È di nuovo Super Saturday!
Apre l’ultima giornata di torneo la partita tra Italia e Galles, che si giocherà al Millennium Stadium (oggi Principality Stadium per ragioni di sponsorship).
Seguono Scozia e Irlanda, che si affrontano al Ravenhill Stadium di Belfast (casa dell’Ulster Rugby, che per un contratto di naming decennale – tra l’altro, in scadenza nel 2024 – viene chiamato Kingspan Stadium in occasione degli eventi di club sotto la giurisdizione dell’IRFU).
Chiude quest’edizione di Sei Nazioni il big match tra Francia e Inghilterra, che si incontreranno allo Stadio Chaban-Delmas di Bordeaux, per decidere – ancora una volta – chi tra le due solleverà la coppa del Sei Nazioni.

La classifica finora
Siamo arrivati alla fine anche di questo Sei Nazioni, una fine che è ancora (quasi) tutta da scrivere all’ultima giornata di torneo.
Quasi, perché il primo posto se lo contendono solo Inghilterra (20 pt) e Francia (19 pt), nessuna della altre squadre può più fare abbastanza punti da aggredire nemmeno il secondo posto.
Scozia (8 pt), Italia (6 pt) e Irlanda (6 pt) possono tutte e tre sperare ancora nel terzo posto, ma solo la Scozia è matematicamente salva dal cucchiaio di legno.
Il Galles (1 pt), infine, che l’anno scorso aveva chiuso in terza posizione, ormai può solo ambire ad un quinto posto a condizione di vincere con bonus contro l’Italia e recuperare più di 35 punti di differenza… direi impresa disperata!

Ma l’Italia può davvero ambire ancora al terzo posto?
Sì, ma non solo per merito proprio.
Ovviamente l’Italia dovrebbe vincere con il punto di bonus offensivo, andando così a 11 pt.
Tuttavia, se la Scozia dovesse battere l’Irlanda andrebbe a 12 punti (o 13 in caso di punto bonus), che per l’Italia sono ormai irraggiungibili.
Quindi è necessario che l’Irlanda batta la Scozia, possibilmente senza punto bonus o il podio si giocherebbe sulla differenza punti (ad oggi sono entrambe a 6 pt, ma l’Italia precede l’Irlanda in classifica perché è a -72, mentre le verdi sono a -74… praticamente parimerito).
La (desolante) quarta giornata di Sei Nazioni
Alla vigilia della quarta giornata i risultati sembravano già quasi tutti scritti: l’Irlanda non aveva nessuna possibilità di battere l’inarrestabile Inghilterra e le probabilità che il Galles battesse la Francia erano davvero scarse. Forse la partita con il risultato meno scontato era proprio Italia-Scozia.
Beh, è andata peggio di quanto mi aspettassi.
L’Inghilterra, davanti a quasi 50.000 persone a Twickenham (48.778 per amor di precisione), ha arato l’Irlanda, vincendo 88-10.
In appena 20 minuti la perfida Albione si assicura il punto bonus con le mete di Abby Dow, Natasha Hunt, Meg Jones e Zoe Aldcroft. Ellie Kildunne firma la quinta meta al 28′, seguita dalla seconda meta di Abby Dow.
L’Inghilterra va al riposo in vantaggio per 38-3 (punizione calciata da Dannah O’Brien).

Con la ripresa, l’Inghilterra mette in chiaro immediatamente che non ci sarà un cambio di passo nel secondo tempo, segnando immediatamente la settima meta marcata da Jess Breach, seguita dalla meta di Kabeya.
Al 55′ l’Inghilterra fa crollare il drive irlandese facendo assegnare una meta tecnica alle avversarie e perdendo per i successivi 10′ Lucy Packer (insomma, le Rose Rosse segnano sia le proprie mete sia quelle avversarie).
Ciò nonostante, Jones marca immediatamente la meta della doppietta personale.
Ovazione per l’ingresso di Emily Scarratt (schierata finora solo fuori casa, nella partita contro l’Italia, dopo il lungo stop per infortunio al ginocchio), tripletta di Dow seguita – per par condicio – dalla tripletta di Kildunne, che marca due mete consecutive. Se c’è una giustizia a questo mondo, la Kildunne vincerà il premio come player of tournament.
Ma siccome, se massacro dev’essere, dev’esserlo fino alla fine, aggiungiamoci un’altra meta di Breach e la prima meta internazionale di Feaunati.

Neanche il tempo di finire di seguire Inghilterra-Irlanda che inizia Italia-Scozia.
Beh, io c’ero al Lanfranchi e, sinceramente, ho visto giornate migliori.
Lo stadio pieno per il 75%, di cui almeno un 25% si tifo sfegatato scozzese… La marea bianco-blu ha sommerso quella azzurra fin dall’inno (sentire Flower of Scotland sbraitato e l’inno italiano cantato molto sottotono non è sembrato un buon auspicio, ho dei video in pessima risoluzione per chi non ci credesse).
Per il resto, il primo tempo è stato piuttosto equilibrato. Il possesso era decisamente a favore delle scozzesi, con le Azzurre che faticavano a superare la metà campo. Ciò nonostante, né l’una né l’altra squadra riuscivano a finalizzare fino alla meta – lo ammetto, stupenda! – di Alyssa D’Incà.
L’indisciplina Azzurra, tuttavia, concede ai cardi di Scozia una rimessa laterale sui 5 metri che le porta – non così agevolmente – in meta.
Il primo tempo si chiude sul 7-7.

L’inizio del secondo tempo continua in un sostanziale empasse, in cui nessuna delle due squadre riesce a prevalere sull’altra, complice la sostanziale assenza di opzioni al piede da entrambe le parti (se guardate le statistiche, il gioco al piede scozzese in realtà pure ci sarebbe stato, il problema delle statistiche è che non vi dicono che quel gioco al piede di fatto non ha portato a grandi risultati).
È la Scozia che sblocca la situazione nell’ultimo quarto di gioco e a 10 minuti dalla fine Emma Orr segna la meta del vantaggio scozzese (7-12).
Al 68′ la Scozia raggiunge nuovamente la linea di meta e Chloe Rollie trova il varco nella difesa per segnare la terza meta, portando la propria squadra sul +10 pt.
Sembrava finita e invece a 6′ dalla fine Beatrice Rigoni mette a segno un calcio di punizione che porta le Azzurre a 7 punti di distanza dalle avversarie.
Si cerca la meta del pareggio, al 78′ l’attacco italiano ci fa pure sperare, poi però Madia a terra e tournover scozzese.
Negli ultimi 20 secondi di gioco l’arbitro si ricorda di essere l’arbitro e chiama il TMO, ammonizione per Chloe Rollie (non sono ironica, l’ammonizione arriva davvero al minuto 79:40)…
Ecco, io lo so che le polemiche sull’arbitro sono inutili nella maggior parte dei casi, dannose nei restanti casi e in nessun caso sono apprezzate, però sottovoce lasciatemelo dire che l’arbitro era la sedicesima giocatrice scozzese in campo e non per modo di dire, visto che è canadese figlia di padre scozzese.
Comunque finisce così. Rimessa storta di Vittoria Vecchini a tempo rosso e che scrive la parola fine su una partita a tratti frustrante, a tratti farraginosa.
Cose belle a cui abbiamo assistito:
- Veronica Madia, Isabella Locatelli e Rhona Lloyd che entrano in campo mano nella mano a celebrare il raggiungimento del cinquantesimo cap
- Una bella difesa italiana, combattiva per tutta la partita. In particolare due strenue difese sulla linea di meta italiana che riescono a rimandare le avversarie oltre la linea dei 10 metri.
- Infine, una marea di bambine e bambini, ragazzine e ragazzini per cui le nostre Azzurre sono idoli. Idoli davvero! Avete presente risatine e gridolini entusiasti per aver ottenuto una foto?!? E decine di bambine spalmate sulla staccionata che per 10 minuti hanno urlato il nome della D’Incà… vi prego, se qualcuno lo sa mi dica se sono riuscite ad ottenerne l’autografo, saperlo era diventata una questione personale che non mi ha fatto perdere il treno solo perché il regionale veloce per Milano era in ritardo…
Comunque è stato bello!
Chiude la quarta giornata Francia – Galles. A Cardiff, la nazionale scozzese si è presentata reduce da tre sconfitte, mentre les Bleues arrivavano in cerca della quarta vittoria consecutiva, necessaria per potersi giocare la vittoria nella giornata conclusiva.
Eh niente. la Francia nel primo tempo mette a segno tre mete, marcate da Annaelle Deshayes, Joanna Grisez e Romane Menager e immediatamente dopo la ripresa arriva la meta di Gabrielle Vernier e il punto bonus.
La capitana Manae Feleu firma la quinta meta.
A questo punto il Galles ha una chance di respirare un po’, trovandosi in superiorità numerica per il cartellino giallo a Assia Khalfaoui, e invece no. Le francesi segnano la sesta meta con la seconda meta personale di Grisez.
Finisce 0-40 per la squadra ospite.

L’allenatore
Ioan Cunningham è l’allenatore della nazionale gallese femminile dal 2021, e si è impegnato a rimanere fino alla Coppa del Mondo del 2025.
Nella sua carriera da giocatore semi professionista ha ricoperto il ruolo di terza linea centro e capitano dei Bridgens Ravens. Ha giocato nella nazionale U16 ed è stato capitano dell’U18 e dell’U19, prendendo parte, inoltre, all’U21.
Dal 2010 al 2015 è stato parte del team di allenatori della WRU come allenatore della National Academy Skills e allenatore della difesa per la nazionale U20.

Dal 2015 è poi allenatore della difesa degli Scarlets, portandoli a vincere il titolo Pro12 contro il Munster nella stagione 2016-2017, a distanza di 13 anni dalla prima vittoria nel 2003-2004.
Nel 2020 cessa la sua collaborazione con gli Scarlets. Tra il 2020 e il 2021 è direttore del programma di sviluppo Elite Rugby presso il Llandovery College, ruolo ad oggi ricoperto da Nathan Thomas.
Nel 2021 è stato quindi nominato allenatore della Nazionale Femminile gallese grazie ai meriti conquistati come allenatore della difesa dell’U20.
Le giocatrici convocate
Sono 36 le giocatrici convocate dall’allenatore Ioan Cunningham, di cui 18 avanti e 18 tre quarti:
| Giocatrice | Ruolo | Caps | Club |
| Gwenllian Pyrs | Pilone | 35 | Bristol Bears |
| Alisha Butchers | Terza linea ala | 47 | Bristol Bears |
| Alex Callender | Terza linea | 36 | Brython Thunder |
| Abbey Constable | Pilone | 8 | Gloucester-Hartpury |
| Georgia Evans | Seconda linea/Terza linea | 27 | Saracens |
| Abbie Fleming | Terza linea ala | 18 | Harlequins |
| Gwennan Hopkins | Terza linea | 2 | Cardiff Rugby |
| Natalia John | Seconda linea | 39 | Brython Thunder |
| Kelsey Jons | Tallonatore | 43 | Gloucester-Hartpury |
| Bryonie King | Terza linea | 4 | Bristol Bears |
| Bethan Lewis | Terza linea | 45 | Gloucester |
| Carys Phillips | Tallonatore | 74 | Harlequins |
| Molly Reardon | Tallonatore | 3 | Cardiff Met |
| Donna Rose | Pilone | 22 | Saracens |
| Jenni Scoble | Pilone destro | 0 | Gwalia Lightning |
| Sisilia Tuipulotu | Pilone | 20 | Gloucester-Hartpury |
| Shona Wakley | Terza linea | 45 | Brython Thunder |
| Kate Williams | Terza linea | 12 | Gloucester-Hartpury |
| Keira Bevan | Mediano di mischia | 61 | Bristol Bears |
| Hanna Bluck | Ala | 10 | Brython Thunder |
| Carys Cox | Centro | 7 | Ealing Trailfinders |
| Megan Davies | Mediano di mischia | 7 | Bristol Bears |
| Lleucu George | Centro | 21 | Gloucester-Hartpury |
| Jenny Hesketh | Estremo | 3 | Bristol Bears |
| Hannah Jones | Centro | 56 | Gloucester-Hartpury |
| Sian Jones | Mediano di mischia | 4 | Sales Sharks |
| Jasmine Joyce | Ala/centro | 38 | Bristol Bears |
| Courney Keight | Ala | 13 | Bristol Bears |
| Kerin Lake | Centro | 49 | Gloucester-Hartpury |
| Nel Metcalfe | Estremo | 3 | Gloucester-Hartpury |
| Lisa Neumann | Ala | 40 | Harlequins |
| Kayleigh Powell | Estremo | 16 | Bristol Bears |
| Cath Richards | Centro | 1 | Gloucester-Hartpury |
| Niamh Terry | Mediano di apertura | 9 | Brython Thunder |
| Amelia Tutt | Estremo | 1 | Leicester Tigers |
| Mollie Wilkinson | Mediano di apertura | 1 | Bristol Bears |
Coach Cunningham ha selezionato una squadra di grande esperienza, arricchita di alcuni prospetti molto interessanti.
La maggior parte della squadra ha giocato sia nella scorsa edizione del Sei Nazioni, chiuso con terzo posto e ottenendo il sesto posto nella classifica globale più alta di sempre, sia nel WXV 1, in cui invece non hanno brillato, chiudendo il girone ultime con zero vittorie (dietro Inghilterra, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Francia, in quest’ordine).

Il centro Hannah Jones conserva la fascia di capitano.
Sono tornate in nazionale le seconde linee Gwen Crabb e Natalia John (convocata per Galles – Italia), che hanno saltato il WXV1 per infortunio, e Shona Wakley – veterana, ma attualmente libera – che ha impressionato giocando con le Brython Thunder in Celtic Challenge.
Rivedremo in campo Sisilia Tuipulotu, pilone destro tra i migliori marcatori del Sei Nazioni 2023 (4 mete), l’eccellente carrier Alex Callender – particolarmente temibile per percentuale di tournover vinti – e il temibile piede di Keira Bevan.

Inoltre, Cunningham ha convocato 7 giocatrici uncapped: Jenny Hesketh (ex capitano dell’Inghilterra U20, che si qualifica per il Galles grazie alla madre gallese, che giocherà estremo titolare nella partita contro l’Italia), Cath Richards, Molly Reardon, Jenni Scoble, Mollie Wilkinson, Gwennan Hopkins e Sian Jones (che partiranno dalla panchina nella partita contro l’Italia). Hanno esordito tutte eccetto Scoble.
Dove ci eravamo lasciati: Italia vs Galles
Innanzitutto, ci eravamo lasciati con l’addio al rugby giocato di Sara Barattin, che dopo 116 presenze in nazionale chiude una splendida carriera proprio con Italia – Galles.

L’anno scorso le gallesi avevano battuto le italiane 36-10, chiudendo il Sei Nazioni al terzo posto e interrompendo una serie di sconfitte che proseguiva ininterrotta dal 2019.
Il primo tempo era stato piuttosto equilibrato. Grande pressione da parte delle gallesi, che si guadagnano un calcio di punizione, ottima difesa delle Azzurre che cedono solo una volta al 23’ concedendo una meta a Bethan Lewis, poi trasformata da Bevan.
L’Italia, tuttavia, si riscuote immediatamente e Madia segna, Sillari trasforma per il 7-10.
Segue un’azione insistita, dove tutte le trequarti toccano e muovono il pallone, con cui l’Italia conquista il calcio di punizione del pareggio.
L’Italia sfiora la meta del vantaggio, tuttavia il Galles si risveglia e – con un multifase che mette sotto pressione estrema le Azzurre – porta Tuipulotu a marcare in mezzo ai pali la meta del 10-17.

Il secondo tempo è egemonia gallese.
La meta del 10-24 viene segnata da Harries da drive avanzante (segue sempre trasformazione di Bevan, perfetta al piede).
Nell’ultimo quarto arriva la meta del bonus gallese: break strepitoso di Callender, che allarga sull’accorrente Williams-Morris e poi riceve nuovamente per il 10-29.
Kerin Lake, infine, entra al 70’ solo per segnare la quinta meta, guadagnandosi il terzo posto al Sei Nazioni e accedendo al primo girone del WXV
Che partita aspettarci
Intanto godiamoci il centesimo cap di Lucia Gai, a cui vanno tutte le nostre congratulazioni e auguri!

Inutile negarlo, l’andamento della partita dipenderà molto dal morale con cui la nazionale italiana scenderà in campo.
Se sarà in grado di lasciarsi alle spalle la sconfitta della scorsa settimana e scendere in campo con grinta e lucidità sono sicura che l’Italia potrà conquistare la vittoria.
Ma di una cosa sono più che certa, il Galles non si lascerà battere facilmente. Se è molto difficile che si salvi dal cucchiaio di legno, cercherà strenuamente di non concludere questo torneo con un whitewash. Complice sarà sicuramente un Millennium Stadium con oltre 10.000 persone, quasi tutte vestite di rosso.
E, per la verità, coach Cunningham ci credeva davvero in questo Sei Nazioni.
A Welsh Online ha dichiarato “This 2024 Six Nations campaign promises to be the biggest and toughest tournament so far but we are all excited to see the players named set new standards and take this team to new heights.
The Welsh public’s support proved massive for the squad last season and a first stand-alone game against Italy in Principality Stadium is a mouth-watering end to the campaign, but we know we have some major challenges ahead of us before we get to that final weekend“.
Ecco, forse ha parlato un po’ troppo presto…
Noi, comunque, fino alla fine ci crediamo! Forza Azzurre!
P.S. Per il resto, secondo me la Scozia batterà l’Irlanda (purtroppo) e l’Inghilterra batterà la Francia. Così, se ve lo stavate chiedendo.
Un pensiero riguardo “Ultima chance. L’Italia si gioca il tutto per tutto a Cardiff”