La Francia si è aggiudicata l’ultima edizione del Sei Nazioni vincendo tutte le partite e portandosi a casa il trofeo con un grande slam, per la prima volta dal 2010. Quella degli ultimi 2-3 anni è una Francia stellare, che ha cambiato tanti interpreti ma che ha portato alla ribalta talenti generazionali come Antoine Dupont, mediano di mischia titolare, ma anche Gregory Alldritt, terza linea tutta sostanza. La squadra attuale ha un’età media di 27 anni, perfettamente in linea con i parametri di crescita che vedono in quest’età media quella migliore per avere un mix di freschezza atletica ed esperienza tattica in molti sport di squadra. Il ciclo iniziato qualche anno fa con Fabien Galthiè, prima allenatore del Tolone, ha negli anni portato i bleus nell’olimpo del rugby mondiale. In Francia ha luogo quello che è forse il campionato più spettacolare del mondo e senza dubbio il più ricco: il Top14. Ma non solo: anche la seconda divisione (il ProD2) è un campionato professionistico e regolarizzato dove avviene il grosso della maturazione degli atleti giovani e promettenti, pensiamo ad esempio al nostro Ange Capuozzo e ai suoi campionati col Grenoble prima di trasferirsi a Tolosa. Per fare dei paragoni, i budget delle squadre di Top14 superano quasi tutti (se non tutti) quello del Benetton Treviso, squadra più ricca d’Italia, e i budget delle squadre di ProD2 in molti casi sono paragonabili. È come se la nazionale italiana avesse a disposizione 14 e più franchigie da cui pescare per la selezione azzurra, invece di due. Inoltre, dato che in Francia ogni squadra professionistica deve avere un’academy che arriva fino all’U18, il sistema formativo è di altissima qualità e capillare sul territorio. Questo deve dare una dimensione della crescita economica, strutturale e tecnica che ha messo in piedi la Francia negli ultimi 15 anni, e del divario con l’Italia in questi termini. Se fino a qualche anno fa erano considerati leggermente inferiori, almeno nel sentire comune, a Inghilterra, Sud Africa e All Blacks, ad oggi la Francia ha collezionato scalpi importanti in ogni dove ed è salita di diritto nel primo gradino coi più forti. Lo stesso destino è stato quello dell’Irlanda, con la quale si è giocata il Sei Nazioni l’anno scorso e probabilmente se lo giocherà quest’anno.

La Francia alza la coppa del 2022 (World Rugby).

Come stanno

Nell’Autumn Nations Series 2022 la Francia ha collezionato tre vittorie, due delle quali di assoluto valore. Nella prima partita disputata ha sconfitto l’Australia per 30-29 in una partita tiratissima dove gli australiani sono sembrati una minaccia concreta per l’emisfero nord intero, salvo poi capitolare contro l’Italia nel match successivo. Nella seconda partita hanno battuto anche il Sud Africa per 30-26, una partita che rimarrà negli annali per i tweet di Rassie Erasmus che l’hanno seguita, tweet che hanno creato un polverone mediatico tale da far temere l’arbitro Wayne Barnes per l’incolumità sua e della sua famiglia. In quello scontro il Sud Africa rimase in 14 uomini per il Rosso a Pieter Steph Du Toit avvenuto al minuto 11′, ma mise in atto una vera e propria guerra di trincea costringendo i francesi a fare sforzo doppio per portarla a casa; una vera prova di forza conquistata dagli uomini di Galthiè, in quella che sicuramente era una partita che anni prima avrebbero perso. Nella terza partita giocata,infine, la Francia ha battuto agilmente il Giappone per 35-17 con una formazione titolare solo leggermente rimaneggiata. Nel complesso, la sensazione è che la Francia sia al momento uno dei tre avversari peggiori da incontrare per chiunque, assieme a Sud Africa e Irlanda. Ci sono però alcune assenze pesanti nei 42 uomini chiamati da Galthiè per questo Sei Nazioni: Jonathan Danty, Peato Mauvaka, Cameron Woki, Maxime Lucu e Jean-Baptiste Gros, infatti, non sono fra i convocati. Preoccupava l’assenza del rapido Gabin Villiere, ma ha recuperato all’ultimo e sarà parte della spedizione. Ci sono invece otto debuttanti in squadra, fra i quali spicca il mediano di mischia del Racing 92 Nolann Le Garrec, già convocato anche la stagione scorsa dai Barbarians per un test match contro l’Inghilterra. Per l’Italia si tratta di una sfida difficilissima ma le grandi assenze costringeranno coach Galthiè a far di necessità virtù.

La Francia celebra una vittoria dopo un match del Sei Nazioni 2022 (Autumn Nations Series)

Ultime contro l’Italia

Nelle 42 volte che Italia e Francia si sono incrociate nella storia, l’Italia ha vinto solo 3 volte. L’ultima è stata nel 2013 allo Stadio Olimpico di Roma, dove l’Italia si è imposta per 23-18. Sono passati ormai tantissimi anni, entrambe le squadre sono completamente diverse, ma il divario tecnico invece che assottigliarsi si è ispessito. Chiaramente questo non è avvenuto con tutte le squadre, ma con la Francia nello specifico: la profondità di selezione dei francesi è almeno dieci volte superiore a quella italiana, ed è frutto di una politica di selezione e costruzione dei talenti messa in piedi negli ultimi dieci anni che ha restituito ai francesi almeno tre potenziali formazioni competitive per la nazionale maggiore, con profondità in ogni ruolo, tutte ricche di talento. Al contrario, in Italia spesso è difficile averne due in totale (Italia e Italia A), nonostante vada detto che anche per gli azzurri la profondità di rosa è aumentata rispetto agli anni magri del passato. Di conseguenza, si tratta di una sfida molto ostica per gli azzurri che dovranno arrivarci motivati e soprattutto con pochi cerotti. Nel Sei Nazioni 2022 l’Italia andò in vantaggio con la meta di Menoncello su calcio all’ala di Paolo Garbisi, quest’anno rientrato all’ultimo da un infortunio ma non ancora in forma partita. Gli azzurri poi subirono poi per tutto il secondo tempo le incursioni francesi, capitolando nel risultato per 37-10. Nel complesso, per quanto la rivalità coi cugini d’oltralpe ci spinga a vederla sempre come una partita da vincere, bisogna ricordarci che si tratta di una delle partite più dure sul panorama mondiale per qualsiasi squadra, figuriamoci per noi.

Una delle mete francesi contro l’Italia nel Sei Nazioni 2022 (Telegraph).

Stile di gioco

Attacco

In attacco la Francia può contare su una combinazione unica di atleti dal fisico imponente e atleti scattanti. Il gioco francese è tradizionalmente conosciuto per la sua imprevedibilità e il suo basarsi sull’istinto, quello che chiamiamo spesso french flair. Negli ultimi anni, però, la Francia ha saputo organizzare molto bene il proprio attacco sfruttando queste sue peculiarità ma ingabbiandole in sistemi di gioco più ordinati ed efficaci. A seconda della situazione di gioco predilige l’una o l’altra opzione, come è normale aspettarsi. In scontri ricchi di ruck, Antoine Dupont fornisce il pallone a un pod disposto a diamante con in punta un giocatore di peso (Baille, Atonio, Willemse, etc) supportato da chi si trova nei paraggi (Ollivon, Alldritt, Woki, etc). Questo drappello sfrutta il peso degli avanti per sfondare la linea di un paio di metri e i sostegni di spessore per assicurarsi il mantenimento del possesso per un’altra serie di fasi condotte alla stessa maniera. L’uomo in coda al diamante si assicura di fornire abbastanza spazio a Dupont per poter gestire il pallone in tranquillità, finché un altro pod a diamante si forma a qualche metro di distanza. Questa tattica fra le altre cose fornisce a Dupont il tempo di effettuare un box kick, in quanto il campione francese dispone di un calcio molto preciso ma non rapidissimo, e necessita spesso di un caterpillar per calciare bene. Solitamente i bleus tendono a fare al massimo cinque fasi così, e se non c’è avanzamento, preferiscono restituire il pallone agli avversari e provare a mangiare terreno difendendo. Quando invece la Francia decide di aprire il gioco solitamente sceglie fra due opzioni. Se la difesa fatica nel folding (cambiare lato) allora la Francia prova a forzare dei pick and go rapidi con i suoi ball carriers di eccellenza (e.g. Alldritt) o con Dupont. Se invece la difesa risponde presente, sfrutta la dualità Jaminet-Ntamack disponendo entrambi di un piede educato e preciso anche sotto pressione. In uscita da una ruck il pallone viene distribuito più indietro con i trequarti disposti a ventaglio per attirare su di sè più difensori possibile. Questo sembra controintuitivo, ma apre spazi dietro la difesa per un calcio diretto all’ala che può contare sulla rapidità di atleti come Gabin Villiere e Damian Penaud. Difendere contro squadre così attrezzate, per una nazione rugbisticamente piccola come l’Italia, è complesso: bisogna provare a forzare l’errore.

Il video di RugbyCoach8 sui pick and go rapidi della Francia per destabilizzare la difesa.
Difesa

La difesa francese è in mano a Shaun Edwards, uno degli allenatori nonché giocatori più vincenti di sempre se si considerano entrambi i codici di gioco del rugby (league e union). Si trova alla guida della difesa della Francia dal 2020, ed il suo lavoro ha già contribuito sostanzialmente ad un grande slam (2022) e due quasi-titoli (2020 e 2021). La difesa francese sale veloce per impedire la circolazione fluida di palla. La salita rapida serve non solo a placcare presto, ma anche a chiudere potenziali linee di passaggio che porterebbero la palla verso le ali avversarie, dal centro all’esterno del campo (ghost defense). In molte occasioni i francesi tentano il turnover, forti di giocatori capaci di mettere le mani sulla palla rapidamente e con precisione. Nell’autunno internazionale l’Italia ha fatto della ruck speed la sua arma in più, ma contro i francesi servirà attenzione, in quanto tenteranno di contestare quasi tutti i punti di incontro. Una costante della difesa francese è infatti la salita di due giocatori assieme, sfalsati di un metro, per placcare e mettere le mani sulla palla quasi in contemporanea. L’uomo che si trova dietro talvolta contribuisce al placcaggio facendo attenzione ad essere il secondo placcatore e a rilasciare il placcato in modo evidente. Con interpreti come Ollivon e Alldritt, bisogna stare attenti a non concedere spazio per le mani durante il placcaggio. Uno dei punti deboli (si fa per dire) francesi è una naturale deriva del loro sistema difensivo: portando pressione alta e rapida sui ball carrier tendono a lasciare mezza corsia libera sulle ali. Muovendo la palla rapidamente è possibile aggirarli ma serve poi uno sforzo titanico per sfuggire ai placcaggi di ali rapide e solide come ad esempio Damian Penaud. Proprio per evitare che questo accada, i francesi forzano gli avversari ad ammassare i loro uomini in punti di incontro centrali così da poter coprire facilmente le ali con meno uomini. Gli azzurri dovranno essere attenti a non farsi ingabbiare in questo gioco di autoscontri: sarà un compito molto difficile.

Il video di RugbyCoach8 sulle tattiche difensive francesi.

Cinque top players

Cyril Baille

pilone, stade toulousain
29 anni
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Il numero 1 titolare della Francia quest’anno punta a fare il cappotto completo. Dopo un infortunio che lo ha costretto ai box fino a fine Ottobre è tornato più in forma che mai, e guida il Top14 con il suo Tolosa dove milita anche il nostro Capuozzo, recentemente autore di una bella doppietta contro il Montpellier. Primo in Top14 con Tolosa, qualificato alle fasi finali di Champions Cup, campione in carica al Sei Nazioni con un titolo da riconfermare, nell’anno del mondiale che si gioca proprio in Francia. I pianeti sembrano allinearsi per il pilone francese che è pronto a dare battaglia. Grandi capacità di ball carrier nonostante la stazza, intelligente nel placcaggio e rapido nei movimenti, offre alla Francia un’arma in più là davanti quando il gioco si fa duro in trincea.

Cyril Baille, fonte: UK Daily News

Paul Willemse

seconda linea, Monpellier herault
30 anni
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“Un anno e mezzo e torno in Sud Africa”, così disse Willemse nel 2015 quando decise di abbandonare il suo paese per andare a fare esperienza nel Top14. A distanza di 8 anni Willemse è il numero 5 del Montpellier e anche della Francia, nonostante sia sudafricano di nascita, ed è uno degli atleti più solidi del panorama internazionale in seconda linea pur non essendo mai stato nel mirino degli Springboks. Perfino due le mete messe a segno nella partita persa da Montpellier contro gli Ospreys per 35-29 in Champions Cup. Gli mancherà il compagno di reparto Cameron Woki, probabilmente sostituito da Thibaut Flament, il che rende probabile un suo ancor maggiore coinvolgimento nel gioco francese. La forza di Willemse sta nell’abilità di guadagnare metri anche da placcato, sfondando difese rocciose senza perdere il contatto visivo col gioco intorno a lui.

Paul Willemse, fonte: Rugbypass

Gregory Alldritt

terza linea, stade rochelais
25 anni
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Gregory Alldritt ha avuto una vita particolare. Di origini scozzesi, vien quasi da sorprendersi che la Scozia stessa si sia fatta scappare questo diamante grezzo, ma va detto che è venuto fuori dal nulla fra il 2017 e il 2019. Solo sei anni fa, infatti, giocava in terza divisione col suo club (Auch). Una volta finito in bancarotta, trovandosi senza club, venne contattato dallo Stade Rochelais, nuova forza in Top14 ma senza il glitz and glamour dei vari Tolone, Montpellier, o Tolosa. Unitosi ad essi, già nel 2019 si fece notare e venne convocato dalla Francia, diventando l’oggetto misterioso di molti esperti al Six Nations 2019. Attese non deluse: in 19′ minuti contro la Scozia segnò due mete. Da lì ad oggi, La Rochelle si è laureata campione d’europa 2021 e la Francia ha vinto il Sei Nazioni con un grande slam nel 2022. Se gli avessero raccontato che questa sarebbe stata la sua carriera sei anni fa, probabilmente avrebbe riso. Oggi, invece, è uno dei più temibili jackallers dei francesi, capace di mettere le mani sul pallone in ogni situazione per indurre un turnover, ed è anche un ball carrier di lusso per i bleus. Occhio al caschetto giallonero.

Gregory Alldritt, fonte: PlanetRugby

Antoine Dupont

mediano di mischia, stade toulousain
26 anni
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Pochi atleti nel panorama mondiale hanno la classe, l’eleganza, l’intelligenza tattica e la capacità di lettura del gioco di Antoine Dupont. Il mediano di mischia francese che da qualche anno è al centro delle attenzioni di tutti i media ovali del mondo è una vera e propria macchina, efficace e preciso dove serve ma senza perdere la locura nelle situazioni imprevedibili tipiche del gioco francese (chi si ricorda il passaggio dietro la schiena contro l’Italia un paio di anni fa?). Capace di giocare anche mediano di apertura alla bisogna, è un tassello virtualmente insostituibile del 15 di Fabien Galthiè. Stephen Varney o chi per lui dovrà esserne l’ombra in campo, un po’ come fece Faf De Klerk l’anno scorso. Un compito difficile quando chi ti trovi a difendere sa giocare in tre ruoli e in ciascuno di questi potrebbe essere titolare.

Antoine Dupont, fonte: SextoAnillo

Damian Penaud

ala, clermont-auvergne
26 anni
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Damian Penaud ha già lasciato ricordi indelebili nella memoria dei tifosi francesi nonostante abbia 26 anni. Già dal 2017-18 infatti è un titolare quasi fisso della Francia e negli ultimi due anni è diventato una delle ali più devastanti del Sei Nazioni e del mondo. In forza al Clermont, squadra iconica del Top14 francese, si è reso protagonista nell’ultima finestra autunnale di una serie di grandi prestazioni fra cui spicca quella con l’Australia vinta per 30-29 dove ha siglato la meta della vittoria. Una statistica interessante è quella del minutaggio: Penaud ha giocato 14 partite quest’anno, tutte da titolare, giocando 80′ minuti completi in 12/14 e giocandone più di 60′ nelle altre due. Può giocare sia ala che secondo centro, ed è dotato di un fisico importante che sembra esagerato data la rapidità di movimento di cui è dotato. Per l’Italia, orfana di Monty Ioane, sarà molto difficile arrestarlo sulla fascia. Fresco di acquisizione (per la prossima stagione) da parte del Bordeaux-Begles, l’ala francese è stata inserita anche dal Sei Nazioni nel loro power ranking delle “macchine da meta”.

Damian Penaud, fonte: PlanetRugby

Autore

  • Matteo Schiavinato

    Sono laureato in Biologia Molecolare a Padova, ho un Dottorato in Bioinformatica a Vienna, lavoro in Università a Barcellona e mi chiedo tutti i giorni se non dovevo fare l'ISEF quella volta e studiare sport. Nel tempo libero dal lavoro mi vesto di biancoverde, conduco il podcast "Leoni Fuori", scrivo articoli sul rugby, suono vari strumenti musicali e scrivo di film d'azione.

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