“I can’t believe I missed those three kicks”

Paolo garbisi a Sebastian Negri, il giorno dopo la finale di Rainbow Cup, vinta per 35-8, dove vinse il premio di Man of the Match

Fermatevi un secondo a riflettere: cosa stavate facendo a ventidue anni? Quali sogni avevate, quali speranze coltivavate, che obbiettivi avevate raggiunto? La domanda, seppur filosofica, è importante per parlare di Paolo Garbisi, mediano di apertura della Nazionale e del Montpellier, nonché ex Benetton, Petrarca e Mogliano. Con in bacheca un bouclier de Brennus, una Rainbow Cup, e una stagione al Petrarca che forse sarebbe finita con una vittoria se non fosse per il Covid, si può dire che Paolo ha vinto quasi tutto quello che gli è capitato per le mani nella sua breve ma significativa carriera di giocatore di rugby. Nasce a Venezia il 26 Aprile del 2000, una data che a molti potrà sembrare l’altro ieri. Cresce sportivamente nel Mogliano, storica squadra del nordest trevigiano, e recente fucina di mediani d’apertura fra quali vanno annoverati Leonardo Marin e Giovanni Sante, nonchè Antonio Rizzi ed in qualche modo anche Edoardo Padovani, anche se non è un’apertura. Il lavoro dalle parti di Treviso e Mogliano è strettamente coordinato con l’accademia locale, il centro di formazione, che dalla prossima stagione diverrà il polo di sviluppo Accademia di Marca U19. Per un atleta promettente, ci sono tutte le possibilità per apprendere l’arte e metterla in campo, ma bisogna anche avere la capacità di apprendere e migliorarsi. In questo, nessuno è più stoico di Paolo Garbisi.

Garbisi con la maglia della Nazionale Italiana.

Dal Mogliano al Benetton

Sta succedendo tutto molto, molto in fretta: il Sei Nazioni Under 20 a febbraio, il lockdown, poi il debutto in Pro14 e la chiamata della Nazionale. Neanche nei miei sogni più sfrenati.”

Paolo Garbisi, per il Corriere dello Sport

Garbisi debutta con la maglia del Mogliano in Eccellenza nella stagione 2017/2018, squadra dove aveva fatto tutta la trafila del settore giovanile. L’anno successivo viene selezionato per unirsi all’accademia FIR, la quale giocò il campionato di Serie A 2018/2019. Durante la stagione con l’accademia era già sotto gli occhi di tutte le società di Top10, incluso il Petrarca, corazzata del campionato domestico e in cerca di assicurarsi le prestazioni degli atleti più promettenti di ogni annata. Così accadde, e nella stagione 2019/2020 Paolo si spostò a Padova sotto la guida di Andrea Marcato. La stagione iniziò bene con 9 partite giocate, ma fu prematuramente fermata per via della pandemia che a fine febbraio 2020 aveva già preso in ostaggio il mondo. Al ripartire delle attività, nell’estate 2020, il Benetton Treviso si assicurò le prestazioni del ragazzo, forte anche del fatto che mediani d’apertura così promettenti in Italia se ne sono sempre visti pochi. Nessuno, in principio, si preoccupò della convivenza con Tommaso Allan, al tempo titolare del Benetton. Il ragazzo però è coriaceo e nelle prime uscite stagionali impressiona tutti, al punto da venir convocato per i recuperi del Sei Nazioni 2020, tenutisi in Autunno. Erano passati solo due anni dalla sua prima partita con l’accademia FIR, due e mezzo dal suo esordio fra i grandi, ed era già arrivata la chiamata in azzurro.

La partita di debutto di Garbisi, con tanto di meta all’Irlanda (24 Ottobre 2020).

La stagione col Benetton, fra mille difficoltà

“Intercept aside, Italy have a player in Garbisi.”

Brian O’Driscoll

A differenza della carriera di Garbisi, la stagione 2020/2021 del Benetton Treviso fu tutt’altro che splendente. Una stagione “monca” delle squadre sudafricane, che con un formato ridotto si prefiggeva di arrivare fino al Sei Nazioni in qualche modo, assegnando un titolo un po’ così, alla buona, sperando di non dover rinviare troppe partite a causa coronavirus. L’incubo però si concretizzò, e Treviso si trovò a dover rinviare molte partite, nonchè fronteggiare un numero esorbitante di atleti indisponibili fra quelli infortunati e quelli che testavano positivi. Un problema che afflisse anche altre squadre, come Cardiff, che dovette giocare il turno di Champions Cup schierando vari atleti semi-pro. In tutto questo bailame di brutte notizie, l’unica bella era questo numero 10 capace di leggere sempre e comunque la partita, impressionando avversari e tifosi con calci precisi e al contempo imprevedibili. Questa sua abilità porta Treviso a raggiungere inaspettatamente i quarti di finale di Challenge Cup, fra mille difficoltà. In quella partita, giocata a Montpellier in una pioggia scrosciante, Paolo Garbisi segna quasi tutti i punti della squadra. La tiene letteralmente a galla contro un avversario molto più forte, tant’è che anche noi, in un episodio di Leoni Fuori uscito poco dopo, dicemmo che “chissà, magari proprio Montpellier metterà gli occhi su questo ragazzo”. La partità finì 31-25 per i francesi, ma vi fu un solo vincitore, italiano, e con la 10 sulle spalle.

Gli highlights della partita di Challenge Cup fra Montpellier e Benetton, finita 31-25 per i francesi (11 Aprile 2021).

Le vittorie in Rainbow Cup

“He is a bit like the nugget of Italian rugby.”

Philippe Saint-André

Le cose iniziarono a cambiare dalla primavera, quando la Rainbow Cup entrò nel vivo. Si trattò di una competizione sperimentale che riuniva le 12 franchigie europee di Galles, Scozia, Irlanda e Italia, più le 4 franchigie sudafricane appena uscite dal Super Rugby (Bulls, Stormers, Lions, Sharks). In un momento di transizione epocale per il rugby internazionale, le quattro squadre più forti del Sud Africa entravano nell’orbita dell’emisfero nord. Questa competizione fu organizzata di modo tale da produrre una finale Nord vs Sud da giocarsi a… Treviso, grazie alle permissive regole inerenti il coronavirus in Italia in quel momento. Ed ecco che il Benetton Treviso mise da parte le ansie da prestazione derivanti dalla stagione regolare e si buttò a capofitto in questa breve ma significativa competizione, vincendo tutte le partite ed arrivando in finale contro i Vodacom Bulls di Pretoria. Broadcaster da tutto il mondo, pubblico sugli spalti, tifosi italiani e stranieri, un’occasione troppo ghiotta per farsela scappare per i Bulls: una partita con cui presentarsi ai futuri avversari del Nord. Di sicuro, Leinster, Munster, e compagnia stavano guardando. Ma avevano fatto i conti senza l’oste: già solo i primi cinque minuti di finale furono da scuola del rugby, con un Garbisi semplicemente ineccepibile: calci perfetti, sempre in profondità, sempre dietro le ali o l’estremo dei sudafricani, sempre a cercare il punto più difficile per andarla a riprendere, mettendo in crisi i trequarti sudafricani nel loro piano di gioco. La prima meta dell’incontro, ad opera di Monty Ioane, arrivò esattamente al quinto minuto di gioco: c’era qualcosa di speciale nell’aria. Con un roboante 35-8, fu Treviso ad alzare la coppa di fronte ai suoi tifosi, e Garbisi a vincere il premio di Man of the Match con una prestazione da incorniciare. Il ragazzo era ormai un uomo.

Gli highlights della finale di Rainbow Cup (16 Giugno 2021), nella quale Paolo Garbisi vinse anche il titolo di Man of the Match.

La chiamata di Saint-André

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
Il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso

Fabrizio de Andrè – Fiume Sand Creek

Quando giochi una stagione così, specialmente se sei un numero 10, non ci metti tanto ad attrarre le attenzioni delle big. A inizio luglio 2021, i tifosi e le tifose biancoverdi stavano ripensando alla coppa appena vinta, proiettando numerose ambizioni sulla stagione a venire. Due innesti di valore, qualche cambio in più, e possiamo davvero puntare in alto. La quiete venne però rotta da un annuncio a bruciapelo: Paolo Garbisi aveva firmato col Montpellier Herault. Nello scompiglio generale, il Benetton Rugby pubblicò un post (poi rimosso), dichiarando di aver appreso la decisione del giocatore. Chiaramente, era mancato qualcosa a livello comunicativo, ma se Garbisi era là, l’autorizzazione era arrivata dall’alto. Il presidente federale Marzio Innocenti si schierò col ragazzo, e così fece Kieran Crowley, neo-CT dell’Italia, difendendo le ambizioni di Garbisi e la scelta di mettersi in gioco. Non fu facile da digerire, perché Treviso aveva appena dovuto fare i conti con la partenza di Tommy Allan direzione Harlequins. Perdendo entrambe le aperture, Treviso si trovava a dover ricostruire in fretta un reparto dove le capacità tecniche sono importantissime e rare da trovare. Nel frattempo, però, Paolo era già a Montpellier e sognava il primo allenamento con Handré Pollard.

Paolo Garbisi si racconta ai microfoni di Zone de Rencontre, una trasmissione curata dal Montpellier Herault dove i giocatori si raccontano ai tifosi.

La vittoria di Cardiff

“For a few players in the other teams, it is quite normal to win. This wouldn’t be the same for me. I would cry.”

Paolo Garbisi, on Rugbypass

Al momento delle convocazioni dell’Italia per il Sei Nazioni 2022, il campionato del Montpellier Herault era un ottimo campionato. Dieci le partite giocate da titolare fin lí da Garbisi, dodici se contiamo anche quelle da subentrato. Un bottino notevole, considerato che l’alternativa all’apertura era Pollard, numero 10 degli Springboks. Con una stagione così sulle spalle del ragazzo, il pubblico azzurro era convinto di avere qualche arma in più per questo torneo dove spesso è costretto a vedere sconfitte poco onorevoli. La prima partita contro la Francia dimostrò che le attese non erano infondate: un bel calcio di Garbisi dalla linea dei 5 metri a cercare il debuttante Menoncello sull’out di destra lo trovò preparato a ghermire la palla come un ricevitore di NFL, danzando sulla linea e schiacciando in meta. A fine primo tempo, l’Italia era in partita. Purtroppo non finì con una vittoria, e non finirono in vittoria neanche le tre partite successive contro Inghilterra, Irlanda e Scozia. Ma a Cardiff, la storia cambiò: un’Italia determinata, un Galles supponente, un pubblico sornione, una bella giornata di Marzo, tutti insieme fecero il miracolo. L’Italia vinse la partita grazie a una magistrale prestazione difensiva, ma anche e soprattutto grazie ad un uso sapiente del piede da parte di Garbisi, Padovani, Marin e Braley. Al 78′ minuto del secondo tempo, avvenne la famosa meta di Padovani dopo il break di Capuozzo. Poco più tardi, un concentrato Garbisi si recò sulla piazzola per trasformare il calcio della vittoria. Un calcio semplice, frontale, da pochi metri, impossibile da sbagliare. Ma come ti tremano i piedi in quelle circostanze, nessuno può dirsi sicuro di farcela. Paolo prese la rincorsa, infilò il calcio fra i pali, e come colto da un malore, si accasciò a terra incredulo e sopraffatto. Mentre le telecamere inquadravano un tifoso italiano che scandiva le parole se-ven yea-rs col sorriso più bello che c’è, Paolo se ne stava a terra, odorando l’erba del Principality e lasciando che le emozioni, tutte quante, prendessero possesso di lui. Aveva riportato l’Italia alla vittoria dopo sette anni. E stava piangendo.

Paolo Garbisi si accascia a terra dopo aver trasformato il calcio della vittoria contro il Galles nel Sei Nazioni 2022.

Il bouclier de Brennus

“Avevate bisogno di un italiano per vincere il Brennus!”

Paolo Garbisi a Le Figaro dopo la vittoria

Ci sono pochi titoli più difficili da vincere di quello di Francia. Un campionato pieno di giocatori giganteschi pronti a sfondarti una costola ad ogni placcaggio, di figiani in cerca di fortuna, di vecchie glorie francesi, e di nuove leve uscite dal sistema formativo francese (JIFF) in cerca di attirare l’attenzione di Fabien Galthiè. Se poi giochi al Montpellier, una delle squadre più ricche del torneo, il mirino è ancora più spesso presente su di te. L’Herault non distrusse esattamente gli avversari, ed arrivò secondo in stagione regolare dietro a Castres, squadra decisamente meno organizzata economicamente ma molto compatta e quadrata. Il secondo posto permise a Montpellier di saltarsi un turno di playoffs, affrontando il Bordeaux di Federico Mori il 18 Giugno 2022, partita vinta per 19-10. Solo sei giorni dopo, la finale contro Castres. La partita fu a senso unico, col primo tempo che si chiuse 23-3 per l’Herault e la partita che finì 29-10. Il Montpellier Herault si laureò campione di Francia, per la prima volta nella sua storia, nonostante le vagonate di soldi investite negli anni dietro acquisti di spessore. Paolo Garbisi ritornò negli spogliatoi, vide Guilhem Guirado fare un powerslide colpendo il trofeo, vide la squadra festante, la gioia e l’emozione più viscerale, e si accese un sigaro come fece LeBron James dopo il titolo NBA del 2020. “Ci voleva un italiano”, pensò, “magari poi lo dico alla stampa, vediamo come reagiscono”. Il ragazzo veneto che solo due anni prima debuttava fra i professionisti aveva completato un biennio da incorniciare, facendo alzare un trofeo al Benetton Rugby, riportando l’Italia alla vittoria, e vincendo il titolo di Francia col Montpellier. Qualcuno dice che le coincidenze non esistono, esiste solo il duro lavoro. E questo qualcuno, probabilmente, è Paolo Garbisi.

Gli highlights della finale di Top14 fra Montpellier e Castres, vinta dal Montpellier per 29-10 (24 Giugno 2022).

3 pensieri riguardo “Due soli anni di Paolo Garbisi

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