Il mondo del rugby è una piccola cerchia di gente che spesso si conosce anche di persona, un misto di appassionati, ex-giocatori e giocatrici, i loro figli e le loro figlie, e le persone ad essi vicine. Per quanto accogliente, è un mondo dove è difficile entrare principalmente perché il rugby non è uno sport immediato da capire, che si può giocare in maniera semplice con gli amici al parco mettendo due zaini per terra per fare una porta. O meglio, si può, e l’ho fatto anch’io, ma non è una pratica così diffusa e le regole del rugby non sono semplici di primo acchito. Molta gente si appassiona al rugby vedendolo in TV o a bordo campo con degli amici, ma si trova poi spaesata nel formare un proprio percorso all’interno di questo sport. Chi tifo? Chi seguo? Chi è forte e chi no? In questo articolo proverò a introdurre le 16 squadre di URC a chi, come molti, non ne sa niente ma vorrebbe capirci qualcosa e magari guardare qualche partita in più nella prossima stagione.

Una lega internazionale
Lo URC è una lega internazionale esistente sotto altri nomi dal 2001, che raccoglie l’eredità della cosiddetta “lega celtica” nata come unione di squadre gallesi, irlandesi e scozzesi. Ad oggi lo URC comprende squadre da Italia, Irlanda, Galles, Scozia e Sud Africa. Questa ampia distribuzione geografica è dovuta al fatto che il numero di club professionistici di rugby in Europa e nel mondo non è molto elevato. Nel mondo del calcio, il numero di club professionistici è notevolmente superiore, e quasi tutte le nazioni dove il calcio è importante riescono ad avere un proprio campionato domestico professionistico ed autosufficiente, inclusa una o due serie cadette. Questo non avviene nel rugby, o perlolmeno non in tutte le nazioni. In Europa solo Francia e Inghilterra hanno campionati domestici totalmente professionistici ed una serie cadetta in cui poter retrocedere. Anche l’Italia ha un campionato domestico, il Top10, ma si tratta di una lega semi-pro non comparabile in termini economici e strutturali nè a Francia (Top14) nè a Inghilterra (Premiership). Assieme a queste due, lo URC è la terza lega professionistica europea, alla quale partecipa anche il Sud Africa con 4 squadre. Il Sud Africa è una rugby powerhouse e possiede la sua lega interna (la Currie Cup) nonchè quattro franchigie territoriali. Fino all’anno scorso con queste quattro squadre ha partecipato al Super Rugby, il campionato transnazionale del sud del mondo con Argentina, Sud Africa, Nuova Zelanda, Australia e per un po’ di tempo Giappone. Ora, invece, le quattro franchigie sudafricane sono entrate in questo campionato europeo che si confà di più al loro fuso orario. La struttura di questo campionato comprende una tabella unica da 16 squadre, a loro volta suddivise in quattro shields organizzati geograficamente: Irlanda, Galles, Sud Africa, e Scozia+Italia. La suddivisione in shields serve a garantire l’accesso alle coppe europee nonché a determinare il formato di alcune partite.

Le italiane
L’Italia partecipa al campionato dal 2010 con due squadre: il Benetton Rugby di Treviso e le Zebre Rugby di Parma. La prima è uno storico club di rugby italiano che ha fatto parte del campionato italiano fino al 2010, vincendo una notevole quantità di titoli (15). La seconda, invece, è una franchigia federale gestita in partecipazione con la Federazione Italiana Rugby. Delle due squadre, è il Benetton Treviso ad aver raccolto più soddisfazioni nella lega celtica, in particolare con la vittoria della Rainbow Cup organizzata nel 2021 per far fronte al grande numero di rinvii di partite dovuti alla pandemia di coronavirus. Si è trattato del primo trofeo internazionale per un club di rugby italiano. Nei precedenti anni, però, Treviso ha raggiunto i playoff in una sola occasione (2018/2019), perdendo ai quarti per 15-13 contro il Munster, una delle squadre più forti. Le ambizioni trevigiane sono quelle di essere competitivi coi migliori, ma la realtà spesso ha presentato il conto, ridimensionandole. Quest’anno la squadra è stata impostata per tentare concretamente l’obbiettivo playoff, con una campagna acquisti basata su un mix di giovani di talento (Izekor, Albanese, Passarella, Frangini) e giocatori esperti (Stowers, Scrafton, Ratave, Hidalgo-Clyne, Watson). Questi, sommati ai tanti campioni già in rosa di cui 23 in nazionale italiana, cercheranno di centrare l’obbiettivo. Le ambizioni delle Zebre sono invece quelle di rilanciarsi dopo tanti anni nei quali sono state considerate come un progetto fallimentare. Una nuova gestione societaria con più autonomia (Michele Dalai), tantissimi giovani di interesse nazionale (Simone Gesi, Lorenzo Pani, Ion Neculai, e tanti altri), e un coach con grande esperienza nei settori giovanili italiani (Fabio Roselli). Lo scoreboard delle due squadre italiane nel torneo è, in tutta onestà, non eclatante, con molti piazzamenti nella parte bassa della classifica. In uno sguardo d’insieme a questi 12 anni di esperienza celtica, le due franchigie italiane hanno senza dubbio migliorato la loro struttura e la loro capacità di produrre talenti compatibili con il livello internazionale. Ora mancano solo i risultati con continuità.

Le irlandesi
L’Irlanda è la regina di questo campionato, o per lo meno lo è stata fino all’ingresso delle squadre sudafricane dal Super Rugby (stagione 2021/2022). Dal 2001 ad oggi sono stati disputati 21 campionati fra URC, Pro14, Pro12, e Celtic League, di cui 13 vinti da squadre irlandesi. L’isola smeraldo partecipa allo URC con quattro squadre, che rappresentano le sue omonime regioni: Leinster, Munster, Ulster, e Connacht. È interessante come nel caso del rugby l’Irlanda si presenti unita con l’Irlanda del Nord (“Ulster”) mentre nel caso del calcio non sia così. Leinster è la squadra di Dublino ed è la più forte fra le quattro, nonchè la più ricca e dotata di infrastrutture. Fra i giocatori della nazionale irlandese, la grande maggioranza veste o ha vestito la maglia di Leinster. I blu di Dublino hanno vinto il titolo celtico in 8 occasioni, quattro dei quali dal 2017 ad oggi. Ha anche vinto quattro volte la Heineken Champions Cup, la principale coppa europea, e una volta la Challenge Cup (la coppa cadetta). La loro academy è ammirata e copiata in tutto il mondo, in particolare in Italia, dove il modello di formazione dei giovani talenti ricalca quello della provincia dublinese. La seconda squadra irlandese è il Munster, squadra del sud dell’isola, che rappresenta le zone di Limerick e Cork. La cosiddetta red army è una squadra tutto-cuore con un famoso motto: to the brave and faithful, nothing is impossible. Se siete amanti dello sport più romantico, delle sfide impossibili, di Davide contro Golia, non potete non amare questa squadra. Gli honours del Munster, che comunque comprendono tre campionati e due Heineken Cup, sono fin troppo pieni di finali perse, colpi di sfortuna, e brucianti delusioni. Ma una cosa è certa, si tratta forse del miglior pubblico del torneo. Il Thomond Park pieno che canta Stand Up & Fight è una delle esperienze da brividi di questo sport. La terza squadra irlandese è Ulster, la squadra di Belfast. I bianchi sono una squadra che sta diventando una realtà nella cima della classifica negli ultimi anni, nonostante abbiano vinto il torneo in un’unica occasione nel 2005/2006. Nel loro palmarès, a parte quel campionato, solo una Heineken Cup nel 1998/1999. Nell’ultima edizione del torneo hanno raggiunto le semifinali, perdendo all’ultimo secondo contro gli Stormers di Cape Town, squadra che ha poi vinto il torneo. Cantando Stand up for the Ulstermen (sulle note di Go West dei Village People), C’è grande attesa per questa squadra che ogni anno produce prestazioni al di sopra delle aspettative. La quarta ed ultima squadra è Connacht, squadra di stanza a Galway nel nord ovest dell’isola. I verdi di Galway hanno vinto il campionato un’unica volta, nel 2015/2016, e raggiunto qualche volta le semifinali della Challenge Cup, ma sono considerati la franchigia di sviluppo del rugby irlandese. I giocatori promettenti vengono mandati lì a farsi le ossa.

Le gallesi
Se il campionato è stato vinto 13 volte da una squadra irlandese, è anche stato vinto 6 volte da una squadra gallese. Il galles è la terra del rugby per eccellenza, e partecipa al campionato con 4 squadre regionali, che raggruppano il meglio dei talenti di una specifica area geografica. La squadra che ha vinto più titoli (4) sono gi Ospreys, squadra di Swansea. Nacquero nel 2003 da una partnership regionale fra il Neath RFC e Swansea RFC, non senza proteste dei tifosi dei due club. Per questo motivo, non godono di enorme fama nel loro territorio in quanto i tifosi hanno faticato a superare la rivalità. Questa collaborazione ha però portato ai quattro titoli citati prima, anche se l’ultimo risale al 2011/2012. Nell’ultima decade poche soddisfazioni. La seconda squadra per titoli sono gli Scarlets, con due. Gli Scarlets sono di stanza a Llanelli, storico luogo rugbistico gallese. I draghi dalla maglia rossa, a differenza degli Ospreys, non sono il risultato di una fusione di due club ma sono un club fondato nel 1872 con una sua identità storica ben rappresentata dal loro stadio, il Parc y Scarlets, impianto da quasi 15,000 posti decorato dei colori societari e con una gigantesca scritta Diolch! (“grazie”) in una delle due curve. Il secondo dei due titoli degli Scarlets risale al 2017, mentre il primo al 2004. Gli Scarlets sono la propaggine regionale del Llanelli RFC, club storico della Welsh Premier Division. Sebbene siano un club singolo, agli Scarlets fanno capo una serie di club locali, cosa che accende le rivalità fra comunità gallesi che non si sentono del tutto rappresentate. Un’altra squadra importante del Galles è il Cardiff Rugby. Per i blu, nessun campionato vinto ma due trofei europei in bacheca, le Challenge Cup del 2010 e del 2018. Come per gli Scarlets, anche il Cardiff Rugby è una squadra regionale di proprietà di un club locale, il Cardiff RFC. Nelle ultime stagioni le soddisfazioni non sono state tante, in quanto il rugby gallese versa in un precario stato economico da qualche anno. In generale, la situazione attorno alle franchigie regionali gallesi è tesa: i tifosi non si riconoscono molto nelle squadre regionali e tendono a preferire il campionato domestico, le squadre non producono risultati soddisfacenti, e si sta pensando ad una riorganizzazione. Uno dei bersagli di questa riorganizzazione potrebbe essere la quarta squadra: i Dragons, da quest’anno Dragons RFC. Rispetto alle altre tre squadre regionali, i Dragons sono gestiti in compartecipazione fra il Newport RFC e la Welsh Rugby Union, un po’ come le Zebre in Italia. Di stanza a Newport, i Dragons sono un po’ il brutto anatroccolo del rugby gallese: poche vittorie, pochi soldi, pochi tifosi. Si tratta di una franchigia che ha sempre avuto delle difficoltà a farsi rispettare nel panorama del rugby del Galles, ed infatti ad oggi si parla di ristrutturazione soprattutto nei termini di una possibile eliminazione di questa squadra dai piani della federazione, riducendo il numero delle franchigie a tre. Molto avranno da dimostrare nell’anno che viene se vogliono restare a galla. Più in generale, se il Galles vi sembra l’Italia, è probabilmente perché ci assomigliano molto: il campanilismo è forte (guarda qui), ma si collabora a denti stretti per pagare le bollette.
Le scozzesi
Il rugby in Scozia è meno sentito che in Irlanda e Galles, seppur essendo uno sport importante. La Scozia partecipa a questo campionato con due squadre, Edimburgo e Glasgow. Per questa ragione, le due scozzesi sono state raggruppate con le due italiane in uno dei quattro shields. Edinburgh Rugby è una società nata nel 1872 che si è riorganizzata negli anni 90 per diventare professionistica (come tutto il rugby, dal 1995) come anche i rivali del Glasgow. Non ha mai vinto il campionato nè alcuna coppa europea, sepppur andandoci vicino nel 2015, perdendo la finale di Challenge Cup. Nella stagione 2021/2022 è rimasta per molto tempo al comando della classifica proponendo un gioco arioso ed elegante grazie al nuovo allenatore Mike Blair, vera bandiera del club. A metà stagione si pensava potessero vincere URC e coppa europea, ma nel corso della seconda metà del campionato hanno poi perso tutto il vantaggio acquisito con una sequela di sconfitte che li ha visti rischiare di non qualificarsi neanche ai playoff. Edimburgo è una squadra elegante, signorile e piacevole da vedere, le divise sono molto belle, i tifosi sono tranquilli e competenti, l’Edinburgh Rugby Stadium è un piccolo salotto sportivo. Nel complesso, si tratta di una squadra con un certo appeal. Forse con meno appeal, ma con un titolo in bacheca sono invece i Glasgow Warriors, squadra dell’altra grande città della Scozia, che ha vinto il campionato celtico nel 2015. Glasgow ed Edimburgo sono le due sopravvissute delle originali quattro squadre regionali scozzesi. I Warriors hanno assorbito parte di una di queste (i Caledonia Reds), mentre l’altra (i Border Reivers) venne assorbita da Edimburgo. Dopo 20 anni di lega celtica, le due squadre scozzesi hanno ad oggi due fanbase abbastanza consolidate e poche rivalità interne se comparate con quelle del Galles. Aver consolidato tutte le risorse in due unici nodi, ma senza snaturarne l’ìdentità di club originale, ha pagato in termini di competitività per una nazione piccola come la Scozia.
Le sudafricane
Il Sud Africa si è unito a questa competizione dalla stagione 2021/2022. Vincendola. Da sempre terra ovale, e attualmente campioni del mondo dopo la coppa del mondo del 2019, i sudafricani sono avversari ostici per tutti. Le quattro squadre che si sono unite allo URC sono quelle che fino all’anno prima competevano nel Super Rugby, altro campionato internazionale con squadre (a seconda degli anni) da Argentina, Sud Africa, Nuova Zelanda, Australia, e talvolta Giappone. Le quattro squadre sono i Bulls di Pretoria, i Lions di Johannesburg, gli Stormers di Città del Capo, e gli Sharks di Durban. Fra il 2017 e il 2020, due squadre sudafricane si erano unite a questo campionato: i Cheetahs, storica squadra di Bloemfontein, e i Southern Kings di Port Elizabeth. Le quattro squadre entrate nell’ultima stagione sono più organizzate e capaci economicamente, ed hanno portato un tangibile incremento degli ascolti e degli incassi a questo torneo transnazionale. Di queste, la più blasonata sono di sicuro i Bulls che hanno vinto il Super Rugby nel 2007, 2009 e 2010, unica squadra sudafricana a riuscirci. Delle altre, gli Sharks vantano 4 finali perse, i Lions 3, e gli Stormers 1. I Bulls sono anche la squadra che il Benetton Rugby sconfisse per 35-8 a Treviso nella finale di Rainbow Cup del 2021. Il tifo a Pretoria è molto caldo, e come detto dal capitano degli Springboks Siya Kolisi, they’re not afraid to tell you what they think of you. I tifosi dei Bulls sono rinomati per i loro elmi con le corna, e in quest’ultima stagione possono vantare di aver preso lo scalpo del Leinster in semifinale del torneo (vinta 26-27 a Dublino). Una squadra che negli ultimi anni ha costruito tanto e si è portata al top sono gli Sharks. La squadra di Durban è stata comprata di recente da Marco Masotti, imprenditore sudafricano di stanza a New York con chiare origini italiane. Si tratta di un imprenditore visionario che intende portare il club ai vertici del club rugby mondiale, ragion per cui ha speso una notevole cifra per portare alla sua corte Eben Etzebeth, l’imponente seconda linea del Tolone e del Sud Africa. Gli Stormers di Città del Capo sono i campioni vigenti dello URC 2021/22, dopo aver battuto i Bulls in finale. Nessuno a inizio stagione li avrebbe detti vincitori, ma il loro gioco atletico e rapido ha messo in crisi diverse difese, anche grazie ad alcuni interpreti magistrali dei ruoli più rapidi, ad esempio Leolin Zas e Warrick Gelant, fra i migliori trequarti del torneo. Infine, i Lions sono la squadra al momento meno in forma ma con il miglior passato recente, le tre finali di Super Rugby giocate nel 2016, 2017 e 2018 (perse). Questa stagione non ha detto particolarmente bene ai leoni di Johannesburg, ma si tratta di una squadra insidiosa da affrontare, soprattutto quando in campo c’è Jordan Hendrikse, promettente mediano d’apertura e fratello del mediano di mischia Jaden Hendrikse, in orbita Springboks. Nel complesso, l’ingresso dei saffa nella competizione ha innalzato drasticamente la competitività: ad oggi, lo URC è a tutti gli effetti una “terza forza” nel rugby europeo assieme a Top14 e Premiership.
La stagione 2021/22
Per concludere questo articolo lunghissimo, ho deciso di fare un recap della stagione appena finita. Se vi state avvicinando a questo sport e questo campionato, infatti, troverete molto utile sapere com’è andata la scorsa stagione. Lo URC prevede una stagione regolare che determina le otto squadre meglio piazzate. Queste otto si giocano poi dei playoff in stile NBA, accoppiando 1 vs 8, 2 vs 7, 3 vs 6 e 4 vs 5. Ecco la classifica finale della stagione regolare:
Rank | Team | Wins | Draws | Losses | Bonus points | Diff. score | Points |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | Leinster | 13 | 0 | 5 | 15 | 270 | 67 |
2 | DHL Stormers | 12 | 2 | 4 | 9 | 153 | 61 |
3 | Ulster | 12 | 0 | 6 | 11 | 115 | 59 |
4 | Vodacom Bulls | 11 | 0 | 7 | 14 | 130 | 58 |
5 | Cell C Sharks | 11 | 1 | 6 | 11 | 145 | 57 |
6 | Munster | 11 | 0 | 7 | 12 | 183 | 56 |
7 | Edinburgh | 10 | 1 | 7 | 12 | 103 | 54 |
8 | Glasgow Warriors | 10 | 0 | 8 | 10 | 33 | 50 |
9 | Ospreys | 10 | 0 | 8 | 6 | -52 | 46 |
10 | Scarlets | 8 | 0 | 10 | 13 | -40 | 45 |
11 | Connacht | 9 | 0 | 9 | 5 | -103 | 41 |
12 | Emirates Lions | 8 | 0 | 10 | 9 | -42 | 41 |
13 | Benetton | 6 | 1 | 11 | 9 | -76 | 35 |
14 | Cardiff Rugby | 7 | 0 | 11 | 4 | -208 | 32 |
15 | Dragons | 2 | 1 | 15 | 9 | -242 | 19 |
16 | Zebre Parma | 1 | 0 | 17 | 5 | -369 | 9 |
Per quanto riguarda le squadre italiane, le soddisfazioni non sono state tante anche vista la stagione estremamente deludente delle Zebre. Treviso, dal canto suo, sperava di giocarsi i playoff ma a qualche giornata dalla fine, complici due sconfitte di troppo, si è trovata tagliata fuori. Le squadre scozzesi si possono dire serene, avendo raggiunto entrambe i playoff, ma forse Edimburgo avrebbe potuto conservare meglio il vantaggio che la vedeva in cima alla classifica in inverno. Le squadre gallesi sono le grandi deluse, con nessuna di esse qualificata per i playoff. Cardiff, addirittura, è stata sconfitta da Treviso per 69-21 in una partita di fine campionato dove parevano già in vacanza, la peggior sconfitta di sempre subita da una squadra gallese in URC. Per quanto riguarda le squadre irlandesi, e le loro ambizioni, tutte tranne Ulster hanno qualcosa da rimpiangere. Connacht non si è qualiticata ai playoff ma avrebbe potuto, se avesse vinto anche solo una partita in più contro gli avversari chiave. Munster ha pagato un avvio di stagione non molto eccitante arrivando sesta, posizione cui certo non è abituata, arrivando spesso in finale del torneo. Leinster, abituata a vincerlo, si è vista sconfitta in semifinale in casa sua dai Bulls per un punto. Ulster, invece, nonostante la sorte identica a Leinster (sconfitta all’ultimo secondo in semifinale) può guardare al futuro con serenità: per poco non vinceva le semifinali in Sud Africa in casa degli Stormers, che poi hanno vinto il titolo. Le squadre sudafricane, dal canto loro, non possono che gioire. Tre su quattro si sono qualificate ai playoff, due sono arrivate in finale, e una ha vinto il torneo, il tutto alla prima partecipazione. Si tratta di un torneo ormai estremamente competitivo dove neanche i campioni (vedi Leinster) ricevono nessun regalo. Nella prossima stagione ci sarà da divertirsi.

Un pensiero riguardo “Lo URC e le sue squadre per chi non li conosce bene”