A 18 anni vince il suo primo trofeo: il Campionato Sudafricano con Western Province. A 20 anni esordisce in Top14 – il campionato professionistico più duro e competitivo al mondo – nel ruolo di mediano d’apertura. Qualche mese dopo veste per la prima volta – con meta – la maglia della nazionale italiana contro gli Wallabies. Su queste pagine parleremo di un giocatore che si è spesso messo in gioco in prima persona, non rifiutando mai le responsabilità. Parleremo anche di un giocatore che non sempre è stato apprezzato dalla critica, bistrattato perché poco appariscente e molto regolare nelle proprie prestazioni. Un giocatore della cui grandezza ci siamo resi conto forse soltanto adesso, quando ha abbandonato per un periodo la nazionale. Quelle situazioni un po’ da libro cuore, da frasi Tumblr del tipo: “Apprezzi una persona soltanto quando non è più con te” et similia. Parleremo di Tommaso Allan, forse il più forte giocatore di un’intera generazione di rugbisti italiani.
- Una vita da globetrotter
- Il passaggio a Treviso e la rinascita a Londra
- Una nuova strada
- Sempre sottovalutato?
- Il ritorno a casa
Una vita da globetrotter
Vicenza, Città del Capo, Londra, la Scozia, Perpignan. Luoghi apparentemente scollegati tra loro, se non fosse per il pallone ovale che ha accompagnato Tommaso Allan in questo viaggio in giro per il mondo. Tommaso Allan nasce a Vicenza il 26 Aprile 1993, dal padre Willem Allan e dalla madre Paola Berlato. Il padre era giocatore del Petrarca, fratello del più celebre John Allan – internazionale per Scozia e Sudafrica – mentre la madre è stata la prima storica capitana della nazionale femminile italiana. Insomma, la genetica è quella giusta, e possiamo dire che Tommaso l’ha sfruttata a dovere, raccogliendone i frutti sin da giovane. La permanenza in Italia fu però breve, e in giovane età seguì la famiglia, trasferendosi in Inghilterra. A Londra proseguì la propria crescita rugbistica presso la Academy dei London Wasps, una delle più prestigiose di tutto il paese, e successivamente, a soli 18 anni, si trasferì in Sudafrica per giocare – vincendolo – il campionato provinciale U19 con Western Province, la provincia di competenza della franchigia degli Stormers sudafricani.

Questo suo curriculum così ricco di esperienze differenti ed importanti gli valse la chiamata di uno storico club del Top14. Al termine della stagione, alla soglia dei 20 anni, Allan si trasferì a Perpignan con in mano il suo primo contratto da sportivo professionista. Perpignan si rivelerà essere una tappa fondamentale nella vita di Tommaso, sia dal punto di vista sportivo che personale. È proprio qui che conobbe la sua attuale moglie e madre di suo figlio – per essere più precisi, a Barcellona – e che rese quindi Perpignan un posto speciale. L’evoluzione di Allan continuò, sino all’effettivo esordio nel campionato francese ed alla chiamata a sorpresa con la nazionale maggiore italiana. A sorpresa perché Allan fu protagonista in tutte le giovanili scozzesi, sino all’U20, con un chiaro prospetto di far parte della stessa nazionale maggiore. Dopo qualche polemica di poco conto, avvenne l’esordio con meta da subentrante contro l’Australia. Il primo caps di tanti altri – 84 alla stesura di questo articolo – di cui ben 59 da titolare. Passò tre stagioni da protagonista a Perpignan, in cui rimase nonostante la retrocessione in ProD2, accrescendo il proprio bagaglio esperienziale e prendendosi sempre più spazio anche in nazionale, nonostante le presenze più o meno ingombranti di Luciano Orquera in chiusura di carriera, della meteora Kelly Haimona e di Carlo Canna con cui ci fu un dualismo importante.

Il passaggio a Treviso e la rinascita a Londra
Dopo le tre stagioni passate a Perpignan, di cui due in ProD2, gli venne offerto un contratto dalla Benetton Treviso, che gli avrebbe permesso di giocare con tanti compagni di nazionale in un campionato di livello assoluto. La permanenza a Treviso fu tutto sommato positiva, Tommaso si trovò infatti al posto giusto al momento giusto. La stagione 2016/17 fu quella dell’insediamento di Kieran Crowley come head coach, che portò Treviso a vette e risultati mai visti prima. Allan restò a Treviso per ben 5 stagioni, sino al 2020/21, giocando da protagonista in tutte le prime quattro stagioni, nonostante qualche infortunio di troppo. L’ultima stagione, la peggiore di sempre di Treviso in Pro14, con il 100% di sconfitte in regular season, non fu la migliore per Allan che raccolse soltanto 10 presenze tra campionato e coppa, e nessuna in Rainbow Cup – poi vinta straordinariamente da Treviso. La stagione con il maggior minutaggio a Treviso coincise anche con la prima storica qualificazione di Treviso ai playoff dell’allora Pro14. Nella stagione 2018/19 infatti giocò ben 923 minuti in Pro14, più 212 in Challenge Cup, e per ben 15 volte su 16 da titolare. Come già scritto, la sua esperienza a Treviso non si concluse nel migliore dei modi, nonostante sia stato un giocatore fondamentale nel cammino di Treviso verso una rinnovata competitività nell’attuale URC.

Dopo un addio in sordina a Treviso, al termine della stagione 2020/21 Allan firmò un nuovo contratto in una delle società più blasonate della Premiership inglese, gli Harlequins. La sua permanenza a Londra, durata 2 stagioni, si è rivelata fondamentale per una sua ulteriore crescita tout court. Inizialmente si pensava che avrebbe faticato a trovare spazio in una rosa così piena di talento, finendo per far la fine di tanti italiani all’estero, e cioè la comparsa. Ma Tommy Allan si dimostrò invece fondamentale per il club londinese, sin da subito si guadagna un ruolo da protagonista, giocando ben 16 match nella sua stagione d’esordio in Premiership, partendo titolare in 10 di questi. Addirittura nel suo primo match si guadagna immediatamente il titolo di Man of the Match nella vittoria su Newcastle. Nonostante alcuni piccoli infortuni e stop forzati per concussion, nella prima stagione realizza un totale di ben 58 punti totali per gli Harlequins. Nella seconda stagione il suo contributo agli arlecchini londinesi aumenta, arrivando a 20 presenze totali, di cui 13 da titolare, segnando 80 punti tra mete e calci. L’effetto positivo dell’esperienza oltremanica inizia subito a notarsi.
Il maggior difetto imputabile a Tommy Allan era, in passato, la sua percentuale al piede non proprio da primo della classe, ma si vede che alla corte londinese c’è stato un miglioramento costante che lo ha portato ad avere importanti percentuali realizzative sui calci piazzati, come poi dimostrato a cavallo tra Summer Series e RWC 2023. In questo periodo infatti sbaglia soltanto un calcio su ben 28 tentativi, ed alla sola RWC non ne sbaglia nemmeno uno. Questa sua rinnovata abilità nel centrare i pali lo ha inoltre portato ad essere il giocatore italiano ad aver segnato più punti ai mondiali, superando Dominguez.
Una nuova strada
Con l’avvento di Paolo Garbisi la maglia numero 10 della nazionale divenne sempre più difficile da conquistare, viste anche le impressionanti prime prestazioni dell’allora giovanissimo giocatore di Treviso. Il destino volle che per diverse contingenze l’Italia si trovò all’inizio delle Autumn Nations Series 2022 senza un estremo di ruolo, e fu così che si decise che quel ruolo poteva essere coperto da Tommaso Allan, affidandosi alla sua esperienza e visione di gioco. E non ci sarebbe potuto essere risultato migliore. Italia – Samoa terminò con il roboante risultato di 49 a 17 per gli azzurri, ed una prestazione eccelsa di Allan che si dimostrò essere un’arma fondamentale nel nuovo stile di gioco full attack degli azzurri. La sua capacità di leggere le situazioni, di fissare il giocatore davanti a sé e di passare il pallone all’ultimo attimo utile permisero infatti la riuscita di molte azioni d’attacco italiane. Questa sua particolare capacità la ritroveremo in moltissime altre situazioni d’attacco italiane.
Le sue doti di playmaking sono sempre state note, ma il nuovo ruolo ed il nuovo stile di gioco proposto da Crowley le esaltarono ancora di più. Giocando da estremo, infatti, Allan si trova in una condizione più favorevole per avere una migliore lettura della situazione di fronte a lui e di poter quindi prendere la migliore decisione possibile. Anche il suo gioco al piede ha beneficiato di questa maggiore distanza dalla linea difensiva, con Tommaso che ha potuto sfruttare quindi al massimo le proprie capacità tecniche e di lettura. Insomma, le prestazioni di Allan ad estremo sono state così positive che ci si è iniziati ad interrogare sulla necessità di schierarlo sempre in quel ruolo, senza però rinunciare all’x factor di Ange Capuozzo. E, infatti, così avvenne al mondiale. Crowley schierò Allan estremo e Capuozzo ala contro Namibia e Nuova Zelanda, e contro Uruguay e Francia tentò la mossa del doppio playmaker, schierando Allan ad apertura e Garbisi come primo centro, con Capuozzo nel suo ruolo naturale di estremo.
L’opzione Allan 15 e Capuozzo 14 sarebbe stata anche la scelta per la prima partita da CT per Gonzalo Quesada, ma un malessere gastrointestinale di Capuozzo impedì questo accadimento. E così la partita d’esordio nel 6 Nazioni 2024 si giocò con Allan comunque estremo, affiancato da Lorenzo Pani e Monty Ioane alle ali. In questa partita Allan sfoderò un’ottima prestazione, segnando una meta, due trasformazioni ed un calcio di punizione. La settimana successiva, a seguito di un colpo subito contro l’Inghilterra, non scese in campo contro l’Irlanda, e nei giorni successivi annunciò il proprio periodo sabbatico dalle competizioni internazionali con la nazionale, alzando un polverone non indifferente. Un polverone fatto di chiacchiere da bar che avrebbero ben poco senso di esistere.
Sempre sottovalutato?
Della necessità di avere Tommaso Allan in squadra il tifoso italiano se ne è accorto soltanto quando lo stesso Allan decise di non rendersi disponibile a tempo indeterminato. Tanto che in molti credevano che questo sarebbe stato un addio definitivo alla nazionale causato da un non meglio precisato litigio con Quesada. Ma Tommaso non è tipo da litigare per un mancato ingresso in campo in una partita già bella che persa. Tommaso Allan è una di quelle persone silenziose, gentili ed educate che quasi passano inosservate ai più. È uno di quei giocatori che non attira l’attenzione su di sé con gesti spettacolari, con side step ubriacanti o con sottomano inaspettati. È uno di quei giocatori che i più definirebbero “normale”, che fa sempre comodo avere nella propria rosa, ma per cui non ci si strapperebbero le vesti a vederlo andar via, come successo a Treviso. Sin da giovane è stato abituato a giocare ad alto livello tra le giovanili della nazionale scozzese – U18, U19 ed U20 – e con Western Province in Sud Africa con cui vinse il campionato provinciale sudafricano a livello U19. Subito dopo si accasa a Perpignan, ed a soli 20 anni debutta in Top14 catturando l’attenzione della nazionale italiana, che di fatto lo ruba alla Scozia che lo aveva cullato sin dalle giovanili.
Ad oggi è il secondo miglior marcatore della nazionale italiana nella storia con 491 punti segnati, il giocatore in attività con più mete segnate – ben 14 – ed il giocatore che ha segnato più mete – 8 in totale – nel 6 nazioni con la maglia azzurra. Durante il mondiale francese – la RWC 2023 – è anche diventato il giocatore italiano ad aver segnato più punti ai mondiali, superando anche la leggenda Diego Dominguez. Inoltre, dopo i 12 punti segnati contro l’Inghilterra nel 6 Nazioni 2024 è anche diventato il giocatore italiano ad aver segnato più punti nel torneo, ben 165, superando nuovamente la leggenda Dominguez. Insomma, stiamo parlando di un giocatore che pur essendo ancora in attività è già uno tra i più grandi ad aver mai vestito la maglia azzurra. Non è mai stato sicuramente un giocatore flashy, bensì un playmaker concreto, con un’eccelsa visione di gioco ed una capacità di portare avanti il piano di gioco agevolmente. Quella capacità di leggere le situazioni in anticipo di una o due fasi che gli permette di spostare la difesa avversaria secondo il proprio volere. Una capacità che molti, da osservatori esterni, non riescono a cogliere immediatamente – me compreso – e che quindi necessita di essere rivista più volte per essere apprezzata. Infatti, nonostante non colga spesso l’attenzione dello spettatore, è un giocatore che ha segnato molte mete grazie a questa capacità di lettura, e soprattutto grazie ad una velocità non indifferente. Anche di questa sua qualità ci si è accorti soltanto da quando ha iniziato a giocare con maggiore continuità nel ruolo di estremo.
Il ritorno a casa
Finalmente, dopo essersi preso una pausa dalla nazionale a seguito di un tour de force importante che nel 2023 lo ha tenuto a lungo lontano da casa a causa di 6 Nazioni 2023, Summer Series, Mondiale 2023 e 6 Nazioni 2024, Tommaso Allan è tornato a vestire la maglia azzurra dell’Italia in queste Autumn Nation Series. All’annuncio del suo periodo sabbatico dalla nazionale in molti si sono sentiti liberi di poter pontificare sulle scelte personali altrui, giudicando le scelte personali di un singolo senza conoscere approfonditamente il contesto in cui tali decisioni sono state prese. In molti specularono su un presunto litigio con Gonzalo Quesada come causa scatenante dell’allontanamento dalla nazionale. La realtà fu però ben più semplice: Allan aveva bisogno di riposo ed aveva voglia di stare più vicino alla propria famiglia, di passare più tempo con la propria moglie e con il proprio figlio. In un’intervista rilasciata subito dopo la RWC 2023 a RugbyPass, Allan ha espresso il proprio parere sul passaggio di Owen Farrell dai Saracens al Racing92 di Parigi – lasciando quindi la nazionale della rosa – sottolineando il fatto che alla fin fine il rugby è soltanto un gioco, e che se non ti diverti più allora qualcosa deve cambiare.
“It’s a game […] It’s meant to be enjoyed. If you’re not enjoying it then something has to change.”
RugbyPass
E visto questo suo continuo girovagare, una storia che si ripete sin da piccolo, allora prende molto più senso la sua voglia di stabilirsi, di trovare un posto che per lui significhi casa e famiglia e di dedicarci quanto più tempo possibile. Su questa scia può quindi essere letta la sua auto-esclusione temporanea dalla nazionale dopo la partita con l’Irlanda nel 6 Nazioni 2024, quando, tramite un post su instagram, ha affermato che “è stato un anno molto faticoso sia fisicamente che mentalmente. Stare lontano dalla mia famiglia per mesi consecutivi ha solo reso il tutto ancora più duro”. In molti potrebbero pensare che questo sia sintomo di un giocatore che non è pienamente dedito alla causa della nazionale – anche se sarebbe un po’ ridicolo pensarlo di un giocatore che ha guadagnato 80 caps – ma così non è. La dedizione alla causa azzurra è sempre stata massima da parte di Allan, anche in tempi non sospetti. Sempre a RugbyPass ha ben espresso la sua vocazione, affermando che è sempre stato il suo sogno giocare con la maglia azzurra, nonostante il suo passato nelle giovanili scozzesi, e che il suo unico obiettivo è quello di portare la maglia azzurra a vette mai raggiunte prima.
“It was always going to be Italy, I was born there. It’s my first language. I feel Italian more than anything else. […] If I can leave a mark on Italian rugby, if I can help improve Italian rugby, wow man, that would be incredible. I’d do anything to make that happen.”
RugbyPass
Dopo 2 anni di Harlequins a Londra, si presenta finalmente l’occasione di tornare nel suo posto del cuore, dove è iniziata la sua carriera professionistica e dove ha conosciuto sua moglie, madre di suo figlio. Tommy Allan non se lo fa ripetere due volte e dopo 10 anni torna a Perpignan, e lo fa come se fosse passata soltanto una settimana. Subito dopo la RWC 2023 si guadagna il posto da titolare e non lo lascia più, ad eccezione di qualche piccolo acciacco. Nella stagione 2023/24 gioca 17 partite di cui una sola partendo dalla panchina, marcando ben 173 punti, portando a termine la missione che si era prefissato sacrificando la maglia azzurra: mantenere l’USAP in Top14. La stagione attuale è ripartita come Allan l’aveva lasciata, e cioè con il posto da titolare e in uno stato di forma straordinario, quasi come mai prima d’ora. In questa stagione ha già giocato 6 partite su 9 di Top14 segnando 41 punti, piazzando ai pali con una precisione dell’88,2%, dopo aver chiuso la scorsa stagione con uno straordinario 89,6%, risultando il secondo più preciso di tutto il campionato.

Sicuramente l’aria di casa e di famiglia fa bene a Tommy, che sta giocando costantemente ad un livello altissimo da quando è tornato a Perpignan. La nostra più grande speranza è che questo suo stato di forma si protragga quanto più a lungo possibile, perché un giocatore simile è un valore aggiunto che in nazionale non possiamo permetterci di perdere. E, personalmente, spero che questo suo gradito ritorno faccia finalmente capire a tutti – e nel match contro i Pumas si è visto – quanto sia un giocatore di cui non si possa fare a meno. Welcome back Tommy.
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