La seconda Webb Ellis di fila ha sancito la fine di un’era del rugby sudafricano. Quali saranno i nomi nuovi a indossare la Green and Gold?
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Della notte di Parigi, dove gli Springboks si sono laureati per la quarta volta campioni del Mondo alle spese degli ex-primi della classe neozelandesi, una statistica salta all’occhio. Non i placcaggi di Du Toit, non l’efficacia delle fasi statiche, non la velocità della rush defence. Dei 35 giocatori che vestivano la maglia Green and Gold, solo tre avevano un’età uguale o inferiore ai 25 anni: Damian Willemse (25 anni, estremo titolare della finale), Jaden Hendrikse (23), Canaan Moodie (21). Manie Libbok, uno dei migliori giocatori e top scorer di URC nella stagione 2022-23, titolare fino al rientro di Handré Pollard, di anni ne ha 26.
Come discusso in un precedente articolo, è stato chiaro fin da subito che la scelta di Rassie Erasmus per portare a casa questa coppa del mondo sarebbe stata l’utilizzo di un instant team di giocatori di grande esperienza e fisicità, coerenti con l’applicazione della strategia della Bomb Squad, rivelatasi magari poco spettacolare secondo i principi del rugby moderno, ma uno schiacciasassi contro qualsiasi tipo di avversario.
La nazionale della Rainbow Nation ora si potrà godere il momento d’oro di essere bicampione del mondo e guardare al prossimo grande obiettivo, la Rugby World Cup 2025, con una squadra da ricostruire completamente, perdendo in primis quel Nienaber che, oltre a essere la spalla preferita da Rassie Erasmus, probabilmente è colui che “ha ucciso Buddha”, essendo l’artefice della rush defence che è stata l’arma principale degli Springboks in questo torneo. L’età media della squadra è oggi di 30 anni e solamente i quattro giocatori sopracitati saranno minori di 30 anni al prossimo mondiale. Alcuni, come Kurt-Lee Arendse o Grant Williams, considerati dei rookies, avranno 31 anni e ben 16 giocatori oltre 35. I più giovani di mischia saranno i (futuri) 32enni RG Snyman, Jasper Wiese e Marco Van Staden. Nella squadra vincitrice di questa edizione solo Duane Vermeulen e Deon Fourie superavano i 35 (37 anni entrambi). In definitiva la grandissima parte dei giocatori presenti al mondiale di Francia o si sarà probabilmente ritirato o non sarà più nel suo prime.
Nei giorni scorsi la conferma di Rassie Erasmus alla guida dei Boks almeno fino alla prossima Web Ellis Cup è stata celebrata come una grande vittoria in Sudafrica, ma il tema che oggi si pone è: come rifondare la squadra (dato che di rifondazione si parla)? Contando che gli Springboks prendono in considerazione come obiettivo primario solo il Mondiale, mentre gli altri trofei/test match fanno da contorno, è legittimo immaginare che in quattro anni possano ripresentare una squadra estremamente competitiva. Ma con chi?
Currie Cup e URC: la fabbrica di talenti
Se la Francia, l’Inghilterra e il Giappone sono i maggiori importatori di sudafricani di talento per inserirli come dei prodotti plug and play nei loro team, sono la Currie Cup (prima) e l’URC (poi) i maggiori bacini da cui gli Springboks attingono. Il livello e la competitività delle franchigie Saffas ha investito l’ex Celtic League in modo sostanziale, e il campionato si è dimostrato importantissimo per creare un sostrato di giocatori molto giovani, ma abituati a competere ad alto livello, senza per questo depauperare il bacino nazionale di giocatori verso altre leghe (del gruppone dei 41 giocatori che ha preparato il mondiale, 26 militavano in franchigie sudafricane). Da qui a quattro anni i Boks vedranno probabilmente sbocciare una serie infinita di nuovi talenti, ma oggi ci immaginiamo un 15 alternativo di possibili futuri aspiranti alla Green and Gold.
GIOCATORE | SQUADRA | DATA DI NASCITA | ALTEZZA | PESO | |
15 | Quan HORN | EMIRATE LIONS | 27/06/01 | 181 cm | 84 kg |
14 | Suleiman HARTZENBERG | STORMERS | 20/05/03 | 187 cm | 95 kg |
13 | Henco VAN WYCK | EMIRATE LIONS | 07/05/01 | 180 cm | 92 kg |
12 | Sacha FEINBERG-MNGOMEZU | STORMERS | 22/02/02 | 185 cm | 90 kg |
11 | David KRIEL | BULLS | 15/02/99 | 196 cm | 99 kg |
10 | Jordan HENDRIKSE | EMIRATE LIONS | 28/06/01 | 186 cm | 89 kg |
9 | Sanele NOHAMBA | EMIRATE LIONS | 19/01/99 | 167 cm | 69 kg |
1 | Ntuthuko MCHUNU | SHARKS | 05/04/99 | 188 cm | 114 kg |
2 | Johan GROBBELAAR | BULLS | 30/12/97 | 183 cm | 103 kg |
3 | Asenathi NTLABAKANYE | EMIRATE LIONS | 15/4/99 | 182 cm | 153 kg |
4 | Ruan NORTJE | BULLS | 25/7/98 | 200 cm | 112 kg |
5 | Ruben VAN HEERDEN | STORMERS | 27/10/97 | 200 cm | 121 kg |
6 | Hacjivah DAYIMANI | STORMERS | 23/09/97 | 190 cm | 105 kg |
7 | Elrigh LOUW | BULLS | 20/09/99 | 195 kg | 112 kg |
8 | Francke HORN | EMIRATE LIONS | 24/05/99 | 190 cm | 106 kg |
PRIME LINEE: SALADS DON’T WIN SCRUMS
Ntuthuko Mchunu, loosehead prop degli Sharks, è nativo di Greytown, amena località del KwaZulu Natal a 150 km da Durban, e vanta già un cap con gli Springboks (33’ contro il Galles nel test match del 9 luglio 2022). 1,88 m per 114 kilogrammi (ma c’è chi dice 117) è partito come numero 1 titolare degli Sharks quest’anno, in attesa del rientro del campione del mondo Ox Nché. In tre partite ha accumulato 185 minuti. In curriculum può mettere il paragone con un altro gigante della prima linea degli Sharks, Tendai Mtawarira, e il riconoscimento, da parte dello stesso “The Beast”, di un fulgido futuro.

Johan Grobbelar è nativo di Paarl, 45 minuti da città del Capo, giovanili nella Western Province (la squadra domestic degli Stormers) a 18 anni si trasferisce a Pretoria per giocare nel Bulls. Nelle ultime due stagioni si è affermato come uno dei più interessanti tallonatori sia nei set pieces, sia nel gioco aperto, con 9 mete nella stagione 2021/22 e 5 nella scorsa.

Per concludere, come tighthead prop Asenathi Ntlabakanye, 153 kili (ma c’è chi suggerisce siano 158) su 183 cm. Prodotto del St Stithians College di Johannesburg (dove giocava flanker…). Splendido pilone 24enne, ex Junior Springboks, capitano dei Golden Lions in Currie Cup nel 2022, Asenathi si è imposto come nome nuovo nella prima linea dei Lions la scorsa stagione, confermandosi titolare quest’anno (già una meta contro la Benetton). Nome forte per almeno i prossimi due Mondiali alla numero 3.
SECONDE LINEE: MADE IN PRETORIA
In principio fu Botha-Matfield, nelle ultime due coppe Etzebeth-De Jager/Mostert. In mezzo una teoria infinita di giganti ultramuscolosi (come l’indimenticato Andries Bekker). Le nostre scelte vanno su due nomi sottovalutati, ma che se non fossero nati in Sud Africa, avrebbero buonissime chances di una maglia da titolare in altre nazioni. Ruan Nortje ha 25 anni, e nelle ultime 3 stagioni è diventato un riferimento nel pack dei Bulls, oltre che capitano ad-interim con Marcell Coetzee. Nella stagione passata è stato efficacissimo sia come ball carrier (147 cariche, 14esimo in URC oltre a 4 mete) sia in difesa (168 placcaggi, ottavo nella classifica generale e 5 touche rubate): una splendida intuizione di Jake White.
Con la maglia numero 5 proponiamo Ruben Van Heerden, nato ad Alberton (sobborgo di Jo’burg) e cresciuto come seconda linea a Pretoria, che in Sud Africa vuol dire qualità. Bulls, Sharks, la scorsa mezza stagione con 14 presenze e 5 mete con la maglia degli Exeter Chiefs, poi il ritorno nella terra natia, agli Stormers. Lock di peso (2 metri per 121 kg), amante del lavoro sporchissimo. Nota di colore: nonostante a Exeter stesse andando meravigliosamente ha comunicato all’allenatore che “tutto bello in Inghilterra, ma preferisco il Sud Africa”. Come fai a non convocarlo?

TERZE LINEE: L’IMBARAZZO DELLA SCELTA
Il reparto dove la rosa di candidati da la nausea. Sono stati volutamente esclusi Evan Roos (solo in attesa di convocazione, ma non parliamo di “se”, ma di “quando”) e due possibili crack solo ventenni: Ruan Venter (Lions) e Cameron Hanekom (Bulls). Ulteriore nota: in Sud Africa i flanker giocano e numeri invertiti, quindi il numero 7 è blindside e il 6 openside.
A numero 6, quindi openside, il posto è per un rugbista a tutto tondo: attaccante, difensore, giocoliere. “I see myself as a game breaker” ha dichiarato di sé, con la consapevolezza di essere “altro” dal loose forward sudafricano classico. Hacjivah Dayimani è figlio di un ex-bambino soldato nigeriano, viene dalla miseria più nera e quando giocava nei Lions (2017-2021) aveva seriamente pensato di mollare. Poi è passato agli Stormers diventando uno dei maggiori artefici del primo titolo in URC e uno delle spine dorsali della franchigia di Cape Town oggi. Iconico, star dei social, stilista, signor giocatore: sarebbe bellissimo vederlo in Green and Gold.
Elrigh Louw, al contrario, è LA TERZA LINEA SUDAFRICANA: boero, 195 cm, 112 kili. Nato a Pretoria arriva ai Bulls nel 2020, dopo una stagione ai Southern Kings. Nel 2022/23 il secondo miglior numero 8 dell’URC se si assume come migliore l’irlandese Gavin Coombes. Splendido ball carrier (108 carries e 692 metri guadagnati, primo avanti del torneo) e difensore molto ruvido (151 placcaggi e 89% di success rate). Già nel giro Springboks e Nemesi di Evan Roos, può avere un’ulteriore freccia nel suo arco: può venire schierato anche a blindside, come sta accadendo questa stagione, con ottimi risultati.

A terza-centro chiudiamo con l’8 dei Lions, Francke Horn. A 17 anni (2016), nel pieno della “crescita del giocatore”, gli viene diagnosticata una miocardite, sta completamente fermo sei mesi, ci mette un anno e mezzo per riprendersi. Il 5 luglio 2021 è capitano dei Lions che affrontano i British and Irish Lions nel loro tour sudafricano. Alla terza stagione in URC ha messo a segno in totale 12 mete ed è il cardine dell’attacco degli avanti di Jo’burg. Il tutto a 24 anni.

MEDIANI: NOMI ALTERNATIVI
Rassie Erasmus ha portato quattro mediani di mischia al Mondiale, di varie età: è possibile avere un nome nuovo? Si, e il nome è quello di Sanele Nohamba. Nativo di Durban e cresciuto agli Sharks, Nohamba ha visto sbocciare la sua carriera spostandosi nella franchigia di Johannesburg nella stagione 2022/23, dove prima si è resa la maglia numero 9, poi ha dimostrato che oltre a essere un ottimo playmaker è pure capace di piazzare (81 punti in URC in 16 presenze, ma 15 nelle prime 4 quest’anno alternandosi a Hendrikse). Contro gli Scarlets è stato schierato ad apertura, guidando i Lions alla prima vittoria stagionale. Entra pienamente nella corsa per il prossimo Mondiale.

Al ruolo di apertura il discorso è più delicato. Pollard al prossimo Mondiale avrà 33 anni, Manie Libbok 30 e, diversamente da questa Web Ellis, quattro anni di esperienza in più. Quindi? Tra i giovani forse due nomi sono da seguire con attenzione. Il primo è sempre sponda Lions e potrebbe essere interessante in combinazione con Nohamba o con un altro numero 9: parliamo di Jordan Hendrikse, fratello del mediano di mischia Jaden, 23enne novello campione del mondo con gli Springboks. Quarta stagione a Johannesburg, 28 presenze in URC e 206 punti segnati, oltre a 4 caps con i Blitzbokke nel Rugby 7s. A 22 anni può essere un giocatore estremamente interessante per il futuro in una franchigia che sta lavorando molto sui giovani. L’alternativa suggestiva è nato lo stesso giorno di Jordan Hendrikse (28 giugno 2001), dal 2018 al 2020 passa dalle giovanili di Montpellier per poi tornare in Sud Africa e accasarsi a Città del Capo con addosso la maglia bianco-blu degli Stormers. Kade Wolhuter, esordisce 19enne contro gli Sharks in Rainbow Cup (13 punti in 55’) e poi viene mandato a farsi le ossa in Currie Cup. Con Western Province è la migliore apertura del torneo nata dopo il 2000, con 72 punti segnati. L’hanno acquistato guada caso i Lions, componendo un set di aperture giovanissime, ma dal grandissimo potenziale.

CENTRI: ANCORA FLANKER PRESTATI AI TREQUARTI?
Damian De Allende, Lukhanyo Am e Jesse Kriel alla prossima Web Ellis Cup avranno rispettivamente 35, 34 e 34 anni: un’età sicuramente affrontabile per un campione, ma lontana dal prime per il ruolo.
Sicuramente sarà nel pieno del suo prime Sacha Feinberg-Mngomezulu, 21enne talento degli Stormers evoluto come primo centro dopo una vita passata all’apertura (che gli ha lasciato un’ottima capacità nel gioco al piede). Lo switch la scorsa stagione: 14 partite, di cui 4 da titolare (e tre volte su quattro va in meta), tutte sul primo canale. Quest’anno maglia da titolare (3 partite e 240′), già 3 mete e 18 punti al piede. Già aggregato al gruppone dei 35 Springboks per i Test Match autunnali del 2022, Sacha sta ai trequarti sudafricani come Dayimani sta agli avanti: un Gen Z capace di portare novità nel panorama rugbistico Bokke.
Il secondo big name ci riporta a Johannesburg, casa Lions. Henco Wan Wyk, soprannominato “Weapon X” e con un profilo Instagram di una boerità assoluta: fidanzata biondissima, palestra, foto di caccia con la famiglia e post in afrikaans. Henco nasce a Rustenburg, la città più popolosa della provincia North West, gioca per i Golden Lions in Currie Cup e nei Lions in URC, nel 2021 viene convocato dalla nazionale U20 e viene nominato “Junior Springbok Player of the Year“. Un 2022 davvero brillantissimo (tanto da valergli gli apprezzamenti di Bakkies Botha via Twitter) aveva fatto balenare la convocazione per il Mondiale, ma un infortunio lo mette fuori dai giochi. In questa stagione di URC 3 su 4 da titolare, 2 mete e la sensazione forte che per il Green and Gold non si parla anche in questo caso di “se”, ma di “quando”.
TRIANGOLO ALLARGATO: I COMPETITOR
A indossa il numero 11 scende in campo un giocatore che è un vero utility back, capace di occupare serenamente le posizioni di: estremo, inside centre, outside centre, left wing, right wing. David Kriel ha iniziato questo URC con 4 mete in 4 partite (hat trick alle Zebre) sfruttando al massimo la propria duttilità giocando come centro. Da ala parliamo di un giocatore ingombrante (194 cm per un centinaio di chili), ma di grande sostanza e che sta facendo il possibile per farsi notare da Jake White prima del ritorno del duo Arendse-Moodie.

Classe 2003, Suleiman Hartzberger è il cocco di coach John Dobson agli Stormers, e a pieno titolo. Appena 19enne, nella passata stagione, ha messo a referto 7 mete in 19 match disputati (16 da titolare), giostrandosi tra la maglia 13 e la 14, dando il meglio di sé all’ala. Il nativo di Cape Town ha fatto vedere le proprie qualità con i Junior Boks (7 mete in 4 match), dopo aver frequentato quel Bishops College da dove sono usciti internazionali sudafricani come François Louw, Dillyn Leyds, Nizaam Carr. A 19 anni voi cosa facevate?

A concludere la carrellata un’altro esponente della nidiata di talenti che i Lions raccolgono e che potrebbero farli diventare la prima franchigia sudafricana tra qualche anno: Quan Horn. Anche lui figlio del rugby dei college (nel suo caso la prestigiosissima Paarl Boys’ High School, dove producono Springboks serialmente), Quan è un’estremo 22enne di buona prosettiva, efficace in attacco (7 mete nella stagione 2022/23 tra URC e Challenge Cup). Rispetto ad altri esponenti della sua generazione ruba meno l’occhio, ma i 1800 minuti giocati la scorsa stagione e la maglia da titolare indiscusso in quella corrente parlano molto chiaro.
