Negli ultimi anni, l’Italia ha disperatamente cercato certezze in mediana. Se all’apertura le ha forse trovate, la numero 9 è ancora tutt’altro che assegnata.

Alessandro Troncon (Eurosport)

Un cambio di generazione difficile

Sono 101 i caps in azzurro collezionati da Alessandro Troncon fra il 1994 e il 2007. L’attuale allenatore dei trequarti di Treviso e bandiera dei biancoverdi anche in campo è stato forse l’ultimo mediano di mischia imprescindibile in un quindici iniziale italiano. Prima di lui, la maglia numero 9 fu di Ivan Francescato, che venne messo a centro per accomodarli entrambi in formazione come ci raccontò proprio Troncon al podcast Leoni Fuori. Nel decennio successivo a “Tronky”, la 9 è stata molte volte di Edoardo “Ugo” Gori, nell’intervallo di tempo che va dal 2012 al 2018. In questo tempo sono stati suoi comprimari Tito Tebaldi, Guglielmo “Gullo” Palazzani e Marcello Violi. Come nel quinquennio che ha seguito Troncon, anche oggi ci troviamo a cinque anni dalle “ultime” di Ugo Gori da primo violino, senza un vero nuovo leader della mediana. Si sono alternati Braley, Varney, Fusco, e più recentemente Alessandro Garbisi, senza però trovare nessuno che davvero staccasse i rivali di un giro di pista.

AnnoMediano di mischia principale (Sei Nazioni)
2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2007Alessandro Troncon
2004, 2006, 2009Paul Griffen
2008Simon Picone
2010, 2011Pablo Canavosio
2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018Edoardo Gori
2019Tito Tebaldi
2020, 2021Callum Braley
2022, 2023Stephen Varney

Mediani di mischia considerati titolari in ciascuna edizione del Sei Nazioni da quanto l’Italia partecipa.
Edoardo Gori (Sky Sports)

Cinque anni buttati?

Per alcuni, negli ultimi 10 anni non siamo stati in grado di produrre un “nove” di valore come lo erano Troncon e Gori. Si tratta dell’opinione forse un po’ estrema di molte persone scontente che non vedono nei project players come Braley la soluzione. Callum Braley fu portato a Treviso per divenire un giocatore “azzurrabile” data la carenza di 9, ma non convinse mai del tutto né a Treviso né in azzurro. Ebbe però i suoi momenti, come l’incredibile prestazione di Cardiff che ci valse la vittoria coi suoi box kick. Nel frattempo Treviso aveva provato a coltivare un talento italiano come quello di Charly Trussardi, portandolo in prima squadra e facendolo giocare, ma senza cavarne fuori il diamante che si sperava; oggi gioca all’Albi in terza serie francese. Si riposero allora le speranze su un giovane romano di cui tutti parlavano come di un predestinato: Manfredi Albanese. Dopo due anni di “grooming” fra Calvisano e Treviso, però, Albanese decise di lasciare il rugby professionistico e tornare a Roma. L’ennesima scommessa persa.

Manfredi Albanese in azione contro il Portogallo nel tour estivo del 2022 (Lazio Rugby 1927)

Quattro pretendenti

Nell’Italia che dal 2020 ha cambiato pelle questo ruolo deve ancora consolidarsi davvero, con quattro pretendenti tutti “equipollenti” in termini di capacità e lacune. Inoltre, si tratta di quattro candidati giovani (U25) che hanno sulle spalle sí molti caps ma non tantissima esperienza rispetto ai colleghi di ruolo che affrontano regolarmente al Sei Nazioni o ai mondiali. Antoine Dupont va per i 27 anni, Jamison Gibson-Park ha 31 anni, Conor Murray di più, Aaron Smith ne ha 35, Rhys Webb che col Galles ci ha fatti a pezzi a Roma l’anno scorso pure. L’unico giovane del Sei Nazioni è Jack Van Poortvliet (Inghilterra, 22 anni) che si alterna comunque con Ben Youngs (33 anni) e Alex Mitchell (25 anni) e talvolta Danny Care (36 anni). Insomma, siamo più inesperti degli altri in un ruolo dove la maturità tattica è essenziale. Vediamoli tutti e 4, uno per uno.

Stephen Varney (Six Nations Rugby)

The wonderkid: Stephen Varney

EtàSquadraCaps nei clubCaps in azzurroCon l’Italia dal:Informazioni
22Gloucester Rugby4924 (2)2019clicca qui

Dati aggiornati al 08/12/2023.
I caps nei club sono solo quelli ottenuti da professionista.
I caps tra parentesi sono ottenuti con l’U20.

Stephen Varney ha più caps in azzurro che anni d’età. E ha tanti caps in azzurro, ben 24 con la prima squadra e 2 con l’U20 (dati aggiornati a inizio Dicembre 2023). Questo significa che nonostante la giovane età (22 anni) è stato coinvolto in numerose partite importanti. Di lui ricordiamo troppo spesso gli errori come quel retro-passaggio suicida contro la Francia, e raramente a quanto sia giovane e a quali doti abbia già dimostrato. Su tutte, viene in mente la vittoria di larga misura contro Samoa nel 2022 a Padova, dove il suo gioco al piede e la sua creatività misero in crisi tutta la squadra avversaria.

In tutte le squadre di Tier 1 è quasi impossibile avere 24 caps a 22 anni, anzi, è quasi impossibile essere titolari a quell’età, salvo rarissimi casi. Il suo problema principale è trovare la continuità, che giocando in Premiership a Gloucester non è facile da trovare. Nelle scorse stagioni è stato infatti spesso lasciato in panchina o in tribuna. Di conseguenza, quando arrivano tornei come il 6 Nazioni o i mondiali, Varney ha peccato un po’ di quella che gli anglosassoni chiamano wit speed. La velocità di interpretazione delle situazioni, il decision making, la rapidità di risposta alle problematiche. Il suo limite, probabilmente, è stato questo, assieme a una certa tendenza a placcare troppo leggero. Quest’anno però sembra star trovando il suo spazio (7/9 da titolare) per cui il futuro sembra più roseo.

Alessandro Fusco (RaiNews)

Il figlio d’arte: Alessandro Fusco

EtàSquadraCaps nei clubCaps in azzurroCon l’Italia dal:Informazioni
24Zebre Parma3517 (7)2018clicca qui

Dati aggiornati al 08/12/2023.
I caps nei club sono solo quelli ottenuti da professionista.
I caps tra parentesi sono ottenuti con l’U20.

Il napoletano mediano di mischia delle Zebre è passato per le Fiamme Oro nel 2019-20 prima di approdare a Parma. Va detto che di recente Fusco si è infortunato e quest’anno potrebbe non partecipare alla spedizione del Sei Nazioni. I Fusco sono una dinastia di mediani di mischia che va indietro fino agli anni sessanta e alla Partenope che vinceva scudetti con suo zio (Elio Fusco). Con i suoi 24 anni, è il più vecchio dei quattro candidati alla 9 assieme a Martin Page-Relo, ma è senza dubbio più calato nel gruppo azzurro. Il suo fisico è importante rispetto al ruolo che ricopre (183 cm x 85 kg), cosa che lo rende un 9 abile nell’aprire buchi nella difesa. Date le sue abilità nelle arti marziali (cintura nera di judo) è anche molto scaltro nelle fasi del rugby che coinvolgono una messa a terra (e.g. ruck e placcaggi). Nei due anni alle Zebre ha giocato titolare più di 30 volte, guadagnando una continuità di rendimento che lo ha reso la naturale alternativa a Varney in Nazionale.

Il suo pregio è purtroppo anche l’origine di uno dei suoi difetti: tende infatti ad abusare di questa sua capacità, finendo talvolta per isolarsi e venire tenuto a terra dai difensori. Rispetto a Varney è decisamente più ball carrier e meno kicker, offrendo dunque un’opzione diversa a Quesada. Migliorare il gioco al piede e guadagnare un box kick di livello internazionale dovrebbe essere prioritario per completarsi come 9. Crowley lo ha utilizzato più volte come cambio, poiché a difese stanche un giocatore elettrico come lui può fare la differenza. Rimane, però, qualche dubbio nella sua capacità di leggere la partita tatticamente quando schierato titolare.

Alessandro Garbisi schiaccia la palla in meta (Getty)

Il “fratello” d’arte: Alessandro Garbisi

EtàSquadraCaps nei clubCaps in azzurroCon l’Italia dal:Informazioni
21Benetton Treviso348 (10)2020clicca qui

Dati aggiornati al 08/12/2023.
I caps nei club sono solo quelli ottenuti da professionista.
I caps tra parentesi sono ottenuti con l’U20.

Alessandro Garbisi ha un unico problema: essere il fratello di Paolo. Il giovane ragazzo veneto si è messo in mostra già la stagione scorsa col Benetton Rugby giocando molte partite da titolare, spesso conclusesi con una vittoria. Tuttavia, essendo solo appena più giovane del fratello Paolo, le attenzioni dei media italiani si sono concentrate più sul fratello maggiore negli ultimi due anni, avendo sorpreso tutti già a 20 anni. Eppure Alessandro Garbisi è un infaticabile lavoratore, un medianaccio aggressivo che a detta stessa degli allenatori del Benetton Rugby, “placcherebbe ogni cosa che si muove”.

Fra tutti i mediani di mischia dell’Italia è forse quello che meno ha mostrato doti al piede ma anche quello più elettrico e “rompicoglioni” (passatemi il termine). I migliori mediani di mischia non stanno mai zitti, non te ne fanno passare una, non ti lasciano mai solo coi tuoi pensieri né se sei un compagno di squadra né se sei un avversario. La speranza è che in Ale risieda una forza ancora inesplosa, che possa accedere a un livello di prestazione più alto e affinare le doti al piede. Perché se succede, avremo per le mani un gioiello.

Martin Page-Relo con la maglia dello Stade Toulousain prima di trasferirsi a Lione (Actu.fr)

Le gars français: Martin Page-Relo

EtàSquadraCaps nei clubCaps in azzurroCon l’Italia dal:Informazioni
24Lyon Rugby5542023clicca qui

Dati aggiornati al 08/12/2023.
I caps nei club sono solo quelli ottenuti da professionista.
I caps tra parentesi sono ottenuti con l’U20.

E poi ci sono le storie di serendipità. Un giorno a Tolosa Ange Capuozzo sta parlando con il vice-Dupont, un giovane di nome Martin, mentre si allenano. Martin gli dice “son contento per te che ti ha chiamato l’Italia, anche io ho la nonna italiana sai?” o qualcosa del genere, e Capuozzo non ci pensa due volte a mettere una buona parola. Dalle parole ai fatti, perché nel 2023 Martin Page-Relo entra a tutti gli effetti nel gruppo azzurro a riempire un buco, anzi, una voragine. A fine 2022 Callum Braley aveva annunciato il suo ritiro dalle scene internazionali, per concentrarsi su club e famiglia. L’Italia si ritrovava dunque con i soli Fusco e Varney veramente affidabili, e un Tito Tebaldi sceso di livello in Serie A Élite. Serviva dunque un terzo.

Page-Relo è andato al mondiale di Francia col gruppo azzurro ed è sembrato abbastanza preciso nella sua gestione del gioco. Gli è mancata forse un po’ di amalgama col gruppo, e per un ruolo dove bisogna parlare tanto con la squadra, forse anche un po’ di abilità comunicativa non essendo molto fluido in italiano. Si è comunque inserito bene ed è a tutti gli effetti un candidato alla 9 per il prossimo Sei Nazioni, soprattutto visto il cambio al timone della squadra. Come sappiamo, quando cambia l’allenatore si azzerano molte gerarchie, e in questo ruolo già ce n’erano poche.

Ratko Jelic, giovane mediano di mischia delle Zebre (Corriere dello Sport)

La convocazione di Jelic

La difficoltà a produrre numeri 9 di livello si sta palesando proprio in questi giorni. Con l’infortunio di Fusco l’Italia ha dovuto convocare al raduno pre-Sei Nazioni Ratko Jelic, mediano di mischia in forza alle Zebre che quest’anno deve ancora scendere in campo. È vero, a questo primo raduno non sono presenti molti giocatori esteri, ma è comunque un segnale. Con tutta la buona volontà e l’apprezzamento per un duro lavoratore come Jelic, il ragazzo è ancora giovane e inesperto e buttarlo nel gruppo del Sei Nazioni potrebbe schiacciarlo. Lo stesso ragionamento si potrebbe fare per Lorenzo Casilio del Benetton. Pressure makes diamonds, si dice, e per certi versi ce lo hanno dimostrato Pani e Garbisi, ma se si potesse avere almeno tre mediani di mischia ben rodati non sarebbe male. Inoltre, crescere come movimento rugbistico dovrebbe per forza di cose imporci di smetterla di lanciare ogni ventenne decente che abbiamo nella vasca degli squali appena compie gli anni.

Ma quindi chi giocherà?

Le gerarchie di Crowley sembravano vedere Stephen Varney in testa davanti a Page-Relo, Fusco e Garbisi. Quelle di Quesada potrebbero però essere diverse. Anno nuovo, vita nuova, coach nuovo, del resto. Provo però a fare la mia previsione: Quesada è un ex-apertura e grande fautore di difesa e kicking, per cui non mi aspetto altro che un mediano di mischia capace di fare box-kick veloci e potenti. Per questo motivo penso che la titolarità sarà di Varney o Page-Relo, con preferenza per quest’ultimo forse un pelo più in ritmo partita di Stephen. Non è inoltre da sottovalutare il fatto che Quesada lo ha visto giocare in Top14 e ne conosce bene le movenze. Alessandro Garbisi, però, avrà sicuramente la sua chance di farsi valere, e chissà, magari partecipare in una vittoria nel torneo più antico del mondo.

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