Il primo turno è passato

Il primo turno è terminato ed ha già emesso dei giudizi, ma soprattutto ha creato tanti dubbi sui valori in campo. Tantissimi match dal punteggio tiratissimo, squadre divise da pochissimi punti e partite chiuse all’ultima azione. In tutto ciò tanti talenti si sono già messi in mostra, altri hanno un po’ disatteso le aspettative ed altri invece sono usciti dall’anonimato. Con quest’altro articolo andiamo a parlare di altri 6 talenti delle 6 nazionali mancanti: Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa, Argentina, Giappone e Fiji.

Tempo di lettura: 7′

Difficile scegliere tra i Baby Blacks: Macca Springer

Difficile scegliere in una nazionale straripante di talenti come quella neozelandese. Molti giocatori hanno già diverse presenze nel Super Rugby Pacific ed hanno già mostrato il loro potenziale, però Macca Springer è stato il più costante durante tutta la stagione. Il suo ruolo è l’ala, più spesso come 11 che come 14, ed ha tutte le caratteristiche per esplodere. Sicuramente ha avuto un aiuto insperato – ed indesiderato – dalla situazione infortuni della franchigia di Canterbury che gli ha permesso di collezionare ben 9 presenze, di cui 5 da titolare, condite da ben 4 segnature. Fa della velocità e del gioco aereo le sue principali abilità che gli permettono di segnare e di fornire per i compagni assist anche spettacolari. Nelle movenze e nell’elusività ricorda un po’ Will Jordan, anche se forse con una maggiore esplosività. Insomma, i neozelandesi si dimostrano come sempre una fucina di talenti, e Macca Springer molto probabilmente vestirà la maglia degli All Blacks nel prossimo futuro.

Nel video la meta di Springer al minuto 05:49 ed il suo assist “volante” al minuto 8:28 – fonte canale Youtube All Blacks

Sulle orme di Matsushima: Yoshitaka Yazaki

Il Giappone negli ultimi due cicli mondiali – dal 2015 in poi – ha messo in mostra un gioco organizzato e molto spettacolare che fonda le sue basi sulle qualità tecniche e fisiche dei propri interpreti, soprattutto tra i trequarti. Velocità, precisione, lettura e tecnica sono elementi distinitivi dei trequarti giapponesi e Yazaki ne è una splendida sintesi. Ancora giovanissimo – è nato nel 2004 – ma con doti già importanti e ben visibili, si è messo in mostra nel campionato universitario giapponese vincendolo con l’università di Teikyo. Si tratta di un’utility back completo, le cui doti principali sono la velocità, l’uso del piede ed un’ottima capacità di condizionare la difesa con angoli di corsa ancora prima di ricevere il pallone. Insomma, un prodotto di qualità del movimento giapponese, che sta continuando a crescere in popolarità anche tra i più giovani e che con le risorse di cui è capace potrebbe diventare davvero “ingombrante” anche al di fuori della terra del Sol Levante.

Qui sopra possiamo vedere la meta segnata da Yazaki contro la selezione universitaria neozelandese – fonte canale YouTube Fan Nihon Rugby

Una mente per le Fiji: Philip Baselala

Dei giocatori fijani ci ha sempre ammaliato la loro capacità di inventare qualcosa dal nulla, di navigare nel gioco rotto ed i loro offload incredibili. Però ci hanno spesso deluso quando si tratta di tattica, strategia ed amalgama di squadra, che a livello internazionale hanno un importante peso specifico. Da due stagioni a questa parte si sta cercando di risolvere questo problema grazie ai Fijan Drua, una franchigia che partecipa al Super Rugby Pacific che quest’anno ha raggiunto i playoff, dove giocano i maggiori talenti Fijani che non sono ancora approdati sulle ricche sponde europee. Proprio nei Drua, Baselala ha ottenuto un contratto professionistico, e chi lo allena e lo conosce parla molto bene di lui. Gioca come mediano di mischia, e quest’anno ha giocato già una manciata di minuti in Super Rugby in un paio di occasioni. Si fa notare per la sua calma e per la sua capacità di gestione dei compagni, con accelerazioni e rallentamenti del ritmo di gioco che diventano fondamentali per non perdere la bussola ed andare fuori giri. Insomma, Baselala è un ottimo prospetto, e soprattutto può essere ciò che serve alle Fiji per fare quel definitivo salto di qualità anche in campo internazionale.

Baselala in azione contro l’Australia in una partita di Under 18 – fonte Fiji Village

Taj Annan: tecnica in mezzo al campo per i Wallabies

Annan è un centro che gioca per i Reds, con cui ha già collezionato 8 presenze in Super Rugby. Dotato di un fisico importante – 192cm per 95kg di peso – e di doti tecniche non indifferenti, si distingue per la sua capacità di secondo play maker. Viene infatti spesso utilizzato anche come primo ricevitore per giocare pull-pass verso la seconda linea di attacco o per giocare delle crash ball vicino alla difesa. Nel suo arsenale ha anche un ottimo utilizzo del piede e una discreta predisposizione agli offload. Un centro simile manca da un po’ ai Wallabies, quando quel posto era occupato da un certo Matt Giteau. Non si vuole fare paragoni azzardati e non coerenti, ma di sicuro Annan ha ottime potenzialità e potrebbe farsi spazio molto presto anche con i più grandi, fornendo un’alternativa a Kerevi – un centro più “classico” e potente.

Nel video possiamo ammirare un suo splendido offload per la meta di Wilson – fonte – Canale YouTube di Super Rugby Pacific

Jurenzo Julius: potenza per i Junior Boks

Non ci sono molte parole per descrivere questo giocatore: potente. Julius è potenza pura, esplosività e rapidità tutte condensate in 178cm e 96kg. Attualmente in rosa con i Cell-C Sharks – franchigia sudafricana di URC – non ha ancora esordito tra “i grandi”, però nel campionato universitario fa la differenza dallo scorso anno. Come già detto, fa della potenza e dell’esplosività le sue armi principali, sia in attacco che in difesa, guadagnando metri in entrambe le fasi. Sicuramente è un talento da sgrezzare, ma in lui si vede sicuramente l’X-factor che con la scuola sudafricana potrà sicuramente venire a galla.

Julius delizia il pubblico con una finalizzazione spettacolare contro la Georgia nella prima giornata di questo mondiale Under 20 – Fonte canale YouTube World Rugby

L’ennesimo Diez : Juan Baronio

L’Argentina è sempre stata terra di aperture di classe innata e dalle notevoli doti balistiche: Juan Baronio è l’ennesimo prodotto di questa trafila d’eccellenza. Nella prima giornata di questo mondiale si è messo in mostra contro i nostri Azzurrini, sfoderando il proprio repertorio fatto di kicking game, passaggi illuminanti ed anche un drop da 50 metri che ha lasciato tutti a bocca aperta. Un’apertura dal tasso tecnico elevatissimo, rapido ed elusivo, con tutte le doti necessarie a sfondare nel mondo ovale. Non ci sarebbe da stupirsi di vederlo in Europa tra un paio di stagioni, o magari anche prima. Certamente l’Argentina può dormire sonni tranquilli per la posizione del 10: Albornoz che ancora deve esplodere – e magari il mondiale francese potrebbe essere l’occasione giusta – ed ora questo giovane fenomeno che sale prepotentemente alla ribalta. Insomma, l’Argentina ed il numero 10 sono una cosa sola.

Godetevi tutta la bellezza del drop da metà campo di Baronio – Fonte canale YouTube di World Rugby

Menzioni d’onore

Molti giocatori si sono già messi in mostra in questa prima giornata, ma sicuramente un paio di giocatori degni di nota sono Peter Lakai, mobile e potente numero 8 con già 7 presenze con gli Hurricanes in Super Rugby Pacific, e Isaiah Ravula, apertura/centro fijano che ha messo in mostra tutte le sue doti balistiche e di attacco contro l’Australia nella prima giornata, mettendo a segno 17 punti al piede. Da non dimenticare nemmeno Darby Lancaster, ala australiana prolifica – due mete contro Fiji – e dalla velocità impressionante che farà sicuramente parlare di sè in futuro.

Qui in azione possiamo vedere sia Ravula che Lancaster all’opera – Fonte canale YouTube di World Rugby

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