Il prossimo weekend, Treviso affronterà i milionarios del Tolone negli ottavi di finale della EPCR Challenge Cup. Questo avviene grazie alla vittoria per 17-7 ottenuta ai danni dei francesi del Perpignan, partita vinta a Treviso fra le mura amiche sotto un temporale scrosciante. Nel lasso di tempo che va dalle due e mezza alle quattro di pomeriggio a Treviso era caduta così tanta acqua dal cielo che sembrava impossibile drenare il campo in tempo. Nel riscaldamento, Ioane e Ratuva hanno approfittato delle pozze d’acqua per effettuare un po’ di prese al volo in slittamento, accompagnati dalle note di alcuni classici del rap anni 90 suonati dalle casse dello stadio. Entrambi ottimi ballerini, va detto. Nel frattempo, un ispiratissimo Padovani aveva notato qualcosa di plastica (probabilmente un bicchiere di birra) appoggiato forse di proposito in cima alla tenda delle birre e aveva deciso di provare a colpirlo con il pallone da trenta metri. Perché no, del resto i calci lunghi li doveva provare comunque. Al quinto tentativo ci è riuscito, scatenando i pochi tifosi già allo stadio, fra cui noi. Non l’avessimo mai fatto: si è fatto dare un paio di palloni, e ha deciso che il prossimo obbiettivo da colpire erano i seggiolini vicini a noi; per fortuna nessun ferito. I tifosi dell’USAP nel frattempo avevano iniziato ad arrivare, salendo dal bar del piano terra armati di parrucche, trombette, tamburi ed estreladas. Caldissimi, come sempre, invadevano lo stadio cantando e festeggiando come una marea giallorossa. Non sembrava esserci un clima particolarmente teso da nessuno dei due lati, non fosse che il clima pareva aver deciso che fosse fine Gennaio alle isole Svalbard.

Un match contro l’USAP per larghi tratti dimenticabile
Nel primo tempo gli eventi degni di nota sono stati pochissimi. Nella prima mezz’ora di gioco solo tre punti su calcio piazzato per Treviso ad opera di Da Re, con varie visite nei 22 avversari mai concretizzate e spesso terminate per errori di distrazione o di fretta. Dal canto suo l’USAP è apparso un po’ sottotono e distratto, facendosi spesso infilare e sbagliando alcuni calci non complicati. Come detto da molti media, per loro si trattava di una partita forse di troppo nel percorso per raggiungere la salvezza in Top 14: la formazione da loro schierata, ricca di turnover, ne era lo specchio. L’emblema del primo tempo è stato senza dubbio lo scontro fra Ratuva e Duvenage nel tentativo di catturare un pallone in aria, il quale è poi ruzzolato nelle mani del più avanzato giocatore francese: grounding e meta nell’imbarazzo generale, col primo tempo che si è concluso sul 3-7 per i francesi. A inizio secondo tempo Bortolami ha però azzeccato tutti i cambi, in particolare quello di Albornoz che ha rilevato uno sbiadito Ratuva. Proprio l’argentino ha siglato la prima meta trevigiana al 51′ con un belllissimo line break, e ha successivamente calciato un paio di 50-22 da manuale. Il capolavoro della partita si è compiuto qualche minuto dopo: Ivan Nemer, ricevendo una palla rubata, si dimentic di essere un pilone, e calcia una 50-22 perfetta ammutolendo lo stadio. Ivan Nemer. I compagni sbalorditi lo hanno fissato per qualche secondo mentre lui faceva spallucce, come fosse qualcosa che sapeva fare ad occhi chiusi. La partita si è poi conclusa sul 17-7, un risultato che ha rispecchiato larga parte i valori visti in campo.

Errori ed imprecisione la fanno da padroni
Tanti, troppi gli errori commessi da Treviso in una partita così importante come quella contro l’USAP. Senza dubbio salta all’occhio il dato sulle rimesse laterali sbagliate. C’è qualcosa che non va nelle touche, che in questa partita hanno fatto registrare un successo del 74% (20/27). Ho pochi elementi per giudicare e non ho potuto rivedere la partita perché non disponibile on demand in nessun servizio di streaming. Mi posso dunque solo basare sui miei appunti presi allo stadio: sembra esserci una certa difficoltà a coordinare tallonatore, torre, sostegni, e spinta. La palla viene rubata un po’ troppe volte, o lanciata troppo lunga, o la torre sale tardi, o viene anticipata troppo facilmente. Il vento non ha aiutato, ma non è la prima partita in cui la touche non funziona, e dunque le condizioni atmosferiche non sono le uniche responsabili. Molto ci sarà da lavorare su questo fondamentale per non perdere quel che è sulla carta uno dei nostri punti di forza. Il dato più preoccupante però è secondo me quello degli errori commessi nella 22 avversaria. Se è vero che siamo bravi a difendere, quando si tratta di convertire in punti un avanzamento di successo riusciamo matematicamente a complicarci la vita. Ben 6 sono gli errori commessi nella metà campo avversaria contro i 2 commessi dall’USAP. Questo è sintomo di poca lucidità mentale nel momento in cui più bisogna esserlo per concretizzare qualcosa. Non a caso anche nell’ultima partita contro Connacht, nonostante il ritorno dei nazionali, si era seminato molto più di quanto è stato raccolto. Questo problema, unito a quello delle touche, dovrà essere il perno della prossima sfida contro un avversario di ben altra portata: il Tolone di Sergio Parisse, Gabin Villiere, Eben Etzebeth e Cheslin Kolbe. Contro squadre così organizzate non si può commettere errori di questo tipo se si vuole passare il turno.
Tolone fra gloria passata e acquisti faraonici
Il Rugby Club Toulonnais è una società storica e nobile del rugby francese. Fondata a inizio novecento, ha vinto il Top14 in sole quattro occasioni (l’ultima nel 2014) restando però al top del rugby transalpino per quasi tutta la sua storia. Ben nove le finali di Top14 perse, infatti, a testimonianza del valore della squadra. Quando uno pensa “Tolone” non può che pensare alla squadra in stile milionarios che vinse la Heineken Cup tre volte di fila fra il 2013 e il 2015. In quella squadra giocavano giocatori come il nostro Martin Castrogiovanni, ma anche Bakkies Botha, Mathieu Bastareaud, Steffon Armitage, Delon Armitage, Bryan Habana, Matt Giteau e Johnny Wilkinson solo per fare alcuni nomi. La formazione della finale del 2014 fa paura. Altri campioni passati di là nei 5-10 anni precedenti furono ad esempio i vari All Blacks Tana Umaga, Andrew Mehrtens, e Sonny Bill Williams, ma anche Ramiro Pez e Santiago Dellapè per quanto riguarda l’Italia (2008-09); la lista di giocatori internazionali passati per la città francese è infinita, e potete consultarla qui. La squadra che vinse quelle tre coppe è tuttora ricordata come una delle squadre più iconiche del rugby moderno, ed era allenata da Bernard Laporte, attualmente presidente della FFR e vice-chairman di World Rugby. Questi nomi importanti erano frutto di una politica messa in atto dal presidente Mourad Boudjellal, ricco figlio della città di Tolone e tifosissimo del club, che dal 2006 ne aveva rilevato la proprietà dopo alcuni anni di difficoltà finanziarie. Sfruttando i lauti guadagni della sua casa editrice di fumetti, la Soleil, Boudjellal mise in atto un vero e proprio import di giocatori di prima fascia per rilanciare le ambizioni del club. Risaliti in Top14 nel giro di pochi anni, furono una delle squadre più forti della decade 2010-2020.
Un Tolone non al massimo
La rosa attuale del Tolone incute timore. Alcuni nomi di spicco sono Jean-Baptiste Gros, Eben Etzebeth, Leone Nakarawa, Quinn Roux, Facundo Isa, Charles Ollivon, Sergio Parisse, Baptiste Serin, Louis Carbonel, Cheslin Kolbe, Gabin Villiere. E non sono gli unici. Nonostante il cambio di presidenza avvenuto nel 2020, i tempi non sono cambiati per quanto riguarda l’accumulo di talenti internazionali di indubbio valore. Con i suoi 18,200 posti, inoltre, lo Stade Mayol non è esattamente il migliore dei posti per compiere un’impresa se sei la squadra in trasferta. Si tratta, tuttavia, di una stagione particolare per i francesi. A prescindere dall’elevato numero di internazionali e superstar del rugby, infatti, sino a poche settimane fa Tolone rischiava seriamente di rimanere invischiata nella lotta-retrocessione con Perpignan e Biarritz. Talmente tanto, che lo stesso Sergio Parisse ha rifiutato di giocare contro la Scozia a Roma nel 6 Nazioni e di rimanere a Tolone per aiutare il suo club a guadagnare punti sul fondo-classifica. La situazione ora sembra essersi stabilizzata e riesce facile ipotizzare che Tolone possa mettere in campo il meglio a sua disposizione per provare a progredire in coppa, dato che la stagione di Top14 ormai ha poco da dire. Nell’ultima partita, giocata Sabato contro Biarritz, ha perso di tre punti (20-17). Si trattava però del quarto turno di Challenge Cup, con un Tolone primo nel girone anche in caso di sconfitta, e contro un avversario al momento ultimo in Top 14. Inevitabile il turnover e la mancanza di vere motivazioni. Sin dal pilou pilou, insomma, bisognerà scendere in campo con l’idea che la squadra di fronte non è nel suo momento migliore ma che in termini di qualità ci è sopra di varie lunghezze.
Come vincere a Tolone?
Bella domanda. Di sicuro la risposta non ce l’ho io, che non sono nemmeno un allenatore. Guardando la lista dei giocatori a disposizione delle due squadre, si rischia di essere sotto sia nella mischia che nel gioco rotto in termini di peso e di qualità. In mischia, nell’ultima partita contro Biarritz hanno messo in campo 912 kg nonostante il turnover mentre noi, giocando con giocatori importanti, siamo rimasti fermi a 873 kg. Il peso non è tutto ma a quei livelli si tratta di una distanza notevole in termini di chili. In termini di infortuni, i giocatori al momento fuori sono Kieran Brookes, Raphaël Lakafia, Anthony Etrillard, Théo Dachary, Julien Ory e Julien Hériteau. I nomi grossi come Jean-Baptiste Gros, Christopher Tolofua, Eben Etzebeth, Facundo Isa, Sergio Parisse, Baptiste Serin, Duncan Paia’aua, Gabin Villière e Aymeric Luc sono stati tenuti cautamente a riposo contro i baschi del Biarritz. Alcuni dati saltano all’occhio quando si guarda ai punti subiti e i falli commessi. In 11/26 partite (42%) hanno subito almeno 20 punti, cifra che sale a 17/26 (65%) se mettiamo la soglia a 15 punti. In 14/26 occasioni (54%) hanno subito almeno due mete, a prescindere dal risultato finale, e in moltissime occasioni hanno concesso molti calci agli avversari, segno di una squadra non esattamente disciplinata. La chiave della loro stagione così-così è sicuramente in queste due componenti, segno che Treviso potrebbe avere una chance di restare in partita se riuscirà ad aggiustare qualcosa in termini di concretezza e se riuscirà a calciare fra i pali ogni volta che ne avrà l’occasione. Stando alle statistiche stagionali del Tolone, 1-2 mete subite sono spesso nell’ordine delle cose, e anche 3-4 calci. Spingendo i francesi al fallo e capitalizzando ogni volta i 3 punti si potrebbe arrivare al 60′ a distanza di break, e a quel punto giocarsela a viso aperto. Partiamo sicuramente sfavoriti, come sicuramente sarà chiaro a tutti, ma non significa che non possiamo farcela se restiamo ordinati e compatti. Probabilmente non sarà una partita aperta e dinamica, perché ciò favorirebbe più loro che noi, ma se vogliamo avere una chance di passare il turno dobbiamo essere furbi e concreti. E aggiustare la rimessa laterale.
2 pensieri riguardo “Errori, calci e carattere: come ci presenteremo a Tolone?”