Nell’estate 2021 il Benetton Rugby, fresco della vittoria in Rainbow Cup contro i sudafricani dei Bulls, si stava godendo una meritata vacanza. In quelle calde giornate di inizio luglio, però, tutto l’ambiente biancoverde (dirigenza inclusa) apprese della partenza di Paolo Garbisi in direzione Montpellier Herault. Una doccia fredda, che dopo la partenza di Tommaso Allan per Londra, sponda Harlequins, aveva improvvisamente lasciato il club trevigiano senza mediani di apertura di spessore. Pareva l’inizio di un incubo: dopo aver tanto sofferto per trovare delle aperture capaci eravamo riusciti ad averne perfino due allo stesso tempo, ma il sogno era durato appena una stagione. In questo clima di perplessità venivano acquisiti i diritti alle prestazioni sportive di due giovani atleti: l’azzurrino Leonardo Marin, già apertura della nazionale Under 20, e l’ex-pumitas Tomás Albornoz. Se del primo si conosceva già qualcosa, del secondo invece non si sapeva nulla. Argentino, classe 1997, tucumáno, con qualche presenza nella filiera della nazionale argentina a livello giovanile. Nessuna esperienza fra i pro, nonostante l’età, arrivando dai Jaguares XV che avevano disputato la SLAR 2020/21. Non si può certo dire che questa sequela di informazioni personali sia particolarmente stuzzicante per i tifosi di una squadra che ha appena ceduto due pezzi pregiati della propria rosa.
Il Debutto
Il 25 Settembre 2021 ci fu il suo battesimo del fuoco nel neonato United Rugby Championship: partita di apertura contro i DHL Stormers, franchigia sudafricana di stanza a Cape Town che a fine campionato si laureerà campionessa del torneo, ma che ai nastri di partenza sembrava la terza sudafricana per potenza dietro Sharks e Bulls. La partita è tirata, una sfida testa a testa fra due aperture entrambe debuttanti, entrambe nate nel ’97: Tomás Albornoz in biancoverde e Manie Libbok in blu. Due nomi che, solo ad un anno di distanza, sono quelli di mediani di apertura affermati nel torneo, con alle spalle una stagione di spessore, ma che quel giorno debuttavano entrambi con la propria squadra. Albornoz centra due trasformazioni importanti e un calcio di punizione, ma soprattutto convince nel gioco al piede e nella lettura degli spazi. Convince talmente tanto che a fine partita sarà lui a ricevere il premio di man of the match, al debutto assoluto in biancoverde e fra i professionisti. Per regolamento anti-covid, nella stagione 2021/22 sono i capitani a premiare l’uomo-partita, e il sorriso di capitan Duvenage è emblematico di chi ha capito di avere a fianco un’apertura di enorme talento.

La prima stagione
Nella sua prima stagione a Treviso (2021/22) Albornoz gioca 15 partite con Treviso e 4 con l’Argentina. Queste quattro arrivano tutte fra Luglio e Ottobre del 2022, grazie alla grande stagione in maglia biancoverde. 918′ i minuti giocati con Lamaro e compagni, giocando da titolare 13 volte su 15, segnando 3 mete e 1 drop, nonché numerosi calci piazzati e trasformazioni. Quel che colpisce di più, però, non è tanto la sua già nota abilità al piede ma la sua abilità come ball carrier. Fatta esclusione per ali ed estremi, i quali fanno dei metri percorsi la loro statistica di eccellenza, Albornoz è nella top 5 di tutto lo URC per metri percorsi e carries. Si tratta, dunque, di un mediano di apertura con skills aggiuntive da numero 8 e numero 15, combinate in un unico esplosivo pacchetto difficile da fermare. Unico limite: la fragilità fisica, dimostrata anche durante la sua prima stagione. Il 16 Ottobre 2021, in una partita poi molto discussa contro gli Ospreys, Albornoz si infortuna e rimane fuori dal campo per tre mesi. Rientra il 21 Gennaio 2022 in Challenge Cup contro Lione, giocando circa mezz’ora, e mostrando quanto era mancato alla squadra. Nonostante la stagione deludente per la squadra, essa si concluderà con la larga vittoria di Monigo contro Cardiff, nella quale Albornoz segna addirittura 2 mete. Questa grande stagione gli vale la convocazione di Michael Cheika con l’Argentina per i test match estivi e per il Rugby Championship 2022, nel quale segna anche una meta all’Australia.

Il rientro in squadra
L’esperienza in Rugby Championship con Matera e compagni ha sicuramente fatto bene ad Albornoz. Vista da qui, la squadra di Cheika è sembrata coesa, capace di far male a chiunque, ed estremamente rapace. Il trio biancoverde Albornoz-Gallo-Chaparro è stato coinvolto nelle rotazioni di mister Cheika a più riprese. Purtroppo per lui, nella bellissima vittoria dei Pumas contro gli All Blacks (risultato finale 18-25), la prima in territorio neozelandese, non scende in campo. Gioca invece contro l’Australia nel turno prima, segnando una meta. In quella partita subentra dalla panchina, quasi irriconoscibile per il taglio di capelli del debuttante, e rincorre un pallone calciato in aria arrivando prima di tutti a schiacciarlo in meta. Non solo Argentina però, anche a Treviso fa subito vedere quanto sia essenziale. Salta le prime due giornate essendo ancora impegnato nel Rugby Championship, ma rientra nella terza giornata nella vittoria contro gli Scarlets. In questa partita gioca appena più di 50 minuti ma segna una meta, compie un passaggio decisivo, e viene premiato come Man of the Match. Non solo, il suo passaggio per la meta di Padovani viene premiato come Play of the Match: un rientro in grande stile che dimostra come questo giocatore sia ormai incisivo come pochi altri. Fra mete, assist, calci piazzati e passaggi chiave, Albornoz è il fulcro offensivo di questo Benetton Rugby e sta dimsotrando tutte le sue potenzialità alle difese di URC che faticano a trovare la quadra intorno a questo talento a tutto tondo.

Di nuovo titolare fisso
Nel turno successivo, giocato contro i Dragons, Albornoz è di nuovo protagonista di una vittoria casalinga (34-14). L’argentino è come sempre al centro del gioco, e si mette nuovamente in mostra con un bellissimo passaggio per Edoardo Padovani in occasione della terza meta della squadra. In una frazione di secondo riesce a capire che il suo passaggio verrà anticipato, e trasforma il passaggio in una finta che manda a vuoto tutti, incluso lo stesso Padovani che per fortuna non finisce davanti e riceve il passaggio dopo la finta in posizione valida, andando a fare il grounding indisturbato. A parte questa magia, Albornoz calcia con precisione assoluta per tutto il match finendo la partita senza alcun errore. In questa stagione deve ancora sbagliare un calcio. Dal suo rientro in squadra sono due le vittorie in altrettante partite giocate, ma a farla da padrone è soprattutto il gioco offensivo espresso dai biancoverdi, spumeggiante ed efficace. Anche grazie alla crescita tattica di terze linee come Manuel Zuliani e Lorenzo Cannone, Albornoz può esplorare lo spazio indisturbato sapendo che dietro di lui ci sono sostegni di assoluto valore, pronti a raccogliere un offload in caso di placcaggio, o a proteggere il pallone.

Il futuro
Albornoz ha un contratto già rinnovato con Treviso che lo lega alla squadra fino al 2024. Difficile pensare che nessuno gli abbia messo gli occhi addosso: un giocatore così incisivo, capace di calciare, di vedere il gioco e gli spazi, ma anche così capace di portare palla e rompere la linea della difesa è raro nel panorama internazionale. Treviso dovrà essere brava a far valere le sue argomentazioni per trattenere il giocatore in biancoverde fino a che sarà possibile. Difensore non eccelso ma devastante in attacco, ha bisogno di essere il fulcro del gioco per dare del suo meglio. Queste caratteristiche lo rendono adatto a squadre che fanno del gioco al piede la loro arma principale, con ali capaci di raccogliere palloni vaganti o up-and-under contesi. Sebbene sia capace di andare in meta anche da solo, quando ha a sostegno giocatori altrettanto veloci a leggere la giocata diventa devastante, potendo far affidamento su una pregevole capacità di effettuare offload determinanti. Una delle sue migliori abilità è quella di riuscire a vedere in anticipo dove si creerà lo spazio dietro la linea dei trequarti, riuscecndo quasi sempre a calciare dove non ci sono difensori, creando avanzamento per la propria squadra. Ove non riesce a calciare, riesce però a cogliere anche il minimo buco difensivo e ad allargarlo con un pregevole side-step in velocità. Il secondo passo del suo side-step è particolarmente rapido, quasi da pallacanestro, e riesce quasi sempre a mettersi l’avversario (o il placcaggio) alle spalle. Chissà, forse un’esperienza in Top14 potrebbe essere la sua consacrazione, d’altronde gira voce che Finn Russell potrebbe andare in Giappone. Nel frattempo godiamocelo noi, che del doman non v’è certezza.
