Si sta disputando in queste settimane la seconda edizione della Celtic Challenge, il campionato che vede sfidarsi due franchigie irlandesi, due gallesi e due scozzesi con l’obiettivo di far acquisire esperienza a livello internazionale alle giocatrici più promettenti, in ottica di un maggior sviluppo del rugby femminile nelle regioni celtiche.

Il logo della Celtic Challenge

La nascita della Celtic Challenge

A dicembre 2022 è stata annunciata una partnership tra la Irish Rugby Football Union (IRFU), la Welsh Rugby Union (WRU) e la Scottish Rugby Union (SRU) per creare una nuova competizione femminile: la Celtic Challenge. Questa nuova competizione è promossa e co-finanziata da World Rugby nell’ambito del suo programma di sviluppo del rugby femminile d’élite.

Le giocatrici gallesi selezionate per la Welsh Development XV (WRU)

Lo scopo del torneo

L’obiettivo principale è quello di colmare, nelle tre nazioni celtiche, il divario tra il gioco femminile nazionale e quello internazionale. Per tale ragione, sono state create delle franchigie di sviluppo che permettano a giovani promesse del rugby di competere a livello internazionale, affiancandole a giocatrici di maggior esperienza.

La sfida tra Combined Provinces XV e Thistles nel corso della prima edizione della Celtic Challenge (thefrontrowunion.com)

Se un simile scopo vi suona familiare nulla di strano, la “Latin Cup” che si sta svolgendo in questi mesi tra franchigie femminili italiane e spagnole (qui potete trovare una nostra analisi) è strutturata proprio sul modello della Celtic Challenge!

Gli obiettivi di World Rugby e delle Federazioni

World Rugby e le Federazioni celtiche, però, si sono spinti oltre nel definire i propri obiettivi.

World Rugby

Per quanto riguarda World Rugby, il proposito è di aumentare la competitività in vista delle Coppe del mondo di rugby femminile del 2025 e del 2029, come dichiarato da Sally Horrox, World Rugby Chief of Women’s Rugby.

Sally Horrox alla Coppa del Mondo femminile in Nuova Zelanda 2021 (supersport)

Le Federazioni

L’interesse delle Federazioni, invece, si concentra sull’incrementare il livello già per l’annuale Tiktok Women Six Nations. E i primi risultati sembrano dar loro ragione: Francesca McGhie, ala delle Leicester Tigers classe 2003, ha esordito al Sei Nazioni femminile 2023 poche settimane dopo aver partecipato alla prima edizione della Celtic Challenge, venendo poi candidata come miglior giocatrice dell’anno 2023 del World Rugby Women.

Francesca McGhie con la maglia della nazionale scozzese al Women Six Nations 2023 (Six Nations Rugby)

Le Federazioni celtiche, però, non guardano solo ai risultati internazionali, ma anche allo sviluppo delle giocatrici, dal punto di vista tecnico e non. Soprattutto gli allenatori stanno cercando di instillare nelle ragazze la fiducia nel prendere una decisione in campo, nell’assumersi dei rischi e nel sostenersi a vicenda.

But also on the field, success for us would be the girls playing in a certain way, in a certain style that allows them a freedom to play this running, exciting game that we want to play and have the confidence [to do so].

One of the key words that we use is brave. So, to be brave enough to let the ball go, make an offload, put the kick in that potentially they may not have had the confidence to do”.

Catrina Nicholas-McLaughlin, Gwalia Lightning head coach

Infine, una simile competizione consentirà ai club di aumentare la profondità fuori dal campo, fornendo opportunità di sviluppo per i membri dei team di allenatori e medici, dei team di strength and conditioning e dei team operativi.

Ma chi partecipa al torneo?

Le federazioni organizzatrici

Innanzitutto, come abbiamo già visto, le Federazioni coinvolte sono tre: la Irish Rugby Football Union (IRFU), la Welsh Rugby Union (WRU) e la Scottish Rugby Union (SRU). Ognuna delle tre federazioni ha inviato una franchigia all’edizione pilota del 2023 e due all’edizione 2024, attualmente in corso.

Le squadre della prima edizione (2023)

La prima edizione del torneo ha visto fronteggiarsi tre squadre, una per ciascuna federazione:

Le Thistle (Scottish Rugby)
  • le Welsh Development XV, la franchigia gallese allenata dall’head coach Mike Hill, insieme a Liza Burgess e a Rhys Pritchard. La squadra selezionata contava 42 giocatrici, includendo – oltre alle giovani promesse – anche cinque giocatrici nazionali con presenze in club gallesi e giocatrici militanti dell’Allianz Premier 15.
Le Welsh Development XV (Welsh Rugby Union)
Le Combined Provinces XV (Irish Rugby)

Un fatto simpatico riguarda la reazione degli appassionati al nome scelto per la franchigia irlandese, i quali hanno osservato che le “Combined Provinces”, di fatto, corrispondono all’intera Irlanda… quindi tanto valeva chiamare la squadra “Ireland XV”.

Le squadre della seconda edizione (2024)

Come da progetti dei promotori del campionato celtico, anche considerato il successo della prima edizione, la seconda edizione ha visto aumentare il numero di squadre da 3 a 6, due per ciascuna federazione.

scozia

Le Thistles sono state scisse in Edinburgh Rugby Women e Glasgow Warriors Women, legando le due franchigie femminili alle due maschili già esistenti (analogamente ha fatto dalla FIR per la Latin Cup…).

The decision to align our Celtic Challenge teams to Edinburgh Rugby and Glasgow Warriors presents a fantastic opportunity to provide our two teams with a strong individual identity and sense of belonging, whilst also tapping into each club’s current fan base.

This branding alignment plays a fundamental part in progressing our Women’s and Girls’ Strategy, and as the Celtic Challenge competition develops, we look forward to the prospect of that alignment being taken further as we continue to build towards semi-professional teams in the future

Gemma Fay, Scottish Rugby’s Head of Women’s & Girls’ Strategy

Una novità importante nella selezione delle giocatrici che parteciperanno alla Celtic Challenge quest’anno è data dall’introduzione – tra le atlete selezionabili – di 11 transitional player, scelte attraverso il programma Scottish Qualified (SQ) guidato da Peter Walton e Rob Brieley e dall’inclusione di giocatrici già convocate con Scotland Women, ma che attualmente vivono fuori dalla Scozia.

Le Glasgow Warriors Women saranno allenate da Chris Laidlaw, mentre le Edinburgh Rugby Women saranno guidate da Claire Cruikshank, che proseguirà il percorso iniziato lo scorso anno con i Cardi di Scozia.

Claire Cruikshank (World Rugby)
irlanda

La squadra irlandese delle Combined Provinces XV, invece, ha dato vita a due nuove squadre, ognuna con competenza su due province: le Wolfhounds (Leinster e Ulster), guidate da Neill Alcorn, e le Clovers (Connacht e Munster), allenate da Denis Fogarty.

La presentazione delle Wolfhounds e delle Clover (BNN Breaking News)

I nomi delle squadre, stavolta, sono decisamente più rappresentativi: i clovers sono i trifogli, simbolo principe dell’Isola di Smeraldo, mentre il wolfhound, il levriero irlandese, è l’emblema del rugby irlandese, essendo sia il soprannome della nazionale di rugby league, sia il nome della nazionale A di rugby union.

galles

Dalle ceneri delle Welsh Development XV, infine, sono sorte le Brython Thunder e le Gwalia Lightning, nomi che si ispirano a “Brython”, la prima lingua celtica, e “Gwalia”, il nome originale del Galles. Cat Nicholas-McLaughlin continuerà il suo percorso in Celtic Challenge alla testa delle Gwalia Lightning, mentre le Brython Thunder saranno allenate da Ashley Beck.

L’ingresso delle giocatrici di Brython Thunder e Gwalia Lightning in occasione del derby gallese (Dai Sport)

Le edizioni della Celtic Challenge

La prima edizione

La prima edizione della Celtic Challenge si è disputata tra il 22 gennaio e il 25 febbraio 2023. La formula prevedeva sei partite in un doppio girone all’italiana: ciascuna delle tre squadre, quindi, ha affrontato le altre due squadre due volte, in casa e fuori casa. Al termine delle sei sfide è stata nominata vincitrice del torneo la squadra con più punti in graduatoria, sulla base dell’usuale sistema di punteggi di World Rugby: 4 punti per la vittoria, 2 punti per il pareggio, 1 punto di bonus offensivo e 1 punto di bonus difensivo. La prima edizione è stata vinta dalle Combined Provinces XV, che ha vinto tutte e quattro le gare disputate, di cui tre con bonus offensivo.

Le Combined Provinces XV, vincitrici della prima edizione della Celtic Challenge (Irish Rugby)

La vittoria dell’Irlanda in una competizione internazionale ha segnato il ritorno all’alto livello della selezione femminile dopo un periodo buio segnato fallita campagna di qualificazione alla Coppa del Mondo 2021 e delle prime sconfitte contro Galles e Francia in questo Sei Nazioni 2022. Si è classificata seconda la Scozia, con appena 1 partita vinta con bonus offensivo e 2 punti bonus difensivi guadagnati, mentre terzo e ultimo è arrivato il Galles con appena 1 partita vinta senza bonus offensivo e 1 punto bonus difensivo guadagnato contro l’Irlanda in casa.

La seconda edizione

Con la seconda edizione e l’aumento delle squadre è cambiata anche la struttura del torneo. Quest’anno, infatti, ogni squadra incontrerà le altre 5 una sola volta – alternativamente in casa o fuori casa – nella fase a girone unico a 5 turni.

(Welsh Rugby Union)

La challenge ha preso il via il 29 dicembre 2023 con i derby e proseguirà fino al 3 febbraio 2024 quando si concluderà il quinto turno. La novità più significativa di quest’anno, però, è l’introduzione della fase dei play-off. Non è ancora stato chiarito come saranno organizzati gli spareggi, ad oggi pare sarà strutturato in tre turni double-header event e ciascuna federazione ospiterà in casa uno dei tre turni. Il termine previsto è per domenica 3 marzo 2024 (20 giorni prima dell’inizio del Women Six Nations).

La diffusione del torneo

Il torneo ha avuto, sin da subito, ampia diffusione. Tralasciando la chiarezza sugli orari e sugli stadi in cui le partite si sarebbero giocate (che non dovrebbe stupire, ma ahimé la Latin Cup insegna che tali informazioni possono essere considerate superflue), c’è stata un’organizzazione – che mi sbilancio a definire ottima – anche sulla trasmissione delle partite in streaming.

Già la prima edizione vedeva le partite trasmesse in live su Youtube, ma con la seconda edizione è stato fatto un ulteriore passo e – ad oggi – è possibile vederle tutte, gratuitamente, su Rugbypass TV.

La reazione del pubblico

La reazione del pubblico, va riconosciuto, è stata ottima. A riprova, si consideri che il derby tra Glasgow e Edinburgh all’Hive Stadium ha registrato il sold out di tutti i posti messi a disposizione (ovvero 1.934). La richiesta di biglietti sarebbe stata anche superiore, tuttavia l’organizzazione ha dichiarato di non essere in grado – a breve tempo dal calcio di inizio – di aprire, gestire e ospitare in sicurezza più stand di quelli inizialmente messi a disposizione.

L’Hive Stadium, dove si è disputato il derby tra Glasgow e Edinburgh (Connacht Rugby)

Prospettive future

L’obiettivo dichiarato, quantomeno dalle federazioni celtiche, è quello di implementare sempre più la Celtic Challenge, non solo per lo sviluppo delle giocatrici più giovani, ma anche per dare un concreto futuro come professioniste alle giocatrici che non volessero trasferirsi in Francia o Inghilterra o che dai campionati stranieri volessero far ritorno.

Gillian McDarby, responsabile IRFU per le prestazioni e i percorsi femminili (Sport for Business)

Come dichiarato da Gillian McDarby, responsabile IRFU per le prestazioni e i percorsi femminili, ha commentato, l’obiettivo della Federazione irlandese nel corso dei prossimi 3-5 anni sarebbe quella di avere quattro squadre irlandesi in competizione in questo torneo.

The ambition across the three Unions is to increase the number of competing teams in 2024 to six and over the course of the next 3-5 years it is the IRFU’s ambition to have four Irish teams competing in this tournament.

Gillian McDarby, IRFU Head of Women’s Performance and Pathways

Ad oggi, quindi, non sembra sia messa in conto la possibilità di estendere il campionato come è stato per lo URC maschile. Certo è, però, che Spagna e Italia con la creazione della Latin Cup hanno dato un segnale che – fino a due mesi fa – non sembrava prospettabile.

Conclusioni

I segnali che arrivano da oltremanica sono senza dubbio incoraggianti. Certo, anche il movimento anglosassone non è esente da problemi, soprattutto perché lo sviluppo del settore maschile è fortemente favorito dalle Università, che invece – attualmente – non supportano quello femminile. Ma siccome il tema di questo articolo è la Celtic Challenge e non i problemi interni del rugby irlandese, possiamo dire che questo esperimento si sta rivelando un successo in costante crescita e miglioramento. Di meglio si può sempre fare, è vero, in primis con la creazione di un sito dedicato dove reperire le informazioni (che ad oggi non esiste), ma in questo caso forse vale la pena essere positivi!

3 pensieri riguardo “Lo sviluppo del rugby femminile passa (anche) per la Celtic Challenge

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