Si è recentemente conclusa la stagione 2023/24 dello United Rugby Championship, con una inattesa vittoria dei Glasgow Warriors. Questi sono stati chiamati a vincere prima una semifinale contro Munster, campioni in carica e 1° in classifica alla fine della stagione regolare, a Thomond Park; e successivamente hanno dovuto affrontare una lunga trasferta fino a Pretoria per confrontarsi coi Bulls, la squadra con l’attacco più letale del campionato. In quest’ultima, emozionante partita, gli scozzesi di Franco Smith riescono a recuperare uno svantaggio di 13 punti e a portare a casa la vittoria per 16-21, con un secondo tempo sontuoso. Nel post partita, il pilone dei Warriors Jamie Bhatti pubblica su X questa foto, scattata all’ingresso dello stadio dei Bulls:

Jamie Bhatti ride all’ingresso del Loftus Versfeld. Fonte: profilo X @jamiebhatti

L’intento chiaramente goliardico del giocatore è quello di prendersi gioco della scritta che accompagna l’ingresso delle squadre ospiti, ricordando loro che si sta giocando ad alta quota, e questo influirà sulla partita. L’aria rarefatta non è stata sufficiente ai sudafricani per piegare la volontà dei Warriors, ma è innegabile che lo stadio dei Bulls sia un vero e proprio fortino inespugnabile. Negli ultimi due anni, i Bulls hanno perso solo 3 partite durante la stagione regolare al Loftus Stafium, di cui solo una in questa stagione, contro i campioni di Munster, a fronte di 15 vittorie. Sembra quindi che l’altitudine a cui si allenano i sudafricani di Pretoria sia un fattore determinante per le partite domestiche, ma è davvero così?

  1. URC: un campionato di roccaforti
  2. Perché il vantaggio domestico è così netto?
  3. Il vantaggio domestico in Inghilterra
  4. Il vantaggio domestico in Francia
  5. Le condizioni esterne influiscono poco

URC: un campionato di roccaforti

I playoff di questa stagione di URC si sono disputati tra squadre che sono vere e proprie roccaforti tra le mura domestiche. Ospreys e Benetton si sono qualificate con sole 2 sconfitte domestiche; Stormers, Ulster, Munster, Leinster e Bulls hanno raggiunto i playoff con una sola sconfitta in casa, mentre i nuovi campioni di Glasgow hanno mantenuto l’imbattibilità domestica per tutto il campionato. Insomma, sembra che l’elemento decisivo non sia tanto l’altitudine, quanto il fatto stesso di giocare in casa.
Questo trend infatti si nota in tutte le squadre dello URC. Analizzando i dati delle partite di campionato regolare degli ultimi due anni, emerge che in media le squadre segnano il 24% dei punti in più in casa, e ne subiscono il 37% in più quando giocano in trasferta. La squadra che segna di più in casa rispetto a quando gioca in trasferta sono i Bulls, 312 punti in due campionati; la squadra che invece ha la migliore difesa domestica è proprio la squadra di Glasgow, con un impressionante 92% di punti in meno subiti nelle partite in casa rispetto alle trasferte, subendo solo 259 punti nelle ultime 16 partite giocate a Glasgow. Gli scozzesi sono infatti imbattuti al Scotstoun Stadium da quasi tre anni in stagione regolare, l’ultima sconfitta in casa risale al 21 ottobre 2021, contro Leinster.

Scotstoun Stadium, la roccaforte inespugnabile dei Glasgow Warriors

Perché il vantaggio domestico è così netto?

In generale, sembra che le squadre di URC abbiano un rendimento nettamente migliore quando giocano in casa. Come si può spiegare in modo empirico una differenza così netta? Le ipotesi sono diverse:

  • Peculiarità del terreno di gioco: l’elevata altitudine del Loftus Versfeld Stadium, la tipica piovosità dello Sportsground (ora Dexcom Stadium), il campo sintetico del Cardiff Arms Park sono tutti fattori che possono portare chi si allena quotidianamente in queste condizioni ad avere un vantaggio atletico nei confronti degli avversari, meno preparati a queste particolari condizioni
  • Lunghezza della trasferta: lo URC si sviluppa su due continenti, con il Sudafrica che dista circa 10.000km dalla Scozia e dall’Irlanda. Queste distanze costringono le squadre a trasferte molto lunghe, che hanno un impatto anche fisico sui giocatori, essendo molto stancanti. Inoltre, per ottimizzare gli spostamenti, le squadre dei due emisferi organizzano dei “minitour” con più partite in trasferta di seguito, così da non dovere affrontare una traversata transcontinentale ogni settimana. Questo però porta inevitabilmente a una rosa ridotta di giocatori a cui attingere per le partite
  • Pubblico omogeneo: è inutile negare che uno stadio gremito di tifosi con la maglia del tuo club ti portano a dare qualcosa in più in campo. Le lunghe distanze delle trasferte spesso portano le partite di URC a essere viste allo stadio da tifosi in gran parte provenienti dalla città della squadra di casa, salvo durante i derby

Questi fattori hanno tutti sicuramente un peso, che però è difficilmente quantificabile. Per valutarne l’impatto, abbiamo confrontato questi valori delle partite di URC con quelli di campionati più geograficamente uniformi, come il Top14 francese e la Gallagher Premiership inglese.

Connacht che gioca in casa sotto una pioggia abbondante. A Galway piove quasi un giorno su due, rendendo il terreno di gioco peculiare. Fonte Connacht Rugby

Il vantaggio domestico in Inghilterra

Abbiamo esteso l’analisi delle prestazioni domestiche rispetto a quelle in trasferte al resto d’Europa, e risultati sono stati sorprendentemente uniformi. Nel massimo campionato inglese, negli ultimi due anni le squadre partecipanti hanno segnato il 21% di punti in più in casa e ne hanno subiti il 30% in più in trasferta, con la maggiore differenza difensiva nel campo degli Exeter Chief, che fuori casa subiscono in media il 59% dei punti in più; mentre la maggiore differenza offensiva è in capo ai Northampton Saints, con un 37% di punti in più segnati al Franklin’s Gardens. In questi calcoli non sono state considerate le partite dei Wasps, London Irish e Worcester Warriors, squadre che purtroppo si sono dovute ritirare nel 2022 a causa di problemi economici.

Franklin’s Gardens, stadio dei Northampton Saints. Fra queste tribune, i Saints segnano quasi il 60% di punti in più che fuori casa. Fonte Northampton Saints

Il vantaggio domestico in Francia

Ma il campionato che più di tutti presenta una differenza marcata tra i risultati in casa e fuori casa è certamente il Top14, il massimo campionato francese. Nel campionato d’oltralpe infatti gli stadi sono delle vere e proprie roccaforti impenetrabili, rendendo difficile anche alle squadre di alta classifica vincere fuori casa. Considerando i 13 club che hanno militato in Top14 per entrambe le ultime due stagioni, troviamo una percentuale di vittorie in casa impressionante, pari 79,3% delle partite disputate (268 partite su 338). Anche le più blasonate squadre sono in difficoltà fuori casa: nel 2022/23 il Tolosa è diventata Campione di Francia vincendo solo 4 partite su 13 di quelle disputate fuori casa in stagione regolare. Le squadre segnano in media il 32% di punti in più fra le mura domestiche, e ne subiscono il 52% in meno di quando giocano fuori casa. Ci sono squadre come Clermont che nelle ultime due stagioni hanno complessivamente segnato 409 punti in più nel loro stadio rispetto a quando giocano fuori casa, mentre Perpignan ha subito ben 351 punti in meno nel suo Stade Aimé Giral. I dati parlano chiaro: in Francia giocare in casa è un vantaggio molto importante, e le poche vittorie in trasferta che si riescono a raggiungere sono spesso determinanti per la classifica.

Lo stadio Ernest-Wallon, casa del Tolosa. Qui la squadra francese ha perso solo 2 partite negli ultimi due campionati, segnando un totale di 902 punti e subendone 455 in 26 partite. Fonte Rugbyrama

Le condizioni esterne influiscono poco

A questo punto però, le ipotesi che sembravano valide per lo URC ora vengono a mancare. Sicuramente non è la lunghezza delle trasferte a essere invalidante, essendo tutte le squadre francesi a meno di due ore di volo le une dalle altre. I campi hanno certamente alcune peculiarità, ma l’omogeneità geografica della Francia non può giustificare una variazione così grande nei risultati. Allo stesso modo, il pubblico del Top14 è spesso folto e misto tra le squadre, proprio in virtù della vicinanza dei club militanti nella massima serie francese. Non sembra quindi che ci siano criteri oggettivi che possano definire il motivo dell’evidente vantaggio domestico delle squadre. In tutti e tre i campionati professionistici di rugby in Europa, giocare in casa significa segnare di più e subire meno punti, a prescindere dalla distanza della trasferta, la particolarità del campo di gioco e da altre condizioni esterne.
Un’ultima, romantica e non dimostrabile ipotesi emerge a questo punto: giocare in casa dà una spinta in più ai giocatori. L’attaccamento al club, alla maglia e al pubblico sembra che fornisca agli atleti un quid in più, un passo più veloce, un recupero più rapido, un placcaggio più duro. Forse, dopotutto, i dati ci dicono che i giocatori amano giocare tra le proprie mura, circondati dal proprio pubblico, e che sono disposti a buttare il cuore un po’ più in là per quella che sentono essere la loro casa.

2 pensieri riguardo “Rugby: uno sport di roccaforti

    1. Hi Nick! Thanks, and your suggestion about the referee is interesting. I didn’t consider referring in my analysis because referee always changes teams and stadium, so it’s impossible to track of they have a real impact on the overall statistics. For example, Piardi refereed three big games where away won (stormers-munster finale 22/23, Munster-Glasgow semi 23/24, bulls-glasgow final 23/24), but it’s hard to tell if he’s biased against the home team or not… in my opinion, the referee is a critical part of a single game, but it doesn’t afflict the overall statistics of a team in a whole year

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