La Scozia è da sempre la squadra contro cui misuriamo le nostre ambizioni, sia al Sei Nazioni che in preparazione al mondiale. Come arrivano alla sfida contro di noi?

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Una torrida estate di test match

Per prepararsi al mondiale di Francia 2023 gli azzurri affronteranno quattro avversarie a cavallo di un mese, da fine Luglio a fine Agosto: Scozia, Irlanda, Romania e Giappone. Sono quattro avversarie di caratura diversa, con giochi diversi e con ambizioni diverse. Insomma, un bel cocktail che dovrebbe garantirci di provare sia la fase difensiva che quella offensiva e farci capire cosa va sistemato prima della partenza del torneo iridato in terra d’oltralpe. Non possiamo ovviamente aspettarci quattro vittorie, nè dovremo essere delusi se ne arrivasse soltanto una: sono test match estivi, va valutato il gioco, vanno testate delle dinamiche, collaudate delle strutture di attacco e difesa, il risultato conta fin là. Nessuna di queste quattro squadre inoltre è nel nostro girone del mondiale, il che ci dà la possibilità di sperimentare molto evitando di scoprire troppo le carte con i nostri diretti avversari, in partite dove il risultato non è importante quanto la prestazione. Dunque, cosa dobbiamo aspettarci? Partiamo con la Scozia, una squadra che negli anni ha saputo introdurre qualità ed esperienza in ogni ruolo, usando risorse proprie e importando talento ove possibile.

Planet Rugby

Scozia, da sempre il nostro benchmark

Il 5 Febbraio del 2000 l’Italia debuttava nel 6 Nazioni allo stadio Flaminio davanti a 24,000 persone, vincendo contro la Scozia 34-20 grazie a una miriade di calci di Diego Dominguez e una meta di De Carli. Da allora sono successe tante cose, sono cambiate molte gerarchie, ma una cosa è rimasta tale e quale: quando affrontiamo la Scozia, lo facciamo sempre con la tigna di chi sa che contro di loro una vittoria è nell’ordine delle cose. Ci riusciamo troppo poco, va detto, ma è anche vero che l’ultima volta a Murrayfield durante il 6N 2023 abbiamo quasi vinto con quel raggruppamento sulla linea di meta dove Pettinelli si prese un ceffone non visto dall’arbitro e fece cadere il pallone in avanti di conseguenza, situazione che poi portò al coast-to-coast scozzese con meta che chiuse la partita sul 26-14 (qui il video). Un risultato amaro, figlio di una partita giocata piuttosto male in alcuni tratti ma che avevamo saputo tenere per le redini nonostante tutto. Contro la Scozia è sempre così: ci si gioca il cucchiaio di legno anche quando esso non è in palio, e ci si gioca la reputazione internazionale.

Il ritiro di Hogg

Gli scozzesi arrivano a questa partita estiva orfani di una delle loro stelle: Stuart Hogg si è infatti ritirato con effetto immediato, diventando subito opinionista televisivo, e costringendo Townsend a cercare un sostituto in Ruaridh McConnochie. L’ala in forza al Bath Rugby, anche ex-atleta di Rugby Sevens, è diventato eleggibile per la Scozia per vie famigliari non avendo rappresentato l’Inghilterra per tre anni. Non stiamo neanche a dirlo, quando uno come Hogg lascia il campo non puoi sostituirlo con qualcuno forte uguale, perché non esiste. Saranno dunque meno forniti in posizione di estremo, cosa che con ogni probabilità li vedrà schierare a estremo Blair Kinghorn, normalmente impiegato come apertura ma comunque abituato anche al ruolo di estremo. Anche il flanker dei Saracens Andy Christie non ci sarà, vittima di un infortunio, e verrà sostituito da Josh Bayliss (da Bath come McConnochie).

Stuart Hogg – The Times

Combinazione di vivaio e import

I convocati scozzesi al 9 Maggio 2023 erano 41 (qui la lista), lista aggiornata di recente (qui). 17 sono giocatori di Glasgow, 15 sono giocatori di Edimburgo, e 9 giocano in altre squadre. Fra questi troviamo campioni come Finn Russell (Parigi, sponda Racing 92, dal prossimo anno a Bath) ma anche giocatori come Ben White che a causa del fallimento dei London Irish si sono riaccasati in altri campionati (nel suo caso al Tolone). Grazie a una politica di pesca a strascico sui fondali delle federazioni inglese e sudafricana, la Scozia è riuscita a puntellare la propria rosa di talento ed esperienza in ogni ruolo. Rispetto alle altre federazioni europee, la Scozia ha una ventina di giocatori di origine straniera nel giro della nazionale (ci aveva fatto un episodio anche Two Cents). Questo afflusso di talento straniero è avvenuto grazie alle leggi di World Rugby che permettono chi ha discendenza (fino ai nonni) di una certa nazionalità di poterla rappresentare sportivamente. L’Italia, ad esempio, ne ha fatto largo uso in passato con gli argentini (Castrogiovanni, Parisse, e compagnia festante). Vi sono, nel mondo del rugby, molte nazioni che hanno visto una diaspora di scozzesi, e vi sono dunque molti atleti potenzialmente scozzesi “di famiglia” distribuiti nel mondo. La mission della SRU è quello di scovarli e testarli tutti.

Duhan Van Der Merwe, uno dei tanti atleti della Scozia originari del Sud Africa – IOL

Gli avanti

Nel tight five troviamo nomi come i piloni WP Nel (54 caps) e Zander Fagerson (58 caps), il tallonatore George Turner (35 caps), le seconde linee Richie Gray e Grant Gilchrist (73 e 62 caps). In terza linea Jack Dempsey, rivelazione del 2023, assieme al capitano Jamie Ritchie e la tackle-machine Hamish Watson, nonché Matt Fagerson. La mischia scozzese, insomma, è tutt’altro che inerme. Con esperienza da vendere in tutte e tre le file della mischia, la Scozia non è più quella squadra con qualche lacuna tecnica in alcuni ruoli su cui possiamo mettere il mirino e impostare un piano gara chiaro che li metta in difficoltà. Il vantaggio in questa situazione potrebbe derivare dal fatto di avere molti giocatori che militano in due squadre che in URC affrontiamo spesso, ma è un’arma a doppio taglio perché anche loro conoscono noi. Anche gli avanti italiani sono esperti e di livello internazionale, per cui si tratterà di una sfida che sul piano degli avanti e della mischia si preannuncia livellata. Particolare attenzione andrà posta sulle prime linee in chiusa, vista la differenza di età dei titolari (e dunque di esperienza nelle “arti oscure” della legatura e della spinta).

GiocatoreRuoloSquadraCampionatoCaps
WP NelPiloneEdinburghURC54
Jamie BhattiPiloneGlasgowURC28
Zander FagersonPiloneGlasgowURC58
Pierre SchoemanPiloneEdinburghURC21
Javan SebastianPiloneScarletsURC3
Rory SutherlandPiloneUlsterURC23
Murphy WalkerPiloneGlasgowURC2
Ewan AshmanTallonatoreSale SharksPremiership7
Dave CherryTallonatoreEdinburghURC8
Stuart McInallyTallonatoreEdinburghURC47
George TurnerTallonatoreGlasgowURC35
Scott CummingsSeconda lineaGlasgowURC25
Grant GilchristSeconda lineaEdinburghURC62
Richie GraySeconda lineaGlasgowURC73
Cameron HendersonSeconda lineaLeicester TigersPremiershipnew
Luke CrosbieTerza lineaEdinburghURC4
Rory DargeTerza lineaGlasgowURC7
Jack DempseyTerza lineaGlasgowURC9
Matt FagersonTerza lineaGlasgowURC33
Jamie RitchieTerza lineaEdinburghURC41
Sam SkinnerTerza lineaEdinburghURC25
Hamish WatsonTerza lineaEdinburghURC57
Josh BaylissTerza lineaBathPremiership3

Gli avanti della pre-selezione scozzese, al 23/07/2023.
Pierre Schoeman – The Times

I trequarti

Nei trequarti la qualità non scende affatto, anzi. Ali come Darcy Graham e Duhan Van Der Merwe, devastanti quando lanciati nei varchi delle difese, si affiancano a una mediana molto esperta composta da Finn Russell e Ali Price. Assieme a loro nei rispettivi ruoli anche Blair Kinghorn (adattabile a estremo), Cameron Redpath, Ben Healy (recentemente giunto dall’Irlanda), Ben White e George Horne. Tutti nomi che abbiamo già visto spesso in azione in URC e al 6 Nazioni. E attenzione ai centri: nella stagione 2022/23 Glasgow è stata la squadra che meglio ha usato i centri di tutto lo URC. Sione Tuipulotu, Kyle Steyn, Stafford McDowall, Huw Jones e Chris Harris formano un quintetto a trazione Glasgow (4 su 5) capace di rapidità di inserimento e rapida lettura degli spazi. Insidiosi per chiunque, soprattutto se affiancati da ali esperte come Van Der Merwe e Graham. L’unico punto debole potrebbe essere la posizione di estremo, ma debole si fa per dire. Verosimilmente, con l’assenza di Hogg, Blair Kinghorn ricoprirà il ruolo in staffetta con Ollie Smith lasciando il ruolo di apertura a Finn Russell in alternanza con Adam Hastings e Ben Healy.

GiocatoreRuoloSquadraCampionatoCaps
Jamie DobieMediano di mischiaGlasgowURC1
George HorneMediano di mischiaGlasgowURC20
Ali PriceMediano di mischiaGlasgowURC61
Ben WhiteMediano di mischiaLondon IrishPremiership14
Finn RussellMediano di aperturaRacing 92Top1469
Adam HastingsMediano di aperturaGloucesterPremiership27
Ben HealyMediano di aperturaMunsterURC1
Blair KinghornMediano di aperturaEdinburghURC43
Cameron RedpathMediano di aperturaBathPremiership5
Chris HarrisCentroGloucesterPremiership42
Huw JonesCentroGlasgowURC36
Stafford McDowallCentroGlasgowURCnew
Kyle SteynCentroGlasgowURC10
Sione TuipulotuCentroGlasgowURC16
Darcy GrahamAlaEdinburghURC33
Duhan Van Der MerweAlaEdinburghURC28
Ollie SmithEstremoGlasgowURC3
Ruaridh McConnochieEstremoBathPremiershipnew

I trequarti della pre-selezione scozzese, al 23/07/2023..
Finn Russell celebra una vittoria al 6N 2023 assieme ai compagni – iNews

Esaltarsi nel gioco rotto

Ci sono poche tier 1 come la Scozia quando la situazione in campo diventa frenetica e imprevedibile. Le più grandi vittorie scozzesi non sono arrivate da mischie solide e falli conquistati, calci in touche e maul avanzanti. Tutt’altro, sono quasi sempre derivate dalla capacità dei singoli gruppi di atleti, quasi sempre trequarti, di esaltarsi negli spazi concessi dai difensori quando la stanchezza si fa sentire. Come dimenticare il Calcutta Cup comeback del 2019, quando a fine primo tempo le squadre rientrarono negli spogliatoi con l’Inghilterra avanti per 31-7. Partita conclusasi poi 38-38, in uno stadio impazzito, una vera e propria bolgia di inglesi scontenti e scozzesi festanti. E anche, purtroppo, la meta dell’ultima vittoria contro l’Italia nel 6N 2023, con il coast to coast di Duhan Van Der Merwe che concede poi l’ultimo passaggio per la meta di Blair Kinghorn, quel giorno autore di una prestazione maiuscola. Alla Scozia piace il caos, piace vedere il mondo bruciare un po’ come in Melancholia di Lars Von Trier. In situazioni di gioco impazzite come un flipper in tilt, la nazionale del cardo dà il meglio di sè. L’Italia, dal canto suo, ha un gioco simile. Proprio per questo motivo, davanti a Crowley si presentano due strade: imbrigliarli in mischia e touche, dove forse siamo un po’ superiori, ma col rischio di non riuscire a dominare psicologicamente, o sfidarli sul loro terreno preferito, il campo aperto, e vedere quanto è profonda la tana del bianconiglio?

Le formazioni

Gregor Townsend affronta questo test match casalingo contro di noi affidandosi a molti giocatori che normalmente non giocano titolari, e lo stesso fa Kieran Crowley. In prima linea il 24-enne di Glasgow Murphy Walker avrà una chance di mettersi in mostra e dovrà vedersela in chiusa con l’esperto Federico Zani. In rimessa laterale, un’area del gioco dove l’Italia ha buoni interpreti al lancio e in ricezione, la Scozia schiera Sam Skinner e Scott Cummings per un totale di 50 caps, reparto esperto. L’Italia invece si affida al duo zebrato Sisi + Zambonin, probabilmente con l’obbiettivo di capire chi tenere dei due in vista del mondiale. La terza linea con Rory Darge (capitano per l’occasione) e Luke Crosbie assieme a Matt Fagerson è forse un po’ leggerina di esperienza (Darge e Crosbie entrambi sotto i 10 caps) ma sicuramente non manca di incisività. Sulla capitanía affidata a Darge, coach Townsend si è espresso dicendo “it’s a reflection of how we see Rory”, il che la dice lunga sul potenziale del ragazzo in passato capitano dell’U20 scozzese. Per contro, gli azzurri schierano Federico Ruzza in una rara apparizione in terza linea e con la fascia di capitano, assieme a Manuel Zuliani nel suo ruolo naturale (quello di 7) e Toa Halafihi rientrante all’8. Tecnica, ball carry e jackal a disposizione degli azzurri.

NumeroScoziaItalia
1Rory SutherlandFederico Zani
2George TurnerEpalahame Faiva
3Murphy WalkerPietro Ceccarelli
4Sam SkinnerDavid Sisi
5Scott CummingsAndrea Zambonin
6Luke CrosbieFederico Ruzza
7Rory Darge (C)Manuel Zuliani
8Matt FagersonToa Halafihi
9Ali PriceMartin Page-Relo
10Ben HealyTommaso Allan
11Kyle SteynMontanna Ioane
12Stafford McDowallLuca Morisi
13Chris Harris (VC)Tommaso Menoncello
14Darcy GrahamPierre Bruno
15Ollie SmithLorenzo Pani

Le formazioni dichiarate da Scozia e Italia per il test match del 29 Luglio.

In mediana gli scozzesi testano le abilità del nuovo arrivato Ben Healy, finalmente deciso fra le sue due nazionalità (irlandese e scozzese). In staffetta con Ali Price potrebbero mancare degli automatismi ma la qualità degli interpreti c’è tutta. In maniera simile, l’Italia testa il nuovo mediano di mischia Martin Page-Relo assieme all’esperto Tommaso Allan. Le due ali esperte Kyle Steyn e Darcy Graham si troveranno contro Monty Ioane e Pierre Bruno, un vero incubo per Darcy Graham ripensando al 2021. Ai centri Stafford McDowall (rivelazione dello URC 2022/23) e Chris Harris per la Scozia fronteggiano Luca Morisi e Tommaso Menoncello, un duo di grande qualità. Infine, in posizione di estremo sia l’Italia che la Scozia sperimentano con i giovani, schierando Ollie Smith e Lorenzo Pani. Curiosamente, entrambi dovranno dimostrare di non far rimpiangere qualcuno: da un lato il ritirato Stuart Hogg, dall’altro l’infortunato Edoardo Padovani.

In panchina la Scozia si porta Stuart McInally (tallonatore), Jamie Bhatti (pilone), Javan Sebastian (pilone), Cameron Henderson (seconda linea), Josh Bayliss (terza linea), Jamie Dobie (mediano di mischia), Blair Kinghorn (apertura/utility) e Cameron Redpath (apertura/utility). Non convocati Finn Russell, Duhan Van Der Merwe, Zander Fagerson, WP Nel, Pierre Schoeman, Richie Gray, Jamie Ritchie, Huw Jones, Sione Tuipulotu, insomma molti degli “esperti” del gruppo. Un gruppo molto sperimentale per affrontare il match con gli azzurri. L’Italia invece porta in panchina Marco Manfredi (tallonatore), Danilo Fischetti (pilone), Filippo Alongi (pilone), Edoardo Iachizzi (seconda linea), Lorenzo Cannone (terza linea), Alessandro Garbisi (mediano di mischia), Giacomo Da Re (apertura/utility) e Federico Mori (ala/centro).

Stafford McDowall, rivelazione ai centri per Glasgow e per la Scozia, debutterà contro l’Italia sabato (The Offside Line)

Un pronostico

Questo incontro sarà sicuramente sperimentale da entrambi i lati. Nè l’Italia nè la Scozia schierano la miglior formazione, e nessuna delle due squadre ha in panchina i migliori interpreti in ogni ruolo. L’obbiettivo per entrambi gli allenatori, a questo punto, è scremare il gruppone dei 40 il prima possibile. È abbastanza logico che i tifosi e le tifose di entrambe le squadre siano perplessi dalle scelte di formazione. Molti di quelli che sono la colonna portante delle due squadre non sono nemmeno in panchina, per cui si tratta di una sfida il cui esito è altamente imprevedibile. Giocando a Murrayfield il vantaggio è sicuramente scozzese, ma una meta nei primi minuti potrebbe girare il vento a nostro favore. In campo vi sono giocatori molto abili nel scegliere le linee di corsa giuste, e in particolare sarà interessante il duello nei corridoi centrali fra Menoncello e McDowall. Inoltre, sarà interessante il ping-pong tattico fra Pani e Smith, entrambi con qualcosa da dimostrare. Le due mediane dovranno trovare gli automatismi, e le rispettive mischie l’amalgama necessaria. La vera incognita per gli azzurri sarà il debuttante Martin Page-Relo. Quando giochi assieme a Dupont sicuramente impari moltissimo, ma giochi molto poco. Sarà pronto? Lo scopriremo sabato.

3 pensieri riguardo “Scozia-Italia, due squadre in cerca di identità

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