Il rugby in Italia, si sa, è questione più regionale che nazionale. Veneto, Emilia, Toscana e Lazio sono le regioni che per prime si associano alla palla ovale, ma una delle più importanti capitali del rugby italiano di un tempo non risiede in nessuna di queste. L’Aquila è stata per decenni una delle protagoniste della palla ovale, ed era riconosciuta da tutti come una delle squadre più ostiche contro cui giocare tra le mura dello stadio domestico, il Tommaso Fattori. Qual è la storia della squadra che ha dato i natali a giocatori come Andrea Masi, Carlo Festuccia e al padre di Sergio Parisse?

L’Aquila Rugby di fronte al suo pubblico allo stadio Tommaso Fattori. Fonte rugbymeet
  1. L’arrivo del rugby a L’Aquila
  2. I Campioni del Gran Sasso
  3. L’Aquila Capitale del Rugby
  4. L’arrivo del professionismo e il tramonto
  5. Il terremoto dell’Aquila
  6. Il fallimento e la rinascita dell’Aquila Rugby

L’arrivo del rugby a L’Aquila

L’Aquila deve la sua antica tradizione rugbistica all’opera di Tommaso Fattori, che è stato uno dei pionieri della palla ovale italiana. Nato nel 1909 a Foligno (PG), conobbe il rugby a Roma, giocando per diversi anni come pilone presso la Lazio e poi alla Olimpia Rugby, collezionando anche 10 presente in nazionale. Ritiratosi da giocatore, nel 1938 venne chiamato dal suo ex compagno di squadra Guglielmo Zoffoli ad allenare la neonata squadra di rugby aquilana, che lui stesso formò nel 1936. Nella città abruzzese, Fattori trovò terreno fertile per fondare la Polisportiva L’Aquila Rugby presso le moderne costruzioni sportive della città, nel 1946. In quegli anni l’Italia si stava riprendendo dalla guerra, e Fattori fece diventare la polisportiva un luogo di riappacificazione dopo gli sconvolgimenti bellici. La polisportiva venne fondata con lo scopo di raccogliere tutti i giovani volenterosi che volessero cimentarsi in qualsiasi sport, con l’obiettivo però di avvicinare i più promettenti alla squadra di rugby. Questo sistema di accentramento sportivo funzionò, portando ben presto L’Aquila agli apici della palla ovale italiana.

Tommaso Fattori viene portato in trionfo dai suoi giocatori, fine anni ’50. Fonte
Il Messaggero

I Campioni del Gran Sasso

Nonostante la Polisportiva venne fondata nel 1946, è solo nel 1948 che la realtà aquilana si iscrive al campionato nazionale di serie C. Nel 1950 L’Aquila passa in serie B, e nel 1952 vengono promossi in serie A a soli 4 anni dalla fondazione, un vero record raggiunto grazie agli insegnamenti di Fattori e del suo sistema di reclutamento di giovani.
La cavalcata degli abruzzesi non si ferma, e nel 1958 raggiunsero la semifinale scudetto, mentre nel 1959 giocarono addirittura la finale di campionato contro le Fiamme Oro, che all’epoca avevano sede a Padova ed erano allenate dal mitico Mario “Maciste” Battaglini. Nonostante non avessero ancora vinto lo scudetto, L’Aquila era ormai una delle squadre più importanti in Italia, capace di contendersi il titolo con le migliori.
Purtroppo però, Tommaso Fattori non vedrà mai l’apice della squadra che aveva creato. Nel 1960, a soli 51 anni, il fondatore del rugby aquilano muore prematuramente, e la città decide di nominare a lui lo stadio di rugby aquilano.
Questa tragedia scuote dalle fondamenta tutto il movimento abruzzese, che fatica a riprendersi e nel 1963 retrocede in serie B dopo una stagione deludente.
Le basi per il successo però erano state messe dal lavoro di Fattori, e la squadra si riprende in fretta, tornando in massima serie nel 1964 e riuscendo infine a vincere il primo scudetto nel 1967. Durante la finale, giocata a Roma contro i rivali delle Fiamme Oro Padova e finita 6-0 per L’Aquila, è in campo un giovane Sergio Parisse ala, che qualche anno dopo si trasferirà in argentina e darà i natali al suo omonimo, Sergio Parisse jr, che diventerà uno dei più iconici capitani della nazionale italiana di sempre.

L’Aquila Rugby campione d’Italia 1966-67. Secondo accosciato da destra: Sergio Parisse, padre di Sergio Parisse jr, capitano della nazionale con 142 caps. Fonte rainews

L’Aquila Capitale del Rugby

Nel 1969 L’Aquila raggiunge il suo secondo scudetto, e durante quella stagione la squadra abruzzese restò imbattuta, vincendo 18 partite e pareggiandone 4. Questa impresa di imbattibilità è una vera rarità che dal dopoguerra oltre a L’Aquila è riuscita solo al Milan di Berlusconi nel 1991 e nel 1995, e alla Benetton Treviso nel 2004. L’Aquila entra così negli anni ’70 come una delle capitali del rugby italiano. In questo decennio la concorrenza per il titolo è agguerrita, e gli aquilani conquistano nel 1973 la loro prima Coppa Italia, ma devono aspettare fino al 1981 per il successivo scudetto e la seconda Coppa Italia. La squadra bissa il successo nel 1982 con il quarto scudetto. Negli anni ’80 e ’90 il campionato italiano diventa meta di arrivo di molti campioni stranieri, attirati dai soldi degli imprenditori che investono nel rugby a Milano, Treviso, Padova, Parma, eccetera. L’Aquila mantiene la sua anima locale, ottenendo buoni risultati ma senza riuscire più a vincere lo scudetto. L’ultimo campionato che vide L’Aquila vincente è stato quello del 1993-1994, stagione conclusasi con una delle finali più epiche della storia del rugby italiano. Fu giocata tra L’Aquila e il leggendario Milan di Berlusconi, disputatasi allo stadio Plebiscito di Padova, a cui 3.000 tifosi abruzzesi accorsero per sostenere la squadra della loro città. L’Aquila riuscì in quel caso in una impresa ritenuta impossibile dai più, ovvero sconfiggere per 23-14 l’armata rossonera, che schierava in campo buona parte della nazionale italiana dell’epoca con giocatori come Diego Dominiguez, Franco Properzi, e i fratelli Cuttitta.

Immagine della finale 1994 tra L’Aquila e Rovigo, con i tifosi neroverdi giunti a Padova da L’Aquila. Fonte Wikipedia

L’arrivo del professionismo e il tramonto

La squadra verdenera rimane una realtà importante per tutti gli anni ’90, arrivando a un’altra finale nel 2000 contro la Rugby Roma, partita per la quale 8.000 tifosi da l’Aquila si riversarono al Flaminio. Nonostante la sconfitta, il raggiungimento della finale permise a l’Aquila nel 2001 di partecipare per la prima e unica volta a una coppa europea, l’Heineken Cup, affrontando lo Stade Français, i London Wasps e lo Swansea in partite di andata e ritorno, che non videro però mai gli abruzzesi vincenti.
Questo fu però l’ultimo colpo di coda di una realtà locale e semi-dilettantistica in un mondo ovale che stava ormai entrando irrimediabilmente nel professionismo.
Nel 2006 arriva la retrocessione in serie B dopo ben 42 anni di fila in massima serie.

Azione di London Wasps – L’Aquila Rugby,nel 2001, finita 42-5 per i londinesi. Fonte GettyImages

Il terremoto dell’Aquila

Nel 2009 L’Aquila fu scossa da un terribile terremoto, che rase al suolo buona parte del centro storico. La squadra cittadina è da subito in prima linea nell’aiuto alla protezione civile, e lo stadio Fattori viene adibito a punto di ristoro per i terremotati. Nel disastro perde la vita Lorenzo Sebastiani, giovane pilone aquilano, un lutto che viene portato nel cuore di compagni e cittadini.
Nonostante il disastro, la squadra conclude la stagione perdendo la finale promozione contro i Cavalieri Prato, ma viene ripescata per rinuncia della Capitolina.
L’11 settembre 2009, in un Fattori da poco sgombro di soccorsi, si gioca la prima partita di campionato. Sulle tribune campeggia lo striscione: “Nel dolore affrontiamo la battaglia”. I giocatori, con la maglia disegnata proprio dai loro tifosi e sulle spalle il numero “1” di Sebastiani, iniziano il riscaldamento prima di esordire contro il Viadana, vicecampione d’Italia nella scorsa stagione e una delle più forti realtà del rugby italiano. I mantovani spaventano, ma lo spirito di Lorenzo Sebastiani sembra guidare i giocatori aquilani, che riescono a vincere allo scadere per 22-20. La città esplode di gioia per i suoi eroi che, al rientro nella massima serie, onorano il tempio del rugby aquilano nel migliore dei modi. La maglia di Sebastiani viene ritirata per sempre dalla società abruzzese, che al termine della partita riceve dal presidente dell’International Rugby Board il premio “Spirit of Rugby”, riconoscimento meritato da quei giovani che si erano fatti carico dei primi soccorsi dopo il terremoto.

Lorenzo Sebastiani, il pilone di 21 anni deceduto durante il terremoto dell’Aquila nel 2009. Fonte FIR Abruzzo

Il fallimento e la rinascita dell’Aquila Rugby

Nei dieci anni successivi, la squadra resta tra prima e seconda divisione del campionato, mantenendo quindi la sua rilevanza nazionale, seppur mitigata rispetto agli anni d’oro. La stagione 2017/18 vede L’Aquila arrivare in finale promozione per la massima serie e perdere contro i Medicei. Nonostante il ragguardevole traguardo raggiunto, la società non riesce a partecipare al campionato 2018/19 per mancanza di fondi economici. Nel maggio del 2020, la società dichiara il fallimento, mettendo fine a una storia quasi secolare di rugby italiano.
Ma una città così legata alla palla ovale non poteva restare senza una squadra cittadina. L’anno successivo nasce una nuova società sportiva, Rugby L’Aquila ssd, che eredita i classici colori neroverdi ma non il titolo sportivo della Polisportiva L’Aquila Rugby 1936. Nonostante la discontinuità formale, questa nuova società sembra la rinascita del rugby aquilano: esattamente come negli anni ’50, la compagine iscrittasi in serie C nel 2021 ha raggiunto in soli 4 anni la serie A, mimando l’impresa di Tommaso Fattori.
Parallelamente, un’altra realtà rugbistica locale, la Rugby Experience L’Aquila, ha puntato sulla formazione dei giovani giocatori, arrivando a disputare la finale di campionato under 18 contro la Benetton Treviso nel 2024. Le due realtà aquilane sono in stretta collaborazione, e nel 2024 hanno annunciato l’arrivo di Umberto Casellato, allenatore che ha vinto il massimo campionato guidando sia Mogliano che Rovigo, che si occuperà della direzione formativa degli allenatori delle due realtà, che puntano insieme a fare rinascere il rugby aquilano partendo dal basso e coltivando quella cultura della palla ovale che ha reso da sempre L’Aquila una delle capitali del rugby italiano.

Azione della Rugby L’Aquila, promossa in serie A alla fine della stagione 2023-24. Fonte onrugby

Un pensiero riguardo “L’Aquila Rugby: ascesa, declino e rinascita dei campioni del Gran Sasso

  1. Ben scritto l’articolo!!! Niente recriminazioni o “risse” verbali tra concittadini!!! Un bel messaggio in puro stile rugbystico! Una sola precisazione andava però fatta…..Il Benetton della finale U18 Elite, non è una squadra ma una selezione da una serie di società satelliti del nord-est!!! La Rugby Experience School è AQUILANA DOCG!!!

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