Non nascondiamoci: ogni anno siamo tutti quanti in attesa di vedere come sarà la nuova maglia della nostra squadra. Quest’anno, noi tifosi trevigiani ci siamo trovati particolarmente soddisfatti sia del main sponsor (“Prosecco DOC”) che della seconda maglia biancazzurra in stile Pumas, che porta i colori della città. Se poi qualcuno di voi non è soddisfatto può scriverlo nei commenti, ma non mi aspetto orde di utenti in controtendenza. Questa dinamica si ripete ovviamente anche nelle tifoserie delle altre squadre, e in generale si tratta di un momento sempre molto eccitante della stagione. Per poter davvero dire se ci piace una maglia, però, occorre che passino alcuni mesi dalle presentazioni. Bisogna vederla “in azione”, sporca di terra, e magari (perché no) associarla a qualche bella vittoria. Ed ecco allora che voglio proporvi un rating di ciascuna delle maglie (Home and Away) di tutte le franchigie di URC.
Benetton Rugby
La nostra prima maglia ci ha riservato una bella sorpresa: PROSECCO DOC, in stampato, senza fronzoli, senza chiedere scusa. Una scritta, anche per questo, molto rappresentativa dell’identità trevigiana che punta al sodo, senza tanti sè e ma. In aggiunta, dopo qualche anno di esperimenti c’è stato il ritorno alle strisce orizzontali biancoverdi, marchio di fabbrica e tratto distintivo. Io, personalmente, l’ho comprata appena l’ho vista. La seconda maglia, con i colori della città ma anche simile alla maglia dell’Argentina, ha sicuramente fatto molto piacere alla nutrita comunità albiceleste di Treviso, radicata nella squadra e nei suoi giocatori. Un po’ come per la prima, ho comprato anche questa, ma ovviamente io sono di parte. Nel complesso, le maglie di Treviso per la stagione 2021/22 prendono un 7.5/10. Non avveniristiche, non spettacolari, nulla di inedito: semplicemente belle.


Zebre Rugby
La maglia delle Zebre ha questa cosa che o ti piace o non ti piace, non ci sono vie di mezzo. Il patch multicolore è la sua feature distintiva, e quest’anno è stato ben confezionato all’interno di due maglie essenziali ma belle da vedere. Lo slogan “facciamoli a strisce”, sebbene ben pensato, non ha purtroppo funzionato e la squadra ha avuto una delle sue peggiori stagioni di sempre. La maglia bianca da trasferta, in particolare, è molto bella anche per come riesce a fondere insieme la parte multicolore con la parte monocolore. Non mi sento di dare a queste maglie un voto alto perché è da un po’ di anni che le vediamo così, ma è sicuramente una sufficienza piena. Voto 7/10.

Edimburgh Rugby
Edimburgo aveva bisogno di un kit di classe per esordire nel suo nuovo salotto, l’Edinburgh Rugby Stadium. E lo ha fatto: le maglie sono eleganti, i colori non sono sgargianti e fluo ma dimessi e “appropriati” per la squadra nobile della capitale scozzese. L’arancione non è un colore facile da abbinare, ma il blu scuro messogli vicino è quello giusto. Evita l’effetto Olanda calcistica riuscendo a dare a questo kit un’aura quasi da sangue blu. Anche grazie ai pochi sponsor ben piazzati, uno dei più belli del torneo, voto 9/10.
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Glasgow Warriors
Le maglie dei Warriors non mi hanno suscitato lo stesso entusiasmo di quelle dei cugini di Edimburgo. Il baby blue non è un colore che si sposa bene col nero (o blu scurissimo) della prima maglia, e infatti tende a renderla un pochino meno accattivante. Per quanto riguarda la maglia da trasferta, invece, lo stesso baby blue associato a così tanto bianco fà un po’ l’effetto-pigiamino. Inoltre, non sono e non sarò mai un grande fan della manica colorata su maglia a tinta unita: quel tipo di colorazione mi sembra sempre come quella delle maglie che ricevevo da piccolo ai tornei di calcetto dell’oratorio: maglie vecchie di dieci anni, fatte con motivi e colori mirati al risparmio. Qualcuno si chiederà come mai ho apprezzato quella di Treviso che ha gli stessi colori, e la risposta è nel design: le righe orizzontali e la giusta collocazione degli sponsor rendono giustizia a questi colori, purtroppo però non è il caso della maglia di Glasgow. Voto 4/10.
Leinster
La franchigia della capitale irlandese fa sempre le cose in grande, portando sei magliette nelle sue stagioni anche considerato il notevole impegno nelle coppe europee che solitamente la vede arrivare fino alle fasi finali. Anche le altre squadre irlandesi portano più di due maglie, cosa che indica un’attenzione della federazione irlandese alla vendita di magliette come possibile fonte di ricavi per il movimento. Diventa, dunque, difficile dare un voto complessivo, ma ci proverò. La maglia blu scuro (in alto a sinistra) usata nelle competizioni europee è la più bella delle sei a parer mio. Elegante, con finiture oro che ben si abbinano a quella tonalità di blu: se non fossi un simpatizzante della red army di Limerick, ci avrei fatto un pensierino. La seconda più bella, per me, è l’ultima in basso a destra, con inserti blu scuro in una maglia vinaccia. Viene però da chiedersi se questa maglia abbia riscosso il gradimento del pubblico, dato che a prima vista potrebbe esser scambiata per un terzo kit di Munster. La maglia usata in campionato è stata quasi sempre la quarta (in basso a sinistra), della quale i motivi orizzontali un po’ marittimi non mi fanno impazzire. La quinta (in basso al centro) è l’apoteosi del trash, con quelle onde in simil-spiaggia che starebbero bene solo su una camicetta di un turista inglese a Benidorm vicino a Valencia. Le altre due maglie (seconda e terza in alto) sono abbastanza standard, ma quella rosa acceso ha un che di osè che si guadagna qualche punticino in più. Non credo sia un riferimento allo Stade Français, ma ha sicuramente scatenato reazioni simili fra la folla della RDS Arena. Nel complesso, alle maglie di Leinster, dò un voto sufficiente ma non molto di più: 6/10.

Munster
Come per Leinster, anche per Munster il discorso ruota intorno a tante, tante maglie. Io sono un grande appassionato di quella che usano solitamente in Champions Cup, la seconda in alto, di color rosso scuro. È semplicemente bella, senza tante discussioni. Il rosso scuro e gli sponsor bianchi si abbinano alla perfezione, e me la ricordo in più di una partita importante. La maglia usata in URC, invece, è un po’ meno bella (la prima in alto a sinistra). Il rosso-molto-rosso è forse un po’ too much, anche se di base è una bella maglia. Il motivo è molto simile a quella analoga di Leinster (in alto a sinistra, fra le maglie di Leinster). La quarta maglia ricorda vagamente quella del Liverpool FC, un altro tipo di reds. Il problema principale che ho è con le altre tre maglie: secondo me sono orripilanti. La terza dall’alto sembra digradare dal blu scuro al pelle, come se la maglia uscisse direttamente dalla vita del giocatore. La quinta sembra il tappeto che gli imbianchini mettono per terra prima di ridipingere di bianco un muro, mentre la sesta semplicemente sembra una versione tarocca della maglia del Paris Saint Germain. Come per Leinster, fatico a dare un voto singolo a tutte queste maglie, ma devo per forza farlo, e dunque anche in questo caso darò una sufficienza stentata: 6/10.

Ulster
Qui veniamo al dunque: la mia maglia preferita della stagione 2021/22 è la maglia gialla di Ulster. Indimenticabile la loro semifinale contro gli Stormers giocata in quella maglia. Ho considerato a lungo di prendermela, e non l’ho fatto solo perché ho traslocato di recente e devo risparmiare un po’. Le due maglie bianche sono anch’esse belle, anche se devo dire che fatico a vedere l’utilità di due maglie così simili. Lo stesso discorso vale anche per Leinster e Munster con le maglie Rosse e Blu. La maglia rossa di Ulster è elegante e semplice, come lo è anche quella nera. Nel complesso, non trovo grossi errori di design in queste maglie. Ci sono colori diversi, non ci sono follie inguardabili, ce n’è una davvero bellissima, e l’uso dello sponsor è fatto in modo sapiente e non cafone. Voto: 8/10.

Connacht
Dichiaro subito di non essere un grande fan della maglia di Connacht, nè per il motivo che sembra uscito da Minecraft, nè per il tipo di verde che sembra un po’ quello che userebbero in un film sci-fi degli anni 90 per colorare degli insetti mutanti. Detto questo, si tratta di una prima maglia essenziale e senza troppe pretese, che però non è nemmeno inguardabile come il kit “spiaggia” di Leinster, vero cimelio per puristi dell’orrido. In questo caso, il brutto arriva nella seconda maglia: gli innesti verde-fluo nel nero fanno sembrare questa maglia un’uniforme pacchiana del personale di una palestra economica. Per fortuna Connacht ci porta anche una terza maglia, di color petrolio o quasi. Questa maglia è molto bella nella sua semplcità, e vista in campo si è ben accompagnata con tutti gli avversari. Tutti, o quasi, perché il problema di avere tre maglie in tre tonalità della stessa cosa fa sì che quando devi giocare contro una squadra in maglia blu come Leinster, tu sia fregato, soprattutto se sono gli altri a decidere il colore con cui giocare e tu devi adeguarti (guardate qui). Considerato che queste situazioni sono all’ordine del giorno negli sport di squadra, e anche che i campi da gioco sono verdi: costava tanto una terza maglia chiara? Voto 5.5/10.



Cardiff Rugby
Cardiff ha lo stesso problema di Glasgow: blu scuro e baby blue. In questo caso, la prima maglia azzurrina la trovo bruttina e senza qualità, mentre la seconda maglia blu scuro con finiture azzurrine la trovo un po’ banale. Lo sponsor in lettering bianco salva un po’ la situazione essendo tutto sommato gradevole, ma nel complelsso sono due magliette meno belle delle altre, anche se forse migliori di quelle di Glasgow. La terza maglia è un po’ croce e delizia: sono un amante delle strisce orizzontali, ma penso che queste, in particolare con questo lettering dello sponsor, siano poco azzeccate e sembrino un pochino un’uniforme da animatori di bordo di Costa Crociere. Ritengo che Cardiff sia riuscita a produrre tre kit leggermente migliori di quelli di Glasgow, anche se con gli stessi difetti, per cui come voto dico 5/10.

Scarlets
La squadra di Llanellli è molto attaccata al suo rosso scarlatto. Si tratta di un brand riconoscibile, uno stadio decorato a tema, la gigantesca scritta Diolch! sulla tribuna laterale, e il tutto si sposa con le maglie dei giocatori. Il mio problema con le maglie degli Scarlets non è il colore ma l’enorme quantità di lettering che le permea. Contrariamente a quanti credono, non sempre aggiungere cose aggiunge valore, less is more diceva qualcuno dalle parti di Cupertino, e forse il memorandum non è arrivato fino al Parc y Scarlets. Inoltre, una cosa che non potete vedere in questa foto è lo sponsor verde acido sulla sciena dei giocatori. Un’obrobrio. La maglia, nel complesso, è appena sotto la sufficienza: voto 5.5/10.

Ospreys
Ecco un esempio di less is more. Due maglie, una bianca e una nera, uno sponsor con un logo che si adatta bene alla maglia, una texture un pochino industriale che aiuta a trasmettere un feeling di potenza e forza, che il volto di Alun Wyn Jones da solo comunque avrebbe trasmesso. La maglia bianca è molto bella anche per la sua semplicità, e la foto delle magliette è bella in sè perché racchiude tutte le anime sportive degli Ospreys, non solo la squadra maschile. Non è un kit indimenticabile, ma è sicuramente bello: voto 7/10.

Dragons
La maglia dei Dragons non mi ha mai fatto impazzire, ma nella versione di quest’anno la terza maglia è un capolavoro al negativo. Il viola acceso e il motivo dragone che sembra anche una galassia in espansione è pacchiano a dir poco. Le due maglie (home e away) nera e bianca non sono male, ma non bastano a salvare la situazione. Quella bianca è tutto sommato una bella maglia, gli inserti oro non sono eccessivi, ma lo sponsor è forse un po’ troppo grande. La maglia nera ha gli stessi pregi e difetti. Nel complesso, voto 5.5/10.



Vodacom Bulls
Che dire, un paio di maglie che sembrano uscite dritte dritte dal torneo “bianchi contro blu” di qualche oratorio di provincia. Non sono brutte, sono semplicemente indifferenti, che forse è anche peggio perché significa che chi le ha disegnate non ha preso abbastanza rischi. Il blu della maglia home è un blu standard, molto acceso, ma cozza col blu più chiaro dello stemma, creando una cacofonia di colori (cacocromìa?) di difficile digestione. La maglia bianca non è particolarmente audace, e non ha grossi pregi nè difetti. Nel complesso è difficile valutare questo kit, perché non è nè brutto né bello. Voto: 5.5/10.

Cell C Sharks
Chi l’ha detto che le maglie bianche e nere sono banali? Chiedere agli Ospreys e ai Cell C Sharks. Con uno sponsor così imponente, e con un colore così vivace, chi l’ha disegnata ha agito nel modo migliore per accentuarne le features senza perdere i colori societari. Mi rifiuto di credere che non ci sia dietro lo zampino del visionario neo-presidente degli Sharks, l’imprenditore sudafricano-newyorkese Marco Masotti (il cui nome è chiaramente di origine italiana). Alcune cose di questo kit non sono eccelse, come i due sponsor ADT sulle due spalle, ma nel complesso si tratta di un kit da 7/10.


Emirates Lions
Come nel caso degli Scarlets, il peggio di questo kit non potete vederlo. Eh sì, perché se davanti è tutto sommato normale con il bianco sporcato di rosso, dietro è interamente rosso con i numeri in blu. Esatto, bianco, rosso e blu con inserti neri, neanche la bandiera americana aveva mai osato tanto. Questa maglia è veramente brutta vista in campo, durante una mischia, quando i giocatori del pack danno tutti le spalle al cielo e alla spider-cam. Non sarà un kit problematico come quello di Glasgow, ma ci va vicino e si salva solo perché la seconda maglia (nera) è decente: voto 5.5/10.


DHL Stormers
Last but not least, i campioni del torneo edizione 2021/22. Due maglie abbastanza caratteristiche e non simili a nessun’altra. La prima maglia a righe bianche e blu è un chiaro riferimento ai colori della Western Province (i famosi “vee P”), la squadra locale di Città del Capo di cui gli Stormers sono la franchigia internazionale. Non è una brutta maglia ma ha quel motivo un po’ psichedelico che ricorda quei video di fine anni 90 di Madonna come Ray of Light, imbottiti di estetica new age e facili riferimenti all’India. Il logo della DHL è tutto sommato ben collocato e usato nei suoi colori sgargianti che non fanno a pugni col resto della maglietta. Per quanto riguarda la seconda maglia, i miei toni sono decisamente meno entusiasti. La parte centrale sembra dedicata alla faglia di Sant’Andrea in California e al big one che un giorno colpirà quella zona del mondo così sismica. Sebbene si sposi bene coi colori della DHL, e sia un kit tutto sommato sufficiente, a mio modo di vedere non è nulla di più: voto 6/10.


Un pensiero riguardo “Il rating delle casacche di ogni squadra di URC nella stagione 2021/22”