Le Zebre sono sempre al centro delle discussioni. Andiamo a vedere cosa va e cosa non va, dati alla mano.

Tempo di lettura: 15′

La Repubblica

Nel celebre film di Rossellini del 1948 si vede una Berlino distrutta dalla guerra, occupata dagli alleati, reduce da quasi un decennio di dittatura, bombe e crimini di guerra. Ora lungi da me paragonare quella realtà alle Zebre, sarebbe di cattivo gusto, ma ci tenevo a giustificare il titolo dell’articolo. Perché “anno zero”? Le Zebre hanno sostanzialmente smantellato molto di ciò che c’era (e non aveva funzionato) nella scorsa estate. Inoltre, sono una franchigia dove il potere centrale (talvolta dittatoriale) della FIR ha un peso specifico maggiore che non in Benetton. Ecco, su questi due elementi si basa questa analogia con uno dei film più importanti della storia d’Italia. Una franchigia che gioca in un campionato importante, che si confronta settimanalmente con alcuni dei club migliori del mondo, e che funge da trampolino di lancio per tanti giovani promettenti sarebbe un patrimonio per qualsiasi movimento rugbistico. Connacht e Dragons, ad esempio, sono le piazze in cui molti dei nuovi volti del rugby irlandese e gallese si mettono in luce prima di venir portati a giocare in lidi più ricchi. Queste squadre svolgono il ruolo sostanzialmente bene, usando budget molto risicati per fare formazione e puntellare la rosa di qualche atleta internazionale di sicuro rendimento: Mack Hansen e Bundee Aki, ad esempio, nel caso di Connacht. Neanche in queste due squadre è tutto rose e fiori, anzi: in casa Dragons si respira un’aria pesante da anni, vista la cronica mancanza di fondi del rugby in Galles che fatica a tenere il passo di un campionato ad alto costo di mantenimento. E se non ci riesce il Galles, nazione a forma (metaforica) di palla da rugby, non può che essere complicato anche per l’Italia. Nel nostro caso questo ruolo è ricoperto dalle Zebre, prima Aironi, franchigia federale che avrebbe il compito di accogliere i nuovi prospetti domestici e farli entrare nel giro del professionismo. Qualcosa, però, non sta funzionando. E molto non ha mai funzionato in 13 anni di esistenza: proviamo a capire cosa e come.

David Sisi e Paolo Buonfiglio – Zebreparma.it

La rosa è molto folta

La lista dei giocatori che fanno parte del gruppo squadra delle Zebre per questa stagione appena conclusa (2022/23) è composta da 52 giocatori: 31 avanti e 21 trequarti; due di questi trequarti (Joey Caputo e Latu Latunipulu) sono andati altrove durante la stagione. L’età media è di 25 anni, e il peso medio di 105 kg. Le Zebre sono dunque la quarta franchigia con più giocatori di tutto lo URC, dopo Glasgow (54), DHL Stormers (54), e Cell C Sharks (53). Nonostante questa abbondanza di giocatori rispetto, ad esempio, a Cardiff (41) o Dragons (42), le Zebre hanno concluso la stagione regolare con zero vittorie e qualche punto bonus. Segnale, questo, che la qualità media dei giocatori a disposizione non è eccelsa a prescindere da come vengano disposti in campo, chi venga convocato, o chi venga fatto riposare. Ci sono, ovviamente, alcuni giocatori che spiccano nella rosa gialloblu: su tutti David Sisi, capitano e atleta internazionale con l’Italia, che quest’anno ha subito un grave infortunio e ha saltato gran parte della stagione per esso. La mancanza di un leader del genere non può, però, essere una scusa dietro cui nascondersi.

SquadraNazioneNum. gioc.Età mediaPeso medio
DHL StormersSud Africa5427103
Vodacom BullsSud Africa5026103
Cell-C SharksSud Africa5327103
Emirates LionsSud Africa4326103
LeinsterIrlanda4525104
MunsterIrlanda4425103
UlsterIrlanda4726103
ConnachtIrlanda4626103
ScarletsGalles4526105
CardiffGalles4127105
OspreysGalles5026102
DragonsGalles4225102
EdinburghScozia4526105
GlasgowScozia5425103
BenettonItalia4825103
ZebreItalia5225105
Un’immagine dalla sconfitta di pochi punti contro Leinster a inizio campionato – Irish Examiner

La mischia è inesperta

La mischia delle Zebre quest’anno ha subito moltissimo in chiusa rispetto ad altri anni, indebolita per la partenza di atleti importanti specialmente in prima linea come Danilo Fischetti, Giosuè Zilocchi ed Eduardo Bello. Sono arrivati alla corte di Fabio Roselli alcuni prospetti dall’Italia U20 come Riccardo Genovese e Luca Rizzoli, ma anche Muhamad Hasa dal Petrarca. Tre profili sostanzialmente privi di esperienza in prima linea, da far crescere durante la stagione ma purtroppo abbastanza buttati nella vasca degli squali vista la caratura degli avversari. Non c’è dubbio che questi tre abbiano imparato molto da questa stagione, ma nel frattempo le Zebre hanno faticato a vincere quasi ogni mischia in cui abbiano fatto una legatura, e per quanto il rugby moderno sia fatto di offload e free-flowing attack, le partite si vincono ancora là: in mischia chiusa. I dati sono abbastanza chiari: prendendo i giocatori di URC che hanno disputato almeno 4 partite di stagione regolare (non importa se titolari o riserve) le Zebre sono il pacchetto di mischia più giovane del campionato con 25.6 anni di media. Sono, però, anche fra i più pesanti (112.8 kg) segno che il peso del pack non è stato messo a frutto a causa di una sostanziale inesperienza a questi livelli. Riducendo la selezione solo alle prime linee la forbice si allarga, con l’età media che scende a 25.2 anni. Impietoso, se si considerano solo i piloni e non i tallonatori, con l’età media che scende a 23.8. Connacht e Dragons, rispettivamente, hanno piloni di età media 27.3 e 28.5 anni, e non sono fra le squadre che li hanno più vecchi. Piloni e vino rosso, com’è risaputo, guadagnano valore negli anni.

SquadraPeso medio piloniEtà media piloni
DHL Stormers116.630.4
Edinburgh119.429.6
Emirates Lions111.129.3
Munster116.128.9
Ulster120.628.9
Dragons118.828.5
Leinster117.928.0
Benetton114.627.9
Glasgow118.927.5
Cardiff121.627.3
Connacht117.027.3
Ospreys115.726.9
Scarlets119.926.3
Cell-C Sharks118.624.8
Vodacom Bulls115.524.8
Zebre 117.423.8
Una mischia delle Zebre allo stadio Lanfranchi di Parma – Zebre facebook account

La difesa va registrata

Se è vero che in attacco le Zebre hanno prodotto una buona mole di gioco, a volte anche entusiasmante e piacevole, fatto di offload e inserimenti, in difesa hanno decisamente lasciato a desiderare. Innanzitutto, considerando solo i giocatori che han giocato almeno 4 partite, le Zebre sono la penultima squadra per efficacia al placcaggio (86,7%), migliori soltanto degli Emirates Lions (85,9%). Se, però, ordiniamo i dati per il numero totale di placcaggi fatti, le Zebre sono comunque nella metà bassa (undicesime, con 2101). Quarte, ex-aequo con il Benetton Rugby, per placcaggi sbagliati (321), ma il Benetton Rugby ha effettuato ben 2540 placcaggi, settimo per efficacia nel torneo (88,8%). Questi dati, presi assieme, suggeriscono che le Zebre abbiano placcato relativamente poco e male: il numero di placcaggi non correla col numero di minuti passati a difendere invece che ad attaccare. Per una squadra ultima in classifica, l’aspettativa è che la maggioranza della partita la si passi in trincea e non nella 22 avversaria, e dunque il numero di placcaggi è usualmente molto elevato per le squadre che difendono molto. Non per le Zebre, però, che infatti chiudono la stagione con una differenza punti monstre di -391: una media di 21.7 punti di differenza a partita. La seconda peggiore del campionato sono i Dragons, con 7.9 punti di differenza a partita, segno che comunque, in media, in una partita di rugby i Dragons restano a un break di distanza e non tre. Le note positive sono però i nomi di tre giocatori: Iacopo Bianchi, Matt Kvesic ed Enrico Lucchin, i quali chiudono la stagione con più del 90% di efficacia al placcaggio nonostante l’elevato minutaggio. In particolare, Iacopo Bianchi si era distinto in questa statistica anche l’anno scorso (ne avevamo parlato qui).

SquadraPlaccaggi fattiPlaccaggi sbagliatiSuccesso (%)
Glasgow200121690.3
Connacht254527890.2
Leinster239927189.9
Ospreys211623889.9
Edinburgh206423889.7
Ulster256231489.1
Benetton254032188.8
DHL Stormers217829088.2
Cardiff247034287.8
Dragons234133087.6
Scarlets234733687.5
Munster223331987.5
Vodacom Bulls178325987.3
Cell-C Sharks181527287.0
Zebre210132186.7
Emirates Lions193431885.9
Iacopo Bianchi porta palla nel derby contro Treviso – Italy 24 Press News

Serve più disciplina

Un ultimo dato che salta all’occhio è che le Zebre sono la squadra di URC che ha commesso più falli per partita (12.1). Di questi, 2.8 sono falli in mischia e 0.5 sono falli in rimessa laterale. Il numero di falli in mischia per partita è il secondo più alto del torneo, dietro ai Dragons (2.9) e molto distaccato dal terzo (2.2, Glasgow). Come detto più su, la mischia è giovane ed inesperta, e viene spesso “mangiata” dalle mischie avversarie che scendono in campo con piloni più esperti e navigati, smaliziati se vogliamo ma sicuramente capaci di portare a casa un calcio a favore quando serve. Questa, chiaramente, non è un’equazione esatta ma un’indicazione all’interno di molti fattori che contribuiscono a questa debacle in chiusa. Il problema non è però soltanto lì: ad esempio, nonostante i pochi falli in rimessa laterale, il lancio in touche è stato un problema in questa stagione con delle percentuali di successo ben al di sotto di quelle che ci si aspetta da una squadra che vuole competere in URC. Nel gioco moderno è troppo importante vincere una rimessa e impostare una maul avanzante, e se i tallonatori lanciano con meno dell’80% di successo diventa un problema, soprattutto se la squadra in questione non ha tante occasioni di segnare una meta in una partita. Bisogna, quantomeno, essere clinici quelle poche volte che si arriva nei 22.

SquadraFalli fattiCart. gialliCart. rossiFalli / partitaCart. / partita
Zebre21711212.10.7
Vodacom Bulls20114111.20.8
Cell-C Sharks1955110.80.3
Scarlets19514410.81.0
Cardiff19213010.70.7
Dragons19315210.70.9
Edinburgh19211010.70.6
Glasgow1936010.70.3
Benetton1909310.60.7
Connacht1889110.40.6
Leinster1838110.20.5
Munster179909.90.5
Ospreys1721309.60.7
DHL Stormers1701219.40.7
Ulster156708.70.4
Emirates Lions155918.60.6
Una maul delle Zebre contro Munster – Zebre Rugby

L’atmosfera allo stadio è migliorata

Fra le cose positive da registrare di questa stagione, poche ma non assenti, c’è una maggior partecipazione del pubblico. Sebbene trovare i dati sia difficile (dateceli se li avete!) dalla televisione e da parte di chi allo stadio ci è andato la sensazione di un ambiente più caldo e accogliente è stata netta. Il neo-presidente Michele Dalai, con un CV nella comunicazione e l’editoria, ha capito l’importanza del branding che finora era forse un po’ mancata a questa squadra. Non solo, ha capito anche l’importanza di tentare di connettersi meglio al territorio che occupano (la città di Parma). Sono tanti i club presenti nella zona (Rugby Parma, Noceto, Colorno, solo per fare dei nomi, ma ce ne sono altri). Invece che essere un’entità astratta dai contorni indefiniti in una città che il rugby lo conosce bene, quest’anno le Zebre hanno abbracciato i colori cittadini (il gialloblu). Hanno ridipinto alcune sezioni dello stadio visibili dalle riprese televisive con i colori e i motivi sociali (zebrati gialloblu) e hanno coinvolto maggiormente alcuni content creators molto seguiti nella narrativa rugbistica non-federale, ovverosia Delinquenti prestati al mondo della palla ovale. Inoltre, ad ogni partita è ben visibile una nutrita quantità di ragazzi sugli spalti con le divise dei vari club. Alcuni potranno pensare che sia un modo goffo di riempire uno stadio vuoto, e magari in parte è così, ma intanto questi ragazzi e ragazze allo stadio ce li stai portando e si vedranno una partita di un campionato importante, potranno farsi foto coi giocatori, vivere un giorno che si ricorderanno. Questi tentativi di migliorare il contesto sono un ottimo passo in avanti e devono continuare anche le prossime stagioni.

Una foto dallo stadio Lanfranchi dove si vede la partecipazione del pubblico dagli spalti. Zebre Rugby, foto copyright: Stefano Delfrate

In conclusione: cosa va fatto?

La voglia di tornare allo stadio, atmosfera a parte, viene quando si vede una bella vittoria, e quella è la vera sfida di questa squadra che finora ha raccolto e costruito troppo poco nonostante le ingenti quantità di fondi che sono state versate per mantenerla in piedi negli anni. Ora è tempo di raccogliere qualcosa. Per fare questo sarebbe importante intervenire sul mercato nei reparti che si sono dimostrati più deboli, portando a casa qualche profilo di esperienza assoluta, magari anche pagandolo più del necessario. Questo ragionamento va fatto unicamente in casa Zebre in quanto, essendo una delle ultime squadre del ranking europeo di club, nessun giocatore verrebbe alle Zebre per ambizione al momento. Se si vuole invertire il trend bisogna investire da qualche parte, creare la rottura, e il lato economico potrebbe essere un modo di convincere, ad esempio, un paio di piloni esperti a venire a insegnare qualcosa ai ragazzini della prima linea zebrata. D’altro canto, in quanto franchigia federale, dovrebbero avere la mission di sviluppare i migliori talenti del Top10. Uno su tutti al momento è Montemauri, in forza al Rovigo, che ha le carte in regola per fare il salto fra i professionisti. Già nel giro della nazionale, sebbene più come novizio osservatore, sarebbe il mediano di apertura più logico da aggregare a una squadra italiana in URC. A Treviso non c’è posto, ma alle Zebre invece nessuno ah davvero brillato: fra l’infortunio di Rizzi e le prestazioni non sempre eccelse di Tiff Eden e Geronimo Prisciantelli, il posto per un talento del genere ci sarebbe. In particolare, alle Zebre è mancata molta precisione dalla piazzola (cumulativo circa 60%) e il piazzatore principale (Eden) si è attestato sul 65%. Per confronto, a Treviso sia Umaga che Albornoz hanno piazzato con circa l’80% di efficacia, e anche Rhyno Smith (terzo kicker) è stato sopra il 70%. È notizia di questi giorni che il giocatore (assieme ad altri) dovrebbe aggregarsi alle Zebre dal prossimo anno. In quest’ottica, i rinnovi di Eden e Cook hanno un po’ fatto storcere il naso ad alcuni, visto che nessuno dei due ha brillato questa stagione e al contempo sottraggono minutaggio ad atleti di interesse nazionale. Ben vengano gli stranieri se alzano il livello, ma se non è così, un pensiero sul loro utilizzo va fatto. La speranza è che in casa Zebre si stiano facendo tutti questi ragionamenti: l’ingaggio di Jake Polledri a completare una terza linea niente male con Fox-Matamua e Kvesic ne è una mezza conferma, ora però aspettiamo i fatti.

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Un pensiero riguardo “Zebre anno zero

  1. Articolo interessante e condivisibile ma manca un’analisi sullo staff tecnico. In una squadra che vuol fare scuola ai giovani talenti italiani non è un aspetto che si può trascurare e personalmente ritengo che sia uno dei punti su cui occorre fare i maggiori investimenti.

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