una preferenza per una squadra, non lo seguo tantissimo perché non riesco a vedere tutte le partite. Rispetto a un gioco come Irlanda ed Inghilterra che è più strutturato, hanno un gioco molto più fantasioso basato sulle caratteristiche individuali. Il Racing mi piace molto come gioco e come squadra.”

Io seguo le partite qui da Barcellona con il commento UK o SAF dipende da dove giocate e sono belli fissati con te, parlano delle tue mete, di quella volta che hai fatto il frontino a Watson ecc. Per questo ti chiedevo prima se avevi avuto contatti dall’estero

“Certo, spero di si, di trovare qualcosa e guardare tutte le opzioni che ho per il futuro dopo quest’anno alle Zebre.”

C’è un aspetto del tuo gioco che pensi dovresti migliorare?

“Si, un paio secondo me, soprattutto ancora in difesa sto cercando di capire bene come muovermi. Devo migliorare molto il tempismo con cui vado a placcare e la tecnica di placcaggio. Poi il gioco al piede e le prese al volo sono diventate molto importanti in questo nuovo tipo di rugby. Questo sicuramente può aiutare ad aumentare il mio livello di gioco e il mio livello come giocatore.”

Secondo te l’esperienza con il 7s aiuta da questo punto di vista?

“Da come ho fatto gli allenamenti per il torneo in Portogallo ti dico che aiuta molto, perché essendoci meno persone hai molte più responsabilità. Il placcaggio, la ruck, le prese al volo nei calci d’inizio, devi fare tutto in modo molto accurato perché li con i falli sono molto fiscali, non c’è tanto casino nei punti d’incontro, devi fare dei gesti veloci e precisi sotto fatica. Questo portato nel 15 che a livello di intensità fisica non è la stessa cosa soprattutto per noi ¾ che è principalmente corsa, ti aiuta a sentirti meglio perché se sei abituato a gestire delle situazioni in modo preciso e sotto sforzo nel 7s, poi ti torna più facile nel 15.”

Questo è interessante, soprattutto adesso che il 7s comincia ad avere un po’ di seguito, ti rendi conto di come alcuni giocatori che a 15 hanno un tipo di impatto, poi nel 7s fanno più fatica

“Certo, poi dovresti fare una preparazione fisica molto diversa. Io personalmente ho accusato molto a livello fisico e atletico il cambio di intensità. É molto diverso, è proprio un altro tipo di sport anche dal punto di vista mentale, è difficilissimo.”

Come ti sei trovato con Mazzantini? L’ho conosciuto quando ha giocato ed allenato a Bassano e faceva sempre spaccare dal ridere

“Si è il classico livornese che fa battute e fa ridere, è molto simpatico.”

Raccontaci il tuo esordio in nazionale

“Quando è arrivata la chiamata è stata un po’ una sorpresa, io ero appena arrivato a casa che c’era la settimana off dal 6 Nazioni, quindi ero appena arrivato a Livorno da Parma e mi arriva questa chiamata, è stato bellissimo e sono dovuto ripartire per andare al raduno. É stato molto bello soprattutto perché il gruppo mi ha accolto molto bene, anche all’esordio non ho sentito una pressione incredibile proprio grazie ai miei compagni che mi hanno trasmesso la loro confidenza che hanno costruito in tutti questi anni, mi hanno trasmesso questa consapevolezza nel cercare di giocare come so giocare io, senza preoccuparmi troppo di quello che dovevo fare. Poi in quello stadio lì (Murrayfield ndr), prima della partita è stata un grande emozione, a fare l’esordio con quello stadio pieno mi hanno fatto i complimenti, perché in pochi lo hanno fatto.”

A casa cosa ti hanno detto?

“Contenti dell’esordio, poi peccato perché eravamo vicini a vincere anche quella partita, quindi sarebbe stato ancora più bello, mi hanno fatto i complimenti che ho giocato una buona partita, erano fieri e contenti.”

Tornando a Parma, secondo te cosa manca alle Zebre per essere più competitive in URC?

“Secondo me quest’anno è mancata solo una leggera esperienza nei momenti chiave per vincere quelle partite che si potevano vincere e sono abbastanza considerando una stagione di cambio totale della rosa. Siamo tanto giovani, tanti ragazzi che arrivano dalla u20 che ha fatto tanto bene in questi ultimi anni. É mancata un po’ di precisione ed essere più concreti nelle scelte riconoscendo i momenti della partita che ti possono cambiare il risultato.”

Per quanti riguarda i ragazzi dei ¾ nuovi? Li hai già conosciuti? Come ti sembrano?

“Penso siano già arrivati a fare la preparazione, non sono sicuro degli stranieri. Andrò a Parma questo fine settimana e li incontrerò con gli altri. Spero diano un apporto positivo di energia e soprattutto di esperienza che hanno maturato negli altri campionati.”

Fetuli Paea, uno dei nuovi arrivati a Parma dal Super Rugby, fonte @ZebreRugby

C’è un triangolo allargato con cui ti trovi meglio a giocare?

“Questa è difficile, siamo tutti giovani e l’unico che metterei sempre in campo è Pierre (Bruno ndr), da carica e ti fa sentire molto sicuro quando gioca. Riesce a creare tanto per la squadra e rispetto a quest’anno è una cosa che devo migliorare anche io del mio gioco, non solo segnare, ma anche creare opportunità per la squadra e lui lo fa molto bene. Come estremo Lorenzo Pani.”

Avevo fatto una chiamata con il vostro social media manager Simone Del Latte e ci raccontava di come Pani sia un vero professionista tra allenamenti, dieta e attenzione ai dettagli

“Si lui ha molto rigore nel fare quelle cose li, nel cercare di migliorarsi sempre tutti i giorni.”

Cosa ne pensi del nuovo logo delle Zebre?

(Ride ndr) Eh… ho visto un po’ di commenti, è un po’ particolare come logo, carino dai.”

Quali sono i tuoi obbiettivi personali per questo mondiale e per la prossima stagione?

“Per il mondiale cercherò di dare il meglio di me in questi raduni per cercare di strappare qualche minuto nei test che mi possa permettere di darmi qualche chance per un eventuale convocazione. So di essere l’ultimo arrivato, quindi non mi aspetto una convocazione, però cercherò di dare il massimo per far pensare un minimo se portarmi o no. Per il prossimo anno l’obbiettivo è quello di cercare di vincere più partite possibili e poi spero di eguagliare le buone prestazioni che ho fatto lo scorso anno, anzi cercare di fare 1 o 2 mete in più per migliorare.”

Per quanto riguarda la nazionale, abbiamo letto dell’infortunio di Padovani quindi se pensiamo a un triangolo allargato ci immaginiamo un Ioane, Capuozzo e poi o te o Bruno.

“Si dai, comunque Edo è molto esperto e sa bene tatticamente cosa fare. Dipende molto da che tipo di giocatori vuoi schierare e il modo di giocare di Kieran. Dipende anche da quali ruoli uno può coprire, io purtroppo per ora posso coprire solo il ruolo di ala e questo è un mio svantaggio. L’unica cosa che posso fare è far vedere che rispetto ad altre ali forse sono meglio, dimostrandolo in campo, in allenamento e poi in partita se c’è la possibilità.”

Il cambio di allenatore della nazionale come lo avete visto nel gruppo Zebre e Nazionale?

“Per quanto riguarda me, la notizia è arrivata in maniera abbastanza inaspettata, poi per il gruppo per questa coppa del mondo non gli importa tanto, importa solo di far bene e di finire bene questi 4 anni con un bel mondiale, per dimostrare che questo gruppo ha fatto strada e sta costruendo un modo di giocare e una mentalità che lo porterà a vincere.”

A livello di URC, tra tutte le squadre presenti sei il quarto per numero di mete segnate

“Si, con l’ultima partita sono riuscito a scalare tutti i gradini possibili della classifica (ride ndr).”

É una cosa a cui pensi quando sei in campo oppure fai il tuo e si vede quello che succede?

“Mah allora, quelle mete che ho fatto che ricevevo l’ultimo pallone e finalizzavo sono molto istintive, è il fatto di capire la possibilità che ci sia un buco ed essere li prima di tutti. Alcune invece sono ad evitare l’avversario e quindi capire bene come batterlo.”

Questa è un’altra domanda che ci è arrivata e che devo farti, sei dalle parti di Colorno e Parma da un po’, ma se le Zebre diventassero Lupi a Roma, come lo vedresti come spostamento?

“Eh un bel trasferimento lungo in una città completamente diversa, però se è un cambiamento necessario per migliorare bisogna farlo, non so bene com’è questa situazione. Mi ha parlato mio padre di questa squadra che esisteva a Roma, che era una selezione ad inviti come le Zebre. Per stare a Roma ci vuole una bella organizzazione, non è una città semplice dal punto di vista logistico.”

All’interno della squadra tutti questi cambiamenti, rumors, dichiarazioni come li vedete?

“Un pochino c’è questa attenzione, perché comunque nel gruppo vediamo che stanno cambiando e spesso durante tutti gli anni, quindi ogni volta il punto interrogativo su quello che succederà l’anno dopo c’è sempre, però poi alla fine durante il corso dell’anno non ci pensiamo, almeno io personalmente cerco di giocare, non sto a pensare al cambio logo, cambio città.. basta che poi io stia bene per riuscire a preformare, quindi creare un ambiente che sia adatto a dei giocatori che vogliono fare i professionisti e vogliono essere trattati come professionisti.”

Zebre in campo a Monigo – fonte @OA Sport

Riguardo l’under20, a parte chiaramente tuo fratello Alessandro, ci sono alcuni giocatori che consideri pronti per il salto di livello?

“Si David Odiase (la nostra intervista ad Odiase qui ndr) è un giocatore che si vede tanto in campo, a livello fisico mette sempre il suo ed è sempre li. Anche Gallorini (la nostra intervista a Gallorini qui ndr) per quanto mi riguarda ogni mischia è un calcio di punizione ed è molto bravo sui punti di incontro vicino all’area di meta che riesce sempre a segnare. Loro tra franchigia o in Francia dov’è David possono sicuramente fare un esordio e fare esperienza.”

Ora con il raduno della nazionale come funziona?

“Ora abbiamo 3 giorni divisi tra Treviso e Parma, poi il 7 Luglio inizia il raduno con tutto il gruppo e poi ci saranno le prime partite di preparazione al mondiale.”

Stiamo organizzando un torneo di touch prima della partita contro il Giappone insieme agli altri content creator di rugby in Italia e quello che si nota è che la comunità del rugby risponde, stiamo crescendo piano piano.

“Si poi anche grazie ai risultati della u20 e della maggiore che è sempre riuscita a competere anche nell’ultimo 6 Nazioni, tutto questo ha aiutato molto a mettere gli occhi su qualcosa che sta nascendo per il rugby italiano.”

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