Alla scoperta di Stephen Lorenzo Varney, mediano di mischia dell’Italia cresciuto nella campagna gallese, esploso in Inghilterra a Gloucester e ora pronto a tentare l’avventura in Francia, nel neopromosso Vannes. Nato in Galles, ma eleggibile per l’Italia grazie alle origini della mamma, ha fatto tutta la trafila delle giovanili azzurre per poi debuttare giovanissimo in nazionale maggiore. Oggi, a soli 23 anni, ha già 30 presenze con gli Azzurri, ma il destino lo ha messo di fronte ad una nuova sfida.
Tra Galles e Italia
Rhoshill, secondo Wikipedia, è “un insieme di circa venti case a 150 metri di altezza, circondato da terreni agricoli”, una sperduta comunità rurale del Pembrokeshire, nell’estremità sud-ovest del Galles. È qui che Stephen Varney è cresciuto, papà Adrian è un ex-rugbista, ha giocato nel massimo campionato gallese ad Aberavon e Neath, mentre mamma Valeria è figlia di immigrati italiani. Negli anni ’50, il nonno materno lasciò Bedonia, un borgo appenninico a cavallo tra Emilia e Liguria, per trovare lavoro nelle campagne gallesi. Proprio in una fattoria incontrò la sua futura moglie, una ragazza italiana originaria di Cesena emigrata al seguito del padre, che lì aveva voluto restare dopo un soggiorno forzato come prigioniero di guerra. Così, fin dal doppio nome, Stephen Lorenzo è sempre vissuto a cavallo di due culture, passando dal cymraeg parlato a scuola alla cucina italiana della nonna. Un fil rouge che riemerge periodicamente, da quando Nigel Owens gli diede istruzioni in gallese durante un Francia-Italia, fino alla scena della serie Netflix Sei Nazioni: Full Contact ambientata a casa dei nonni, tra lasagne e limoncello.
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Dal Crymych RFC alle giovanili azzurre
Stephen Varney inizia a giocare a rugby a 11 anni nel club più vicino a casa, il Crymych RFC, e parallelamente nella sua scuola, la Ysgol y Preseli, con la quale vince la Welsh Schools U16s Cup. Il suo percorso rugbistico subisce una momentanea battuta d’arresto quando non viene selezionato nel programma formativo degli Scarlets, franchigia di riferimento della regione. Complice la delusione, Varney non si diverte più a giocare e decide di dedicarsi esclusivamente al golf, altro sport nel quale eccelle. Ad un anno di distanza, tuttavia, gli si presenta l’opportunità di andare a studiare ad Hartpury, in Inghilterra, un prestigioso college a forte vocazione rugbistica. Varney dà una seconda chance alla palla ovale, e da quel momento la sua carriera subisce un’accelerata improvvisa: viene inserito nella prima squadra del college, vince il campionato scolastico e debutta in Championship a soli 17 anni. Presto viene selezionato dall’accademia del Gloucester RFC, giocando nella English Academy League e partecipando agli allenamenti del club di Premiership.

In contemporanea, arrivano i primi contatti con la federazione italiana, che all’epoca godeva di un rapporto privilegiato con l’Hartpury College, dato che vi avevano da poco studiato Jake Polledri e Sebastian Negri. Stephen Lorenzo viene invitato a dei raduni dell’U18, a Treviso e a Calvisano, e il 29 marzo 2019 debutta in maglia azzurra in un test contro la Francia, al fianco tra gli altri di Menoncello, Cannone jr e Favretto. Con l’Italia U18 è poi protagonista al successivo Six Nations Festival, segnando una doppietta nella partita vinta contro il Galles, una meta nella sconfitta con la Francia, ed entrando in campo anche nella vittoria contro la Scozia. Incredibilmente, la federazione gallese continua a non farsi viva, nemmeno quando nella stagione successiva esordisce con la prima squadra di Gloucester. Nel 2020 gioca le prime due partite del Sei Nazioni U20, prima che venga sospeso per il covid, venendo premiato come Player of the Match proprio nella vittoria contro il suo Paese di origine.

La scelta dell’Italia
La stagione 2019/2020 di Premiership viene interrotta a marzo a causa del covid. La parte finale del campionato si disputa quindi tra agosto e settembre, Gloucester dà un’opportunità a Varney di mettersi in mostra e lui la coglie al balzo: scende in campo per ben sei volte nelle ultime nove giornate, segnando ben quattro mete. Anche il Sei Nazioni 2020 è stato sospeso, e le ultime due partite dell’Italia vengono recuperate a ottobre. Gli Azzurri di Franco Smith sono nel pieno di un ricambio generazionale, a mediano di mischia i nomi principali sono quelli di Callum Braley e Marcello Violi, dietro di loro ci sono solo Guglielmo Palazzani e Luca Petrozzi. Il mediano di Gloucester non ha nemmeno compiuto vent’anni, ma viste le prestazioni in U20 e in Premiership diventa un forte candidato ad entrare nel gruppo. A questo punto, Wayne Pivac, ct del Galles, prova a fargli una telefonata, ma lui ha già deciso. Franco Smith lo convoca e Stephen Varney risponde alla chiamata dell’Italia. In un’intervista rilasciata nei mesi seguenti, il giovane italo-gallese spiegherà la sua scelta:
“Il motivo principale per cui ho scelto l’Italia è che mi hanno sempre dimostrato lealtà e rispetto. Voglio ricambiare, per quanto possibile. Sono cresciuto nella cultura italiana fin da piccolo, grazie a mia madre e i miei nonni. Mi sento italiano nel cuore. Mio padre mi ha suggerito di aspettare un po’ e ha cercato di consigliarmi, ma alla fine la decisione spetta a me. Ho seguito il suo consiglio, ma il mio cuore ha detto Italia.”
Il debutto in nazionale maggiore viene ritardato da una positività al covid, ma per la successiva Autumn Nations Cup Varney è pronto e ben inserito nel gruppo. Siamo così all’11 novembre 2020: Italia-Scozia, Firenze. In un Franchi deserto per le normative covid, Stephen Lorenzo Varney fa il suo esordio con la maglia dell’Italia a soli 19 anni, sostituendo al 54′ Marcello Violi.
Gli anni a Gloucester
Escludendo il finale “differito” della stagione 2019/2020, Stephen Varney non trova molto spazio a Gloucester nelle prime due stagioni intere da senior. Tra la giovane età, la concorrenza di mediani esperti come Willie Heinz e Ben Meehan, e gli impegni con l’Italia, Varney accumula solo 14 presenze e 412′ in due anni. In nazionale, invece, è il mediano di mischia titolare, nel bene e nel male. Parte con la maglia numero 9 in 4 partite su 5 del disastroso Sei Nazioni 2021, che porterà al demansionamento del ct Franco Smith. Il suo sostituto, Kieran Crowley, conferma la fiducia nel giovane mediano e gli affida le chiavi del gioco prima nelle ANS 2021 e poi nel Sei Nazioni 2022, concluso in anticipo per un infortunio.

Nella stagione 2022/2023 Varney riesce finalmente a trovare più spazio anche a Gloucester. Sulla scia delle ottime prestazioni in maglia azzurra alle ANS 2022 (tra cui una da Player of the Match contro Samoa) e al Sei Nazioni 2023 (in cui continua ad essere titolare), il giovane mediano prende fiducia e accumula minuti anche nel club, approfittando degli infortuni di Meehan e scavalcando Chapman nelle gerarchie nel finale di stagione. A fine aprile Gloucester annuncia di aver rinnovato il contratto con il numero 9 azzurro, che chiude la stagione con 15 presenze e 672′ in campo, più di quanto aveva giocato in totale nei due anni precedenti. In estate, Stephen Varney rientra tra i convocati dell’Italia per il raduno in vista della Coppa del Mondo. Gioca 2 partite di preparazione, segnando una meta contro il Giappone, ed è titolare in 3 dei 4 incontri disputati dagli Azzurri nella RWC, tra cui le partite contro All Blacks e Francia, dove naufraga con il resto della squadra.
Terminata la RWC dell’Italia, tempo nemmeno 10 giorni e Stephen Varney è già in campo con Gloucester per la 1ª giornata di Premiership. I cherry & whites si sono presentati ai nastri di partenza con 3 mediani di mischia: Varney stesso, Chapman e il nuovo acquisto Englefield, proveniente dai London Irish. Complice l’infortunio di quest’ultimo, nella prima parte di stagione Stephen gioca spesso titolare, ma la squadra va male in campionato e a gennaio Englefield rientra, prendendosi la 9. Arriva il periodo Sei Nazioni e Varney viene puntualmente convocato, scendendo in campo in tutte le partite del miglior torneo mai disputato dall’Italia. Rientrato al club, disputa 5 partite di fila da titolare, dirigendo tra l’altro la squadra alla vittoria negli ottavi e nei quarti di Challenge Cup, ma negli ultimi incontri, compresi la semifinale e la finale di Coppa, coach Skivington gli preferisce nuovamente Englefield. Il tabellino della stagione 2023/2024 recita 22 partite giocate, di cui 13 da titolare, per un totale di 1099′.
L’addio ai Cherry & Whites
Veniamo al presente. Quest’estate Gloucester si è mossa sul mercato, con un focus particolare sulla mediana. In entrata è arrivato un’esperto duo gallese, il mediano di mischia Tomos Williams (58 caps) e l’apertura Gareth Anscombe (37 caps), che per molti anni hanno fatto coppia sia con la maglia dei Dragoni che con quella di Cardiff. Le premesse per imporli come la mediana titolare ci sono tutte, e infatti così avviene. Williams, in particolare, sfodera in sequenza un’ottima prestazione dopo l’altra, e viene subito apprezzato anche per le sue qualità di leadership, tanto da essere nominato capitano già alla 2ª apparizione ufficiale, in assenza di Lewis Ludlow. Le sue caratteristiche di mediano elettrico, pronto a sfruttare ogni opportunità, calzano perfettamente al nuovo piano di gioco di Gloucester, votato molto più all’attacco rispetto alle scorse stagioni. In questo senso, Varney ha invece dimostrato di essere un giocatore più tattico, con un ottimo piede, soprattutto nei calci dalla base. Per la panchina, coach Skivington gli preferisce il più versatile Englefield, che ha dalla sua anche lo status di England Qualified Player (EQP), come pure Chapman. Non è una qualità banale: la RFU infatti distribuisce sovvenzioni ai club basandosi tra le altre cose del numero di EQPs, e in questa stagione le squadre di Premiership dovranno avere in media 15 EQPs nei 23 in lista gara. Il risultato è che nelle prime giornate di Premiership Varney non vede mai il campo: diventa sempre più chiaro che a Gloucester non c’è spazio per lui.
L’italo-gallese è un giocatore troppo buono – e troppo ben pagato – per fare la 3ª/4ª scelta in campionato. A soli 23 anni ha già 30 presenze in nazionale e 58 nel club, tra Premiership e coppe europee. Vista la situazione, un trasferimento è la soluzione più ovvia, sia per lui che per Gloucester. Le prime indiscrezioni escono il 16 ottobre, quando RugbyPass scrive che Varney sarebbe pronto a firmare con Vannes, con effetto immediato. Domenica 20 arriva l’annuncio ufficiale: il mediano azzurro rescinde con i cherry&whites e si trasferisce in Francia, fino al termine della stagione.

Vannes, una nuova sfida
Il RC Vannes è un club ambizioso, negli ultimi anni ha seguito un percorso di sviluppo organico che lo ha portato a salire prima in ProD2 e ora in Top14. Passo dopo passo, si è radicato fortemente in un territorio non tradizionalmente rugbistico come la Bretagna, creando delle solide basi per una crescita continua. Nel 2014, dopo il fallimento della locale società di calcio, si installa nel principale stadio della città, lo Stade de la Rabine, che da quel momento è stato rinnovato e ampliato a più riprese dato il crescente sostegno popolare. In parallelo, anche la storica sede degli allenamenti del club ha visto degli importanti investimenti, con l’inaugurazione nel 2022 di un centro sportivo all’avanguardia.
L’obiettivo stagionale del neopromosso club bretone è quello di salvarsi, rimanendo nel massimo campionato francese. Il salto tra ProD2 e Top14 è molto alto, l’inizio di stagione lo conferma: nelle prime 7 giornate Vannes raccoglie una sola vittoria, anche se in altre tre partite perde di 3 punti o meno. A mediano di mischia la coperta è corta, la prima opzione è il veterano 33enne Michael Ruru, ma dietro di lui ci sono solo Jules Le Bail – giocatore che ha fatto la spola tra La Rochelle e Vannes, senza mai imporsi in Top14 – e Alexandre Gouaux – anche lui un’incognita per il livello. Complice un breve infortunio di Ruru, diventa logico per Vannes intervenire sul mercato, sfruttando le esenzioni sul numero di JIFF in campo di cui gode in quanto neopromossa. La scelta ricade su Stephen Varney.
Bisogna evidenziare come Michael Ruru sia un mediano di mischia molto diverso da Varney, come nota Jean-Noël Spitzer, coach dei bretoni: “è un giocatore atletico, un grande ball carrier, ed è estremamente efficace quando si arriva agli ultimi metri”, quasi un “nono avanti”. D’altro canto, secondo il tecnico francese, l’azzurro “ha tutte le qualità tecniche del ruolo. È più un lanciatore (di gioco), un distributore, capace di usare il piede per le liberazioni”. Starà all’italo-gallese adattarsi al gioco della nuova squadra, e agli allenatori sfruttare al massimo le sue caratteristiche. Il rientro di Ruru dall’infortunio darà a Varney del tempo prezioso per ambientarsi (secondo Spitzer potrebbe debuttare il 2 novembre contro Perpignan), tempo che avrà anche a novembre grazie all’esclusione dai convocati dell’Italia per le Autumn Nations Series, probabilmente concordata con il ct Gonzalo Quesada.
In conclusione
Si può dire che il viaggio rugbistico di Stephen Lorenzo Varney sia stato ricco di avvenimenti inaspettati. Dal momento in cui decide di smettere di giocare a rugby, alla chiamata di un prestigioso college inglese, fino al percorso in maglia azzurra e ora alla scelta di lasciare il club in cui è cresciuto, a stagione in corso. Oggi il rugby lo ha portato in Francia, in un club che negli ultimi anni è cresciuto molto e che per la stagione in corso ha un obiettivo chiaro: salvarsi nel campionato più competitivo al mondo. A soli 23 anni, Stephen Varney si trova di fronte ad una nuova sfida: rilanciare la sua carriera a livello di club, per provare a riprendersi la maglia numero 9 dell’Italia.