Il meccanismo dei sorteggi che porta al mondiale viene fatto molto tempo prima della competizione. Anche quest’anno ha portato a gironi male allestiti.
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Alle porte di un nuovo mondiale
L’8 settembre si aprirà la decima edizione della Coppa del Mondo di Rugby con l’attesissimo match di inaugurazione, Francia – Nuova Zelanda, che si preannuncia già come se fosse una finale. Le due squadre occupano a oggi, 24 agosto 2023, rispettivamente la 4° e la 2° posizione nella classifica delle nazionali di rugby maschile. Due giorni dopo, il 10 settembre, scenderanno in campo per affrontarsi Sud Africa (2°) e Scozia (5°). Ci aspettano quindi sin da subito delle partite di massimo livello tra le squadre che meglio stanno performando nell’ultimo periodo, e questo è di sicuro un bene per noi spettatori. Ma queste partite nascondono in realtà un aspetto più controverso dell’organizzazione della Coppa del Mondo, che se affrontato potrebbe migliorare l’impostazione di tutto il torneo.
Gironi
Già nelle primissime partite del torneo vedremo affrontarsi quelle che, sulla carta, sono le migliori nazionali al mondo. Questo aspetto è abbastanza inusuale per un campionato mondiale, che nei vari sport tende invece ad avere una formula che prevede una fase a gironi in cui si incontrano squadre di prima, seconda e terza fascia, e una fase finale a eliminazione diretta in cui si affrontano partite via via più difficili e con squadre agguerrite. In questa edizione della Coppa del Mondo di rugby, questo principio è vero solo in parte. Diamo un’occhiata ai gironi:
Girone A | Girone B | Girone C | Girone D |
---|---|---|---|
Nuova Zelanda (2°) | Sud Africa (3°) | Galles (10°) | Inghilterra (6°) |
Francia (4°) | Irlanda (1°) | Australia (8°) | Giappone (14°) |
Italia (13°) | Scozia (5°) | Fiji (9°) | Argentina (7°) |
Uruguay (17°) | Tonga (15°) | Georgia (11°) | Samoa (12°) |
Namibia (21°) | Romania (19°) | Portogallo (16°) | Cile (22°) |
Già a un primo sguardo possiamo notare qualcosa di peculiare: il Girone A e il Girone B coinvolgono le prime cinque squadre del ranking, mentre il Girone C non ha nessuna squadra che supera l’8° posto. Lo sbilanciamento della competitività dei gironi aumenta ancora di più se andiamo a confrontare i punti ranking assegnati a ogni nazionale:

È subito evidente che i Gironi A e B presentano una forte disparità all’interno del girone stesso, mentre i Gironi C e D sono più omogenei e senza squadre che si staccano di molto dalle altre nel ranking (a esclusione del Chile).
A livello agonistico, è altrettanto chiaro che il Girone A si presenta come il più prevedibile circa le due squadre che passeranno ai quarti, mentre il Girone B vedrà necessariamente una delle 5 migliori squadre al mondo non passare la fase a gironi.
Il sistema di qualificazione
Come è possibile che si siano formati gruppi così disomogenei? Dobbiamo cercare la risposta nel modo in cui World Rugby va a formare i gironi. Per spiegarlo, dividiamo ogni posizione del girone, dalla 1° alla 5° fascia.
- 1° Fascia: Sono le squadre semifinaliste della scorsa Coppa del Mondo (Sud Africa, Galles, Nuova Zelanda, Inghilterra)
- 2° Fascia: Sono le squadre eliminate ai quarti di finale nella scorsa Coppa del Mondo (Francia, Irlanda, Australia, Giappone)
- 3° Fascia: Sono le squadre che si sono classificate al terzo posto nella scorsa Coppa del Mondo (Italia, Scozia, Fiji, Argentina)
- 4° Fascia: Sono le squadre vincitrici dei campionati continentali (Uruguay per le Americhe, Georgia per l’Europa, Samoa per l’Oceania e Tonga per l’Asia/Pacifico)
- 5° Fascia: Sono le squadre vincitrici dei ripescaggi e del campionato africano (Namibia per l’africa, Romania seconda in Europa dopo l’esclusione della Spagna, Chile secondo nelle Americhe e Portogallo come vincitore del torneo di ripescaggio intercontinentale)
Una squadra casuale per ogni fascia viene assegnata a un girone, formando quindi i gironi con 5 squadre delle 5 diverse fasce. Questo sistema permette di mantenere un nucleo di squadre competitive che vengono selezionate grazie alle loro prestazioni alla Coppa del Mondo (le prime tre fasce), e fornisce anche la possibilità a squadre da tutto il mondo di poter accedere alla massima competizione di rugby mondiale (fasce 4 e 5).
Paradossi di qualificazione
Questo sistema presenta però un problema: mentre per le fasce 4 e 5 la serie di partite fatte durante le qualificazioni certifica, in un certo senso, che le squadre selezionate siano quelle che più meritano di accedere al mondiale, lo stesso non vale per il posizionamento delle prime tre fasce, che sono più simili a una fotografia dello stato delle squadre alla precedente Coppa del Mondo, 4 anni prima dell’edizione in cui si incontrano nuovamente. Ma in quattro anni le cose possono cambiare molto: ad esempio, il Galles partecipa a questi mondiali come squadra di prima fascia, al pari di Nuova Zelanda, Sud Africa e Inghilterra. Gli ultimi anni però hanno visto la squadra dei dragoni in grande difficoltà, arrivando fino a farle perdere una partita in casa con la Georgia a novembre 2022 (oltre che quella con gli azzurri a Marzo dello stesso anno). Oggi il Galles si trova 10° nel ranking, ma per la Coppa del Mondo è tra le prime quattro squadre, permettendole di evitarsi le squadre più temibili nel girone.
Discorso opposto per la Scozia, che si vede relegata in terza fascia e con davanti due pesi massimi come Sud Africa e Irlanda nonostante sia, a oggi, 5° nel ranking mondiale.

Una proposta alternativa…
Come fare però a risolvere questo problema? La vera questione è che le prime tre fasce di squadre vengono definite quattro anni prima della prossima Coppa del Mondo, senza considerare i possibili progressi o involuzioni di una squadra in quel lasso di tempo. Sembra però impossibile organizzare delle fasi di qualificazione per ogni fascia, per evitare di sovraccaricare i giocatori di partite internazionali di cui sono già pieni i calendari.
Però World Rugby ha già un sistema che tiene monitorato in tempo reale l’andamento delle squadre, ovvero il sistema di ranking mondiale. Questo sistema permette alle nazionali di guadagnare punti se vincono partite contro nazionali del loro livello o di livello superiore, e di non perderne se perdono partite in cui sono molto sfavorite. Con tutti i limiti del caso, questo sistema si è rivelato utile nel corso degli anni per monitorare lo stato di salute delle nazionali. Abbiamo provato quindi a utilizzare un sistema basato sul ranking mondiale per formare le fasce: in prima fascia vengono assegnate le prime quattro squadre del ranking, in seconda fascia le squadre dal 5° all’8° posto, e così via, senza partite di qualificazione. Come punto di riferimento abbiamo scelto di utilizzare il ranking mondiale al 3 Luglio 2023, prima dei match pre-mondiale. Una volta stabilite le 5 fasce, i gironi sono stati generati casualmente inserendo una squadra per ogni fascia. Ecco il risultato:
Girone A | Girone B | Girone C | Girone D |
---|---|---|---|
Nuova Zelanda (3°) | Irlanda (1°) | Francia (2°) | Sud Africa (4°) |
Argentina (8°) | Inghilterra (6°) | Scozia (5°) | Australia (7°) |
Georgia (11°) | Giappone (10°) | Samoa (12°) | Galles (9°) |
Fiji (13°) | Portogallo (16°) | Tonga (15°) | Italia (14°) |
Spagna/Namibia* (20°/21°) | Uruguay (17°) | Romania (19°) | USA (18°) |
*Vista la squalifica della Spagna, prenderebbe il suo posto la Namibia al 21° posto nel ranking
In questa ipotesi, i gironi sarebbero molto più bilanciati fra di loro. Inoltre, questo sistema permetterebbe alle prime 4 squadre del ranking di arrivarsi ad affrontare in semifinale, nel caso arrivassero in testa al girone e vincessero ai quarti.
… con qualche criticità
Questa opzione non è esente da difetti. Prima di tutto, non è pensabile organizzare i gironi a poche settimane dal mondiale: per questa edizione i primi biglietti sono stati venduti nel 2021, quando ancora diverse squadre erano impegnate nelle qualificazioni, ma la buona parte delle partecipanti era già definita. Gli spettatori hanno bisogno di un tempo congruo per organizzare un viaggio che può essere anche molto lungo e dispendioso, se pensiamo ad esempio ai neozelandesi che seguiranno la loro nazionale in terra francese.
Anche le nazionali hanno bisogno di tempo per prepararsi e studiare le avversarie che affronteranno durante i gironi.
Un altro punto critico è che questa classifica tiene in considerazione solo il world ranking, che pur essendo un buon sistema per valutare lo stato di salute di una nazionale, presenta qualche problema. Il ranking infatti va a penalizzare le squadre che giocano e perdono frequentemente con nazionali più forti (come l’Italia), mentre premia chi tende a giocare e vincere contro nazionali di livello inferiore (come la Georgia). Va detto che il sistema prevede dei contrappesi per questo bias, c’è un limite entro cui questo può succedere, ma c’è comunque un certo livello di errore che porrebbe certe squadre in una posizione del ranking che non rispecchia correttamente la loro forza dimostrata in campo.
Consideriamo anche che il sistema attuale dà la possibilità a moltissime squadre nel mondo di competere per arrivare ad avere un posto al mondiale, arrivando a permettere al Chile, 22° nel ranking, di partecipare tra le prime 20 squadre al mondo grazie alle grandi prestazioni sul campo che hanno dimostrato durante le qualificazioni.

Una soluzione ibrida
Insomma, ci sono problemi che insorgono con entrambi i metodi: da una parte, un sistema “statico” come quello attuale fornisce certezze alle nazionali, ai partecipanti e ai giocatori di giocare al prossimo mondiale se si piazzano bene a quello precedente, ma rischia di creare gironi sbilanciati e frustranti; dall’altro un sistema “dinamico” darebbe vita a gironi più equilibrati e più interessanti a livello agonistico, ma sarebbe difficile da organizzare e meno meritocratico per le squadre di quarta e quinta fascia.
Una proposta esplorabile potrebbe essere una soluzione ibrida tra i due sistemi: le prime tre squadre che si classificano nei gironi di un mondiale sono già qualificate al mondiale successivo, ma l’assegnazione a prima, seconda e terza fascia potrebbe arrivare dal ranking a una data stabilita (2 anni prima del mondiale?). Per la quarta e quinta fascia si potrebbe invece mantenere il sistema di qualificazione attuale, permettendo anche a squadre più indietro nel ranking di guadagnarsi il posto al mondiale. Ecco come sarebbe stato:
Girone A | Girone B | Girone C | Girone D |
---|---|---|---|
Irlanda (4°) | Nuova Zelanda (2°) | Sud Africa (1°) | Inghilterra (3°) |
Francia (5°) | Scozia (8°) | Australia (7°) | Galles (6°) |
Fiji (11°) | Italia (15°) | Giappone (10°) | Argentina (9°) |
Georgia (12°) | Samoa (14°) | Tonga (13°) | Portogallo (21°) |
Namibia (24°) | Uruguay (17°) | Chile (29°) | Romania (18°) |
Il futuro della Coppa del Mondo
In questo scenario, abbiamo preso come data di riferimento per il ranking mondiale il 5 aprile 2021, ovvero dopo la fine del 6 nazioni e il più vicino possibile all’inizio della vendita dei biglietti del mondiale. Con questo sistema ibrido, abbiamo ancora qualche problema (il Girone A vede affrontarsi due delle Top4 del ranking mondiale attuale), però in generale il campionato risulta essere più equilibrato nei gironi. Inoltre, risulta evidente come i valori messi in campo durante le qualificazioni permettano a squadre come il Chile di entrare nel mondiale nonostante nel 2021 fossero addirittura 29° nel ranking.
Recentemente, il direttore di World Rugby Alan Gilpin ha annunciato che saranno apportate modifiche al sistema di formazione dei gironi della Coppa del Mondo proprio per evitare che si generino situazione come quest’anno, in cui delle migliori 5 squadre al mondo oggi (Irlanda, Sud Africa, Francia, Nuova Zelanda e Scozia), solo due potranno arrivare in semifinale. Che qualche idea simile alla nostra stia circolando nei corridoi di World Rugby?

Fonte Rugby World