E siamo arrivati alla quarta giornata di Sei Nazioni… Dopo due sconfitte contro le favorite del torneo e una brillante vittoria in Irlanda, l’Italia cerca la seconda vittoria in casa contro la Scozia, vittoria necessaria per scongiurare il rischio dell’ultimo posto a fronte di una classifica che vede le ultime quattro squadre a pochissimi punti di distanza l’una dall’altra.

La tribuna est dello Stadio Lanfranchi di Parma (Rugbymeet)

La terza giornata di Sei Nazioni

Non è stato un gran weekend lo scorso, né per l’Italia, né per la Scozia, uscite entrambe sconfitte rispettivamente dalla Francia e dall’Inghilterra.

Italia vs Francia, Guinness Women’s Six Nations 2024 (FIR)

L’Italia ha perso 38-15 contro la Francia a Parigi.
Una Francia particolarmente razionale e cinica, in cerca del riscatto dopo la risicata vittoria in Scozia della settimana precedente, ha segnato 6 mete all’Italia, di cui 4 nel primo tempo (marcate da Konde, Deshayes, Escudero e Llorens), mentre l’Italia marca 3 punti grazie al piede di Rigoni.
Il primo tempo si chiude con uno sconfortante 26-3 fatto di imprecisioni e indisciplina.
Il secondo tempo vede altre due mete francesi di Khalfaoui (Player of the Match) e di Fall. La ripresa porta con sé, però, anche un cambio di mentalità delle Azzurre che porta alle due mete di Alyssa D’Incà: la prima meta prende il via da maul avanzante fino alla linea dei 5 metri, cui fa seguito un lungo multifase con le avanti, poi Stevanin e Rigoni innescano la corsa di D’Incà che trova la meta in mezzo ai pali; la seconda meta, invece, parte da un offload di Stevanin per D’Incà sulla linea dei 10 metri Azzurra che innesca la corsa di D’Incà fino a marcare la meta.

Clicca sulla foto per vedere gli highlights di Italia vs Francia

Sulla partita Scozia – Inghilterra c’è ben poco da dire… Quella scozzese è stata una debacle con la nazionale del Cardo che non segna nemmeno un punto contro le ben 8 mete marcate dalle Rose Rosse. Jess Breach ed Ellie Kildunne che segnano due mete a testa (Kildunne guadagnando anche il premio come Player of The Match), mentre le altre 4 mete sono segnate da Amy Cokayne, Abby Dow, Sadia Kabeya e Marlie Packer.
La cosa più degna di nota è l’assoluta indisciplina inglese, che porta l’arbitro designato – la nostra Clara Munarini – a comminare due cartellini gialli alla tallonatrice Amy Cokayne e un cartellino giallo a Marlie Packer.

Clicca sulla foto per vedere gli highlights di Scozia vs Inghilterra

La nazionale scozzese

L’allenatore

Bryan Easson, ex mediano di mischia classe 1973, ha giocato prima con i Caledonia Reds e poi per gli Exeter Chiefs fino al ritiro nel 2000 (avvenuto, a soli 25 anni, a seguito di due operazioni alla schiena), anno in cui ha cominciato la sua carriera di allenatore come responsabile per lo sviluppo per le Highlands e le Isole per conto della Scottish Rugby Union.
Nel 2010, Easson entra a far parte dello staff dell’Edinburgh Rugby come allenatore dell’attacco e delle skills. Contemporaneamente entra nell’élite development coaching team dell’SRU.
Pur rimanendo nel team di Edimburgo, dal 2011 al 2013 è stato allenatore dell’attacco della Nazionale Scozzese U20.

Bryan Easson, Head Coach della nazionale femminile di rugby scozzese (Border Counties Advertizer)

Nel 2013 diventa capo allenatore dell’Academy dell’Edinburgh Rugby.
Nel 2018, ancora una volta è chiamato a dividersi tra club e nazionale, venendo chiamato ad allenare l’attacco della nazionale femminile nello staff di coach Philip Doyle.
Doyle, a causa nel covid-19, è costretto a lasciare la nazionale scozzese e Easson prende il ruolo di capo allenatore ad interim. La prima partita di Easson come head coach ad interim si disputa nell’ottobre 2020 contro la Francia e la Scozia ottiene un insperato pareggio (13-13) che farà confermare Easson ufficialmente a capo della nazionale scozzese fino al 2025 (idealmente, fino al mondiale in Inghilterra).
Sotto la sua guida, la Scozia ha cominciato la ripresa a cui si sta assistendo da qualche anno dopo un lungo periodo di buio.

Bryan Easson e la capitana Rachel Malcom con il trofeo del WXV2 (World Rugby)

Le giocatrici convocate

Sono 34 le giocatrici convocate dall’allenatore Bryan Easson, di cui 18 avanti e 16 tre quarti:

GiocatriceRuoloCapsClub di provenienza
Leah BartlettPilone sinistro33Leicester Tigers
Christine BelislePilone destro33Loughborough Lightning
Sarah BonarSeconda linea37Harlequins
Elliann ClarkePilone sinistro9Bristol Bears
Lisa CockburnPilone29Leicester Tigers
Eva DonaldsonSeconda linea9Leicester Tigers
Evie GallagherTerza linea centro25Bristol Bears
Merryn GundersonTerza lineauncappedCorstorphine Cougars e
Edinburgh Rugby
Rachel MalcolmTerza linea ala (blindside)45Loughborough Lightning
Elis MartinTallonatore8Leicester Tigers
Fiona McIntoshSeconda linea1
(cappata al Sei Nazioni 2024)
Saracens
Rachel McLachlanTerza linea ala (openside)41Sale Sharks
Louise McMillanSeconda linea51Saracens
Lana SkeldonTallonatore68Bristol Bears
Alex StewartTerza linea3
(cappata al Sei Nazioni 2024)
Corstorphine Cougars e
Edinburgh Rugby
Emma WassellSeconda linea66Loughborough Lightning
Molly WrightTallonatore21Sale Sharks
Anne YoungPilone sinistro10Sale Sharks
Cieron BellAlauncappedUniversity of Edinburgh e
Edinburgh Rugby
Beth BlacklockCentro3Saracens
Leia Brebner-HoldenMediano di mischiauncappedGloucester-Hartpury e
Cheltenham Tigers
Shona CampbellEstremo/ala9GB 7s
Nicole FlynnCentrouncappedUniversity of Edinburgh e
Edinburgh Rugby
Coreen GrantAla10Saracens
Caity MattinsonMediano di mischia21Gloucester-Hartpury
Mairi McDonaldMediano di mischia20Exeter Chiefs
Francesca McGhieAla10Leicester Tigers
Rhona LloydAla destra18GB 7s/ Stade Bordelais
Helen NelsonMediano di apertura58Loughborough Lightning
Emma OrrCentro16Heriot’s Blues e
Edinburgh Rugby
Lisa ThomsonCentro58GB 7s
Chloe RollieEstremo64Loughborough Lightning
Meryl SmithCentro16Bristol Bears
Megan VarleyCentrouncappedBristol Bears

La Scozia è una con delle individualità molto forti e con una nuova generazione che avanza che si sta rivelando molto promettente.
Complice anche il solido progetto di crescita intrapreso dall’SRU per il rugby femminile che si può riassumere – in estrema sintesi – in due obiettivi: professionalizzazione e sviluppo delle giovani promesse.
Quanto allo sviluppo, abbiamo già parlato del progetto Celtic Challenge (se non lo avete letto potete recuperarlo qui) che già l’anno scorso ha portato ad debuttare al Sei Nazioni giocatrici come Francesca McGhie, che – per le sue prestazioni al Sei Nazioni 2023 e al WXV2 – si è conquistata la nomination per il premio World Rugby’s Women’s 15s Breakthrough Player of the Year.
Anche quest’anno ci sono giocatrici che si sono distinte nella competizione celtica (in cui l’Edinburgh Rugby Women si è classificato al secondo posto) e – delle ben 7 giocatrici esordienti convocate da Easson – quattro provengono dalle fila dell’Edimburgo (Merryn Gunderson, Alex Stewart – che si è già conquistata i suoi primi tre caps nelle prime tre giornate di Sei Nazioni, convocata anche per la partita contro l’Italia – Cieron Bell e Nicole Flynn).

(SRU)

Una cosa che, personalmente, ho apprezzato del progetto scozzese è la consapevolezza che – quando si comincia un percorso di crescita – i risultati non arrivano subito, ma che la costanza paga sul lungo tempo.
Questo è il senso delle dichiarazioni rilasciate l’anno scorso da coach Easson in risposta alla critica mossa dall’inglese Simon Middleton il quale sosteneva che è necessario colmare il gap tra le squadre perché il Sei Nazioni così com’è non può continuare (affermazione comprensibile! Dev’essere davvero poco stimolante scendere in campo sapendo di aver già vinto, cosa che per l’Inghilterra è innegabilmente vera almeno in 4 partite su 5).
Ad ogni modo, Easson ha risposto che “Professionalism takes time. France and England, they’ve been professional for a long time. It’ll come, but it takes time“.

Ed ecco che incontriamo il secondo obiettivo dell’SRU per lo sviluppo del rugby femminile: la professionalizzazione.
A dicembre 2022 la SRU ha annunciato di aver messo sotto contratto per un anno (ovvero fino a novembre 2023) 28 giocatrici.
I contratti hanno un valore medio di £ 25.000 e – salvo casi particolari – non possono essere inferiori a £ 12.000 (da parametrarsi sul lavoro effettivamente svolto dalle giocatrici per la squadra).
Al termine del contratto siglato nel 2022, la federazione scozzese ha portato a 32 le giocatrici sotto contratto, tra cui ci sono anche Francesca McGhie ed Eva Donaldson. Inoltre, tre giocatrici dei GB7 – Shona Campbell, Rhona Lloyd e Lisa Thomson – hanno ora un doppio contratto con la Scozia con rilasci internazionali concordati.

La principessa Anna, patrona della Scottish Rugby Union, alla partita contro l’Italia durante il Women’s Six Nations 2023 (SRU)

Dove ci eravamo lasciati: Italia vs Scozia

Il Sei Nazioni 2023 ha visto un’inaspettata vittoria scozzese.
La Scozia proveniva, infatti, da una serie di 12 sconfitte consecutive, inclusa una debacle contro la Francia la settimana precedente per 55-0, mentre l’Italia era stata battuta dalla Francia con uno scarto di ‘soli’ 10 punti.
I Cardi, tuttavia, erano stati in grado di dominare fisicamente sulle Azzurre, in particolar modo nella maul, battendo così l’Italia per la prima volta dal 2017 (quantomeno al Sei Nazioni), complice anche l’espulsione al 65′ di Sara Seye per un placcaggio alto.

Un’azione della partita Scozia vs Italia del Sei Nazioni 2023 (Eurosport)

La Scozia l’anno scorso si era distinta proprio per la da difesa. Nella classifica delle giocatrici con più placcaggi ci sono tre giocatrici scozzesi: Evie Gallagher (terza linea centro), Lana Skeldon (tallonatrice) e la capitana Rachel Malcom (terza linea ala)… e saranno tutte e tre titolari domani!
Torna in campo anche Chloe Rollie – estremo – carrier particolarmente efficace, prima assoluta l’anno scorso per difensori battuti.
Il triangolo allargato scozzese è completato da Francesca McGhie e una pericolosissima Rhona Lloyd.
Da secondo centro ritroviamo infine Emma Orr, giocatrice senza dubbio efficace, ma soprattutto estremamente aggressiva.

Che partita aspettarci

Possiamo sbilanciarci dicendo che il divario tra la nazionale italiana e quella scozzese non è così ampio.
Entrambe provengono da un WXV2 pressocché identico nel risultato finale (la Scozia, come abbiamo già detto, ha vinto per una minima differenza punti e le due squadre non si sono affrontate, quindi non c’è uno scontro diretto che possa dare indicazioni).

(SRU)

Entrambe vengono da un inverno in cui hanno giocato un torneo di sviluppo. Certo, il Celtic Challenge è più organizzato e ‘competitivo’, ma quantomeno si può affermare che nessuna delle due nazionali sia rimasta ferma dallo scorso ottobre.

Entrambe provengono da due sconfitte e una vittoria: la Scozia è stata battuta da Francia e Inghilterra e ha battuto il Galles.
Mentre la Scozia ha battuto il Galles a Cardiff per 20-18, l’Italia ha battuto l’Irlanda a Dublino per 27-21.
Mentre la Scozia è stata battuta dall’Inghilterra 46-0, l’Italia è stata battuta dall’Inghilterra 48-0.
La partita con la Francia, invece, è significativamente diversa. La Scozia è stata battuta 15-5 a Edimburgo, l’Italia è stata battuta 38-15 a Parigi, ma contro una Francia decisamente più concentrata rispetto a quella che ha affrontato la nazionale del Cardo.

(SRU)

Mi aspetto, quindi, una partita molto equilibrata. In palio c’è molto per entrambe le squadre. Non solo il posto in classifica al Sei Nazioni (attualmente l’Italia è quarta con 5 punti e la Scozia quinta con quattro punti. Precede l’Irlanda con 6 punti e segue – al sesto posto – il Galles con 1 punto). La quarta giornata potrebbe, infatti, stravolgere la classifica e portare Italia e Scozia al terzo posto o all’ultimo.
Ma, forse ancora più importante, potrebbe agevolare o ostacolare l’accesso di una delle due nazionali ai mondiali 2025, dichiaratamente l’obiettivo scozzese dopo aver mancato la qualificazione per due mondiali di fila nel 2014 e nel 2017 (ma che – non dubitiamo – è anche l’obiettivo dell’Italia).

A mio avviso l’Italia ha la chance di vincere, ma – tenuto conto che la Scozia ha un maggior peso in mischia e che l’Italia fa fatica a usare il piede per liberarsi dalla pressione avversaria – le Azzurre dovranno dimostrare di riuscire ad avere la testa che ha messo in campo contro l’Irlanda e nel secondo tempo contro la Francia.

Ma io, comunque, ci credo! Ci vediamo al Lanfranchi!

2 pensieri riguardo “Caccia al terzo posto. L’Italia sfida la Scozia al Lanfranchi

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