Un gradito ritorno
Finalmente possiamo tornare a parlare di U20, e soprattutto di Mondiale! L’ultima edizione è stata infatti quella 2019 tenutasi in Argentina. Nel 2020 l’Italia avrebbe dovuto ospitare ancora l’evento, ma la pandemia ha portato alla cancellazione del torneo, e così nei due anni successivi. In realtà nell’estate del 2022 in terra italica si tennero le U20 Summer Series, un torneo diviso in due gironi che ha avuto come partecipanti le 6 nazioni del Six Nations U20, Sud Africa e Georgia. Questi tornei giovanili sono sempre garanzia di spettacolo e di un rugby di livello altissimo, con molti talenti con un’enorme voglia di emergere e dimostrarsi già pronti al salto di categoria. Le Summer Series vennero vinte dal Sud Africa, che mise in mostra una batteria di tre quarti spettacolare e talentuosa, mentre gli ultimi vincitori del Mondiale Under 20, tenutosi nel 2019, sono i Francesi, che bissarono il successo del 2018. Le passate edizioni misero in mostra molti giocatori che si sono poi affermati a livello professionistico. Quali sono però i talenti da tenere d’occhio in questa edizione del mondiale? Ci sono molti profili interessanti, ma abbiamo deciso di presentarne soltanto uno per nazione, con un paio di menzioni d’onore. Con l’articolo di oggi iniziamo dalle nazionali europee.
Per l’Irlanda: Sam Prendergast
Non c’è bisogno di molte presentazioni: è probabilmente il talento più cristallino dell’isola di smeraldo, su cui vengono riposte molte speranze per il post Sexton. Di ruolo fa l’apertura, ed ha già esordito con Leinster in URC contro i Lions, segnando 14 punti all’esordio. Il fisico è atipico per il ruolo, è infatti alto ben 194cm, ma mantiene comunque una rapidità ed una coordinazione che gli permettono di mettere in mostra tutto il suo skill-set fatto di offload, un piede potente e preciso e capacità di giocare molto vicino alla linea di difesa avversaria. Certo, non è ancora pronto per il livello internazionale – il fisico è sicuramente qualcosa su cui lavorare – però le basi per una carriera di altissimo livello ci sono, senza alcun dubbio.
Marcos Gallorini: l’ennesimo colosso a destra?
Sono oramai diversi anni che la mischia italiana continua a sfornare talenti in prima linea, Fischetti, Riccioni, Zilocchi e Rizzoli sono solo alcuni, ma ce ne sono altri che sono pronti a fare il salto in URC. Abbiamo intervistato Marcos – qui potete trovare la nostra intervista – e lo abbiamo visto giocare al Sei Nazioni U20 2023. Anzi, lo abbiamo ammirato arare le mischie chiuse di tutte le nazionali giovanili che ha affrontato, contribuendo a rendere dominante il pack azzurro, attirando l’attenzione dei più appassionati già in U18 quando la selezione italiana sconfisse i pari età irlandesi. Marcos Gallorini è soltanto al primo anno di U20, – è nato nel 2004 – ma si è già dimostrato ampiamente a livello, distruggendo fisicamente tutti i suoi avversari. Il suo punto di forza è sicuramente la forza fisica – 190cm per 133kg le sue “misure” – che lo aiuta a dominare in mischia chiusa ed a portare palloni in giro per il campo guadagnando metri su metri. Per sua stessa ammissione deve migliorare nel work rate in giro per il campo, ma confidiamo che questo problema sarà ben che risolto durante la sua carriera. Qui sotto qualche highlight della sua, finora breve, carriera che l’anno prossimo lo vedrà far parte dell’accademia U23 della Benetton Rugby.
Baptiste Jauneau: un’altro 9 dei sogni per i Bleus?
Clermont si trova per le mani un bel gioiellino, e non esita a metterlo in mostra: Jauneau è stato la prima scelta come mediano di mischia per tutta la stagione, collezionando già 30 presenze tra Top14, Champions Cup e Challenge Cup. Di sicuro questa sua esperienza da titolare nelle competizioni rugbistiche di più alto livello per club aiuteranno la sua nazionale ad arrivare a quello straordinario traguardo che sarebbe il terzo mondiale di fila. Si distingue per la sua rapidità, l’ottimo passing-game e la straordinaria capacità di anticipare i break dei propri compagni per fornire linee di sostegno eccezionali. Certe caratteristiche ci ricordano sicuramente qualcuno che veste la maglia n°9 della nazionale maggiore – un certo Antoine Dupont – anche per la sua prolificità in area di meta. Sono infatti ben 6 le mete segnate con Clermont in Top14, e sono tutte un ottimo riassunto delle sue abilità. Insomma, in Francia possono dormire sonni molto tranquilli, anche a mediano di mischia sono ben coperti per il futuro. Vi invito a vedere qualche sua prestazione, iniziando da questa meta contro lo Stade Rochelais che evidenzia tutto il suo repertorio di skills.
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Un centro per la Rosa: Joe Jenkins
Da Bristol con forza, velocità ed angoli di corsa. Joe Jenkins è un secondo centro di 191cm per 97kg di peso che fa della fisicità una delle sue armi più affilate. Vanta già una discreta esperienza tra i “grandi” in Premiership, avendo giocato 4 match, di cui due da titolare, conditi da una meta proprio all’ultimo round, contro Exeter. Sicuramente stiamo parlando di un giocatore molto grezzo, ma che ha le potenzialità per poter fare la differenza in questa edizione del Mondiale Under 20. Le sue linee di corsa e di sostegno sono ottime e gli consentono di guadagnare molti metri palla in mano, aiutato anche dal suo fisico che sfiora il quintale. Finora tra i propri giovani connazionali è colui che ha collezionato più presenze in Premiership – soltanto dietro a Cunningham-South – avendo un impatto non indifferente. Sicuramente nel futuro potrebbe trovare spazio anche in nazionale maggiore, dove un fisico simile con la maglia numero 13 non si vede spesso, e dove Manu Tuilagi sta facendo molta fatica a stare lontano dagli infortuni. Insomma, Jenkins deve lavorare molto sulla tecnica e sull’utilizzo del piede, ma ha tutte le potenzialità per mostrarci tutto il suo talento al mondiale.
Un nuovo dragone: Morgan Morse
Morgan Morse ha soltanto 18 anni – è nato nel 2005 – ed è tra i più giovani talenti emergenti in questo mondiale. Una nuova speranza per la terza linea gallese e per tutto il movimento. Sappiamo bene tutto ciò che sta accadendo alla WRU – Welsh Rugby Union – ed una ventata di aria nuova non può che giovare. La nazionale Under 20 inoltre è forse una delle poche speranze su cui si ancora il movimento gallese, anche se all’ultimo 6 Nazioni di categoria ha subito un Whitewash. Parlando di Morse, è una terza linea compatta e pesante – 185cm per 105kg – che fa dell’aggressività, dell’esplosività e del work rate i suoi punti di forza. Ha già fatto parte della nazionale U20 dall’età di 17 anni e questo mondiale potrebbe essere la sua definitiva consacrazione. Noi ci speriamo, anche perchè il Galles ha un disperato bisogno di una spinta dalle Academies, altrimenti sarà difficile uscire da questo periodo complicato. Nel video della sconfitta contro la Scozia al Six Nations Under20 2023 Morse mette in mostra tutte le sue caratteristiche con una ripartenza da mischia, andando a segnare trascinando con se 3 avversari.
Non più solo piloni: Tornike Kakhoidze
Sono passati i bei tempi in cui la Georgia sfornava soltanto piloni inamovibili simili a comodini e terze linee di cui avere paura se incontrate per strada di notte. Negli ultimi anni sempre più talenti stanno uscendo dalla linea dei trequarti. L’ultimo ad essere salito agli onori è Davit Niniashvili, trequarti ala del Lyon Olympique, che ha segnato 7 mete in 12 partite in Top14 e che ha messo in imbarazzo Capuozzo e Menoncello nello sciagurato match di Tbilisi. Kakhoidze è invece un centro che sta mettendo a ferro e fuoco la Rugby Europe Super Cup – torneo per franchigie di Rugby Europe – e la Currie Cup First Division in Sud Africa. Dotato di un’ottima velocità, riesce spesso a rompere la linea difensiva avversaria con ottimi cambi d’angolo ed accelerazioni improvvise resistendo anche ai placcaggi avversari. Ha doti fisiche notevoli, nonostante oramai 93kg per 184cm per un centro siano la norma per il rugby moderno, e le sfrutta anche in fase difensiva con placcaggi avanzanti e con ottimo tempismo. Nonostante abbia soltanto 19 anni è già la sua terza stagione in Under 20, e in molti si aspettano una sua esplosione a questo mondiale. Non resta altro da fare che sederci sul divano e goderci lo spettacolo.

Menzioni d’onore
Giusto per non lasciare nulla al caso, ecco di seguito un paio di talenti che non ci pare giusto lasciare indietro. Stiamo parlando del francese Posolo Tuilagi e del capitano inglese Lewis Chessum. Tuilagi è l’ennesimo prodotto di quella linea genetica straordinaria che è la famiglia samoana. Figlio di Henry, ha esordito quest’anno con Perpignan in Top14 giocando in terza linea. Indovinate un po’ qual è la sua caratteristica principale? Esatto, il fisico. Le sue misure sono 192cm per 145kg, non proprio esile. Ha già collezionato 16 presenze tra Top14 e Challenge Cup, segnando anche due mete. Lewis Chessum è seconda linea e capitano della nazionale U20 della rosa. Le sue caratteristiche principali sono il workrate in giro per il campo, una buona capacità nei carries ed una spiccata dote di gestione della rimessa laterale.