Ogni anno le squadre di rugby fanno a gara per accaparrarsi i migliori giovani talenti, così da non dover ricorrere in ogni ruolo a costosi giocatori esperti. Nel rugby non c’è un costo per un giocatore come nel calcio, ma per le squadre meno abbienti, i salari di certe superstar di questo sport sono inarrivabili. Per altre squadre, invece, si tratta semplicemente di normale amministrazione: produrre abbastanza talenti da poter rimpiazzare quelli in uscita. In entrambi i casi, una cosa è certa: ogni squadra spera di riuscire a prodursi qualche talento in casa, risparmiando qualcosina e al contempo legando con il suo territorio e i suoi tifosi, che vedono il proprio pupillo fare tutta la trafila dal settore giovanile fino alla prima squadra. In fin dei conti, da tifoso, non c’è niente di più bello di vedere un giocatore che segui fin da quando ha 15 anni esordire nel massimo campionato e fare la differenza. Ci sarebbero una miriade di giovani interessanti di cui parlare, e con il tempo parleremo di ciascuno di loro, ma in questo articolo ho voluto riassumere i nomi under 23 più eccitanti per la stagione a venire, uno per squadra. Chissà, a fine stagione magari ci sembreranno tutti dei campioni affermati.

Sud Africa
Canan Moodie
19 anni, Ala/Estremo
Vodacom Bulls
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19 anni ma già 14 partite giocate in URC, per un totale di 975′ minuti conditi da ben quattro mete. Questi i numeri dell’enfant prodige sudafricano in forza alla franchigia di Pretoria, che può ricoprire il ruolo di ala o di estremo. Anche in virtù di questo, i Bulls sono riusciti nell’intento di blindarlo nella loro rosa con un quinquennale fino al 2027. Nonostante il ruolo a grande trazione offensiva Moodie è anche un gran placcatore, come ha dimostrato contro Leinster nelle semifinali di URC. Rapido, alto, forte, e con una discreta visione di gioco anche al centro del campo, si tratta di un prospetto molto interessante anche in ottica nazionale, con la quale è già stato convocato per giocare il Rugby Championship 2022. La strada è ancora lunga, soprattutto in una nazionale imbottita di talento come quella sudafricana, ma quel che è certo è che questo ragazzino nato a Paarl è una forza della natura. “Canan is one of the best players I’ve ever coached”, dice Jake White (allenatore dei Bulls), elogiandone la maturità nonostante la giovane età. Solo un paio di anni fa era un giocatore come tanti in una scuola superiore come tante (Boland Lambou), e nessuno incluso Jake White avrebbe mai pensato che potesse avere un’ascesa così rapida nell’olimpo del rugby sudafricano. E invece eccolo qua: nonostante la forte concorrenza nella trequarti dei Bulls, in molti casi è stato preferito lui, anche a causa di un infortunio a Kurt-Lee Arendse, uno dei trequarti più devastanti del torneo.

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Evan Roos
22 anni, numero 8
DHL Stormers
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Per la terza linea sudafricana di 22 anni, di cui in Sud Africa si parla tantissimo, sono 18 le partite giocate con gli Stormers e 1 con gli Springboks, per un totale di 1460′ minuti e 6 mete. Ma non ci si ferma qui: molti i trofei vinti dal ragazzo in questa prima stagione da protagonista, come lo URC Player of the Season, il Fans’ Player of the Season, e il Next-Gen Player of the Season. È stato incluso nel “Dream 15” dello URC, avendo contribuito in modo sostanziale alla vittoria del titolo finale ottenuta dagli Stormers. È importante sottolineare come abbia avuto la possibilità di vestire la maglia degli Springboks, in quanto la terza linea non è un ruolo facile in cui subentrare (Kolisi, Wiese, Du Toit, Smith). “Surreale”, ha commentato il giocatore, che solo un paio di anni fa aveva avuto un momento molto difficile a livello mentale nel superare la pandemia lontano da casa. Si tratta di un numero 8 letale in uscita dalla mischia e nel trovare il buco nella difesa, che ha come limite personale quello della disciplina, come in occasione del match contro Leinster. Messo a confronto con gli altri giocatori di URC, è quello che ha effettuato più carries e più line breaks in assoluto.

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Jordan Hendrikse
21 anni, mediano di apertura
EMIRATES LIONS
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Il giovane mediano di apertura della franchigia di Johannesburg ha giocato 12 partite in URC segnando anche 2 mete in questa stagione. Si tratta di un’apertura molto abile nel piazzare la palla fra i pali, come dimostrano le 17 penalità calciate con una media punti di 1.4 e le 28 trasformazioni. Ha inoltre anche una certa capacità difensiva, come dimostrano i quasi 100 placcaggi con il 92% di successo, numeri simili ma migliori di quelli di Chris Smith, rivale ben più esperto per un posto in maglia Springboks. Guadagnarsi una maglia gialloverde è cosa assai difficile, soprattutto se la maglia in questione è la 10, ma Jordan Hendrikse sta mettendo seriamente in difficoltà Jacques Nienhaber. Il dibattito sulla sua mancata convocazione per questo Rugby Championship si è acceso più che mai di recente dopo lo scandalo che ha visto protagonista Elton Jantjies, costretto a lasciare il ritiro della squadra. Il ruolo di mediano di apertura del Sudafrica, a un anno dal mondiale di Francia 2023, è uno di quelli più incerti. A parte Handrè Pollard, molti sono i nomi che potrebbero essere chiamati a servire la causa sudafricana il prossimo anno, alla ricerca di riconfermarsi campioni del mondo. Quello di Jordan Hendrikse, nonostante l’età, è di sicuro fra quelli. Nella prossima stagione di URC sarà sicuramente protagonista con i suoi Lions, cercando di attirare le attenzioni dei radar di Nienhaber.

Jaden Hendrikse
22 anni, mediano di mischia
CELL C SHARKS
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Il giovane mediano di mischia degli Sharks, a differenza di suo fratello Jordan, è già in orbita Springboks con cui sta disputando il Rugby Championship 2022. Nella stagione 2021/22 ben 14 partite giocate condite da 2 mete, nonchè 6 presenze in maglia Springboks, 4 delle quali nel Rugby Championship al momento in corso. Durante la prima partita del torneo, Faf De Klerk si è infortunato molto presto e lui ha dovuto prenderne il posto in maniera improvvisa, senza molto riscaldamento. Senza contare che ha dovuto giocare contro il suo idolo Aaron Smith. Partita vinta dagli Springboks, prova di spessore per Hendrikse. Non si trattava, però, di una sorpresa: già quest’estate nella serie vinta 2-1 contro il Galles, Nienhaber aveva optato per il giovane numero 9 nel terzo test lasciando in panchina proprio De Klerk. La stampa sudafricana era rimasta sbalordita, ma la scelta aveva pagato, zittendo gli scettici. In questa prossima stagione, Jaden Hendrikse si giocherà il posto da titolare in nazionale con De Klerk, partendo probabilmente da sfavorito, ma anche negli Sharks con Grant Williams, autore di una buona stagione lo scorso anno.

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Galles
Theo Cabango
20 anni, ala
cardiff rugby
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Durante la scorsa stagione, a Cardiff si sono accorti di avere qualcosa di speciale in squadra: il fratellino di Ben Cabango, giocatore di calcio internazionale del Galles e del Swansea City FC. Theo è un giocatore elettrico, capace di coprire decine e decine di metri per partita sulla fascia, con una gran visione dello spazio nonostante la scarsa esperienza fra i professionisti (è ancora un giocatore dell’academy). Nel Novembre 2021 ha debuttato in Heineken Cup contro Tolosa nella famigerata partita in cui Cardiff dovette schierare decine di giocatori dell’academy o semi-pro, causa covid. In questo 2022, Theo è stato rinchiuso in sala macchine per fargli guadagnare chili, cosa che gli farà iniziare la stagione 2022/23 con più sicurezza fisica nel tentare di bucare la difesa. Si tratta di un ragazzo pieno di risorse, che nel tempo libero studia arte mentre in campo si ispira a Cheslin Kolbe e Teddy Thomas. Quest’anno per lui otto partite in URC e due in Champions Cup, condite da quattro mete. Si prospetta una stagione da protagonista in una squadra con grande bisogno di ritrovare se stessa.

Taine Basham
22 anni, terza linea
Dragons RFC
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Solo qualche anno prima di adesso, Taine Basham avrebbe potuto essere un imbianchino gallese che guardava il rugby in TV al bar la domenica e giocava con qualche squadra amatoriale locale. Ma a 17 anni, anche grazie alla sua capacità di farsi valere sul campo, ha avuto l’occasione di investire il 100% del suo tempo nel rugby nell’accademia dei Dragons. Nei cinque anni successivi una crescita costante, che lo ha visto passare da centro a numero 8 e infine a flanker ruvido, specializzato nel turnover e nel placcaggio. Sono 108 i placcaggi messi a segno, col 93% di successo, in 12 partite di cui 7 da titolare. A queste si aggiungono 8 partite col Galles e 4 sempre con i Dragons ma in coppa, per un totale di 1463′ minuti di gioco, non pochi per un ventiduenne. In una recente intervista, quando gli è stato chiesto cosa ama di più del gioco, ha risposto il turnover, senza pensarci troppo. It is something, innit, dice. Ribaltare l’azione, rompere l’attacco avversario, prendere possesso del pallone, queste le sue caratteristiche principali. La terza linea del Galles, già ricca di talenti, ha un nuovo interprete che accende la competizione per una maglia da titolare.

Jac Morgan
22 anni, terza linea
ospreys
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Nella scorsa stagione, Jac Morgan è stato l’atleta più abile sia nei placcaggi che nei turnover. Un’accoppiata incredibile di abilità difensive nonostante la giovane età, per quello che senza dubbio è il miglior flanker prodotto dai vivai gallesi negli ultimi due anni. Mille minuti in URC, in 13 partite cominciate tutte da titolare. In aggiunta, 1 partita di Champions Cup da titolare e 3 di Sei Nazioni, di cui una da titolare. Curiosamente, fu proprio contro l’Italia che venne lasciato fuori dalle selezioni. In questa stagione, Jac Morgan può affermarsi come l’alternativa gallese ad Hamish Watson, macchina da placcaggi della Scozia e di Edimburgo. Ogni squadra ha bisogno del suo autoscontro, che punta l’apertura e non lo fa respirare. Un vero e proprio distruttore di mondi, Jac Morgan è pronto a far vedere a tutti quanto importante è respirare a fondo prima che arrivi l’urto.

Sam Costelow
21 anni, mediano di apertura
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Il giovane mediano di apertura gallese degli Scalets è stato usato 10 volte da titolare su 16 partite quest’anno, fra campionato e coppa. Curiosamente, non ha giocato mai per 80′ minuti. Sembra però un ragazzo molto promettente. Non un gigante (175 cm), il giovane di scuola Leicester Tigers potrebbe forse migliorare qualcosa nella sua intraprendenza in campo. Messo a confronto con Sam Davies dei Dragons, ci sono molte statistiche nelle quali Davies gli è ancora superiore a parità di partite giocate: metri percorsi, turnover vinti, offloads. I due sono però già simili per efficacia nel placcaggio e capacità di rompere la linea difensiva. Inoltre, Costelow si è dimostrato un giocatore estremamente pulito e ordinato con solo 1 fallo fatto in tutta la stagione. Se quest’anno riuscirà a coprire più metri, aumentare la mole difensiva, ed essere più presente nel gioco della sua squadra, una risorsa in più. Inoltre, con un Rhys Priestland ormai 35-enne, e un Sam Davies che si avvicina ai 30, sarebbe ora per il Galles di cercare di crearsi delle alternative all’apertura che siano pronte nel giro di due anni. Gli occhi dei gallesi sono dunque certamente puntati su Sam Costelow.

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Irlanda
Cian Prendergast
22 anni, terza linea
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Se non fosse per la disciplina, Cian Prendergast sarebbe già uno dei flanker in rotazione dell’Irlanda di Andy Farrell. Nella scorsa stagione più di mille minuti con Connacht, quasi sempre da titolare, nei quali ha dimostrato di essere affidabile in difesa ma devastante in fase offensiva. Per 5 volte rompe la linea della difesa, mette a segno 7 offloads, 2 mete, per un totale di 260 metri guadagnati in partita in 102 carries. Numeri importanti per un 22-enne, che però ha purtroppo ancora il vizio del fallo. Due cartellini gialli e ben 12 penalità, terzo più falloso fra i flanker irlandesi. In questa stagione si punta a limare proprio questo dato, rendendo Cian uno dei giocatori più letali da incontrare sul proprio percorso.
Tom Clarkson
22 anni, pilone
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Non fatevi ingannare dalla somiglianza con Robert De Niro, non si tratta di un attore: è anzi un solido pilone che negli anni ha messo a segno numerosi successi sin dai tempi delle scuole. Già nel 2019 si diceva sicuro dei propri mezzi nonostante la stazza inferiore alla media. Ad oggi è nelle rotazioni di Leinster in terza linea, e se in numeri in termini di minutaggio non sono gli stessi dei precedenti giovani, ricordatevi con chi deve sudarsi il posto. 8 partite, 4 da titolare, 25 placcaggi, e 1 solo errore. Rispetto ad altri atleti, Clarkson è forse un po’ meno citato nei media. D’altronde l’Irlanda ha già tanti potenziali interpreti in prima linea fra Furlong, Kilcoyne, Bealham, Porter, Healy, McGrath, Ryan, Moore, e ce ne sarebbero tanti altri. Considerate che alcuni di questi non sono neanche più fra le scelte per la nazionale, ma sarebbero titolari in molte altre squadre. Solo a Leinster, si gioca il posto con Furlong, Healy, Byrne e Porter. Il fatto che, in otto occasioni, sia sceso in campo, è decisamente degno di nota. Per capirci, il suo coetaneo Michael Milne, anche lui pilone, ha visto il campo in una sola occasione. State attenti a Clarkson.

Alex Kendellen
22 anni, terza linea
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Alex Kendellen è forse la più naturale antitesi di Cian Prendergast. Meno rotture della linea difensiva, meno offloads, ma il doppio dei turnover e la metà dei falli. Un giovane terza linea dal jackal chirurgico anche se forse ancora un po’ acerbo in attacco, visto che i numeri a confronto con Prendergast sono basati sullo stesso numero di partite. A livello di placcaggi, ne ha messi a segno la metà di Prendergast ma è anche vero che giocando in una squadra più forte si tende a difendere meno tempo e dunque placcare meno volte. Kendellen ha subito un infortunio alla gamba di recente ma sembra completamente guarito e pronto per iniziare questa nuova stagione. Alla corte di Graham Rowntree, si giocherà il posto con l’intramontabile Peter O’Mahony, ma anche con Gavin Coombes e Jack O’Donoghue. Curiosamente, le statistiche di Kendellen sono quasi sovrapponibili a quelle di O’Mahony, con la differenza che lo storico flanker irlandese ha messo a segno quasi lo stesso numero di placcaggi nella metà delle partite. Se riuscirà a lavorare sulla sua capacità di incidere in difesa con placcaggi dominanti e piazzamento perfetto, Kendellen potrà diventare la risorsa in più di un Munster che ambisce a rilanciare la scorsa stagione un po’ deludente.

Nathan Doak
20 anni, mediano di mischia
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Un mediano di mischia che calcia i piazzati: roba rara nel mondo del rugby, anche se non inedita. Ecco Nathan Doak, appena 20-enne in forza ai bianchi di Belfast, che ha appena concluso una stagione da protagonista arrivando in semifinale di URC e mettendo a segno calci come questo. Il secondo giocatore irlandese per punti segnati, il primo per partite giocate, nonchè il secondo mediano di mischia per mete segnate dietro al folletto di Limerick Craig Casey. Si aggiunga a questo anche una discreta capacità difensiva, con una stagione conclusa col 91% di successo al placcaggio. Proprio con Craig Casey sarà interessante vedere il duello a distanza per strappare una convocazione con l’Irlanda. Certi della presenza di Jamison Gibson-Park e Conor Murray, il terzo mediano di mischia dell’Irlanda potrebbe essere uno fra Casey e Doak. E perché non provare a spiazzare tutti e chiamare questo ragazzino dal piede fatato e le mani altrettanto delicate? In fondo, sarebbe una sorpresa per tutti. Intanto godiamoci lo spettacolo che va in scena a Castlereagh, al Kingspan Stadium. Che sia la volta buona per gli eterni incompiuti di Ulster? Nathan ci crede già.

Italia
Tommaso Menoncello
20 anni, centro
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Ci dimentichiamo spesso che Tommaso Menoncello ha 20 anni. La stessa età di Doak, appena descritto, un talento cristallino emerso già da due stagioni, esordendo con Treviso nella stagione 2020/21. Per i tifosi italiani questo nome sembrerà scontato, ridondante, quasi sbagliato. In fondo è già un campione per noi, non un giovane da scoprire. Ma ricordatevi: ha 20 anni. In 12 partite di URC ben 6 mete, ma se le contiamo tutte, sono 18 partite fra Benetton e Italia condite da 11 mete. Una vera macchina da guerra offensiva, terzo per metri percorsi fra tutti i giocatori italiani, fra i migliori centri offensivi di tutto lo URC per metri percorsi e punti segnati. Giocatore molto capace anche in difesa, come testimonia la sua presenza nei primi 40 giocatori per turnover vinti di tutto lo URC, e un successo nei placcaggi del 91%. Solo 5 i falli, e se consideriamo che ha giocato 1259′ minuti, si tratta veramente di pochi. Fra i giocatori di 20 anni o meno in URC, sono proprio Menoncello e Doak a risaltare più di tutti. Due astri nascenti, che si equivalgono in tante statistiche a parte quella dei punti. Ma se Menoncello iniziasse anche a calciare, allora sarebbero tutti nei guai.

Simone Gesi
21 anni, ala
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Quella di Gesi è la cosiddetta chiamata hipster, perché chi conosce il rugby italiano sa quanto vale questo ragazzo. Valore, però, ancora relativamente inespresso sul campo con le Zebre, mentre con l’Italia U20 ha mostrato a tutti quanto può valere. Un esempio: Hamish Watson, flanker della Scozia e di Edimburgo col radar a calore per i giocatori col numero che va dal 9 in su, ha sbagliato un unico placcaggio negli ultimi anni: su Simone Gesi, che per altro lo ha superato con un frontino ben assestato. Per quanto riguarda Gesi non posso mettermi a snocciolare numeri perché sarebbe impietoso il confronto con chi ha avuto modo di accumularne di importanti. Si tratta però indubbiamente del prospetto più interessante in casa-Zebre e Italia. Un’ala velocissima ma con una capacità di leggere lo spazio che lo rende per certi versi simile a Louis Rees-Zammit. Questa sua prima stagione da protagonista alle Zebre lo vedrà cimentarsi settimanalmente contro veri e propri colossi, ma la cosa non lo spaventa. L’anno scorso ha giocato 6 partite, tutte da titolare, lo stesso numero di partite giocate da James Lowe con Leinster. Anche le statistiche sono simili all’ala neozelandese naturalizzata irlandese, cosa che fa ben sperare. Ora non resta che chiuderlo in sala macchine e farlo diventare un po’ più resistente agli urti, e il piatto è servito.

Scozia
Ben Muncaster
20 anni, numero 8
edinburgh rugby
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Sono 12 le partite giocate, 7 da titolare, 80 placcaggi, 3 errori, 95% di successo. Anche il taglio di capelli suggerisce che sia un buon placcatore, ma Ben Muncaster è molto di più. I 91 carries, 254 metri percorsi, e 6 offloads ne testimoniano le abilità offensive. Ce ne siamo accorti anche a Treviso, dato che nel match di pre-season contro Edimburgo vinto da Treviso per 29-26 è stato lui a segnare una delle mete scozzesi. Non solo noi, anche Gregor Townsend si è accorto presto del ragazzo, e se l’è portato con sè in tour quest’estate. Per Edimburgo l’anno scorso è stata una stagione difficile in terza linea, con Bill Mata fermo ai box da Dicembre e Jamie Ritchie da Gennaio, senza contare gli altri assenti a causa di impegni internazionali o piccoli infortuni. Occasione da non perdere per il giovane Ben Muncaster per farsi notare, cosa che è inevitabilmente successa. D’altronde Muncaster non è estraneo a centrare obbiettivi a lunga distanza, essendo anche un discreto golfista nonchè nipote di Sam Torrance, uno dei più grandi golfisti di sempre. A 20 anni è già in rotazione con la Scozia, con Edimburgo, e ha piani per diventare sempre più importante nel rugby scozzese. Non possiamo che augurarglielo.

Jamie Dobie
21 anni, mediano di mischia
glasgow rugby
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Alla Scozia non mancano certo i mediani di mischia. Ali Price, Ben White, George Horne, Ben Vellacott, Sam Hidalgo-Clyne, ma anche altri che sono o sono stati nelle convocatorie di Townsend. Fra le fila dei Glasgow Warriors ce n’è uno molto giovane: Jamie Dobie ha solo 21 anni ma l’anno scorso ha giocato già 17 partite con Glasgow, per un totale di 545′ minuti e 2 mete, di cui una addirittura nel primo turno, partendo dalla panchina. Prospetto molto seguito sin dai tempi dell’U20, Dobie punta ad una seconda stagione più da protagonista della prima. A Glasgow è difficile, con Ali Price titolare, ma durante il Sei Nazioni e magari nelle sfide meno decisive potrà sicuramente essere una risorsa dalla panchina. Nella stagione scorsa ha già debuttato anche con la maglia della Scozia, nel test match autunnale contro Tonga. Purtroppo (o per fortuna nostra) non abbiamo potuto apprezzarne le abilità nella prima di campionato contro il Benetton Treviso, vinta da noi biancoverdi per 33-11. Sembra difficile però non vederlo in campo almeno una dozzina di volte da qui alla fine del torneo. Preciso, attento, puntuale, rapido: per chi ci ha puntato, probabilmente una scommessa vinta.

2 pensieri riguardo “I giovani più interessanti di ogni squadra da seguire nel prossimo URC”