A volte i progetti non vanno come avremmo sperato, a causa di contingenze, difficoltà e scelte discutibili si finisce per dover prendere strade diverse da quelle che ci si era prefissati. Diverse, non sbagliate. E nemmeno di ripiego. Ecco, Jacob ha subito un bel terremoto durante la sua breve carriera, ma ha intrapreso con coraggio la nuova strada che gli si è posta davanti, e la sta percorrendo alla massima velocità.
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Un cognome pesante
Non credo ci sia un singolo appassionato di rugby con più di 25 anni che non sappia chi sia Tana Umaga. Una leggenda del gioco del rugby ed un giocatore che è riuscito a vestire per ben 74 volte – di cui 21 da capitano – la maglia degli All Blacks. Tana se lo ricorderà anche qualcuno della bassa mantovana, avendo mosso i suoi primi passi da professionista in quel di Viadana. E proprio da questa storia salta fuori per la prima volta il nome di Mike Umaga, il padre di Jacob, il quale mandò a Viadana il fratello più piccolo al proprio posto poichè lui aveva già firmato un contratto con un’altra squadra inglese. Mike Umaga avrà una dignitosissima carriera di club – in Inghilterra – ed internazionale – con Samoa. Proprio in Inghilterra, ad Halifax, nascerà suo figlio Jacob. Il destino per lui è segnato, figlio e nipote di due giocatori di rugby internazionale, Jacob intraprende subito la “carriera” rugbystica al Kenilworth College e successivamente entrando a far parte dell’Academy dei Leicester Tigers.
A 18 anni però ci fu il momento della prima scelta importante, e non fu quale macchina farsi regalare da mamma e papà; bensì scegliere di lasciare l’Academy di Leicester per approdare ai London Wasps, leggendaria squadra della capitale recentemente fallita (e non è la sola, purtroppo). L’ambiente Wasps è perfetto: un settore giovanile d’eccellenza, un club di primissimo livello imbottito di campioni e molto ambizioso. Tutto ciò dimostra che la scelta di trasferirsi a Londra fu la migliore possibile. I primi anni proseguono tra prestiti presso società di serie inferiori per farsi le ossa ed un periodo del 2018 passato in Nuova Zelanda in cui fu tra i protagonisti della campagna vincente della provincia di Auckland in Mitre 10 Cup. La stagione successiva la passò in seconda divisione inglese, in prestito allo Yorkshire Carnegie, dal quale venne occasionalmente richiamato – 3 volte nella stagione 2019 – per vestire la maglia dei Wasps. Fu l’ultimo prestito, i tempi erano oramai maturi per essere aggregato alla prima squadra dei Wasps e diventarne protagonista.

Il periodo Giallo-Nero
La sua prima stagione completa in maglia Wasps fu la 2019/20, in cui si prese da subito la maglia da titolare, giocando 26 partite tra Premiership, Premiership Cup e Challenge Cup. Di queste 26 presenze ben 21 furono da titolare con la maglia numero 10 e con un cospicuo bottino di 9 mete e svariati calci piazzati per un totale di 122 punti alla sua stagione d’esordio senza essere il primo calciatore designato – c’era un certo Jimmy Gopperth al suo posto. Ah, e ovviamente aiutò a trascinare i London Wasps alla finale di Premiership, poi persa di soli 6 punti contro Exeter. Ripeto: tutto ciò alla sua stagione d’esordio con quella maglia. Predestinato. Così come predestinato sembrava il suo ingresso in campo in una partita del 6 Nazioni 2020 con la maglia bianca della nazionale Inglese, ma ciò non avvenne. Anzi, tutto ciò avverrà soltanto una volta, il 4 luglio 2021, contro gli Stati Uniti. Ma di questo ne parleremo meglio più avanti.

Le stagioni successive seguirono più o meno lo stesso canovaccio di quella 2019/2020: Umaga rimase ancora protagonista nelle rotazioni dei gialloneri, continuando a segnare un buon numero di punti e trascinando ancora una volta i Wasps vicino ad un traguardo prestigioso. Nella stagione 2021/2022 i Wasps arrivarono infatti in semifinale di Challenge Cup dopo un inizio di avventura europea non proprio esaltante. C’erano comunque delle basi discrete su cui basare la stagione successiva, ma Jacob e gli altri suoi compagni di squadra non potevano immaginare cosa sarebbe accaduto da lì a pochi mesi: amministrazione controllata. Il 18 Ottobre 2022 i London Wasps, la squadra più celebre e vincente del rugby inglese, chiuse la propria esistenza sommersa dai debiti, non potendo più pagare un singolo dipendente. Purtroppo il 2022 si rivelò un anno terribile per tutto il rugby inglese, ed infatti anche i Worcester Warriors fallirono. Tutte queste difficoltà di club storici ed importanti portarono molti a riflettere sull’effettiva efficacia e concretezza del sistema professionistico inglese; riflessioni che continuano ancora oggi, visto che anche i London Irish hanno dovuto dichiarare fallimento. A questo punto la vita di Umaga si trova nuovamente davanti ad un bivio. Un bivio importante, che non solo potrebbe cambiargli la carriera, ma anche la vita.
Sedotto e abbandonato
Prima di parlare di attualità bisogna però fare un passo indietro, o forse di lato, e parlare della storia di Jacob Umaga nel rugby internazionale. Sin dall’under 18 è stato legato all’Inghilterra, risultando spesso come prima scelta nel ruolo di apertura o primo centro e fu tra i protagonisti del Grand Slam conquistato nel 6 Nazioni U20 2017. Insomma, la sua carriera internazionale sembrava in rampa di lancio, e complici le ottime prestazioni in maglia Wasps la chiamata con la nazionale maggiore sembrava soltanto questione di tempo. Ma i conti non si fanno senza l’oste, e l’oste in questione era niente meno che Eddie Jones. Non pochi sono i giocatori eleggibili per la nazionale inglese che sono stati ammaliati dalle lusinghe dell’allenatore australiano e che sono stati ripagati solamente con qualche raduno e poche o nessuna presenza. Ci ricordiamo bene di Alex Lozowski e Ollie Devoto, entrambi chiamati nel 2016 da Eddie Jones, bloccati con poche presenze con la maglia della rosa e poi abbandonati. In tempi più recenti ci furono i casi Paolo Odogwu e Louis Lynagh, entrambi convocati per differenti raduni dell’Inghilterra e poi mai chiamati in campo. Jacob Umaga venne convocato per la prima volta da Eddie Jones al raduno pre 6 Nazioni 2020 e fece parte dell gruppo allargato per l’intera durata della competizione, senza però scendere mai in campo in alcun match.

Come già anticipato sopra, il 4 Luglio 2021 fu il giorno in cui Jacob finalmente esordì in un match internazionale con la tanto sognata maglia dell’Inghilterra. Jacob partiva dalla panchina, con il numero 23, all’interno di una formazione inglese fortemente sperimentale e con diversi giocatori all’esordio o alla ricerca di mettersi nuovamente sotto i riflettori di Eddie Jones. Nonostante la partenza dalla panchina giocò comunque ben 71 minuti a causa dell’infortunio di Max Malins. E purtroppo questi saranno gli unici minuti che Jacob giocherà con la maglia della nazionale maggiore inglese. Certamente la competizione nel ruolo di mediano d’apertura è molto serrata in Inghilterra: Farrell, Ford e Marcus Smith sono tre giocatori fenomenali, dei veri e propri talenti generazionali difficili da scalzare. Per quanto Umaga nel 2021 fosse un giocatore di altissimo livello, non era ancora ad un livello sufficiente per entrare in pianta stabile nelle rotazioni della nazionale.
Ed ora, nonostante il livello del suo gioco si sia alzato stabilmente, è lui a scegliere di non rendersi più eleggibile per la nazionale inglese, avendo appena rinnovato con Benetton Treviso fino al 2026. Certamente un giocatore come Umaga avrebbe però potuto fare gola a Borthwick – Head Coach dell’Inghilterra – che si trova senza Owen Farrell e con i soli George Ford e Marcus Smith reali alternative nel ruolo di apertura. A differenza di quest’ultimi due Umaga ha una discreta fisicità che sfrutta per giocare molto vicino alla linea di difesa e ottime capacità di distribuzione del pallone, creando molti assist per i propri compagni. A questa caratteristiche abbina inoltre anche un piede molto potente e preciso che da l’impressione di usare con una naturalezza senza pari, effettuando calci di spostamento eccezionali. Ecco, Umaga è forse una via di mezzo tra Smith e Ford, a cui però mancano i lampi di genio e l’elettricità di uno e l’esperienza e la calma dell’altro. Ma sono attributi su cui è possibile lavorare, e Jacob sta dimostrando che il lavoro paga.

La nuova vita marcata Benetton
A seguito del fallimento dei London Wasps, Jacob Umaga venne ingaggiato – assieme a Matteo Minozzi e Marcus Watson, anch’essi provenienti dalla squadra di Londra – dal Benetton Treviso nel Novembre ’22. L’arrivo di Jacob nella Marca fu frutto dell’unione di diverse circostanze poco fortunate: gli Wasps in amministrazione controllata e il Benetton che si trovava a dover far fronte agli infortuni di due aperture – Marin e Da Re. In matematica meno per meno fa più, e anche se con le sfortune non è una regola così ferrea, questa volta possiamo dire che due sfortune sono risultate in un fortunato epilogo. Benetton ha trovato un mediano d’apertura di caratura internazionale e Umaga ha trovato la continuità di gioco che gli serviva per superare un momento complicato a livello sportivo e personale. Ciliegina sulla torta, infine, è stato l’arrivo di Paolo Odogwu alla corte di Marco Bortolami. L’ex-compagno ai tempi dei Wasps, nel giro della nazionale Italiana, è anche un grande amico e compagno di business di Jacob Umaga: i due dirigono infatti una piccola etichetta di vestiti (Composure Club).

L’esordio di Umaga in maglia biancoverde fu positivo; entrò dalla panchina contro Edimburgo, giocando 28 minuti e segnando una trasformazione – per la verità molto semplice. Nella sua prima stagione con il Benetton ha collezionato 18 presenze, di cui 8 da titolare. Le prestazioni di Umaga furono spesso positive e, grazie al suo estro ed alla sua precisione al piede, Treviso ne benificiò molto a livello di prolificità in attacco. Soprattutto in Challenge Cup Umaga risultò molto importante, segnando 36 punti in totale, portando così il Benetton fino alla storica semifinale poi persa contro Tolone. In URC Treviso arrivò poi molto vicino a giocarsi l’accesso ai playoff di URC, ma la stagione fu comunque positiva. Ed anche in URC Umaga contribuì segnando 41 punti e, come già detto, fornendo sempre prestazioni di livello. La nuova stagione è partita alla grande, sia per Jacob che per Treviso. Complice l’infortunio di Albornoz e la lungodegenza di Marin la maglia numero 10 è stata sua per ben 7 partite su 10 – le altre 3 partite è partito dalla panchina – e beh, i risultati parlano per lui: 5 vittorie, 1 pareggio ed una sola sconfitta tra URC e Challenge Cup. I punti segnati in sole 10 giornate sono già 85 grazie alla sua consueta precisione al piede e anche ad una meta. Certe prestazioni hanno sicuramente attirato l’attenzione di molte squadre nel campionato inglese e francese, ma i tifosi trevigiani possono stare tranquilli: Jacob ha rinnovato con Treviso sino al 2026, confermando la bontà del progetto biancoverde e indicando la volontà di diventare un leader di questa squadra e guidarla dove merita.

“[…] vorrei cercare di essere un riferimento per la squadra. Abbiamo una squadra forte e cercherò di mettere i trequarti nelle giuste zone del campo. In più vorrei migliorare nel calcio e aiutare in generale il gruppo, oltre a mettere i miei compagni nelle migliori condizioni per segnare mete.”
Jacob Umaga per Benetton Rugby
Dalla Rosa al Teuila
Quest’anno per Jacob è un anno di scelte importanti per il proprio futuro. Della decisione di rinnovare per altre due stagioni con la maglia Benetton ne abbiamo già parlato, ma ora è il momento di parlare dell’ultima decisione presa da Umaga. Anzi, una decisione presa dagli Umaga. Sì, perchè è notizia fresca quella dello switch di Jacob Umaga, che ha deciso di approfittare della nuova regola sull’eleggibilità di World Rugby e di proporsi per la chiamata per la nazionale di Manu Samoa. Non sappiamo realmente quanto sia stata decisiva la presenza dello zio Tana Umaga nello staff di Samoa, ma certamente questa scelta apre nuove ed interessanti prospettive sia per Jacob Umaga sia per Samoa come nazionale. Nell’ultimo mondiale la squadra ha infatti fatto affidamento a Lima Sopoaga e Christian Leali’ifano, due giocatori di caratura internazionale ed ex internazionali rispettivamente con All Blacks e Wallabies ma sicuramente non più nel loro prime.
Con Jacob Umaga Samoa avrebbe all’interno della propria rosa un giocatore nel pieno della propria carriera e con ulteriori margini di crescita su cui basare il proprio cammino verso la prossima Rugby World Cup. Dal proprio lato invece Jacob avrà l’opportunità di giocare da protagonista il rugby internazionale e di ergersi a leader tecnico di una nazionale che è in crescita e che ha tutte le intenzioni di tornare ai fasti del 2012/13 in cui occuparono il 7° posto nel World Ranking. E poi, se proprio vogliamo essere sentimentali, ricalcherebbe le orme del padre e potrebbe magari prendersi una rivincita contro Eddie Jones – al ritorno come Head Coach dei Brave Blossom giapponesi – e contro la nazionale inglese che lo hanno sedotto e poi abbandonato. Personalmente non vedo l’ora che Jacob Umaga esprima tutto il proprio potenziale sia con la maglia biancoverde di Treviso sia con la maglia blu con il fiore sul petto di Manu Samoa. Sino ad ora sembra che le scelte più importanti da lui fatte si sono rivelate corrette, non ci resta che aspettare per vedere dove lo porterà quest’ultima.