Nell’ultimo anno sono stati diversi gli oriundi ad aver sposato la causa degli Azzurri, da Ross Vintcent a Louis Lynagh. L’ultimo arrivato nel gruppo dell’Italia è un 27enne nato in Inghilterra: Matthew Abramo “Matt” Gallagher.
Le radici trentine
Il 15 febbraio il Benetton Rugby annuncia l’ingaggio di un trequarti inglese del Bath, segni particolari: eleggibile per la nazionale italiana. Matt Gallagher è un giocatore conosciuto in Inghilterra e Irlanda, ma la notizia coglie il pubblico un po’ di sorpresa. Nato e cresciuto a Londra, è ovviamente eleggibile per l’Inghilterra. Inoltre, si sa che potrebbe indossare la maglia dell’Irlanda, grazie ai nonni paterni. Contando su questo, infatti, Munster lo aveva prelevato dai Saracens nel 2020, eludendo le stringenti norme della IRFU sui giocatori stranieri. Ma qual è il legame tra Matt Gallagher e l’Italia?
Nel comunicato di presentazione, il nuovo giocatore del Benetton afferma: “i miei nonni vivono in Trentino e ciò significa che potrò vederli di più, aspetto che la mia famiglia apprezzerà molto“. Così, cercando di qua e di là, tra social e articoli di giornale, si scopre la storia del nonno, a cui Matt deve il secondo nome. In particolare, è un breve servizio del TGR della Rai a raccontarcela. Nell’intervista compare proprio suo nonno, Abramo Vidi, nato nel 1939 a Massimeno, in alta Val Rendena. A 16 anni emigra a Londra, dove vivrà per 53 anni lavorando come arrotino, “una professione in cui non devi essere mai malato, perché se perdi un giorno, non lo recuperi più“. Una storia di emigrazione, di duro lavoro e di nostalgia di casa come quella di tanti italiani, i cui figli e nipoti ora vediamo indossare la maglia dell’Italia.

Il percorso nei Saracens
Si può tranquillamente affermare che Matt non abbia iniziato a giocare a rugby per caso. Suo padre John, infatti, ha giocato 41 partite con la maglia degli All Blacks, ed è considerato uno dei migliori estremi ad averla mai indossata. Gallagher junior a 14 anni entra nell’Academy dei Saracens, e nel 2014 a 18 anni appena compiuti fa il suo esordio in seniores nella LV Cup (ora sostituita dalla Premiership Rugby Cup). Al termine della stagione 2015/2016 viene premiato come Academy Player of the Year e viene selezionato nell’Inghilterra u20 che vince il Mondiale di categoria, partendo titolare all’ala nella finale.
Negli anni di transizione verso la prima squadra, come spesso avviene in Inghilterra, viene mandato in prestito nelle serie inferiori, prima all’Old Albanian (St. Alban, 4ª divisione) e poi ai Bedford Blues (2ª). Il 30 settembre 2016, ancora 19enne, fa il suo esordio in Premiership con la maglia dei Saracens, ma è nella stagione 2018/2019 che riesce a trovare più spazio. Nonostante la concorrenza di giocatori come Alex Goode, Max Malins e Liam Williams nel suo ruolo d’elezione, quello di estremo, gioca più di 500′ in campionato, contribuendo alla vittoria finale. Nella stagione successiva si ripete, poi decide di tentare l’avventura irlandese.
L’avventura irlandese
Nel 2020, Matt Gallagher firma un biennale con Munster sotto i migliori auspici. A 23 anni ha già una consolidata esperienza alle spalle, garantita dalle 50 e più presenze in un club importante come i Saracens. Ora è il momento di fare il salto di qualità, di mettersi alla prova per raggiungere il livello internazionale, mettendo nel mirino la maglia dell’Irlanda.

La stagione inizia bene: nelle prime 8 giornate scende in campo 5 volte, tutte da titolare, segnando una doppietta contro i Dragons. La duttilità è un suo punto di forza, e viene sfruttata impiegandolo sia all’ala che all’estremo. Tuttavia, il 30 novembre, nella partita contro le Zebre, avviene il patatrac. Cercando di schiacciare un pallone in meta, si fa male alla spalla, un infortunio che lo terrà fuori dai terreni di gioco quasi fino al termine della stagione. L’anno successivo non va molto meglio, con Gallagher che riesce a racimolare solo 5 presenze in URC. A marzo l’annuncio: a fine stagione il trequarti seguirà a Bath l’head coach Johann van Graan e l’assistente alla difesa JP Ferreira.
Bath’s Mr Dependable
“Mister affidabile” è il soprannome che gli affibbia un giornalista del The Telegraph al termine della stagione 2022/2023, la prima delle due a Bath. Il clima della Premiership fa bene a Gallagher, e conoscere van Graan e Ferreira facilita l’ambientamento. Certo, la stagione del club non è delle migliori (8° posto in Premiership, zero vittorie in Challenge Cup), ma il trequarti si mette in evidenza e diventa un punto fermo della squadra. Messosi alle spalle gli infortuni, disputa un’annata da Ironman: 23 partite giocate sulle 25 disputate da Bath, 22 delle quali da titolare, per un totale di 1’739 minuti su 2’000 disponibili. Un ruolino di marcia impressionante che ha ripetuto quest’anno, con 20 partite giocate su 25 (19 da titolare).
La continuità nelle prestazioni viene riconosciuta sia dagli allenatori, che lo schierano partita dopo partita, che dai compagni di squadra. Nei Bath Rugby End of Season Awards per la stagione 2022/2023, Matt Gallagher viene premiato come miglior trequarti della stagione, e i compagni lo nominano miglior giocatore dell’annata. Nella stagione appena conclusa non si aggiudica nessun premio, ma è protagonista fino in fondo nell’esaltante cavalcata verso la finale di Premiership. Il bienno a Bath non è coronato dal titolo, ma il bilancio per Gallagher è ampiamente positivo.

Lo stile di gioco
Matt Gallagher non è uno di quei giocatori che salta subito all’occhio. Non è particolarmente veloce, non travolge gli avversari come Duhan van der Merwe né tira drop alla Brock James, ma è un giocatore solido. Ed avere un compagno che garantisce affidabilità lì dietro, nel triangolo allargato, non è cosa da poco. Per usare le sue parole:
“Quando penso al mio stile di gioco, è più focalizzato sui calci, sul controllo del gioco dal fondocampo, sul fare le cose fondamentali – prendere, passare, calciare, palle alte – nel miglior modo possibile, e spero che questo metta la squadra nelle migliori condizioni.”
Giocatore versatile, preferisce il ruolo di estremo ma ha esperienza anche all’ala sinistra. Fisicamente normodotato (1.85m x 96kg), ha un baricento basso che gli conferisce una certa rapidità negli spazi stretti. Nelle prese aeree e nel gioco al piede si disimpegna con sicurezza, facendo in particolar modo affidamento su un eccellente piede mancino.
La scelta dell’Italia
A gennaio, sui portali irlandesi esce la notizia che Gallagher sarebbe vicino ad un ritorno a Limerick. Munster deve infatti trovare un sostituto per Simon Zebo, che si ritirerà a fine stagione, e sarebbe ben felice di farlo con un giocatore di comprovata esperienza nonché eleggibile per l’Irlanda. Tuttavia, nella trattativa si inserisce il Benetton, che dopo Louis Lynagh vuole aggiungere un altro profilo azzurrabile alla sua trequarti. Di fronte alle due offerte, Matt Gallagher sceglie l’Italia.

Al contrario di Lynagh, che viene subito portato in Nazionale ed esordisce a Roma nella vittoria contro la Scozia, Gallagher non viene immediatamente convocato. Il ct Gonzalo Quesada aspetta infatti il termine della stagione per nominarlo tra i 33 giocatori che prenderanno parte al tour estivo. La sua presenza aggiunge profondità ad un reparto – il triangolo allargato – che vede numerose assenze, in particolare nel ruolo di estremo. Gli ultimi giocatori ad averlo ricoperto, in ordine di tempo, sono infatti Lorenzo Pani, Ange Capuozzo, Tommaso Allan ed Edoardo Padovani. Pani è infortunato, Capuozzo sta festeggiando la vittoria del Top14 e raggiungerà il gruppo in un secondo momento, Allan ha detto addio (temporaneamente?) alla nazionale, mentre Padovani è stato rilasciato dal Benetton e l’anno prossimo giocherà in Serie A Elite con il Mogliano.
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Tra gli azzurri ora presenti in Nuova Zelanda, la concorrenza principale per la maglia numero 15 è rappresentata da Jacopo Trulla. Al ritorno in nazionale a 2 anni dall’ultima presenza, il 24enne nasce come estremo, anche se le Zebre Parma lo hanno schierato più spesso all’ala. L’esordiente Francois Mey e Leonardo Marin potrebbero essere delle alternative, tuttavia non hanno molta esperienza nel ruolo di estremo ad alto livello. Di fronte a queste opzioni, il debutto di Matt Gallagher con la maglia dell’Italia sembra quasi scontato. Rispetto alle altre opzioni, infatti, mette sul piatto una grande esperienza e delle skills nel gioco al piede e nelle prese aeree a cui è difficile rinunciare.
In conclusione
Il percorso che ha portato Matt Gallagher verso l’Italia non è stato né breve, né lineare. La raggiunge nel pieno della maturazione, dopo anni di carriera di alto livello che lo hanno visto mettersi alla prova in tre club di primissimo piano. Come tanti giocatori eleggibili per più paesi, ha sondato nel tempo le diverse possibilità a sua disposizione, ma ora ha fatto la sua scelta. Una vera e propria scelta di vita, che lo vedrà trasferirsi in Italia, giocare per il Benetton Rugby e vestire la maglia azzurra.