Il 9 Aprile Treviso giocherà contro i franco-catalani dell’USAP. Si tratta di una sfida da dentro o fuori, dove la vincente passerà il turno di coppa mentre la perdente si vedrà costretta a fare le valigie e salutare la competizione europea per questo 2022. Non si tratta, però, solo di una partita di coppa: si tratta per entrambe le squadre di una partita che darà un senso alla stagione corrente. Progredire in coppa per Treviso significherebbe prima di tutto tornare alla vittoria che manca dall’ultimo derby con le Zebre (fine Dicembre). Per i francesi, invece, significherebbe rivalutare una stagione che al momento li vede faticare al penultimo posto con seri rischi di retrocedere in ProD2. C’è un’aria tesa, quasi mistica attorno a questa sfida tra due comunità relativamente piccole ma molto rumorose, la quale deriva solo in parte dall’importanza della partita. Attorno ai francesi dell’USAP gravita, infatti, un sentimento di rispetto misto ad ammirazione da parte di molte realtà rubgistiche europee, non ultima quella trevigiana. Con i suoi 120,000 abitanti, Perpignan è l’ultima città medio-grande della Francia procedendo verso la Spagna. A detta di alcuni, e neanche di pochi, è la prima città della Catalogna. Nel Medioevo Perpignan era la capitale del Rosselló, una provincia catalana di strategica importanza. Tutt’oggi, i catalani di matrice iberica vedono il Rosselló come qualcosa di loro affine, quasi come non ci fosse on confine da varcare. Vivendo a Barcellona in un incrocio vicino a Carrer del Rosselló, questo è un discorso tutt’altro che demodè nei bar del mio quartiere. Perpignan diventa francese già nel 1659, ma conserverà per sempre la sua identità catalana nei colori del vessillo rosso e oro, nella lingua catalana e nello sport. Basti pensare alla squadra di Rugby League dei Dragons Catalans che ne rappresentano i colori nella Super League, nonché ai colori stessi dell’USAP che corrispondono a quelli catalani.

Il “castillet” di Perpignan, con la bandiera catalana esposta.

Una città a misura di rugby

La città di Perpignan è una vera e propria roccaforte delle derivazioni del football. Se ne trova di tutti i tipi: rugby a 15 (union), a 13 (league), aussie-rules, american football, calcio. Non ci sarebbe da stupirsi se avessero anche una selezione di hurling, una di rounders e una di gaelic football. L’USAP nasce nel 1902 come club di rugby football a 15, e fa la sua prima apparizione in pubblico nel 1914 giocando una partita di fronte a migliaia di persone. Vince la partita grazie alla conversione di una meta ad opera dell’allora mediano d’apertura Aimé Giral. Se questo nome vi dice qualcosa, è perché si tratta di colui che ha dato il nome allo stadio un cui giocano tutt’ora. Il motivo del nome è, tuttavia, non dei più felici. Durante la prima guerra mondiale, Giral e altri sette compagni persero la vita fra le fila della fanteria francese. In ricordo dei suoi eroi, l’USAP decise di rinominare lo stadio “Aimé Giral” e di indossare delle divise che ricordassero il blu della fanteria francese. Questo permane fino agli anni 90, con qualche eccezione, mentre in tempi recenti si è deciso di puntare meno sul blu e più sul rosso e oro, colori simbolo dell’appartenenza culturale alla sfera d’influenza catalana. Questo non si riflette solo nei colori sociali o nelle bandiere allo stadio: l’USAP ha più di una partnership attiva con la città di Barcellona e il Barcelona Football Club, ed è venuto anche a giocare a Barcellona alcune partite di Heineken Cup attirando folle notevoli. I legami con la capitale catalana sono più vivi che mai. Questi legami, peraltro, non riguardano solo l’USAP ma tutto il Top14 che nel 2016 ha giocato anche la sua finale nel Camp Nou di fronte a un pubblico record di quasi 100,000 persone.

Veduta dello stadio Aimé Giral e delle bandiere dell’USAP sventolate dai tifosi.

Una nobile decaduta

Se ad oggi l’USAP milita a cavallo fra ProD2 e Top14, un po’ su e un po’ giù, non molto tempo fa (2009) si laureava campione di Francia battendo Clermont in una sfida dal sapore di instant classic di fronte a uno Stade de France gremito di gente. L’anno dopo la sfida si ripetè in finale ma in quell’occasione su Clermont a spuntarla. Faceva parte di quella squadra anche Guilhem Guirado, oggi senatore in forza al Montpellier. Nella stessa stagione l’USAP era riuscito a tesserare Dan Carter in una mossa di mercato pazzissima, la quale lo vide però infortunarsi troppo presto per dare davvero un contributo. La allenava Jacques Brunel, che successivamente allenò l’Italia nel periodo 2011-2016. Curiosamente, quell’anno l’USAP pescò proprio Treviso come avversaria nei gironi di coppa e furono due vittorie catalane (27-16 in casa e 16-48 in trasferta). Quel biennio d’oro di Perpignan non ebbe però sèguito nei vertici del rugby francese, e l’USAP finì per insabbiarsi nelle secche del fondo classifica e retrocedere in ProD2 nel 2014. Da allora, sei stagioni nella serie cadetta e una (2018) in Top14 con immediata retrocessione. L’anno scorso, però, l’USAP ha portato a casa il titolo di campione del ProD2 con ben 107 punti in ProD2, conquistando direttamente le semifinali dei playoff-promozione, nei quali batté prima l’Oyonnaix per 27-15 e poi, in finale, Biarritz per 33-14.

L’USAP in questa stagione

Al giorno d’oggi, l’USAP si trova penultimo in Top14, a 7 punti da Brive e con 9 punti di vantaggio sull’altra neo-promossa Biarritz. Negli ultimi due turni ha prima rimediato una sconfitta per 27-22 contro la Section Paloise, in cui milita il nostro ex-leone Marco Zanon, e successivamente un’altra sconfitta in casa (13-23) contro il Montpellier Herault dell’altro ex-leone Paolo Garbisi. È stata una stagione ricca di alti e bassi ma anche di sfortune: ben 5 le parte perse con meno di 7 punti di distacco, di cui due perse di un solo punto contro Stade Français e Castres Olympique, a testimonianza di una difesa che sa reggere gli impatti e di una squadra che sa occasionalmente stare in partita fino all’ultimo. Ci sono stati anche alcuni scalpi importanti, come quello di Clermont a inizio stagione (26-24), di La Rochelle (22-13) finalista di Champions Cup, della vincitrice di coppa e campionato 2021 Tolosa (battuta per 36-13), e recentemente del Racing 92 (34-13). Vanno registrate anche alcune imbarcate non da poco: Il 18 Settembre si vedono superati da Lione per 47-3 in un match a senso unico, il 4 Dicembre da Montpellier per 30-6, il 26 Febbraio da Clermont per 52-12. Questo si estende anche alla Challenge Cup, dove nell’ultimo turno giocato l’USAP ha rimediato dieci mete da Gloucester in un roboante 68-19. Va detto che anche a noi (Treviso) non è andata tanto meglio con i cherry and white, avendo perso 54-25. Ne emerge un profilo di una squadra capace di lottare contro chiunque, che non molla mai, ma che può essere battuta soprattutto quando non gioca in casa. L’Aimé Giral sembra infatti essere un vero e proprio fortino, ed il fatto che si giochi a Treviso potrebbe giocare a nostro favore.

Una rosa ricca di talento internazionale

All’interno della rosa corrente dell’USAP, come spesso accade in Top14, ci sono 24 giocatori internazionali su 46, pari a poco meno del 55% come imposto dalle JIFF rules, provenienti da 12 nazioni diverse. Fra questi, gli occhi sono sicuramente puntati su Melvyn Jaminet, estremo classe ’99 della Francia campione del Sei Nazioni 2022. Inoltre, attenzione ai due esperti Pumas Jeronimo de la Fuente e Martin Landajo, che in partite come questa potrebbero avere un impatto positivo per i catalani, e a Bautista Delguy, ala argentina autore di una meta splendida contro il Racing 92 a inizio Marzo. Sono inoltre presenti molti atleti che fanno parte delle rotazioni correnti delle nazionali di Fiji, Tonga, Georgia e Samoa. Occhio infatti alla potente mischia dal notevole peso specifico e “coefficiente isolano”. Infine, una curiosità: nell’academy dell’USAP gioca il 17-enne Posolo Tuilagi, figlio dell’ex-usapiste Henry Tuilagi. Sebbene la giovane età, Posolo Tuilagi misura già 192 cm x 145 kg, e nonostante la stazza “da Atonio” gioca terza linea. Ovviamente non è indiziato per giocare una partita di coppa così importante, ma segnatevelo per il futuro (oppure guardate qui).

I caldissimi tifosi dell’USAP.

Cosa possiamo aspettarci?

La partita fra USAP e Benetton sarà la classica partita da dentro o fuori. Giocando a Treviso, possiamo contare sul calore del nostro pubblico e su un campo favorevole per imporre il nostro gioco. Inoltre, l’USAP ha dimostrato una certa riluttanza a vincere fuori casa per cui bisognerà aumentare al massimo la pressione per rendergli difficile pensare in campo. Sul piano tecnico, dobbiamo stare molto attenti alla mischia e ai punti di incontro visto il peso e la dimensione degli atleti messi in campo dai catalani. Dove possiamo vincere la partita è probabilmente nel gioco rotto. Se gli avanti riusciranno a creare le condizioni ideali per l’avanzamento del pallone potrebbero aprirsi spazi per trequarti veloci, per cercare di bucare la linea della difesa. La velocità dei nostri trequarti unita ad una manovra di gioco snella potrebbe dunque essere la chiave per ammonticchiare punti importanti nel corso del match che serviranno a sopperire a quelli che inevitabilmente arriveranno dal piede di Jaminet su calcio piazzato. Treviso quest’anno è tutt’altro che una squadra ordinata e pulita, e commette più di una volta qualche fallo di troppo. Dato che una delle abilità di Jaminet è proprio il calcio piazzato, anche da distante, fare punti in ogni occasione sarà più utile che mai per evitare di perdere contatto nel punteggio a causa di calci piazzati. Venendo da una sconfitta di misura contro Connacht, sarebbe molto importante ritrovare la via della vittoria anche per dare morale a una squadra che, complice anche il periodo del Sei Nazioni, non vince da fine Dicembre.

Melvyn Jaminet in un calcio piazzato con la Francia.


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