Lo URC è un campionato internazionale con cinque nazioni partecipanti: Italia, Scozia, Galles, Irlanda, e Sud Africa. Di conseguenza, pianificare una trasferta per vedere la propria squadra non è esattamente come per gli amanti del calcio, dove basta prendere l’autostrada per qualche ora. Voli, hotel, a volte anche giorni di ferie: pianificare una trasferta richiede tempo e di conseguenza bisogna fare delle scelte oculate per non sperperare i propri averi. Ci sono, ovviamente, buoni motivi per andare in ciascuno dei 16 stadi dove si gioca questo campionato internazionale, ma ce ne sono alcuni che possono offrire un’esperienza più rotonda di altri, vuoi per la storia, vuoi per la location. Siccome questo articolo mira ad un pubblico italiano, escluderò da questa lista sia Monigo che il Lanfranchi. Non si tratta certo di impianti che possano rivaleggiare con quelli sudafricani o irlandesi, ma sia Parma che Treviso sono ottime destinazioni per una trasferta se vivete all’estero, e i tifosi stranieri lo sanno bene. Prima di cominciare, però, ecco una panoramica di tutti e sedici gli impianti coinvolti nel torneo.
Nazione | Squadra | Città | Nome stadio | Costruito | Ultime modifiche | Posti a sedere |
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Galles | Cardiff Rugby | Cardiff | Cardiff Arms Park | 1803 | 1997 | 12,125 |
Galles | Dragons RFC | Newport | Rodney Parade | 1877 | 2017 | 8,700 |
Galles | Ospreys | Swansea | Swansea.com Stadium | 2005 | 2015 | 20,827 |
Galles | Scarlets | Llanelli | Parc y Scarlets | 2008 | – | 14,870 |
Irlanda | Connacht | Galway | Galway sportsgrounds | 1927 | 2016 | 8,100 |
Irlanda | Leinster | Dublino | RDS Arena | 1868 | 2007 | 18,500 |
Irlanda | Munster | Limerick | Thomond Park | 1934 | 2008 | 25,600 |
Irlanda | Ulster | Belfast | Ravenhill Stadium | 1923 | 2014 | 18,196 |
Italia | Benetton Rugby | Treviso | Stadio comunale di Monigo | 1973 | 2018 | 6,700 |
Italia | Zebre Parma | Parma | Stadio Sergio Lanfranchi | 2008 | 2014 | 5,000 |
Scozia | Edinburgh Rugby | Edimburgo | Edinburgh Rugby Stadium | 2021 | – | 7,800 |
Scozia | Glasgow Warriors | Glasgow | Scotstoun | 1915 | 2010 | 7,351 |
Sud Africa | Cell C Sharks | Durban | Kings Park Stadium | 1958 | 1995 | 52,000 |
Sud Africa | DHL Stormers | Città del Capo | Cape Town Stadium | 2009 | – | 55,000 |
Sud Africa | Emirates Lions | Johannesburg | Ellis Park | 1928 | 2009 | 62,567 |
Sud Africa | Vodacom Bulls | Pretoria | Loftus Versfeld Stadium | 1906 | 2008 | 51,762 |
Thomond park
Limerick (Ireland)
Home of Munster rugby
Non so se ci sia nulla di più romanticamente appassionante del Thomond Park pieno, dove la cosiddetta red army (i tifosi del Munster) si riversa ogni due settimane per sostenere la loro squadra del cuore. Si tratta di uno stadio su cui è anche stato scritto un libro, da quanto è radicato nella cultura locale e a causa delle tante partite incredibili che ha ospitato. Su tutte il cosiddetto miracle match contro Gloucester nel 2003, una partita entrata negli annali del rugby irlandese (leggi qui). In quell’occasione, a Munster serviva vincere di almeno 27 punti contro Gloucester per restare in Heineken Cup, impresa che sembrava impossibile, ma che avvenne, in una compagine spettacolare. Una squadra storica del rugby europeo, con forse un po’ troppe finali perse, ma sì sa, le finali le perde chi le gioca. In questa stagione 2022/23 il Munster ha cominciato male, perdendo le prime due. Il nuovo allenatore Graham Rowntree, ex atleta di spicco dell’Inghilterra nonchè ex allenatore in seconda dei rossi di Limerick, sta faticando a far passare i suoi concetti alla squadra. Ma il sostegno del pubblico da quelle parti è davvero l’arma in più. Non è raro vedere i giocatori lasciare il campo facendo un giro sotto le due gigantesche tribune, nelle quali i tifosi cantano The Fields of Athenry appassionati. Un vero e proprio tempio del rugby, dove sono iscritte le famose parole to the brave and faithful, nothing is impossible, il motto della squadra. Se dovete scegliere fra tutte le possibili destinazioni per vedere come si vive il club rugby al di fuori dell’Italia, forse il Thomond Park è il posto giusto. Inoltre, se state via qualche giorno, la bellissima Cork è a un’ora e mezza di distanza.

Parc y Scarlets
Llanelli (Wales)
HOme of the Scarlets
Chiariamoci: il Galles, terra di rugby per eccellenza, non ti mostra il meglio di sè nei campi delle franchigie di URC. Se volete vedere il rugby quello vero, in Galles, dovete andare a vedervi un incontro fra squadre come Pontypridd RFC e Neath RFC, le squadre locali che giocano il campionato domestico. Lì c’è, a detta di tanti, più tifo e più atmosfera. Detto questo, a meno che non siate dei puristi accaniti potrete scegliere solo fra quattro trasferte contro squadre che giocano in URC: Cardiff, Swansea, Newport, e la più piccola Llanelli. Proprio a Llanelli, però, giocano gli Scarlets, uno dei club più antichi della storia gallese. Cardiff e Scarlets sono veri e propri club eletti franchigie nel 2003 quando l’esperienza celtica cominciò, a differenza dei Dragons a gestione WRU e degli Ospreys nati da una fusione di club rivali. Non hanno, dunque, cambiato tifosi, storia, colori, o stadio, e questo si ripercuote nel calore del tifo e l’energia dell’ambiente. A Llanelli, vera e propria roccaforte del rugby gallese, sorge il Parc y Scarlets. Questo stadio pieno di tifosi gallesi ricchi di astio verso chiunque non indossi una maglia rossa è un gioiellino. Forse non avrà l’atmosfera del Thomond Park o l’appeal dello Stoop degli Harlequins, ma è uno stadio carico di energia in un luogo che respira rugby through and through. Vista l’ubicazione non esattamente al centro di una metropoli europea, si sconsiglia di andare a Llanelli nei mesi invernali per evitare di dover passare il resto della vacanza in compagnia di pecore e fango.

Loftus Versfeld
pretoria (south africa)
home of the vodacom bulls
I Bulls hanno quella che è forse la tifoseria più calda e rumorosa del Sud Africa: per esempio, assicuratevi di non rubare l’hotdog a nessuno. Anche a detta del capitano degli Springboks Siya Kolisi, they are not afraid to tell you what they think of you. Andare a giocare a Pretoria è difficilissimo per tutti, soprattutto per i non-sudafricani che si trovano a giocare in questi templi del rugby da 50,000 posti (guarda il video). Va detto che le franchigie sudafricane raramente riempiono lo stadio del tutto, a differenza di quando gioca la Nazionale, ma l’afflusso di pubblico è senza dubbio maggiore che non in Europa, e decisamente maggiore che in Italia. L’atmosfera di un incontro di rugby in Sud Africa è diversa in quanto intrisa di elementi coreografici e spettacolari che noi europei tendiamo ad associare di più agli Stati Uniti. Cheerleaders, mid-game entertainment, fuoco, musica, il DJ nello stadio… elementi moderni che caratterizzano il modo di vivere lo sport d’oltreoceano ma anche della rainbow nation. Al “Loftus” è comune vedere omaccioni barbuti con elmi con le corna cantare canzoni di dubbio gusto al ritmo di musiche che a noi europei ricordano quelle delle piste da sci austriache. Se siete appassionati di people watching potrebbe essere un ottima occasione per vedere individui particolari e situazioni a voi inedite. Ma in cima a tutto questo, ci sarà una grandissima partita di rugby in uno degli stadi più storici di questo sport in territorio sudafricano.

Edinburgh Rugby stadium
edinburgh (scotland)
home of edinburgh rugby
Questo stadio è effettivamente un salottino elegante. Costruito negli ultimi anni ed aperto ufficialmente durante la stagione 2021/22, ha solo un anno di utilizzo all’attivo. L’erba dalla televisione sembra perfetta, i pali arancio-blu sono un tocco di classe a ricordo dei colori sociali, la vista su Murrayfield aggiunge quell’effetto drammatico che aumenta la tensione pre-partita. Non sono particolarmente convinto dai pali bianchi che sorreggono i tettini sopra ogni tribuna, ma ci sono innumerevoli stadi così nel Regno Unito e dunque mi viene difficile farne una colpa a questo in particolare. Inoltre ha quel feel un po’ retrò che forse era nelle intenzioni degli architetti che lo hanno progettato, per mantenere quell’aura di signorilità che circonda il club della capitale scozzese. Le partite in questo stadio sono sicuramente belle da vedere anche per il gioco espresso dai ragazzi di Mike Blair. Edimburgo è una bellissima città e le trasferte in Scozia sicuramente non saranno noiose, partita inclusa. Giocandosi lo Scottish-Italian shield con le nostre due franchigie, in palio c’è ben più di un singolo incontro. Se poi, metti il giorno dopo, giocano anche i Glasgow Warriors in casa, uno magari riesce pure a vedere due partite, dato che le due grandi città scozzesi sono a poco più di un’ora di distanza.
