Valorugby Emilia è la squadra che ha fatto parlare molto di sé da quando il neopresidente Grassi ha dichiarato “voglio tre scudetti in cinque anni”, nel 2020. Anche se a oggi la squadra di Reggio non è ancora riuscita a giocare una finale di campionato, resta una delle rivelazioni degli ultimi anni. Ma dove comincia la sua storia?

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La squadra di Reggio prima di una partita. Fonte onrugby

L’origine

La squadra di Valorugby Emilia ha un origine molto lontana nel tempo: venne fondata nel 1945 col nome di “Sempre Avanti”, nella stessa città in cui milita ancora oggi, Reggio Emilia. Questo la rende una delle società di rugby più longeve d’Italia, superando squadre storiche come Petrarca Padova (1947), Fiamme Oro (1955) e Calvisano (1970). Rinominata già nel 1948 “Rugby Reggio”, la squadra viene sciolta nel 1953 per ricostituirsi sotto l’Unione Sportiva la Torre nel 1960. Dal 1970, la denominazione resterà “Rugby Reggio” fino ai tempi recenti e la squadra si alternerà tra la terza serie e la quarta serie di rugby italiano. Alla fine degli anni ’90 la società cominciò a crescere a livello sportivo, e nel 2001 riuscì a raggiungere la promozione in serie A grazie ad Andrea Di Giandomenico, all’epoca giocatore e allenatore della squadra, poi divenuto una figura di spicco nel rugby italiano grazie alle sue vittorie da allenatore della nazionale femminile. Nel 2004 però una grave crisi societaria portò la squadra a rinunciare alla serie A per retrocedere in serie C. Di Giandomenico mantenne il ruolo di allenatore fino al 2006, permettendo a Reggio di tornare a disputare la serie A dopo sole due stagioni.

La storica “Sempre Avanti” prima squadra di rugby a Reggio Emilia, 1945. Fonte Valorugby

Roberto Manghi, la massima serie e la nuova fondazione

Dopo una serie di stagioni dai risultati altalenanti, nel 2010 la Rugby Reggio vide arrivare in panchina il suo attuale allenatore, Roberto Manghi, che assieme alle sue capacità da tecnico sportivo porta un nuovo approccio nel club, volto più all’ottimizzazione delle performance della prima squadra e all’ingaggio di importanti investitori. Lo stesso anno Reggio vince la serie A2, disputando la finale playoff con Calvisano e venendo sconfitta. Nonostante questo, la rinuncia del Gran Ducato Parma a partecipare alla massima serie permise alla squadra di Manghi di essere ripescata per partecipare al massimo campionato di rugby italiano per la prima volta nella storia della città. Manghi mantenne la squadra nel massimo campionato fino al 2012, anno in cui divenne direttore sportivo delle Zebre Rugby nella vicina Parma. La squadra venne retrocessa in serie A l’anno successivo e vide sedere in panchina prima Alessandro Ghini e poi Roberto Mandelli, ma è solo nel 2016 che Reggio riesce a tornare nella massima serie, proprio con il ritorno di Roberto Manghi in qualità di direttore sportivo e head coach. Dopo due anni, nel 2018, la presidenza della società sportiva viene cambiata a favore di Enrico Grassi, imprenditore della zona, e la squadra viene rifondata da “Rugby Reggio” a “Valorugby Emilia”. Negli ultimi anni Valorugby ha dimostrato di essere una valida contendente per il titolo di Campione d’Italia, raggiungendo sempre i playoff e schierando delle rose ricche di giocatori di qualità. Inoltre, nel 2019 è riuscita ad aggiudicarsi la Coppa Italia, battendo in finale il Valsugana per 32 a 10.

Roberto Manghi, a sinistra, e Jacques Brunel, a destra. L’allenatore di Italia e Francia è stato legato a Valorugby come consulente tecnico. Fonte onrugby

Giocatori di prestigio

Nel corso di quasi un secolo di storia, molti sono i giocatori di rilevanza nazionale e internazionale che sono passati dai campi della Canalina, il centro sportivo del Valorugby. A parte il già citato Andrea di Giandomenico, poi allenatore della nazionale femminile, hanno calcato i campi di Reggio anche Dario Chistolini (20 caps), Carlo Festuccia (54 caps), Roberto Mandelli (9 caps) e Antonio Mannato (3 caps). Dai vivai delle giovanili reggiane sono arrivati diversi giocatori di rilievo, come Luca Bigi (45 caps e Capitano dell’Italia), Cristian Bezzi (11 caps), David Odiete (7 caps) e Daniele Rimpelli (1 cap). Due profili di particolare rilievo legati a Valorugby sono Viliami Vaki, attuale allenatore della difesa reggiana, e Silao Leaega. Vaki ha raccolto 36 presente con Tonga, segnando 35 punti, partecipando a due coppe del mondo e indossando per due volte la fascia da capitano. Campione di Francia nel 2009, si accasa a Reggio Emilia nel 2011 e non lascerà più il club, entrando a fare parte dello staff tecnico. Leaega invece proviene dalle isole Samoa e ha giocato 19 partite in nazionale, segnando in totale 160 punti con 3 mete, 31 calci di punizione e 26 trasformazioni. A Reggio ha giocato dal 2001 al 2003 e nella stagione 2010-2011, per poi subentrare come allenatore di una squadra locale di serie C.

Viliami Vaki in azione contro la Scozia. Dopo una carriera internazionale con Perpignan e Tonga, è approdato a Reggio Emilia prima come giocatore, poi come allenatore. Fonte sportmediaset

Prospettive per il futuro

Il Valorugby di oggi è una squadra dalle chiare ambizioni che ha tutte le carte in regola per contendersi il podio della Serie A Elite. È una delle squadre economicamente più solide del campionato, capaci di attirare giocatori di assoluto livello come Ratuva Tavuyara, ala fijiana con anche un cap in azzurro, ex Benetton e Rovigo che è approdato a Reggio in vista della stagione 2023/24, o Gonzalo Garcia, mediano di mischia della nazionale argentina che ha militato nel Valorugby nella stagione 2021/22 prima di passare alle Zebre. Nonostante questo, la società non ha una vera e propria squadra cadetta, e a oggi gli unici giocatori nella rosa della prima squadra che sono cresciuti nei vivai reggiani sono Davide Rimpelli, terza linea classe ’93, e Jacopo Bondavalli, apertura classe ’04, che però non ha ancora avuto modo di giocare molti minuti in campo. Le giovanili d’altronde non sono allo stesso livello della prima squadra: l’Under 19 pur militando nel campionato Elite, nell’ultima stagione ha racimolato solo 6 punti, restando ultima nel suo girone a 15 punti dal Modena, penultima con 21 punti. La crescita sportiva della squadra è legata quindi all’ingaggio di interessanti prospetti, invogliati da una società che promette condizioni economiche che poche altre realtà in Italia possono garantire. L’ipotesi federale che prevederebbe l’obbligo di iscrizione di una squadra cadetta a un campionato parallelo alle prime squadre troverebbe impreparata Valorugby, che dovrebbe correre ai ripari chiedendo supporto a una delle molte squadre presenti sul territorio emiliano. La storica squadra di Reggio sta quindi vivendo il momento di apice della sua storia rugbistica a livello di risultati, ma c’è chi pensa che la direzione verticistica della società non sia sostenibile nel medio-lungo periodo. Sicuramente Valorugby risulta essere il polo rugbistico non federale più importante dell’Emilia Romagna, assieme a Colorno, e non vede l’ora di aggiungere uno scudetto tricolore alla bacheca della sua clubhouse.

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