La franchigia di Llanelli fa rima con rugby. Il Llanelli RFC, recentemente sotto i riflettori per un potenziale ritiro dalla Indigo Welsh Premiership, è uno dei club più storici del nostro sport, fondato nel 1872. Prima allo Stradey Park e poi al Parc y Scarlets sono state scritte pagine importanti del rugby gallese ed internazionale, come ad esempio la vittoria del Llanelli RFC per 9-3 sugli All Blacks del 1972, nell’anno del centenario del club. I Bois Sospan sono una delle quattro squadre gallesi che partecipano all’URC assieme al Cardiff Rugby, agli Ospreys e ai Dragons. Le quattro franchigie sono state però recentemente nell’occhio del ciclone di una tempesta perfetta che ha colpito il rugby gallese negli ultimi 12-15 mesi (ne abbiamo parlato qui). La scarsità di soldi unita alla pandemia e ad alcune regole anacronistiche hanno raggiunto un punto di non ritorno, le viti di sostegno hanno ceduto e la struttura ha emesso scricchiolii sospetti che facevano pensare a tutti a un crollo imminente. Più di un atleta, dopo mesi di contrattazioni insoddisfacenti con la Welsh Rugby Union, ha preso la via dell’estero per trovare un club che gli desse garanzie di guadagno, sicurezza e stabilità: un vero e proprio esodo, in realtà. Will Rowlands, Sione Kalamafoni, Max Llewellyn ma anche altri come Jarrod Evans hanno già accordi con squadre di altre nazioni o sono addirittura già partiti, come Tomas Lezana che ha lasciato proprio gli Scarlets dopo due stagioni per andare in ProD2. Ecco, in questo clima teso e poco certo nel suo futuro c’è una nota stonata ma piacevole, uno strano, onirico free jazz che sovrasta un mare di voci cacofoniche che strillano, come una melodia udita alla distanza ma capace di catturare l’attenzione anche dei più distratti: gli Scarlets, autori di una stagione mediocre in URC e al centro della bufera economica in seno all WRU, sono comunque giunti in semifinale di Challenge Cup battendo Clermont 32-30 in rimonta e mostrando un’enorme determinazione in zona Cesarini. È dunque il momento di parlarne in modo più approfondito.

Cinismo e adattabilità
La partita con Clermont è finita 32-30, ma non bisogna farsi ingannare. Al minuto 37′ una meta degli Scarlets portava il punteggio sul 22-18, punteggio che entro il 64′ diverrà 22-30 per i francesi, con i gallesi un po’ usciti dal match a subire le incursioni dei francesi orfani di un uomo dal 24′. I gialli rimediati da Vaea Fifita e Gareth Davies per i rossi non hanno aiutato la loro causa, ma nel complesso, vedere Clermont tenere in pugno e addirittura mettere 8 punti di distacco con l’uomo in meno mi aveva fatto pensare che in fondo gli Scarlets avessero qualche carenza di motivazione e qualche problema organizzativo. Avevo stupidamente attribuito questo all’uscita forzata di Leigh Halfpenny in occasione del rosso rimediato da Clermont, uomo di infinita esperienza e abituato ai palcoscenici più importanti, ai palloni che scottano. E invece mi sbagliavo. È proprio dal 65′ al 77′ che la squadra di Llanelli riesce a trovare un’insperata forza, una reazione orgogliosa di chi dice “no, non sono ancora al tappeto”, come quei pugili che si rialzano barcollando e fissano l’avversario tenendo la guardia all’altezza della vita dicendo all’arbitro che ce la fanno benissimo ad arrivare a fine round, nell’imbarazzo generale. Solo che in questo caso il pugile scarlatto pur barcollando ha ritrovato lo smalto giusto e assestato prima un jab da tre punti per il 25-30, e poi una meta trasformata per il 32-30 con un calcio tutt’altro che facile messo a segno dal giovane Sam Costelow, promettente apertura gallese che probabilmente vedremo sempre più spesso nei prossimi anni anche al Sei Nazioni. Di lui abbiamo già parlato a inizio stagione in questo articolo, ma è importante ribadire come questa sia di fatto la prima stagione da protagonista della sua carriera, e come abbiamo detto più in alto, non è un momento facile se sei un giocatore di rugby in Galles. Come si dice da quelle parti, balls of steel. Una cosa di questa vittoria che rischia di passare inosservata è che è arrivata grazie ai nuovi e non grazie ai soliti noti: Leigh Halfpenny esce prematuramente al 24′, Gareth Davies al 53′, Sione Kalamafoni al 62′, Ken Owens al 67′, Aaron Shingler al 71′. Cinque senatori con un centinaio di caps e passa in maglia gallese, esperienza pluridecennale, trofei in bacheca perfino con la maglia degli Scarlets (il Pro12 del 2017). La meta finale dell’incontro arriva grazie ad un’intuizione di Kieran Hardy (lui sì, discretamente esperto) che vede Ryan Conbeer sull’ala. Conbeer però compie un autentico miracolo facendo avvitare il difensore e bucando la linea in mezzo metro di spazio fra difesa e linea di bordo campo. Il calcio di trasformazione che ne risulta è angolatissimo, ma il giovane Sam Costelow riesce comunque a trasformare. Unendo i puntini fra questa performance e la splendida meta di Mason Grady con Cardiff contro Treviso, il Galles sta trovando senza dubbio i nuovi interpreti per il futuro ciclo.
Un campionato sornione
Gli Scarlets si trovano al tredicesimo posto in URC con 33 punti. La stagione corrente è una delle stagioni peggiori per la franchigia di Llanelli, che ha totalizzato 6 vittorie, 1 pareggio e ben 9 sconfitte. Si tratta però di una stagione dal duplice volto. Da inizio campionato fino a Natale i rossi hanno vinto un’unica partita (36-14 contro le Zebre), pareggiando la prima di campionato per 23-23 contro gli Ospreys e perdendo tutte le altre. Fanno eccezione le vittorie contro Bayonne e Toyota Cheetahs in Challenge Cup, ma qui parliamo di campionato. Questo li aveva sostanzialmente relegati a fondo classifica assieme ai ducali, ma da dopo Natale qualcosa è cambiato. Infatti, dal 28 Dicembre ad oggi gli Scarlets hanno perso una sola partita, vincendo tutte le altre. Prima 33-17 coi Dragons, poi 22-28 con Cardiff nei due derby gallesi di Natale. Poi però due vittorie di spessore in casa con Bulls (37-28) e Edimburgo (42-14). Nel turno di riposo del Sei Nazioni i rossi hanno dato battaglia agli altri rossi (Munster) perdendo 49-42 al Thomond park una partita rocambolesca. A fine torneo, invece, hanno battuto i Cell C Sharks per 32-10 in casa dando una notevole prova di forza. Non basta a vederli coinvolti nella lotta playoff, ma è un riscatto notevole considerato che successivamente hanno battuto prima Brive e poi Clermont in coppa, accasandosi in semifinale della coppa cadetta dove se la dovranno vedere con Glasgow. Il campionato, come detto, ormai è andato ma è una squadra che ha ritrovato una compattezza notevole e che ha portato a casa scalpi importanti da Gennaio ad oggi.

Uno sguardo alla rosa
L’età media degli Scarlets è di 26 anni il che non è particolarmente preoccupante, anzi è un’età sufficientemente giovane per una squadra di club. Ci sono però alcuni senatori che occupano ancora un ruolo assolutamente centrale nel progetto e dei quali non sembra ancora essere stata raccolta l’eredità. Il primo è senza dubbio Ken Owens, tallonatore dalle mille battaglie con Galles e Scarlets tornato recentemente da un infortunio pesante che lo ha costretto ai box per più di un anno. Dal 1 Gennaio 2023 ad oggi ha giocato sempre titolare, partecipando alla lunga serie di vittorie scarlatte di cui abbiamo parlato sopra. Fino a fine Dicembre, invece, è stato principalmente in panchina per riprendere bene il ritmo gara, lasciando il posto principalmente a Dafydd Hughes e Ryan Elias. Nessuno dei due ha convinto al 100%, anche perché quando prendi il posto di un giocatore così importante come Owens è difficile performare alla pari; è ovvio che la squadra un po’ ne risente.
Il secondo senatore in questione è il 34enne Sione Kalamafoni, forza della natura in terza linea e ball carrier di lusso che ha determinato le fortune di questi rinati Scarlets del 2023. In quasi tutte le partite è il giocatore che fa più metri della sua squadra, un po’ come Sebastian Negri per l’Italia e Treviso. Sebbene un po’ avvezzo al fallo e al cartellino, Kalamafoni è un pilastro del gioco offensivo in quel di Llanelli e la sua partenza per Vannes sarà sentita in modo particolare dalla squadra. Assieme a lui nel reparto di terza linea ci sono Aaron Shingler (35 anni) e Vaea Fifita (30 anni) mentre le altre terze linee si dividono le briciole rimaste. Fra queste c’è Carwyn Tuipulotu, 22 enne promettente numero 8 che ha già vestito la maglia titolare tre volte durante la stagione. Il giovane prospetto è cugino di Taulupe Faletau ma anche di Billy e Mako Vunipola, nonché di Sisilia Tuipulotu, mentre curiosamente non ha nessun legame con Sione Tuipulotu, centro di Glasgow e della Scozia. Per aggiungere caos al discorso, il padre di Sisilia Tuipulotu si chiama anch’egli Si’one (ma non quel Sione). Infine, bisognerà capire chi continuerà ad indossare la 15. Leigh Halfpenny ha 34 anni e non è più nel suo prime. In questa stagione hanno giocato estremi Johnny McNicholl e Tom Rogers, ma non sembra esserci ancora l’alternativa naturale a Halfpenny. Bisognerà capire come si evolveranno le franchigie gallesi visti i problemi finanziari in seno alla WRU. Con il cestinamento della 60 caps rule, molti atleti che al momento hanno fra i 27 e i 30 anni cercheranno casa in Francia o Inghilterra e, sebbene questo farà bene alla nazionale in termini di esperienza degli interpreti, non farà certo bene alle franchigie.

Il finale di stagione
Come ogni serie TV che si rispetti, il meglio arriva nelle ultime 2-3 puntate. Il finale di stagione è sempre la parte più attesa, e se siete tifosi degli Scarlets, questo finale non può che farvi salivare alla grande. Semifinale di Challenge Cup contro un avversario conosciuto (Glasgow) e ultime due partite di URC con una remotissima ma non nulla possibilità di arrivare all’ottavo posto (facendo dieci punti). Tutto questo senza niente da perdere, ovviamente, giocando sulle ali dell’entusiasmo. Negli ultimi 2 turni di URC, mentre alcune squadre come Treviso andranno a fare il mini-tour in Sud Africa, gli Scarlets giocheranno due partite fuori casa contro Glasgow e Dragons. La prima decisamente meno abbordabile della seconda, ma sicuramente preparata benissimo da Dwayne Peel e compagni. Si tratta, infatti, di un doppio confronto contro Glasgow con entrambe le partite allo Scotstoun stadium, una di campionato (14 Aprile) e una di coppa (30 Aprile). In mezzo, la sfida con i cugini meno attrezzati di Newport, ovvero i Dragons (23 Aprile). Se contro i Dragons le possibilità di fare 5 punti non sono remote, contro Glasgow appare più complesso. I ragazzacci di Franco Smith hanno tritato quasi ogni avversario in questa stagione, grazie a dei trequarti orchestrati come se li dirigesse il maestro Muti in persona. Una vittoria non è però fuori discussione, e se dovesse arrivare, metterebbe i bastoni fra le ruote a tutte le squadre che si giocano l’ottavo posto di cui abbiamo parlato qui. Dovessero vincere lo scontro di coppa, invece, si qualificherebbero per una storica finale contro la vincente di Tolone-Treviso. Il confronto diretto dice male ai trevigiani, come anche il fattore campo e il divario tecnico, per cui le odds pendono nettamente verso i francesi. Se dovessero raggiungere una finale di coppa, si tratterebbe di un risultato storico in quel Llanelli anche perché arriverebbe in una stagione travagliata che ha visto il rugby gallese travolto da un’onda anomala causata da un terremoto intestino alla federazione, onda che ha travolto tutto il movimento e creato scompiglio e sgomento, facendo fuggire chi poteva e generando una diffusa sensazione di precarietà. E cosa c’è di meglio di un trofeo in bacheca, lucido e brillante, per scacciare i cattivi pensieri?