L’equipe più vincente in Francia e in Europa chiude con un Bouclier e prepara una nuova stagione con il solito imperativo: portarsi in bacheca tutto.
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A Tolosa la vittoria ha un sapore religioso, trascendente, quasi mistico. In un’epoca dove il marketing non esisteva come concetto in sé, la squadra dei Rouge et Noires aveva ricevuto un altro nome: la Vierge Rouge (la Vergine Rossa), grazie a una stagione da imbattuta che ha avuto come epifania il Bouclier del 1912. Il logo del club (una S rossa che si intreccia a una T nera) è, oltre a un acronimo, un omaggio a San Tommaso d’Aquino, i cui resti sono interrati nella basilica di Saint-Sernin a Tolosa, nella quale la cappella dove riposa eternamente il Santo reca un mosaico che fu la base, negli anni ’50, del detto logo: ST. L’apice della religiosità in Haut-Garonne si tocca nel momento delle finali che lo Stade abitualmente gioca: il martedì (e sempre il martedì) prima della partita, un dirigente della squadra percorre due ore di strada per arrivare al santuario di Lourdes, riempire una bottiglia (sempre la stessa) di acqua benedetta, riportarla, e poi utilizzarla prima della partita per segnare le linee di meta. Quest’ultima tradizione è iniziata nel 1989: da quella stagione 13 campionati e 5 Champions Cup.
IL SANTO DELL’ULTIMO MINUTO

Romain Ntamack è l’anello centrale di una famiglia che è un rosario rossonero. Il padre, Émile detto “Milou”, è una leggenda dello Stade, dove vanta 368 presenze come giocatore (1988-2005), 6 Bouclier de Brennus, 3 Challenge du Manoir (la coppa di Francia, competizione poi conclusa nel 2000) e 3 Champions Cup e oggi occupa il ruolo di responsabile della formazione nel club. Il fratello minore, Théo, 21enne terza linea, nell’ultima stagione è stato una delle colonne degli Espoirs rossoneri nella vittoria in campionato, oltre a collezionare tredici presenze in prima squadra (495 minuti in campo): nella stagione che sta per aprirsi sarà in prima squadra, rilevando il posto di Selavasio Tolofua (accasatosi a Tolone). Il 24enne Romain è, nell’ottima tradizione di famiglia, nato e cresciuto (umanamente e rugbisticamente) a Tolosa, e fa parte di quella generazione di fenomeni che fa sperare a tutto l’Héxagone che la Nazionale di Galthié possa raggiungere risultati mai visti al prossimo Mondiale in casa.
Se la stagione 2022-23 dello Stade potesse essere riassunta da un’immagine, questa sarebbe l’epilogo dell’ennesimo episodio della Guerra dei Mondi che oppone i Rouges et Noires all’altra superpotenza del rugby transalpino degli ultimi anni: lo Stade Rochelais. La finale (di cui scrivemmo a suo tempo una guida in questo articolo) è nei suoi minuti finali e i Jaunes et Noires guidati da Ronan O’Gara conducono per 26 a 22 e Tolosa tenta di risalire il campo all’altezza della loro linea dei 10 metri. Thomas Ramos riceve un pallone e va all’impatto sulla linea di difesa avversaria, ruck, Antoine Dupont raccoglie il pallone, fa qualche passo a sinistra, passa e, al minuto 77 e 42 secondi l’ovale finisce nelle mani di Romain, che fino a quel momento aveva disputato una partita abbastanza mediocre. Ma San Tommaso, la Madonna di Lourdes e chissà quante altre entità divine ispirano in quel momento il maggiore dei fratelli Ntamack, un’apertura che palla in mano sublima le sue qualità, che dal nulla decide di entrare come un coltello nel burro nella granitica difesa di La Rochelle, e di trovare le gambe per bruciare la distanza tra metacampo e la linea di meta (un altro giocatore di Tolosa, Ange Capuozzo, ci ha raccontato come, quando pensi che le gambe non ti reggano più, è il momento in cui devi più aver paura di un rossonero). Al minuto 77 e 51 secondi schiaccia la palla in meta, si rialza, si batte il petto come un gorilla, viene sommerso dagli abbracci dei compagni di squadra, limonato da Rodrigue Neti, poi torna a centrocampo con lo sguardo di chi non si rende completamente conto di quanto è successo. Lo farà all’80′, quando scaglierà l’ovale fuori a tempo scaduto sorridendo e venendo ancora una volta sepolto dai compagni di squadra. L’enfant du pays che diventa l’eroe della finale e quindi della stagione che porta il ventiduesimo Bouclier de Brennus in Haute-Garonne (squadra con più titoli nazionali, per distacco). Le immagini successive ci parlano di uno strapotere anche simbolico dei Tolosani, con Romain e Antoine Dupont intenti a utilizzare il trofeo di Francia come tavola da surf (tradizione inaugurata nel 2019 con il precedente Bouclier, presso la Plage de Bercarès, a pochi chilometri da Perpignan), bagni di folla come da tradizione e così via.

L’ennesimo titolo di Francia è stato il balsamo per la delusione di coppa, con la netta sconfitta per 41 a 22 contro Leinster in semifinale, altro terreno di caccia abituale per lo Stade, squadra detentrice di cinque Champions Cup (i più titolati della competizione, ça va sans dire). A una stagione di vittorie consuete sta però per seguirne una che si preannuncia particolare in occasione del Mondiale, perché come ama dire Ugo Mola: “Il calendario internazionale della Francia è per forza anche il mio calendario”.
UN MONDIALE ROSSONERO
La lista dei 33 Bleus convocati da Fabien Galthié per partecipare al Mondiale verrà diramata solo il 21 agosto, ma nell’attuale gruppo dei 42 atleti impegnati con la maglia della Nazionale francese, dieci provenivano da Tolosa (Cyril Baille, Julien Marchand, Peato Mauvaka, Dorian Aldegheri, Thibaud Flament, François Cros, Antoine Dupont, Romain Ntamack, Thomas Ramos e Melvyn Jaminet). Sono notizie fresche, invece, l’infortunio al ginocchio di Romain Ntamack (niente Coppa del Mondo per l’eroe della finale) e il ritorno del lungodegente Anthony Jelonch (fermo da cinque mesi per un intervento alla spalla). Piccola pillola statistica da tenere a mente: nonostante lo Stade sia noto per il suo mirabolante gioco dei trequarti, sono ben sei (+1) gli avanti selezionati, a significare che il French flair ricercato da Galthié passa necessariamente dal coinvolgimento di tutta la rosa, indipendentemente dal ruolo, e il profeta di quanto detto di nome fa Cyril (come l’evangelizzatore dei popoli slavi) e di cognome Baille (lesione al polpaccio e 5-6 settimane di stop per lui dopo il match con la Scozia). Praticamente tutti, a parte forse Jaminet, a causa di una stagione martoriata dagli infortuni, saranno non solo convocati, ma molto probabilmente titolari nel XV de France, la cui prima linea potrebbe essere, ipoteticamente, quella rossonera (Baille-Marchand-Aldegheri). Oltre ai Bleus mancheranno altri titolari: la seconda linea Richie Arnold (Australia), il flanker Jack Willis (vero crack della stagione passata, convocato, in barba ad ogni regola sui giocatori all’estero, dall’Inghilterra), Ange Capuozzo, i trequarti Juan Cruz Mallia e Santiago Chocobares (Argentina), il centro Pita Ahki (Tonga) e il neo acquisto Nepo Laulala (Nuova Zelanda). In totale, Tolosa metterà a disposizione delle nazionali sedici/diciassette atleti, molti dei quali titolari della formazione di Mola.

Durante i Mondiali il Top 14 non scenderà in campo, ma le prime tre giornate verranno disputate prima del torneo, obbligando le squadre a organizzare i propri organici con un massiccio utilizzo di Joker Médicales o, per essere più precisi, Joker Coupe du Monde (regola introdotta in Francia nel 2011, che permette a un club, con almeno due giocatori convocati in Nazionale, o anche uno solo se gioca in prima linea, di fare dei contratti temporanei per sostituire i detti convocati).
Lo Stade in queste prime tre giornate affronterà due trasferte, la prima nella fortezza della rivelazione della passata stagione, Bayonne (record di punti in casa nella stagione regolare, dove giocherà il nostro nazionale Federico Mori) e la seconda, alla terza giornata, dai vincitori del ProD2 ad Oyonnax (squadra del capitano dell’Under 20 italiana David Odiase). In mezzo, la prima partita casalinga della stagione nella quale all’Ernest Wallon verrà ospitato Montpellier (team di Paolo Garbisi e da quest’anno anche del fenomenale preparatore ex-Stade Rochelais Tommaso Boldrini). Un inizio non semplicissimo per i campioni di Francia, costretti a fare a meno di alcuni giocatori chiave nel loro gioco e che, per questo, sono corsi ai ripari.
GIOVANI E JOKER

Lo Stade Toulousain si distingue da molte altre squadre di Francia per il numero gargantuesco di talenti usciti dalla Cantera del club. Merito di Ntamack padre? Può darsi. Sicuramente ciò che si può dire è che non tutti i giocatori, anche tra i più forti, possono aspirare ad indossare la maglia rossonera. La frase che spesso viene ripetuta sul Jeu de mains è una realtà di fede che potremmo paragonare al Totaalvoetbal di Cruijff a Barcellona. Per questo i talenti vengono cresciuti fin dalle giovanili e il gioco è quello che si ritroveranno in prima squadra: non è quindi casuale che nell’ultima stagione il Tolosa abbia trionfato nel campionato Crabos, Espoirs e con la prima squadra. A detta dello stesso presidente Didier Lacroix, l’inizio della stagione 2023-24, vista l’assenza dei nazionali, sarà un’opportunità enorme per i prodotti del vivaio di mettersi in mostra in prima squadra. Se di Théo Ntamack abbiamo già parlato ed è chiamato alla stagione della consacrazione, le amichevoli estive contro Colomiers e Montpellier (entrambe vittorie, ma si parla sempre di “rugby d’agosto”) sono stati dei test importanti per fare un punto dei giovani che saliranno in prima squadra.
Paul Costes, ruolo centro, è fresco campione del Mondo che la Francia U20 (insieme a Lacombre e Castro-Ferreira), titolarissimo in nazionale e negli Espoirs e atteso come uno dei possibili crack della stagione (nello scorso campionato sei presenze e una meta in prima squadra). I giovani piloni Reilhes e Merkler hanno fatto vedere cose molto interessanti, così come il tallonatore Boubila; in seconda linea spazio a Clément Vergé e maggiore fiducia a Joshua Brennan (21 anni, figlio d’arte, già 24 presenze tra campionato e coppa la passata stagione), mentre esordio assoluto per la ventenne terza linea Clément Sentubéry (che ha ricevuto grandissima fiducia nei test estivi). Tra i trequarti torna da un ottimo prestito a Biarritz Baptiste Germain (9/10, a seconda delle giornate) e viene promosso Edgar Retière (fratello minore di Arthur, una delle chiavi tattiche di Mola come alter ego di Antoine Dupont), il 23enne centro Simon Renda rientra dallo Stade Montois e la coppia di ali Épée/Bainivalu riassaggiano la prima squadra.

Oltre però alla pattuglia di giovani e giovanissimi che oltre a coprire l’inizio del campionato dovranno tappare i buchi di eventuali infortuni (già nel test con la Scozia Romain Ntamack e Cyrill Baille sono usciti malconci) anche i Joker Coupe du Monde non sono da meno, e se i rossoneri sono stati in grado di portare sulle rive della Garonna nomi anche roboanti come Owen Franks (108 caps con gli All Blacks), Piula Fasaasalele (di ritorno dall’USAP Perpignan) o la conferma di Rynhardt Elstadt (quattro caps con gli Springboks e alla sesta stagione in rossonero) la filosofia del club si rivela coerente anche in questo frangente. Dallo Stade Montois è stato prelevato “in prova” il giovane e promettente flanker Léo Banos (21), e sempre dal ProD2, sponda Colomiers, arriva l’estremo Max Auriac (20). A dare esperienza alla linea dei trequarti l’apertura ex Bath Billy Searle (27 anni, la cui posizione diventa più delicata alla luce dell’infortunio di Ntamack) e due “fegatacci” del campionato francese come il neozelandese George Tisley (31, ex-colonna dell’USAP) e Setareki Bituniyata (28, ala fijana dal retrocesso CA Brive).
Nome invece sconosciuto, ma ricco di aneddoti interessanti è l’estremo Kakeru Okumura, nazionale giapponese, tessera di un mosaico molto più ampio. La sua squadra, gli Shizuoka Blue Revs (già Yamaha Jubilo, club del compianto Jerry Collins o del carneade, tranne per gli Springboks, Ayumu Goromaru), da anni condivide un percorso di formazione con Tolosa, con reciproco scambio di giovani e non solo. Un rapporto di lunga data, quello con il paese nipponico, dato che i Brave Blossoms, come nel 2007, saranno ospitati durante tutta la durata del Mondiale, dalle strutture sportive dell’Ernest Wallon.

Una stagione sui generis quella Rouge et Noir, con la possibilità di scoprire nuove pepite ripartendo con un team molto giovane benché, sulla carta, ricco di talento. Una sfida innanzitutto per Ugo Mola che, sebbene in condizioni completamente diverse, si ritroverà a ricostruire un team vincente come quando venne chiamato a sostituire Sua Maestà Guy Novès alla guida dello Stade e ricominciare un ciclo vincente. Mola potrà contare su una serie di suoi fedelissimi, alcuni esclusi per scelta tecnica dalle convocazioni di Galthié (su tutti Matthis Lebel, ma anche il terza centro Alexandre Roumat), altri per raggiunti limiti di età, come il sempre verde Sofiane Guitone (121 presenze con Tolosa). Un’amalgama molto particolare che, trattandosi di Tolosa, sarà in ogni caso una mina vagante, in attesa del ritorno dei Nazionali.
Un pensiero riguardo “Lo Stade Toulousain è condannato a vincere sempre”